quilodicoequilonego ha scritto:Se avessero avuto una meteo più clemente, penso che èrman & C. avrebbero fatto di tutto, pur di controllare minuziosamente se c'erano reperti "trovabili". Ma con il tempo di m... che c'era, credo che il loro unico obiettivo sia diventato il più importante, completare una via da tanti anni sognata
Maestri può anche essersi stufato di questa storia, nella quale sembra che la cosa più importante sia cima-non cima, e non viene dato alcun rilievo al fatto che lì cmq ha arrampicato sul filo del rasoio, e soprattutto il suo compagno d'avventura ha perso la vita. Una tragedia che viene offuscata dalla curiosità della gente. Umanamente lo capirei.... e se la questione non si risolve, non è certo un dramma di quelle dimensioni
Bè non è una questione di pura curiosità, non la trovo una questione morbosa.
Il fatto è che la verità o meno del racconto è determinante per valutare il significato dell'impresa. La cosa più importante è la questione cima o non-cima, mi sembra assurdo negarlo. E lo è diventata, io credo, proprio in virtù dei dubbi che la avvolgono.
Se Maestri avesse ammesso di non aver raggiunto la vetta, o se la avesse raggiunta in modo inconfutabile, allora si potrebbe parlare delle condizioni, dell'arrampicata etc, ma così tuti questi discorsi perdono valore, perchè non si sa esattamente in che contesto inserirli, non si sa se si sta parlando di qualcosa di reale o di semplici fantasie e invenzioni. La cosa cambia radicalmente nei due casi, mi sembra. E questo senza voler mancare di rispetto alla memoria di Egger, che da questa diatriba, purtroppo, resta estraneo.
Leggendo l'articolo, a proposito dll'importanza della veridicità o meno del racconto di Maestri, mi è anche venuto da pensare all'amara sorpresa, provata dai primi ripetitori, nel constatare sul posto che la "relazione" di cui disponevano non aveva riscontri. Mi è sembrato di leggere amarezza e frustrazione, nelle parole di uno di essi.
Anche per questo non si può parlare di una questione di pura e semplice curiosità.
Secondo voi si può dire che il racconto fasullo o quantomeno molto impreciso e incongruente di Mestri, abbia esposto altri a pericoli maggiori di quelli che si apettavano? o la preparazione di alpinisti che affrontano quel tipo di salite è tale, per cui sono preparati ad affrontare qualsiasi imprevisto e inconveniente e questo particolare diventa molto poco influente?