



Avrei preferito parlare delle grandi scalate in stile alpino successive agli "albori", come qualcuno ha suggerito, ma come si può parlare di stile alpino se non si conoscono i fatti che lo hanno "fatto nascere?"...ci sono imprese che hanno fatto impallidire ogni mia fantasia, e, di volta in volta, ogni impresa precedente... comprese quelle che mi accingo a raccontare...
(una "malizia" importante per comprendere meglio un fatto è conoscerne il contesto, proprio per questo motivo invito gli interessati, leggendo, a farsi un quadro completo degli avvenimenti, per poter meglio analizzare i fatti che compongono il grande "puzzle" dell'alpinismo...)
Le parti comprese tra le << ... >> sono TRASCRITTE (tipo emanuense) dai testi citati...
Le note personali sono tra le " ... "
Inoltre mi sono permesso di rimarcare in MAIUSCOLO le parti per me più significative ai fini dell'argomento trattato... lo -STILE ALPINO- ...
( mi scuso anticipatamente per eventuali errori...)
Da <<I 14 8000>> "(I quattordici ottomila)"
<<Antologia di Mario Fantin>>
"(un pò superato come testo per spedizioni moderne ma è servito come una Bibbia per molti alpinisti... in particolare l'autore viene riconosciuto come ..."
<<...uno dei più autorevoli studiosi dell'alpinismo Himalayano.>> ).
<< BROAD PEAK - ...il 15 maggio 1957 una spedizione Austriaca di tipo leggero, che si avvalse dell'ausilio di soli 68 portatori Baltì, composta da Marcus Schmuck, Fritz Wintersteller, Kurt Diemberger e Hermann Buhl, giunse ai piedi del monte,erigendo un campo base a 4900 metri.
L'eccezionale capacità dei quattro componenti e motivi di stretta economia avevano dettato principi rivoluzionari: niente portatori d'alta quota, il minor numero possibile di campi, il minor quantitativo di materiale in ogni campo. Qualcosa di simile ad una impresa sulle Alpi, che doveva permettere la massima velocità in ogni spostamento, riducendo quasi a zero i problemi logistici.
I quattro austriaci salirono tutti sulla vetta, il 9 giugno. Vi salì penosamente Buhl che risentiva del congelamento ai piedi sofferto nel 1953.>>
"...durante la incredibile scalata solitaria (dall'ultimo campo, ben 1350 mt in ben 16 ore) con bivacco (senza alcun materiale) sul Nanga Parbat, una bella prima...non vi pare?..."
<< Diciotto giorni dopo, nel tentativo di scalare il Chogolisa, il conquistatore solitario del Nanga Parbat trovò la morte, cadendo in discesa da una cornice di neve, tratto in inganno dalla nebbia sopraggiunta.>>
" quì Fantin parla dei <<...principi rivoluzionari...>> di questa spedizione che ho definito leggera nei post precedenti.
...e di come Buhl, non al pieno delle sue capacità, sia giunto per ultimo sulla vetta, accompagnato da un giovane Diemberger al suo esordio Himalayano... Diemberger era stato scelto da Buhl in persona per la spedizione, e questo per le eccezionali capacità di ghiacciatore di Kurt, primo a scalare la mitica Meringa gigante al Gran Zebrù. Se non l'avete mai vista temo che non sia più visionabile..."
"Proseguo il discorso dal libro:"
<<Passi verso l'ignoto - Kurt Diemberger>>
"uno dei testi da cui ho tratto alcune parti già inserite nei post precedenti"
" ...dopo il ritorno in patria di Buhl dal Nanga Parbat..."
<< Per un certo tempo si parlò di lui poi tutto si placò. Ciò che non sapevo era che dietro a quel silenzio Hermann Buhl stava preparando una nuova spedizione - o meglio la spedizione cominciò a prendere forma nella sua testa.
Voleva andare al Broad Peak, uno degli ultimi 8000 del Karakorum non ancora saliti. Sulla base dell'esperienza al Nanga Parbat, voleva però andare SOLO CON UN PICCOLO GRUPPO DI AMICI e - senza un capospedizione vero e proprio.
Gli amici con cui voleva partire per il B. Peak erano i fratelli Hugo e Luis Vigl. >>
"...questo a testimonianza che l'ideatore di una simile impresa fu il solo Buhl...poi prosegue..."
<<E la via? Lo sperone ovest offriva una linea di salita diretta e ideale, tuttavia secondo il prof G.O.Dyhrenfurth, considerato allora il più esperto himalaysta al mondo, il percorso era troppo difficile per i portatori d'alta quota. Era quindi logico programmare la salita non solo senza ossigeno - come avevano fatto Herbert Tichy o Fritz Moravec rispettivamente al Cho Oyu e al Gasherbrum II - ma anche senza portatori d'alta quota.
La spedizione sarebbe stata composta di 3 o 4 persone al massimo e AVREBBE SEGUITO UN NUOVO STILE CHIAMATO -WESTALPENSTIL-, OVVERO LO STILE ALPI OCCIDENTALI. >>
"...un primo accenno allo stile alpino...(che poi si affinò ulteriormente privandosi anche dei campi fissi e del trasporto dei materiali...)"
" ...Hugo e Luis Vigl si ritirarono dalla spedizione per ragioni professionali e subentrò M. Schmuck..."
<< secondo il promemoria di Buhl, Schmuck prese il posto di Luis Vigl e solo nell'autunno del 1956, su proposta di Schmuck, venne chiamato Friz Wintersteller, che sostituì il dimissionario Hugo.>>
"...ai finanziamenti necessari pensò Schmuck, più abile in queste faccende, mentre Buhl riteneva che non fosse necessario un capospedizione vero e proprio, diceva che ..."
<<...a lui bastava esserne considerato l'ideatore e, soprattutto, l'unico esperto degli 8000. Così la prima cartolina-raccogli-fondi non ebbe il nome di un capo ma portava la scritta
-KARAKORUM-HIMALAYA-EXPEDITION 1957, HERMANN BUHL, MARCUS SCHMUCK, FRITZ WINTERSTELLER-
Poi M. Schmuck ritenne necessario che l'impresa avesse, proprio per i finanziamenti che lui procurava, un responsabile che firmasse. (Ne parla lo stesso Marcus nello scritto commemorativo del 1997, per il 40° anniversario)...>>...
...<<...a quel punto M. Schmuck figurava ufficialmente come capospedizione...>>
"...le cose prendevano una brutta piega...e Buhl se ne rese conto quando..."
<<In seguito, quando M. Schmuck gli fece capire "(a Buhl)" che si trattava di una cosa seria, H Buhl fu ancora disposto a spartire la sua spedizione, a patto che fosse rimasta a lui la direzione assoluta per tutte le questioni alpinistiche e per quando si sarebbero trovati sulla montagna. Un accordo in tal senso fu stilato a Ferleiten il 19 febbraio 1957, ma solo il 3 marzo i due contraenti riuscirono a definire le ultime reciproche difficoltà e apposero la firma.>>
" Kurt Diemberger, allora giovanissimo ma già formidabile scalatore, venne contattato da Buhl solo in seguito, come quarto uomo, per potersi dividere in 2 cordate, quando necessario...inoltre per il trasporto dei materiali sulla montagna in 4 sarebbe stato tutto + facile...
Da questo traspare che Kurt e Buhl non erano amici, non si conoscevano affatto, probabilmente amici lo sono diventati in Himalaya... da tener presente che Kurt dopo la cima, mentre scendeva, incontrando Buhl stremato che comunque lottava per la sua vetta, si rigirò e risalì una 2° volta sulla cima del Broad Peak assieme a Buhl... se non è amicizia sarà dedizione, o come preferite, a me sembra una scena quasi commovente..."
"...e vado a citare dal bellissimo libro che tu stesso hai citato come testo autorevole..."
<<Himalya - Stile Alpino>>
<<Gli itinerari più affascinanti sulle cime più alte>>
<<Andy Fanshawe - Stephen Venables>>
"...nell' introduzione al libro, scritta da Venables, è spiegato chiaramente come si sia arrivati per gradi alle scalate in stile alpino, nessuno ha la pretesa di dire che le innovative idee di Buhl, come anche quelle di Messner fossero un fulmine a ciel sereno, altri personaggi ebbero intuizioni (anch'essi visionari...?).
Sottolinea inoltre che le scalate leggere sulle grandi montagne erano state tentate anche in epoche precedenti, ma erano dettate dalla mancanza di esperienza sui terreni Himalayani, ...il testo parla di <<ingenuità>> , parla di fortissimi alpinisti che però non avevano ancora preso le misure con i terreni e le distanze con cui si dovevano misurare, i tempi non erano maturi, questo stile, fallimentare (a causa della mancanza di materiali moderni e delle conoscenze sugli effetti delle altissime quote) venne soppiantato dal cosiddetto Stile Himalayano (peraltro ancora in voga da quelle parti)..."
<<...lo stile alpino non è un movimento alla moda come molti immaginano. E' stato utilizzato fin dall'inizio, fin da quando A. Mummery compì il suo futuristico tentativo sulla parete Diamir del Nanga Parbat, un centinaio di anni fa.
Nel 1895 Mummery e Raghobir Thapa raggiunsero quasi quota 7000 su quella gigantesca parete di ghiaccio, prima di ritirarsi dal loro coraggioso e INGENUO passo nell'ignoto.
Qualche anno dopo il dott. Alexander Kellas compì alcune prime ascensioni nel Sikkim, inclusi i 7065 mt del Pauhunri, in un simile stile leggero, con un gruppetto di portatori Sherpa. Fu lui in vista della spedizione di ricognizione sull'Everest del 1921, a insistere perchè la montagna più alta del mondo fosse scalata senza ossigeno. Sulla base di calcoli di laboratorio, egli valutò possibile un'ascensione sopra gli 8000 al ritmo di 100 mt all'ora, esattamente ciò che avrebbero fatto nel 1978 PETER HABELER & REINHOLD MESSNER nella loro storica scalata dell'Everest senza bombole d'ossigeno.
...Colin Kirkus e Charles Warren scalarono il Bhagirathi III in stile alpino nel 1933; semplicemente, allora non era ben classificabile ciò che avevano fatto. Le nozioni di purezza etica arrivarono dopo, a metà degli anni '70.
I grandi problemi come la parete Rupal del Nanga Parbat "( ...Messner all'esordio himalyano, primo in vetta col fratello, Gunther, morirà in discesa sul versante Diamir travolto da una valanga di ghiaccio...)" e il pilastro ovest del Makalù avevano ceduto davanti a spedizioni con attrezzatura pesante; ora la gente cominciò a pensare in termini di leggerezza, perfino sugli apprezzatissimi ottomila, E QUESTO A COMINCIARE DAL 1975, CON LA DISINVOLTA IMPRESA COMPIUTA DA PETER HABELER E REINHOLD MESSNER QUANDO SALIRONO E SCESERO DI CORSA LA PARETE NORD-OVEST DELLO HIDDEN PEAK. >>
"...ma guarda un pò, comincia a introdursi l'elemento Messner... le considerazioni dell'autore mi sembrano abbastanza esplicite!...si è delineato quello che sarà lo STILE ALPINO come oggi viene inteso...
...per sua stessa ammissione R Messner (di cui ho letto quasi tutti i libri ma da cui non ho tratto parti scritte, dato che tu non lo ritieni fonte autorevole...mah...) prende a modello per la sua scalata con Habeler allo H. Peak proprio la scalata, mancata di un soffio, di Hermann Buhl & Kurt Diemberger al Chogolisa, ridimensiona inoltre la precedente scalata al Broad Peak (sempre da parte di Buhl & Co) a Stile Leggero, una sorta di compromesso o transizione tra lo stile cosiddetto Himalayano pesante e lo Stile Alpino vero e proprio..."
"Proseguo citando sempre da Himalaya - stile alpino...che descrive l'impresa di H.Buhl e Co..."
<<Broad Peak 8047mt. >>
...<<La spedizione austriaca del giugno 1957 era guidata da M.Schmuck. Sia quest'ultimo sia Fritz Wintersteller erano estremamente allenati e competenti. La leggendaria capacità di resistenza di Hermann Buhl era stata portata al limite quattro anni prima, quando lo scalatore aveva raggiunto la vetta del Nanga Parbat in solitaria ed era sopravvissuto a un bivacco in piedi ad almeno 8000mt, in camicia e abiti di jersey. Il membro più giovane della squadra, Kurt Diemberger, che aveva a suo merito una serie di ardue pareti di ghiaccio nelle Alpi, era un innovatore di natura e fu felicissimo quando H Buhl gli propose di affrontare il Broad Peak senza squadre di sostegno, in Westalpenstil.>>
"...quì segue una lunga descrizione delle difficoltà incontrate e superate, a partire dall'approccio alla montagna, terreno allora mai percorso, all'allestimento dei vari campi ed al trasporto dei materiali/viveri, e successivamente dell'assalto finale alla cima, prima da parte di Marcus e Fritz seguiti da Kutr ed Hermann...in questo ordine di arrivo...mettendo un'accento particolare nella "doppia ascensione" di Kurt che risalì una 2° volta..."
<<...alla fine, il pomeriggio tardi, Buhl convinse il più giovane a continuare da solo verso la vetta. Sulla strada del ritorno dalla cima, Diemberger trovò Buhl che lottava ancora ostinatamente per salire.
In un momento forse unico sulle cime altissime, Diemberger fece allora dietrfront e con il suo Maestro ritornò per la seconda volta in vetta, proprio mentre gli ultimi raggi del sole declinavano sull'immensità del Karakorum.>>
"....e prosegue..."
<<I più sarebbero rimasti soddisfatti di quest'impresa eccezionale, ma quella squadra aveva progetti ambiziosi. Due settimane dopo Schmuck e Wintersteller scalarono lo Skilbrum(7360 mt) in PURO STILE ALPINO.
Buhl e Diemberger arrivarono quasi in vetta al Chogolisa, ma dovettero tornare indietro a causa di un'improvvisa tempesta. Mentre scendevano slegati nella distesa bianca e uniforme, Buhl cadde da una cornice di neve e scomparve.
Così una delle spedizioni Himalayane di maggior successo di tutti i tempi tornò in tragedia.>>
"...da notare che, dagli stralci del diario di H. Buhl (già citato nei post sopra), già tradotti in precedenza, risulta che il permesso per "la più alta cima del gruppo di Savoia" (all'oggi Skilbrum) era già accordato alla spedizione fin dall'inizio, era uno degli obbiettivi di Buhl, ideatore e responsabile alpinistico della spedizione...
...io non fatico ad immaginare lo sdegno da parte di Buhl al ritorno dal Broad Peak, dopo aver ripulito la montagna da tutti i resti della spedizione (...con l'aiuto di Kurt...anche questo un concetto di grande valore, a mio avviso, e che purtrppo troppo raramente è stato ed è applicato...), i suoi compagni erano partiti, senza aspettarli, alla volta del picco inviolato...
...mi sembra anche logica la sua partenza per il Chogolisa con Kurt, senza avvisare i compagni...ma lasciandone testimonianza sui suoi diari...
...per maggiori dettagli, anche su alcune parti dei diari di H.Buhl, pubblicati da Diemberger, è tutto nero su bianco sull'interessante libro di Diemberger -Passi verso l'ignoto-... (non posso mica trascriverlo tutto...)..."
"Tornando a R. Messner, al capitolo...
<<HIDDEN PEAK - 8068 m>>
"di Himalaya - Stile Alpino... dopo le dovute considerazioni sulla spedizione che vinse la montagna nel 1958, ..."
<<...L'Hidden peak venne scalato per la seconda volta nel 1975, lungo un'itinerario che la squadra di Clinch, nel 1958, aveva preso in considerazione, ed era stata sul punto di scegliere; la Parete Nord/Ovest. LA PARTICOLARITA' DI QUESTA ASCENSIONE FU NELLO STILE. Reinhold Messner e l'austriaco Peter Habeler Scalarono la montagna IN PURO STILE ALPINO: era la prima volta che una spedizione di due uomini aveva successo su un 8000.>>
<<...E' vero che altri scalatori (Austriaci) condivisero il campo base con loro e scalarono anch'essi l'Hidden Peak, ma questi preferirono l'itinerario Americano, assai lontano da quello di Messner e Habeler, e completarono così la terza ascensione della montagna e la seconda per quella via...>>.
...altro capitolo del libro da te citato...
<<EVEREST - 8848 m >>
"...sempre al riguardo di R. Messner e P Habeler, dopo varie considerazioni sui tentativi e sulle ascensioni precedenti..."
<< ...L'Everest è stato testimone di tutte le fasi dello sviluppo dell'alpinismo Himalayano. La storia di questa montagna è fin troppo nota: negli anni '20 e '30, 7 tentativi sulla Cresta Nord fino a quota 8500, con un minimo di sostegni tecnici; nel 1953 la prima ascensione assoluta alla vetta, dal versante nepalese; la stupenda traversata di Tom Hornbein, dieci anni dopo; l'ascensione della parete Sud/Ovest, nel 1975; LA PRIMA ASCENSIONE SENZA OSSIGENO, REALIZZATA NEL 1978 DA REINHOLD MESSNER E PETER HABELER. Inoltre Messner riuscì, due anni dopo, a compiere un'ascensione in solitaria da nord in soli tre giorni, dimostrando che una scalata super rapida è possibile se si trovano le condizioni giuste...>>
" ...mi sembrano inutili altre considerazioni, se non che -Ogni impresa va valutata a seconda del periodo storico in cui si colloca- altrimenti ne risulta un'inutile minestrone da cui non si trae nulla... é questo che credevo tu intendessi per "CONTESTUALIZZARE", alcuni post fa..."
Questi sono i fatti come riportati da alcuni dei tanti libri che trattano questo argomento... questa la verità che io conosco... ora, se qualcuno è a conoscenza di fatti che la smentiscono, sono ben felice di leggere ed eventualmente imparare... o contestare...
Ciao