Info via "Maestri-Egger" al Cerro Torre

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda Buzz » ven nov 18, 2005 11:51 am

bepositive ha scritto:il report di garibotti lo avevo letto in inglese, e qualche parte mi era sfuggita.... ora l'ho stampato.....

vado a scuola... piazzo ai piccoli figli di satana un bel compito a sorpresa e mi leggo il tutto :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:


ma perchè ora insegni???? ommioddio!!!

e il drugo che fa ? il bidello? :roll: :roll: :roll:
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Messaggioda gug » ven nov 18, 2005 11:59 am

ma arriveremo mai a capo di qualcosa in questa storia?
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Messaggioda Roberto » ven nov 18, 2005 12:00 pm

gug ha scritto:ma arriveremo mai a capo di qualcosa in questa storia?
E perché dovremmo? Lasciamo un po di mistero nelle cose, se no che gusto c'è :wink:
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Messaggioda Enzolino » ven nov 18, 2005 12:47 pm

L'analisi di Garibotti sembra convincente, ma non sarei cosi' sicuro della sua imparzialita'.
Mi ricordo di aver letto, ad esempio, l'opinione di Buscaini e la Metzelin, espertissimi della Patagonia, per i quali le condizioni del ghiaccio anomale durante il periodo in cui e' salito Maestri non si son mai ripetute dopo.
Mi ha stupito non leggere nel testo di Graibotti nessun riferimento a questo.

Insomma, mi chiedo se Garibotti, riporti solo i dati che quadrano con la sua teoria.
D'altra parte per Maestri sembra un capitolo chiuso a cui non vuole aggiungere nulla. E questo indebolisce ulteriormente la sua posizione.
C'era chi aveva definito impossibile la parete in cui sarebbero saliti Maestri & Co. E questo e' stato dimostrato che non e' vero.

Le imprecisioni sui particolari non dimostrano molto (io ad esempio, sono molto scarso nel ricordare dettagli anche significativi di una salita), ma le differenze tra i 45 gradi di pendenza dopo il Colle - secondo Maestri - rispetto ai 70 gradi - riportati da altri - beh ... quello si' che fa una certa differenza.

Insomma, dalla poltrona, mi sembra che ci siano ancora tanti interrogativi.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Roberto » ven nov 18, 2005 12:53 pm

Enzolino ha scritto:L'analisi di Garibotti sembra convincente, ma non sarei cosi' sicuro della sua imparzialita'.
Mi ricordo di aver letto, ad esempio, l'opinione di Buscaini e la Metzelin, espertissimi della Patagonia, per i quali le condizioni del ghiaccio anomale durante il periodo in cui e' salito Maestri non si son mai ripetute dopo.
Mi ha stupito non leggere nel testo di Graibotti nessun riferimento a questo.

Insomma, mi chiedo se Garibotti, riporti solo i dati che quadrano con la sua teoria.
D'altra parte per Maestri sembra un capitolo chiuso a cui non vuole aggiungere nulla. E questo indebolisce ulteriormente la sua posizione.
C'era chi aveva definito impossibile la parete in cui sarebbero saliti Maestri & Co. E questo e' stato dimostrato che non e' vero.

Le imprecisioni sui particolari non dimostrano molto (io ad esempio, sono molto scarso nel ricordare dettagli anche significativi di una salita), ma le differenze tra i 45 gradi di pendenza dopo il Colle - secondo Maestri - rispetto ai 70 gradi - riportati da altri - beh ... quello si' che fa una certa differenza.

Insomma, dalla poltrona, mi sembra che ci siano ancora tanti interrogativi.

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Va bè, ma una casa resta a complicare il tutto: perché uno come Maestri si doveva inventare tutta questa storia. Lui non è un cretino, lo sapeva che se non dai una relazione credibile non ti crede nessuno e non è così ingenuo da sperare che un'occhiata da sotto possa far indovinare le difficoltà della via. Prima o poi i nodi divevano venire al pettine e Maestri non mi sembra un banfone di natura, uno di quelli che non resiste a contare balle.
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Messaggioda andreag » ven nov 18, 2005 13:09 pm

Roberto ha scritto:Bravi, certo, bravissimi e fortissimi, ma se sono saliti in stile alpino, un motivo tecnico-pratico ci sarà (oltre alle loro doti di velocità).
E' evidente che la linea della via si prestava ad un tale approccio, visto che le difficoltà tecniche su roccia non devono essere state elevatissime, se no se lo scordavano lo stile alpino e gli toccava salire nel classico stile bigwall, d'obbligo su grandi pareti e su difficoltà sostenute, dove la velocità è impossibile.
Ma questo che significa? Significa che la linea che Egger e Maestri avevano scelto era fattibile, anche alla loro epoca (vista la classe immensa dei due) e che, in via probabilistica, sarebbe ancora plausibile che i due abbiano salito la via, specie se le condizioni del ghiaccio erano favorevoli.
Per me, questa salita è si importantissima, ma non toglie nulla al mistero della prima, anzi, casomai da qualche punto in più alla teoria di Maetri e mi sembra una piccola offesa il fatto di aver dato un nuovo nome alla via.


Hai ragione, ma penso che si deva aspettare di avere info più precise dalla bocca di Ermanno, infatti mi sa che la loro linea di salita è comunque diversa da quella di Maestri, se ho capito bene loro si sono spostati abbastanza a dx, in parete N, dal colle della conquista...

io aspetterei di sentire loro prima di parlare.

L'incongruenza più grossa della versione di Maestri resta proprio quella sui chiodi a pressione, lui dice di averne piantati parecchi sia in salita che per scendere, non è chiaro però dove...

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Messaggioda quilodicoequilonego » ven nov 18, 2005 13:33 pm

Se avessero avuto una meteo più clemente, penso che èrman & C. avrebbero fatto di tutto, pur di controllare minuziosamente se c'erano reperti "trovabili". Ma con il tempo di m... che c'era, credo che il loro unico obiettivo sia diventato il più importante, completare una via da tanti anni sognata :roll:


P.S. A me Maestri è antipatico. Ma può anche essersi stufato di questa storia, nella quale sembra che la cosa più importante sia cima-non cima, e non viene dato alcun rilievo al fatto che lì cmq ha arrampicato sul filo del rasoio, e soprattutto il suo compagno d'avventura ha perso la vita. Una tragedia che viene offuscata dalla curiosità della gente. Umanamente lo capirei.... e se la questione non si risolve, per lui non è certo un dramma di quelle dimensioni
Ultima modifica di quilodicoequilonego il ven nov 18, 2005 13:53 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda paolo75 » ven nov 18, 2005 13:52 pm

quilodicoequilonego ha scritto:Se avessero avuto una meteo più clemente, penso che èrman & C. avrebbero fatto di tutto, pur di controllare minuziosamente se c'erano reperti "trovabili". Ma con il tempo di m... che c'era, credo che il loro unico obiettivo sia diventato il più importante, completare una via da tanti anni sognata :roll:


Maestri può anche essersi stufato di questa storia, nella quale sembra che la cosa più importante sia cima-non cima, e non viene dato alcun rilievo al fatto che lì cmq ha arrampicato sul filo del rasoio, e soprattutto il suo compagno d'avventura ha perso la vita. Una tragedia che viene offuscata dalla curiosità della gente. Umanamente lo capirei.... e se la questione non si risolve, non è certo un dramma di quelle dimensioni



Bè non è una questione di pura curiosità, non la trovo una questione morbosa.
Il fatto è che la verità o meno del racconto è determinante per valutare il significato dell'impresa. La cosa più importante è la questione cima o non-cima, mi sembra assurdo negarlo. E lo è diventata, io credo, proprio in virtù dei dubbi che la avvolgono.
Se Maestri avesse ammesso di non aver raggiunto la vetta, o se la avesse raggiunta in modo inconfutabile, allora si potrebbe parlare delle condizioni, dell'arrampicata etc, ma così tuti questi discorsi perdono valore, perchè non si sa esattamente in che contesto inserirli, non si sa se si sta parlando di qualcosa di reale o di semplici fantasie e invenzioni. La cosa cambia radicalmente nei due casi, mi sembra. E questo senza voler mancare di rispetto alla memoria di Egger, che da questa diatriba, purtroppo, resta estraneo.

Leggendo l'articolo, a proposito dll'importanza della veridicità o meno del racconto di Maestri, mi è anche venuto da pensare all'amara sorpresa, provata dai primi ripetitori, nel constatare sul posto che la "relazione" di cui disponevano non aveva riscontri. Mi è sembrato di leggere amarezza e frustrazione, nelle parole di uno di essi.
Anche per questo non si può parlare di una questione di pura e semplice curiosità.
Secondo voi si può dire che il racconto fasullo o quantomeno molto impreciso e incongruente di Mestri, abbia esposto altri a pericoli maggiori di quelli che si apettavano? o la preparazione di alpinisti che affrontano quel tipo di salite è tale, per cui sono preparati ad affrontare qualsiasi imprevisto e inconveniente e questo particolare diventa molto poco influente?
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Messaggioda Roberto » ven nov 18, 2005 13:56 pm

paolo75 ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:Se avessero avuto una meteo più clemente, penso che èrman & C. avrebbero fatto di tutto, pur di controllare minuziosamente se c'erano reperti "trovabili". Ma con il tempo di m... che c'era, credo che il loro unico obiettivo sia diventato il più importante, completare una via da tanti anni sognata :roll:


Maestri può anche essersi stufato di questa storia, nella quale sembra che la cosa più importante sia cima-non cima, e non viene dato alcun rilievo al fatto che lì cmq ha arrampicato sul filo del rasoio, e soprattutto il suo compagno d'avventura ha perso la vita. Una tragedia che viene offuscata dalla curiosità della gente. Umanamente lo capirei.... e se la questione non si risolve, non è certo un dramma di quelle dimensioni



Bè non è una questione di pura curiosità, non la trovo una questione morbosa.
Il fatto è che la verità o meno del racconto è determinante per valutare il significato dell'impresa. La cosa più importante è la questione cima o non-cima, mi sembra assurdo negarlo. E lo è diventata, io credo, proprio in virtù dei dubbi che la avvolgono.
Se Maestri avesse ammesso di non aver raggiunto la vetta, o se la avesse raggiunta in modo inconfutabile, allora si potrebbe parlare delle condizioni, dell'arrampicata etc, ma così tuti questi discorsi perdono valore, perchè non si sa esattamente in che contesto inserirli, non si sa se si sta parlando di qualcosa di reale o di semplici fantasie e invenzioni. La cosa cambia radicalmente nei due casi, mi sembra. E questo senza voler mancare di rispetto alla memoria di Egger, che da questa diatriba, purtroppo, resta estraneo.

Leggendo l'articolo, a proposito dll'importanza della veridicità o meno del racconto di Maestri, mi è anche venuto da pensare all'amara sorpresa, provata dai primi ripetitori, nel constatare sul posto che la "relazione" di cui disponevano non aveva riscontri. Mi è sembrato di leggere amarezza e frustrazione, nelle parole di uno di essi.
Anche per questo non si può parlare di una questione di pura e semplice curiosità.
Secondo voi si può dire che il racconto fasullo o quantomeno molto impreciso e incongruente di Mestri, abbia esposto altri a pericoli maggiori di quelli che si apettavano? o la preparazione di alpinisti che affrontano quel tipo di salite è tale, per cui questo particolare diventa molto poco influente?
Non ci vai improvvisato su una via nuova al Torre. In certi ambienti e in certe condizioni, devi fare affidamento sulle sole tue capacità, anche se ripeti devi essere pronto ad inventare.
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven nov 18, 2005 14:00 pm

paolo75 ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:Se avessero avuto una meteo più clemente, penso che èrman & C. avrebbero fatto di tutto, pur di controllare minuziosamente se c'erano reperti "trovabili". Ma con il tempo di m... che c'era, credo che il loro unico obiettivo sia diventato il più importante, completare una via da tanti anni sognata :roll:


Maestri può anche essersi stufato di questa storia, nella quale sembra che la cosa più importante sia cima-non cima, e non viene dato alcun rilievo al fatto che lì cmq ha arrampicato sul filo del rasoio, e soprattutto il suo compagno d'avventura ha perso la vita. Una tragedia che viene offuscata dalla curiosità della gente. Umanamente lo capirei.... e se la questione non si risolve, non è certo un dramma di quelle dimensioni



Bè non è una questione di pura curiosità, non la trovo una questione morbosa.
Il fatto è che la verità o meno del racconto è determinante per valutare il significato dell'impresa. La cosa più importante è la questione cima o non-cima, mi sembra assurdo negarlo. E lo è diventata, io credo, proprio in virtù dei dubbi che la avvolgono.
Se Maestri avesse ammesso di non aver raggiunto la vetta, o se la avesse raggiunta in modo inconfutabile, allora si potrebbe parlare delle condizioni, dell'arrampicata etc, ma così tuti questi discorsi perdono valore, perchè non si sa esattamente in che contesto inserirli, non si sa se si sta parlando di qualcosa di reale o di semplici fantasie e invenzioni. La cosa cambia radicalmente nei due casi, mi sembra. E questo senza voler mancare di rispetto alla memoria di Egger, che da questa diatriba, purtroppo, resta estraneo.

Leggendo l'articolo, a proposito dll'importanza della veridicità o meno del racconto di Maestri, mi è anche venuto da pensare all'amara sorpresa, provata dai primi ripetitori, nel constatare sul posto che la "relazione" di cui disponevano non aveva riscontri. Mi è sembrato di leggere amarezza e frustrazione, nelle parole di uno di essi.
Anche per questo non si può parlare di una questione di pura e semplice curiosità.
Secondo voi si può dire che il racconto fasullo o quantomeno molto impreciso e incongruente di Mestri, abbia esposto altri a pericoli maggiori di quelli che si apettavano? o la preparazione di alpinisti che affrontano quel tipo di salite è tale, per cui sono preparati ad affrontare qualsiasi imprevisto e inconveniente e questo particolare diventa molto poco influente?


OK, ma io mi riferivo a quanto può essere importante per lui. Quanto può dargli fastidio che si parli solo di cima o no. Se il suo amico, magari il vero protagonista, nell'affrontare qualsivoglia impresa, perde la vita, tutto il resto passa in secondo piano. Ma è un'opinione personale
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Messaggioda Enzolino » ven nov 18, 2005 14:49 pm

Roberto ha scritto:Va bè, ma una casa resta a complicare il tutto: perché uno come Maestri si doveva inventare tutta questa storia. Lui non è un cretino, lo sapeva che se non dai una relazione credibile non ti crede nessuno e non è così ingenuo da sperare che un'occhiata da sotto possa far indovinare le difficoltà della via. Prima o poi i nodi divevano venire al pettine e Maestri non mi sembra un banfone di natura, uno di quelli che non resiste a contare balle.
Il fatto e' che, una volta che racconti una balla, non puoi piu' tirarti indietro. Adesso non so lo stato d'animo in cui fossero Maestri e Fava, ed anche io trovo difficile credere nell'ingenuita' di raccontare una fandonia simile, ma le motivazioni possono essere, ad esempio, l'ambizione, la volonta' di glorificare la morte di Egger o il tentativo da dare una risposta ad un'accesa rivalita' in quel periodo. Poi, effettivamente il profilo di Maestri rende difficile credere che abbia banfato cosi' clamorosamente. E su questo principio son stati creduti anche alpinisti come Messner ...
Casualmente mi e' capitato di aver letto aneddoti di imprese sbugiardate, ma purtroppo questi cadono nel dimenticatoio e non si ricordano piu' ... :roll:
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Messaggioda andreag » ven nov 18, 2005 15:09 pm

Enzolino ha scritto:Casualmente mi e' capitato di aver letto aneddoti di imprese sbugiardate, ma purtroppo questi cadono nel dimenticatoio e non si ricordano piu' ... :roll:


il caso di Cesen sul Lhotse fu abbastanza eclatante....

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Messaggioda Enzolino » ven nov 18, 2005 15:19 pm

andreag ha scritto:il caso di Cesen sul Lhotse fu abbastanza eclatante....
Lui non ha riportato delle prove, come nel caso di Maestri, mentre e' stato visto scendere dalla normale del Lotse ... quindi la cosa rimane ancora nel dubbio ... quello che gli era stato contestato era la foto sul Lotse, ma lui dice che gli era stata richiesta una foto del Lotse e lui l'ha fornita senza specificarne l'autore, ma non aveva mai detto che quella foto era la sua ... e questo aveva ingrandito ulteriormente il dubbio nei suoi confronti ...
Insomma, mi sembra che sia il caso di Maestri che quello di Cesen, siano molto simili. Imprese storiche eccellenti col dubbio sulla loro veridicita'.
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Messaggioda andreag » ven nov 18, 2005 15:24 pm

Enzolino ha scritto:
andreag ha scritto:il caso di Cesen sul Lhotse fu abbastanza eclatante....
Lui non ha riportato delle prove, come nel caso di Maestri, mentre e' stato visto scendere dalla normale del Lotse ... quindi la cosa rimane ancora nel dubbio ... quello che gli era stato contestato era la foto sul Lotse, ma lui dice che gli era stata richiesta una foto del Lotse e lui l'ha fornita senza specificarne l'autore, ma non aveva mai detto che quella foto era la sua ... e questo aveva ingrandito ulteriormente il dubbio nei suoi confronti ...
Insomma, mi sembra che sia il caso di Maestri che quello di Cesen, siano molto simili. Imprese storiche eccellenti col dubbio sulla loro veridicita'.
L.


nel caso di Cesen c'è da dire che il periodo era un altro, e il personaggio troppo smaliziato per non sapere che senza uno straccio di documento, neanche una fotina, molti avrebbero potuto mettere in dubbio la sua salita....

Difatti nell'ambiente degli Hymalaisti credo siano pochi quelli che gli credono.

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Messaggioda lucasignorelli » ven nov 18, 2005 16:40 pm

andreag ha scritto:
nel caso di Cesen c'è da dire che il periodo era un altro, e il personaggio troppo smaliziato per non sapere che senza uno straccio di documento, neanche una fotina, molti avrebbero potuto mettere in dubbio la sua salita....

Difatti nell'ambiente degli Hymalaisti credo siano pochi quelli che gli credono.

A.


Non c'è "impresa" di Cesen che non si sia rivelata quantomeno enormemente "stiracchiata", e molte sono al 99% bufale (solitaria di"No Siesta" alle Jorasses compresa). Maestri sta su un'altra galassia.
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Messaggioda Marco Anghileri » ven nov 18, 2005 17:42 pm

lucasignorelli ha scritto:
andreag ha scritto:
nel caso di Cesen c'è da dire che il periodo era un altro, e il personaggio troppo smaliziato per non sapere che senza uno straccio di documento, neanche una fotina, molti avrebbero potuto mettere in dubbio la sua salita....

Difatti nell'ambiente degli Hymalaisti credo siano pochi quelli che gli credono.

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Non c'è "impresa" di Cesen che non si sia rivelata quantomeno enormemente "stiracchiata", e molte sono al 99% bufale (solitaria di"No Siesta" alle Jorasses compresa). Maestri sta su un'altra galassia.


Ci sono persone che sono "figlie del loro tempo" e fanno gesta al passo del loro tempo,
altre che forse "sono fuori dal loro tempo" e compiono azioni magari avanti del loro tempo...potendo risultare incredule o, capita e non di rado, dar fastidio.

Credo alle parole di Maestri ed ancor di più a quelle di Cesen :o
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Messaggioda Enzolino » ven nov 18, 2005 18:05 pm

Fondamentalmente anche io credo alle parole di Maestri e di Cesen.

Per quanto riguarda Cesen, da quello che ho letto non mi sembra uno "smaliziato", ma al contrario, un ingenuo, e chi lo conosce lo descrive come schivo ed ermetico, relativamente distaccato dalla sindrome dei VIP.
Inoltre non ho mai letto di prove che confutassero le sue ascensioni ma solo speculazioni fondate sulla sfiducia e sul paradigma: nessuna prova = nessuna impresa.
Ergo, secondo me Cesen ha fatto quello che dice di aver fatto.

Ciao :wink:

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Messaggioda andreag » ven nov 18, 2005 18:27 pm

lucasignorelli ha scritto:
andreag ha scritto:
nel caso di Cesen c'è da dire che il periodo era un altro, e il personaggio troppo smaliziato per non sapere che senza uno straccio di documento, neanche una fotina, molti avrebbero potuto mettere in dubbio la sua salita....

Difatti nell'ambiente degli Hymalaisti credo siano pochi quelli che gli credono.

A.


Non c'è "impresa" di Cesen che non si sia rivelata quantomeno enormemente "stiracchiata", e molte sono al 99% bufale (solitaria di"No Siesta" alle Jorasses compresa). Maestri sta su un'altra galassia.


non volevo assolutamente mettere i due sullo stesso piano. era solo per citare un caso eclatante di salita, diciamo così, poco creduta; tra l'altro non mi permetto di dare giudizi in nessuno dei due casi, casomai posso avere delle sensazioni ricevute ascoltando i giudizi e i dubbi di alpinisti ben più esperti di quanto io potrò mai essere....

in generale comunque penso che la natura umana è strana, e io la mano sul fuoco non ce la metterei per nessuno.....

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Messaggioda Roberto » ven nov 18, 2005 20:17 pm

Sono tutti discorsi fini a se stessi e spesso troppo maliziosi, anche Messner non era stato creduto, ed invece, a distanza di tanti anni, la verità è arrivata.
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Messaggioda Davide62 » ven nov 18, 2005 23:53 pm

Sono appena tornato dalla Sud del Lhotse salita in questo periodo di assenza forzata dal Forum.
Sulla vetta ho lasciato un Mars e un mozzicone di Pull Mall blu a testimonianza del mio passaggio, adesso starò via ancora per un pò, perchè vado a fare la traversata del Karakorum in bici. 8)
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