da arteriolupin » mer dic 22, 2010 11:36 am
Non so, mi viene un po' difficile credere che i vari Comici, Gervasutti, Cassin, ma anche Messner e Zanolla siano ricorsi alle "innocue bugie".
La loro carriera è stata segnata da un'etica non imposta da terzi, ma sviluppata e perorata da essi stessi.
La "gogna" mediatica è sempre esistita, da parte soprattutto di chi, non riuscendoci, metteva in dubbio quanto avvenuto.
A Comici, che aveva trascritto sul libro di via la prima solitaria della propria via sulla Nord della Grande in Lavaredo, qualcuno poco tempo dopo ha cancellato la scritta sul libro mettendoci a fianco la scritta "BUM!!!". Comici la prese ridendo.
Messner ha dovuto lottare non poco per testimoniare la bontà di quanto dichiarato.
E molti ancor oggi fanno fatica a credere alla "pulizia" dello stile di Manolo o delle realizzazioni di Massarotto.
Sono (o erano, purtroppo) persone che riportavano l'uso di chiodi come extrema ratio per l'assicurazione, che preferivano fare su spuntoni, clessidre e quant'altro. Ancora negli anni '80 Massarotto spiegava, timido come da sua abitudine, che, prima di piantare un chiodo, si dovevano guardare tutte le possibilità di piazzare altro, come, per esempio, cordini con nodi grossi e ben fatti che funzionavano meglio di un dado...
Tutta questa gente credeva nella propria etica e se dichiarava di aver usato 7 chiodi di progressione voleva dire che per la progressione durante la scalata quelli aveva usato. Spesso indicava anche se ne avevano lasciati o meno.
La gogna mediatica, come dicevo, esisteva anche all'epoca (vedi il dibattito su Casara e gli strapiombi Nord del Campanile, con Messner scagliatosi contro l'ormai vecchio Severino). Non aveva, tuttavia, l'astio ed il fastidio rilevabile in questi anni....
C'era la competizione, certamente, ma ancora non esisteva il vizio di sminuire le altrui imprese per poter far brillare le proprie.
Manolo Zanolla ha abituato negli '80 e '90 il lettore e l'appassionato a vie di difficoltà estrema con protezioni "lunghissime", tanto sul Totoga che sulle Pale. Quelli che lui definiva "sentieri", "troi" erano e rimangono signore vie o signore lunghezze di falesia.. Per le quali fin da subito ha sempre cercato di rispettare l'etica, addirittura facendo mea culpa per alcune (pochissime) prese "scavate", dallo stesso riempite per lasciare intatta l'essenza del tratto di parete.
Le "innocue bugie" non fanno male a nessuno, certamente. Fondamentalmente non c ene può fregar di meno se uno dice di essersi fatto una via di IV usando solo 5 chiodi quando in realtà ne ha usati 44 più spit e diavolerie varie...
Di sicuro fanno male all'autore dell'impresa, alla sua etica.
i grandi sopra citati avevano l'etica e al riguardo dicevano la verità. Così come Comici ammetteva di "tirare un chiodo" (all'epoca cosa normalissima), gli altri grandi riportavano esattamente quello che era stato fatto. E cito il Gervasutti o, dopo, gli altri grandissimi come Zanolla e Massarotto.
Tornando al punto, se in una relazione viene indicata la quantità di chiodi usata, generalmente ci si riferisce a quelli usati per la progressione, differenziandoli da quelli eventualmente usati per le soste.
Se dobbiamo cominciare a mettere in dubbio anche questo per TUTTI, a quesot punto, mi sento di rispondere solo "ma ci sei passato ed hai studiato bene tutta la via prima dire che è impossibile aver usato solo quel materiale lì". Anche perché trovo ridicolo dover indicare quante clessidre e quanti dadi o friend sono stati usati...
p. s. Nelle guide o nelle relazioni degli anni '80 trovavo spesso anche le indicazioni alle possibili clessidre utilizzabili presenti...
Buone Feste
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!
Canto popolare veneto