L' alpinismo e il rischio

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Enzolino » gio nov 10, 2011 17:32 pm

nuvolarossa ha scritto:
Enzolino ha scritto:Giudicare o non giudicare?

Per me, stabilire dei principi assoluti su questo punto, mi sembra una cazzata ...

Ritengo che analizzare gli incidenti quando le emozioni per una perdita sono ancora forti, sia inadeguato.
Ma credo che alla lunga, analizzare gli incidenti, sia necessario. Almeno per coloro che vogliono evitare di fare gli stessi "errori" degli altri.


Sì enzolino, d'accordo.
Ma l'analisi va fatta quando hai elementi per farla.
In questo caso non si ha nulla in mano, nè lo si avrà.
E allora, oltre a dire "sapevano che arrivava il brutto, dovevano stare a casa", che puoi dire. Ammesso e non concesso che si possa dire anche quanto sopra, perchè nessuno sa qual è stato il loro processo decisionale, quali i dati che avevano sicuri, conoscenza della via e sua condizione, loro stato di forma, conoscenza della rispettiva attitudine e propensione ad assumersi un rischio calcolato, etc.

E allora veramente tutto si riduce al solito stucchevole bla bla bla di chi non perde occasione di fare il ct.

Non a caso nel thread su UKC non ci sono commenti di questo tipo, ma c'è spazio solo per il dolore, la tristezza e il rispetto.
Parole vuote per alcuni evidentemente, che nel falò delle vanità di internet devono mettere a tutti i costi il loro bastoncino, sempre e comunque.
Trovo sia difficile poter anticipare cosa si possa dire e cosa non si possa dire su una tragedia come questa.
Sicuramente, al di la' di quello che sappiamo, puo' offrire spunti di riflessione.
Si puo' parlare degli errori di valutazione, dei margini di rischio, di quanto la preparazione fisica possa cambiare a seconda delle circostanze.
A me, lo giuro, questa tragadia ha fatto molto male ... mi ha colpito molto ... pero' allo stesso tempo mi ha fatto riflettere e mi sembra naturale poter condividere certe riflessioni ...

Ad esempio, personalmente ho capito che se il mio fitness medio e' 100, puo' scendere a 40 o 30 dopo una settimana molto stressante di lavoro. E con questo ho imparato che, se voglio affrontare un'ascensione impegnativa, durante i giorni precedenti devo cercare di stressarmi il meno possibile al lavoro. E questa cosa mi viene in mente quando leggo di gente preparatissima che, inspiegabilmente, cede fisicamente su vie al di sotto delle loro capacita' ... e allora, perche' non parlarne?
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Messaggioda Pié » gio nov 10, 2011 17:41 pm

PIEDENERO ha scritto:
Pié ha scritto:
Enzolino ha scritto:...


"che pirla si è attaccato a quella candela instabile" ed un "che bravo ha salito quella candela delicata" può esser molto sottile..
i...

questa è da memorizzare!
però soffre di relativismo, dicendo ai colleghi obesi pantofolari che sarei andato a fare monotiri mi hanno detto ma sei pazzo ma non leggi i giornali! ok qui è ignoranza pura ma comunque calza bene per descrivere la relativa percezione del rischio che abbiamo.


era inserita in un discorso nel quale la discriminante era il fatto che la cascata fosse rimasta su o meno. era quello il senso :wink:
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Messaggioda nuvolarossa » gio nov 10, 2011 17:42 pm

Ma questo è un modo costruttivo di parlarne, perchè tu enzolino prendi spunto da un fatto e lo rapporti a te e parli di te.

Parlare del fatto senza sapere nulla per dissipare quell' "inspiegabilmente" che hai usato nel tuo commento e in più dando giudizi ad minchiam come è stato fatto non prta proprio nulla alla discussione se non altro dolore a chi già ne prova.
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Messaggioda VECCHIO » gio nov 10, 2011 21:30 pm

E' bene se parliamo, ragioniamo, discutiamo sempre dell'UOMO e di ciò che fa.
Ma non riusciamo mai a trovare delle spiegazioni e delle definizioni assolute.
L'UOMO è proprio un essere misterioso ed incomprensibile.

Possiamo solo tentare di conoscere noi stessi guardando l'UOMO.

Perchè ?
Devo sempre chiedere perchè a me stesso !
Devo sempre chiedere perchè a tutti !
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Messaggioda Davide62 » gio nov 10, 2011 21:51 pm

Roberto ha il raro pregio di essere straordinariamente laconico e puntuale.
Dal mio alpinismo ho tratto tanto e mi accorgo solo oggi che vorrei tornare indietro di trent'anni perchè solo oggi ne comprendo appieno il significato.
Il detto recita che non è mai troppo tardi, non lo so.......
OT
Sono terribilmente svuotato e stanco che non ho nemmeno la testa per andare a funghi.
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Messaggioda ettore » gio nov 10, 2011 22:16 pm

credo che il rischio sia parte integrante dell'alpinismo:
rischio inteso sotto tutti i suoi aspetti, volontari od involontari.
l'importante è la consapevolezza di ciò che si sta facendo e delle proprie capacità:
i migliori rapporti tra dosare od osare li possiamo conoscere solo noi.

detto questo, penso tuttavia che tutto sia soggetto al caos,
nulla è veramente prevedibile o controllabile...
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Re: L' alpinismo e il rischio

Messaggioda Gabbiano1981 » ven nov 11, 2011 15:07 pm

Roberto ha scritto:Alcuni di noi hanno una necessità particolare: abituati come siamo ad una vita "certificata" sentiamo il bisogno di viverla davvero questa vita. Un mezzo per sentirsi vivi è avvertire la nostra vulnerabilità. Conquistare ogni volta l' apparente piacere di essere "scampati".
L' alpinismo è appunto una di quelle attività in cui senti il pericolo ma al momento stesso hai i mezzi, fisici e tecnici, per mantenere tutto sotto relativo controllo. A volte hai davvero paura e comprendi che un errore sarebbe fatale.
E' nel nostro DNA. Gli antenati viveno nelle grotte e non sapevano se ci sarebbe stato un domani, se una belva o un accidente avrebbe interrotto la loro vita. Ogni giorno era una sfida, un' avventura. Noi non siamo che cambiati esteriormente, dentro sentiamo ancora quasta paura atavica del domani, solo apparentemente nascosta dalla "vita certificata" che facciamo tutti i giorni. Poi si muore lo stesso in anticipo sulla tabella di marcia, ma è sempre un' imprevisto, una buca dietro la curva. Arriva che non te lo aspettavi.
L' alpinismo no, sei li e sotto di te c' è il vuoto, pronto a prenderti. Oppure la bufera, o la valanga, o il fulmine. Sei vulnerabile.
Per questo alcuni di noi fanno alpinismo. Quello "vero", quello in cui sai che non puoi sbagliare. Non deve essere difficile o estremo, solo darti questa emozione. Non occorre il grado, serve la sensazione.
E poi sbagli, a me è capitato più volte. Ma non per questo resti a casa, continui a sbagliare, perché hai il bisogno di sentirti vivo.
Quante volte sono andato anche se sapevo che poi arrivava il brutto tempo? Ho ragionato sulla mia velocità e mi ha detto bene. Poi, fuori, mentre diluviava, non pensavo al rischio scampato, ma alla via fatta in velocità. Incoscienza? Forse anche, ma anche alpinismo fatto di scommesse, alpinismo fatto di vita da vivere fino all' ultiomo secondo, ma da vivere forte, senza certificati.
L' alpinismo resta una scommessa e se è fatto con le carte truccate è un po meno alpinismo.


Sono pienamente d'accordo.
Buon natale e felice anno nuovo a tutti!
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Messaggioda Sbob » ven nov 11, 2011 15:45 pm

Quindi la roulette russa e' alpinismo?
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Messaggioda lamontagnadiluce » ven nov 11, 2011 16:40 pm

ettore ha scritto:detto questo, penso tuttavia che tutto sia soggetto al caos,
nulla è veramente prevedibile o controllabile...


Si..siamo come foglie nel vento, nell'infinito universo.
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Messaggioda Pié » ven nov 11, 2011 16:43 pm

Sbob ha scritto:Quindi la roulette russa e' alpinismo?


delle volte sono convinto che tu faccia apposta a non voler capire quello che viene detto... :roll:

comunque per me no, è esattamente il contrario. l'alpinismo lo può diventare consapevolmente o inconsapevolmente se si sbaglia nelle proprie valutazioni.
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Messaggioda lamontagnadiluce » ven nov 11, 2011 18:19 pm

ettore ha scritto:
i migliori rapporti tra dosare od osare li possiamo conoscere solo noi.



Si..solo conoscendo a fondo noi stessi.
L'alpinismo ci aiuta molto in questo.
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Messaggioda ettore » ven nov 11, 2011 18:56 pm

lamontagnadiluce ha scritto:Si..solo conoscendo a fondo noi stessi.
L'alpinismo ci aiuta molto in questo.
Si..siamo come foglie nel vento, nell'infinito universo.


porca troia mi hai tolto le parole di bocca :oops: ...
và và, che appena mi capiti a tiro e sono in giro con nico,
ti facciamo muovere a te come una foglia nel vento, nell'infinito giro dei bar però :lol:
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Messaggioda Roberto » ven nov 11, 2011 19:54 pm

La roulette russa da il 50 % di possibilità tra morte e vita, l' alpinismo no. Resta la sensazione forte e tangibile di essere in balia, di rischiare. Tecnica, materiali, allenamento ed esperienza controllano tutto, anche se può scappare qualche cosa. La bufera può arrivare prima, il chiodo può cedere, il sasso cadere ... Insomma, chi fa alpinismo lo sa che anche se relativamente è tutto sotto controllo il rischio resta e questo è emozionante.
Perché sempre più persone apprezzano gli sport cosidetti "off-limit"? Buttarsi con gli elastici, parapendio, motociclette, sub ... Tutti sport in cui percepisci il rischio, come appunto l' alpinismo. In realtà è più facile farsi male in una partita di calcetto, ma sul campo di calcio non ti senti veramente in pericolo, mentre in parete, sono dopo un paio di metri, già sai che se sbagli ti fai male.
Poi il gioco ti prende e capita di alzare il tiro sempre più. Il grado, la lunghezza, la qualità della roccia, l' isolamento, la stagione, la solitaria ... Senti il bisogno di ritrovare quell' emozione così appagante. Ogni volta ti sembra che sei rinato, come nuovo. Solo che può accadere di sentirsi costretti a rilanciare; perché l' alpinismo, a volte, da assuefazione. Assuefatto devi cercare qualcosa di più per ritrovare l' emozione e si rischia di esagerare, fino a sbaglire.
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Messaggioda PIEDENERO » ven nov 11, 2011 20:03 pm

Roberto ha scritto:La roulette russa da il 50 % di possibilità tra morte e vita, ....

uhe! a robbè!
finita la fase di depressione autunnale? :wink:
non è che sei in quelle maniacale? :wink:
bel topic, e belle riflessioni.
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Messaggioda nglblu » sab nov 12, 2011 0:13 am

Per me siamo tutti stupidi egoisti invasati. Niente di piu',niente di meno.
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Messaggioda Roberto » sab nov 12, 2011 9:50 am

Ma 'nfatti, l' ho sempre detto che qualche rotella fuori posto quel genere di alpinisti ce l' ha. Un bisogno eccessivo di ricerca dell' autostima, come una necessità di dimostrare a se stessi che non si è dei completi falliti, che qualcosa di esaltante si riesce a fare. Ovvio che è una cosa soggettiva, ma chi "alza il tiro", oltre ad essere un egoista di primo ordine, è anche una persona che cerca qualcosa che nella vita "certificata" di tutti i giorni non trova. C'è chi vive sereno e appagato, e pratica l' alpinismo come puro diletto e piacere, e chi, come me, quasi subisce l' alpinismo, come una necessità, una delle spiegazioni del motivo per il quale sono su questa terra. Un modo un po compulsivo, ma terribilmente vitale. A casa non posso fare altro che sognare e progettare la prossima salita; in parete mi maledico e giuro che questa è l' ultima volta.
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Messaggioda Sbob » sab nov 12, 2011 12:56 pm

Pié ha scritto:
Sbob ha scritto:Quindi la roulette russa e' alpinismo?


delle volte sono convinto che tu faccia apposta a non voler capire quello che viene detto... :roll:

A me sembra chiarissimo cosa viene detto.

L'esaltazione del rischio in quanto tale è assolutamente assimilabile all'esaltazione della roulette russa, oppure dell'assaggio del fegato di pesce palla come fanno i giapponesi per dimostrare coraggio.
E' un rischio inutile, da cui non impari niente.

Nell'alpinismo ci sono rischi necessari e rischi inutili. Fare una via molto impegnativa o pericolosa è alpinismo, partire quando non ci sono le condizioni è molto più vicino alla roulette russa.

Sentire parlare di vita "certificata" in opposizione al rischio insensato mi pare una fesseria bella e buona. Qua non si sta discutendo di "mettere tutto in sicurezza", quanto di evitare quei rischi che non ti danno niente.
Fa brutto? Partirai un'altra volta. Ti sei svegliato tardi perché la sveglia non ha suonato? Ritornerai con una sveglia più seria.

Non mi sembra che aspettare le condizioni buone, oppure attrezzarsi adeguatamente sia giocare con le carte truccate. Anzi, mi pare al contrario che partire quando c'è una condizione di pericolo forte sia come rilanciare quando sai di avere carte di merda.
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Messaggioda Sbob » sab nov 12, 2011 12:58 pm

Pié ha scritto:
Sbob ha scritto:Quindi la roulette russa e' alpinismo?


delle volte sono convinto che tu faccia apposta a non voler capire quello che viene detto... :roll:

A me sembra chiarissimo cosa viene detto.

L'esaltazione del rischio in quanto tale è assolutamente assimilabile all'esaltazione della roulette russa, oppure dell'assaggio del fegato di pesce palla come fanno i giapponesi per dimostrare coraggio.
E' un rischio inutile, da cui non impari niente.

Nell'alpinismo ci sono rischi necessari e rischi inutili. Fare una via molto impegnativa o pericolosa è alpinismo, partire quando non ci sono le condizioni è molto più vicino alla roulette russa.

Sentire parlare di vita "certificata" in opposizione al rischio insensato mi pare una fesseria bella e buona. Qua non si sta discutendo di "mettere tutto in sicurezza", quanto di evitare quei rischi che non ti danno niente.
Fa brutto? Partirai un'altra volta. Ti sei svegliato tardi perché la sveglia non ha suonato? Ritornerai con una sveglia più seria.

Non mi sembra che aspettare le condizioni buone, oppure attrezzarsi adeguatamente sia giocare con le carte truccate. Anzi, mi pare al contrario che partire quando c'è una condizione di pericolo forte sia come rilanciare quando sai di avere carte di merda.
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Messaggioda uargh » sab nov 12, 2011 13:45 pm

Sbob ha scritto:Quindi la roulette russa e' alpinismo?


ruolette russa è sedere ai piedi di una grande parete che può scaricare, fermarsi ed aspettare pregando, e se tutto è andato bene dopo andarsene.

Alpinismo è salirla. :twisted:
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Messaggioda brando » sab nov 12, 2011 13:59 pm

Sbob ha scritto:.....

hai mai letto Desmaison?
potrebbe essere una finestra su qualcosa che non capisci

intendo, per qualcuno "danzare sulla linea che divide la vita dalla morte" fa parte del gioco, non solo, è il modo in cui più ci si avvicina al vero godimento di cosa sia la vita
e a volte, se le capacità sono tali che permettono di dominare comunque la situazione, si sente la necessità di introdurre nuovi elementi... può essere il procedere slegati, in solitaria, sempre più veloci, oppure attaccare linee non in condizione, o ancora partire con la "ghigliottina" del maltempo...

inoltre non tieni conto di quella che può essere una smania divorante, il desiderio di attaccare una via che ti porti dentro e ti rode come un tarlo, che ti può condurre a ignorare pericoli e situazioni sfavorevoli

follia? incoscienza? stupidità? chissà...
io non giudico, se non altro perchè nel mio piccolo alcune di queste cose le ho già fatte (anche se per motivi miei) eppure non mi reputo un suicida solo per aver fatto cose sconsigliabili... anzi, a volte si è trattato di esperienze molto belle nel loro genere

quello che personalmente mi dà un pò fastidio sei te che sembri ergerti a giudice e spari giudizi
A volte in montagna l'unica soluzione sono la preghiera o la bestemmia... stessa roba suppergiù

"I believe I can fly, I believe I can touch the sky..." canticchiava uno prima di volare
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