Era il 1968

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Messaggioda mcorobic » lun gen 31, 2011 13:01 pm

Voi che avete una sessantina d'anni.
( piu o meno l'eta della nostra classe dirigente )
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Messaggioda Falco5x » lun gen 31, 2011 14:02 pm

mcorobic ha scritto:Voi che avete una sessantina d'anni.
( piu o meno l'eta della nostra classe dirigente )

:smt098


io personalmente non ho dimenticato un bel niente.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.
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Re: Era il 1968

Messaggioda Raven » lun gen 31, 2011 14:34 pm

Roberto ha scritto:Se i ragazzi di allora hanno rinnegato l? ?immaginazione al potere?, i giovani di oggi non sanno immaginare proprio niente. ...


e tu, e io, e gli altri che hanno vissuto il 68 o la sua eco, invece sappiamo ancora immaginare?

quante volte tu sei sceso nelle piazze e sfilato nei cortei ultimamente? io personalmente molto poche, sai com'è sono di sabato o domenica, giorni in cui si scala.

e non mi venire a raccontare le solite parole che ci continuiamo a ripetere quando la nostra coscienza reclama una spiegazione: noi abbiamo già dato, adesso tocca ai giovani ecc ecc...

non abbiamo giustificazioni noi, mentre i giovani ce l'hanno se l'unica cosa che gli dimostriamo con il nostro esempio è la rassegnazione, la malinconia e anche una certa dose di egoistico individualismo.
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Re: Era il 1968

Messaggioda Roberto » lun gen 31, 2011 17:27 pm

Raven ha scritto:
Roberto ha scritto:Se i ragazzi di allora hanno rinnegato l? ?immaginazione al potere?, i giovani di oggi non sanno immaginare proprio niente. ...


e tu, e io, e gli altri che hanno vissuto il 68 o la sua eco, invece sappiamo ancora immaginare?

quante volte tu sei sceso nelle piazze e sfilato nei cortei ultimamente? io personalmente molto poche, sai com'è sono di sabato o domenica, giorni in cui si scala.

e non mi venire a raccontare le solite parole che ci continuiamo a ripetere quando la nostra coscienza reclama una spiegazione: noi abbiamo già dato, adesso tocca ai giovani ecc ecc...

non abbiamo giustificazioni noi, mentre i giovani ce l'hanno se l'unica cosa che gli dimostriamo con il nostro esempio è la rassegnazione, la malinconia e anche una certa dose di egoistico individualismo.
Mi pare che siamo daccordo, infatti è quello che ho scritto ... :(
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Messaggioda bummi » lun gen 31, 2011 17:37 pm

mcorobic ha scritto:Voi che avete una sessantina d'anni.
( piu o meno l'eta della nostra classe dirigente )


"voi" e "noi".
Mi chiedo sempre quali differenze ci siano...
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Re: Era il 1968

Messaggioda Raven » lun gen 31, 2011 18:49 pm

Roberto ha scritto:
Raven ha scritto:
Roberto ha scritto:Se i ragazzi di allora hanno rinnegato l? ?immaginazione al potere?, i giovani di oggi non sanno immaginare proprio niente. ...


e tu, e io, e gli altri che hanno vissuto il 68 o la sua eco, invece sappiamo ancora immaginare?

quante volte tu sei sceso nelle piazze e sfilato nei cortei ultimamente? io personalmente molto poche, sai com'è sono di sabato o domenica, giorni in cui si scala.

e non mi venire a raccontare le solite parole che ci continuiamo a ripetere quando la nostra coscienza reclama una spiegazione: noi abbiamo già dato, adesso tocca ai giovani ecc ecc...

non abbiamo giustificazioni noi, mentre i giovani ce l'hanno se l'unica cosa che gli dimostriamo con il nostro esempio è la rassegnazione, la malinconia e anche una certa dose di egoistico individualismo.
Mi pare che siamo daccordo, infatti è quello che ho scritto ... :(

sì, hai ragione forse la mia risposta è stata un pò ridondante :? ma visto il mio periodo di estremo "non ottimismo" mi sembrava troppo poco rimarcato che a mio parere chi ha veramente fallito siamo noi che non siamo stati in grado di trasmettere il senso civico e la necessità di impegnarsi per conquistare e mantenere i diritti basilari che fanno di una società una umanità. mi chiedo spesso come abbiamo fatto ad anestetizzarci in questo modo e non trovo risposta. mi rimangono solo un punto interrogativo e due parole : che amarezza!
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Re: Era il 1968

Messaggioda Roberto » lun gen 31, 2011 18:57 pm

Raven ha scritto:
Roberto ha scritto:
Raven ha scritto:
Roberto ha scritto:Se i ragazzi di allora hanno rinnegato l? ?immaginazione al potere?, i giovani di oggi non sanno immaginare proprio niente. ...


e tu, e io, e gli altri che hanno vissuto il 68 o la sua eco, invece sappiamo ancora immaginare?

quante volte tu sei sceso nelle piazze e sfilato nei cortei ultimamente? io personalmente molto poche, sai com'è sono di sabato o domenica, giorni in cui si scala.

e non mi venire a raccontare le solite parole che ci continuiamo a ripetere quando la nostra coscienza reclama una spiegazione: noi abbiamo già dato, adesso tocca ai giovani ecc ecc...

non abbiamo giustificazioni noi, mentre i giovani ce l'hanno se l'unica cosa che gli dimostriamo con il nostro esempio è la rassegnazione, la malinconia e anche una certa dose di egoistico individualismo.
Mi pare che siamo daccordo, infatti è quello che ho scritto ... :(

sì, hai ragione forse la mia risposta è stata un pò ridondante :? ma visto il mio periodo di estremo "non ottimismo" mi sembrava troppo poco rimarcato che a mio parere chi ha veramente fallito siamo noi che non siamo stati in grado di trasmettere il senso civico e la necessità di impegnarsi per conquistare e mantenere i diritti basilari che fanno di una società una umanità. mi chiedo spesso come abbiamo fatto ad anestetizzarci in questo modo e non trovo risposta. mi rimangono solo un punto interrogativo e due parole : che amarezza!



8) :roll: :(
Arrivo all? attacco che sono passate le 6, spengo il mio grillo parlate, ripongo le cuffie e getto alle spalle tutte le amarezze della disillusione
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Messaggioda stil novo » lun gen 31, 2011 19:01 pm

certo che siete pesanti eh ?

quasi quasi divento berlusconiano :roll:
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Re: Era il 1968

Messaggioda Raven » lun gen 31, 2011 19:09 pm

Roberto ha scritto: 8) :roll: :(
Arrivo all? attacco che sono passate le 6, spengo il mio grillo parlate, ripongo le cuffie e getto alle spalle tutte le amarezze della disillusione


dici che per gettare alle spalle tutte le amarezze dovrei iniziare ad andare in solitaria? 8O

:-k che tradotto in una parola equivarrebbe a dire SUICIDIO


:smt017 a pensarci bene potrebbe essere una soluzione pure quella ma il fatto è che non mi sono mai piaciute le scorciatoie....

no mi sa che per una volta non ti do retta 8-[
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Messaggioda Raven » lun gen 31, 2011 19:11 pm

stil novo ha scritto:certo che siete pesanti eh ?



sì effettivamente ho messo su qualche chilo ultimamente il che aumenta ulteriormente la mia amarezza ](*,)
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Re: Era il 1968

Messaggioda Roberto » lun gen 31, 2011 20:19 pm

Raven ha scritto:
Roberto ha scritto: 8) :roll: :(
Arrivo all? attacco che sono passate le 6, spengo il mio grillo parlate, ripongo le cuffie e getto alle spalle tutte le amarezze della disillusione


dici che per gettare alle spalle tutte le amarezze dovrei iniziare ad andare in solitaria? 8O

:-k che tradotto in una parola equivarrebbe a dire SUICIDIO


:smt017 a pensarci bene potrebbe essere una soluzione pure quella ma il fatto è che non mi sono mai piaciute le scorciatoie....

no mi sa che per una volta non ti do retta 8-[
Hai colto nel segno, io arrampico per dimenticare 8)
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Re: Era il 1968

Messaggioda Raven » mar feb 01, 2011 17:55 pm

di ricordo in ricordo, seguendo il tuo imput sono scivolata indietro di qualche anno.
Viaggio verso Passo Sella. tanta strada, tanti chilometri, tante ore per dire le cose che ti vengono in mente e a Pierluigi quel giorno non gliene venivano in mente di comprensibili. da quando eravamo partiti continuava a parlare del fatto che noi che avevamo scelto di andare in montagna eravamo i veri falliti, quelli che non avevano avuto il coraggio di affrontare la vita, quelli che nascondevano la propria capacità esistenziale dietro la riuscita di un passaggio estremo su roccia...

a volte gli prendeva così. io lasciavo che parlasse fino a quando non gli passava, stavolta invece continuava e più continuava più si arrabbiava tanto che alla fine mi arrabbiai anche io e gli gridai in faccia che parlasse per lui, che io in montagna non ci fuggivo, ci andavo per ricaricarmi, che se era quello lo spirito con cui ci accingevamo a scalare preferivo girare la macchina e tornare indietro. non so cosa altro gli gridai ancora. alla fine piombò il silenzio e altre centinaia di chilometri si misero tra quelle parole e noi, arrivammo a destinazione pronti per legarci e scalare come previsto.

ma di tanto in tanto invece quelle parole riemergono ancora. adesso sono stati i tuoi ricordi a richiamarle. forse è un momento di riflessione questo sul senso delle cose che si fanno e quindi non aspettavo altro che una scusa che mi portasse a interrogarmi criticamente.

già. noi, anzi io.
io mi sento più f**a di quelli che vanno in vacanza con la valtour.

io mi sento più intellettuale di quelli che leggono silhouette e guardano il grande fratello.

io mi sento più impegnata di quelli che passano la domenica al centro commerciale.

io mi sento che posso giudicare quella gente lì dall'alto delle mie vette conquistate con la supponenza di chi si sente migliore pur non facendo assolutamente niente perchè il mondo sia migliore.


ora se guardo bene non trovo la differenza tra me e quella gente. siamo tutti trasparenti qualunquisti che passano senza lasciare traccia dentro una cultura in disfacimento, che lottano per liberare duecento metri di roccia ma non le persone.

sto in crisi postadolescenziale.
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Re: Era il 1968

Messaggioda bummi » mar feb 01, 2011 18:36 pm

Raven ha scritto:di ricordo in ricordo, seguendo il tuo imput sono scivolata indietro di qualche anno.
Viaggio verso Passo Sella. tanta strada, tanti chilometri, tante ore per dire le cose che ti vengono in mente e a Pierluigi quel giorno non gliene venivano in mente di comprensibili. da quando eravamo partiti continuava a parlare del fatto che noi che avevamo scelto di andare in montagna eravamo i veri falliti, quelli che non avevano avuto il coraggio di affrontare la vita, quelli che nascondevano la propria capacità esistenziale dietro la riuscita di un passaggio estremo su roccia...

a volte gli prendeva così. io lasciavo che parlasse fino a quando non gli passava, stavolta invece continuava e più continuava più si arrabbiava tanto che alla fine mi arrabbiai anche io e gli gridai in faccia che parlasse per lui, che io in montagna non ci fuggivo, ci andavo per ricaricarmi, che se era quello lo spirito con cui ci accingevamo a scalare preferivo girare la macchina e tornare indietro. non so cosa altro gli gridai ancora. alla fine piombò il silenzio e altre centinaia di chilometri si misero tra quelle parole e noi, arrivammo a destinazione pronti per legarci e scalare come previsto.

ma di tanto in tanto invece quelle parole riemergono ancora. adesso sono stati i tuoi ricordi a richiamarle. forse è un momento di riflessione questo sul senso delle cose che si fanno e quindi non aspettavo altro che una scusa che mi portasse a interrogarmi criticamente.

già. noi, anzi io.
io mi sento più f**a di quelli che vanno in vacanza con la valtour.

io mi sento più intellettuale di quelli che leggono silhouette e guardano il grande fratello.

io mi sento più impegnata di quelli che passano la domenica al centro commerciale.

io mi sento che posso giudicare quella gente lì dall'alto delle mie vette conquistate con la supponenza di chi si sente migliore pur non facendo assolutamente niente perchè il mondo sia migliore.


ora se guardo bene non trovo la differenza tra me e quella gente. siamo tutti trasparenti qualunquisti che passano senza lasciare traccia dentro una cultura in disfacimento, che lottano per liberare duecento metri di roccia ma non le persone.

sto in crisi postadolescenziale.


Ammazza quanta autocritica!
Non ti conosco abbastanza ma una certa idea me la sono fatta di te e non mi sembri affatto un incosciente (priva di coscienza) come ti descrivi. Anzi, già solo per quello che scrivi e dici, direi che ne hai a sufficienza per ridestare e stimolare anche quella di chi ti legge e ti segue.
Essere un esempio e/o uno stimolo non è poco...
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Messaggioda skwattrinated » mar feb 01, 2011 19:24 pm

Io non c'ero, sono nato dopo. Però ho avuto una grande fortuna: due anni di ginnasio in un Classico di Milano di ispirazione marcatamente sessantottina seguiti da tre anni di liceo in una scuola militare. Diciamo che mi sono potuto fare le mie idee.

La mia idea è che i figli del sessantotto indossano una divisa (eskimo, capello lungo più o meno sporco, spilletta...), esattamente come i figli del Duce. Idolatrano personaggi (il Che per primo) con luci e ombre, esattamente come la loro controparte. Il 99% di loro parla per frasi fatte, legge libri che qualcun altro gli ha detto di leggere di cui non capisce una beata fava ma tiene sul comodino come la Bibbia (e qui forse una differenza c'è: difficilmente ho visto figli del Duce leggere più della classifica del campionato sulla Gazzetta...) e cita ogni tre per due per poter aggiungere una nuova frase fatta al suo discorso. Però, cacchio, l'ha detto Mao!!!
Se mi posso lanciare nel sentito dire: mi risulta che alle meravigliose assemblee che avrebbero portato all'espressione delle coscienze fin lì represse dall'establishment imperante, le coscienze in realtà si limitavano a fare sì con la testa alle frasi fatte del capopopolo sul palco. Perchè qualsiasi deviazione (obiezioni, per carità, nemmeno ammesse) era reazionaria e fascista.

Boh, io sono felice di non esserci stato.
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Messaggioda bummi » mar feb 01, 2011 19:31 pm

skwattrinated ha scritto:Io non c'ero, sono nato dopo. Però ho avuto una grande fortuna: due anni di ginnasio in un Classico di Milano di ispirazione marcatamente sessantottina seguiti da tre anni di liceo in una scuola militare. Diciamo che mi sono potuto fare le mie idee.

La mia idea è che i figli del sessantotto indossano una divisa (eskimo, capello lungo più o meno sporco, spilletta...), esattamente come i figli del Duce. Idolatrano personaggi (il Che per primo) con luci e ombre, esattamente come la loro controparte. Il 99% di loro parla per frasi fatte, legge libri che qualcun altro gli ha detto di leggere di cui non capisce una beata fava ma tiene sul comodino come la Bibbia (e qui forse una differenza c'è: difficilmente ho visto figli del Duce leggere più della classifica del campionato sulla Gazzetta...) e cita ogni tre per due per poter aggiungere una nuova frase fatta al suo discorso. Però, cacchio, l'ha detto Mao!!!
Se mi posso lanciare nel sentito dire: mi risulta che alle meravigliose assemblee che avrebbero portato all'espressione delle coscienze fin lì represse dall'establishment imperante, le coscienze in realtà si limitavano a fare sì con la testa alle frasi fatte del capopopolo sul palco. Perchè qualsiasi deviazione (obiezioni, per carità, nemmeno ammesse) era reazionaria e fascista.

Boh, io sono felice di non esserci stato.


Condivido in parte, ma condivido.
La verità è che gli italiani il fascismo lo hanno nel DNA. Esistono i camerati di destra e quelli di sinistra. Entrambi accomunati da una insopprimibile insofferenza verso tutto e tutti quelli che non la pensano come loro.
Il confronto costruttivo, base dialettica e culturale per far germogliare qualsiasi forma di democrazia, in questo paese non esiste.

La cura? Bisognerebbe rendere obbligatorio a tutti i ragazzi di 18-20 anni due anni di lavoro a Londra o in un'altra metropoli cosmopolita. Parlo di lavori umili come lavapiatti o sguattero di cucina, l'importante è farlo a contatto con altri ragazzi come loro emigrati dalle nazioni più povere del nostro pianeta.
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Messaggioda Roberto » mar feb 01, 2011 19:32 pm

skwattrinated ha scritto:Io non c'ero, sono nato dopo. Però ho avuto una grande fortuna: due anni di ginnasio in un Classico di Milano di ispirazione marcatamente sessantottina seguiti da tre anni di liceo in una scuola militare. Diciamo che mi sono potuto fare le mie idee.

La mia idea è che i figli del sessantotto indossano una divisa (eskimo, capello lungo più o meno sporco, spilletta...), esattamente come i figli del Duce. Idolatrano personaggi (il Che per primo) con luci e ombre, esattamente come la loro controparte. Il 99% di loro parla per frasi fatte, legge libri che qualcun altro gli ha detto di leggere di cui non capisce una beata fava ma tiene sul comodino come la Bibbia (e qui forse una differenza c'è: difficilmente ho visto figli del Duce leggere più della classifica del campionato sulla Gazzetta...) e cita ogni tre per due per poter aggiungere una nuova frase fatta al suo discorso. Però, cacchio, l'ha detto Mao!!!
Se mi posso lanciare nel sentito dire: mi risulta che alle meravigliose assemblee che avrebbero portato all'espressione delle coscienze fin lì represse dall'establishment imperante, le coscienze in realtà si limitavano a fare sì con la testa alle frasi fatte del capopopolo sul palco. Perchè qualsiasi deviazione (obiezioni, per carità, nemmeno ammesse) era reazionaria e fascista.

Boh, io sono felice di non esserci stato.

Anche io sono felice che tu non ci sei stato, saremmo stati di certo su due fronti opposti.
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Messaggioda skwattrinated » mar feb 01, 2011 19:44 pm

Roberto ha scritto:Anche io sono felice che tu non ci sei stato, saremmo stati di certo su due fronti opposti.


No, Roberto. Io probabilmente non sarei stato su nessun fronte.
Perchè ci sono stati degli indubbi passi avanti nel sessantotto, ma anche dei passi indietro, e a distanza di più di quarant'anni molta gente ancora fa finta di non vederli. Probabilmente per il motivo espresso da bummi.
Sicuramente non sarei stato sul fronte opposto al tuo.
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Messaggioda skwattrinated » mar feb 01, 2011 19:50 pm

Soprattutto, vedi, non capisco perchè in Italia si debba sempre parlare di fronti. Cacchio, ma davvero non si riesce a capire che la verità assoluta non c'è?
Solo che in Italia il dialogo è impossibile, ognuno rimane sulla sua (ma più spesso di qualcun altro) posizione e non si muove di un millimetro. Anche quando è chiaro che se ci si trovasse a mezza strada sarebbe meglio per tutti...
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