



Un nuovo apritore per le Alpi dimenticate
Si chiama Marco e vive a Saluzzo, un piccolo centro della pianura a sud di Torino. Marco ha iniziato ad aprire nuove vie con trapano e spit, alla maniera di Manlio Motto, suo conterraneo, da cui ha ereditato lo stile (un certo qual gusto per il passaggio obbligatorio) e la passione per l'apertura dal basso in luoghi non alla moda, sovente dimenticati da tutti. E questa, in un tempo dove i più cercano la via famosa sulla parete famosa, a volte a scapito della logica o dello spirito esplorativo, non può che essere una buona notizia. Le vie di Marco, pur non troppo difficili, non concedono spazio alla banalità, oramai dilagante su molte pareti delle Alpi occidentali, dove in nome dello share non si esita a superchiodare. Una piccola differenza, apparentemente insignificante, che però permetterà ai ripetitori di non dimenticare facilmente il nome della via che hanno scalato!
Una delle ultime creazioni di Marco Bernini si chiama "Gemme di maggio", sulla nascosta e quasi sconosciuta parete di Punta Ostanetta, in Val Pellice. E questa parete è veramente una gemma di fantastico gneiss che ricorda quello del Gran Paradiso, ma a pochi passi dal Monviso... una delle stranezze geologiche di queste montagne. Una via di 6b+ obbligatorio che raggiunge il 7a, decisamente più impegnativa delle altre presenti sulla falesia.
Ma l'ultimissima news riguarda la Rocca La Meja, altra sperduta montagna delle Alpi Marittime, nascosta tra le pieghe dell'affascinante Valle Maira. La Rocca La Meya presenta dei lisci lastroni di calcare che solo di recente hanno attirato le attenzioni degli apritori. "Un tonfo per Lally" è la nuova proposta, con difficoltà sino al 6c e 6b obbligatorio, il tutto 250 m sopra i verdi alpeggi di uno dei luoghi più misteriosi e solitari delle Alpi Marittime.