La paura di perdere chi ami

[Roberto]

Un brano di una storia, la nostra storia del 2004 in Miyar Valley. Mimmo, Pietro ed io. Pietro al campo, infortunato, Mimmo ed io in parete, bloccati da un nostro errore.
La paura di non riìvedere chi amo, la sensazione di sentirmi perduto, impotente, assolutamente in balia della "montagna", suo, in ogni senso.
E poi, praticamente il giorno dopo, riparire ancora, dimentico di questa paura, della grazia ricevuta.
Mi domando se sia normale continuare su questa strada dopo tante lezioni ricevute, tanti avvertimenti.


...
Sono le 21, non sappiamo dove siamo, non capiamo dove scendere e non abbiamo nulla per proteggerci dal freddo. Praticamente niente cibo ne acqua e nessuna possibilità di collegarci via radio con il campo. Ho la giacca ma non ho un pile e sotto sono in maglietta, anche i guanti sono restati alla sosta. Per fortuna ha smesso di nevicare ma fa freddo, sono bagnato e dentro di me ho un misto di paura e rassegnazione. Non possiamo fare altro che cercare di evitare il peggio, non servirebbe a nulla mettersi a gridare o piangere, conviene cercare di organizzasi in qualche modo ed affrontare la notte. Siamo silenziosi, ci sentiamo microbi perduti in un ambiente ostile ed alieno, nessuno ci può aiutare. Siamo soli, in balia dei capricci della montagna, sta a lei decidere se farci tornare a casa domani o tenerci per sempre stretti.
Troviamo un terrazzino abbastanza comodo, sistemo le corde in modo da fare da isolante con la roccia e ci sediamo sopra di esse, sono bagnate ma è meglio che niente. Mimmo apre lo zaino a lo stende sulle nostre gambe e ci rannicchiamo stretti, a scaldarci a vicenda, mangiamo l? unica barretta che abbiamo divisa in due.
Una luce, una piccola luce intermittente. E? Pietro che si è spostato dal campo e fa segnali, sono ore che non ci sente, sarà in ansia per noi. Rispondiamo ai suoi segnali e gli facciamo capire che per lo meno siamo vivi.
Passiamo la notte svegli a strofinarci, ogni tanto dobbiamo cambiare posizione per non perdere la sensibilità alle gambe, restiamo sempre accucciati, rannicchiati su noi stessi, sembriamo due cani raggomitolati.
Dove sono, cosa ci faccio qui? Questo non è il mio posto. Per quale assurda presunzione ho dimenticato chi sono realmente? La mia casa, le mie cose, la mia Patrizia, Giuliana, i gatti che si strofinano contro le mie gambe, che mi saltano in grembo, la mia Lotus. La mia vita fatta di caos, disordine, di cose belle e cose brutte, ma fatta di cose normali, non di bivacchi in Himalaya su una cengia ad oltre 5000 metri, bagnato e senza nulla. Potrei morire e non è la prima volta che sento questa eventualità come possibile, ma ?sta sera ho paura sul serio, capisco che potrebbe accadere davvero. Eppure so anche che se domani tutto sarà superato riprenderò a mettermi in pericolo, dimenticherò quello che sto passando, addirittura ne sarò orgoglioso. Possibile che il mio egoismo non mi faccia capire che ho qualcuno che mi ama e potrei farlo soffrire in un modo spaventoso? La montagna mi ha fatto prigioniero e sono condannato a scontare le mie insicurezze dimostrando a me stesso che ho la forza di superale. Questo mucchio di sassi freddi e bagnati è un tavolo da gioco ed io, come un giocatore d? azzardo, non riesco ad uscire dalla dipendenza verso queste emozioni, continuo a giocare senza capire che questo potrebbe portarmi alla rovina. Non so fare altro che confidare di azzeccare la carta da gioco giusta, sperare che l? arma sia scarica o che faccia cilecca: l? alpinismo come sciocca roulette russa.
***
La luce dell? alba filtra tra le vette dall? altra parte della valle, la nottata è passata, per questa volta la montagna ha deciso di rilasciarci. Fa uno strano effetto sentirsi scampati, davvero graziati, poteva accaderci di tutto questa notte ed invece siamo qui a guardare il sole che lentamente si affaccia su di noi. Tento di alzarmi e non riesco, sono bloccato nella posizione rannicchiata, come se le giunture fossero saldate. Piano, molto piano, mi stendo e sento dolore ovunque, ma sento e questo è un bene; siamo vivi, intirizziti ma vivi. Raduniamo le nostre cose mentre i primi raggi di sole ci illuminano. Mi sporgo dal terrazzino e subito vedo la sosta perduta e la nostra attrezzatura, meno di 50 metri sotto di noi, un po sulla destra.
?Pietro mi senti??. Chissà se ha la radio accesa?
?Eccomi, brutti stronzi, ho passato una notte di ansia, che vi è accaduto??
Scendiamo direttamente al campo base, abbiamo bisogno di riprenderci. Giunti al campo, la prima cosa che faccio è telefonare con il satellitare a Patrizia, mi guardo bene da raccontargli la nostra avventura. Chiamo anche Riccardo, in modo che possa aggiornare la nostra situazione sul forum di PlanetMountain, luogo dove è nata la spedizione.
***
Un giorno di riposo e come prevedevo tutto è alle spalle, nonostante il cielo sia sempre coperto e piovoso noi saliamo ugualmente verso ?Prot-hause?, attenderemo con pazienza la giornata giusta.

...

[North Face]

..è sempre un piacere leggerti...... i tuoi nipotini, veri o presunti che siano, sono molto fortunati...

[AlbertAgort]

pur non condividendo questo modo (o meglio, questo limite di rischio) di vivere la montagna, mi piace molto leggere queste avventure al limite estremo.

Hai mai pensato di fare una raccolta di racconti da pubblicare? credo che tu ne abbia a bizeffe.

[lucapolu]

RISPETTO!!!
Belle parole!!!

[Mascavezza]

Bellissimo! E' sempre un piacere leggere i tuoi racconti. Complimenti Roberto.

[CMauri]

Hai mai pensato di fare una raccolta di racconti da pubblicare? credo che tu ne abbia a bizeffe.

Concordo... almeno un acquirente sicuro ce l'hai

Altrimenti se non ti va di imbarcarti in un'impresa del genere, perchè non apri un topic dove linki questo e gli altri post sul genere, così non rischiamo di perdercene neanche uno?

Ciao, C.-

[elenapollo]

pur non condividendo questo modo (o meglio, questo limite di rischio) di vivere la montagna, mi piace molto leggere queste avventure al limite estremo.

Hai mai pensato di fare una raccolta di racconti da pubblicare? credo che tu ne abbia a bizeffe.

quoto!
sicuramente non fatichi a farli fuori.... se vuoi posso indirizzarti dove stampare a spese contenute.... un'amica ha fatto così per un suo libro(che parla di pastori vaganti e pastorizia, argomento quindi di nicchia), spese contenute, e tra serate dia e blog e FB, ha quasi finito tutte le 2000 copie!!!!

[Roberto]

Forse avrò la possibilità di mettere su carta un po di storie, per ora uso voi ed il forum come cavie per sondare se la mia roba ha qualche senso
E' facile innamorarsi di una cosa propria e non capirne il reale valore, un rischio che voglio scongiurare.
A parte il bieco sfruttamento che faccioo di voi , mi fa piacere condividere questo tentativo di comunicare emozioni.
Grazie per i complimenti

[ciocco]

Tranquillo che le emozioni le trasmetti eccome...

Non vedo l'ora che pubblichi il libro e qualcuno lo compri per farmelo prestare!

[Roberto]

Tranquillo che le emozioni le trasmetti eccome...

Non vedo l'ora che pubblichi il libro e qualcuno lo compri per farmelo prestare!

Si possono anche fare le fotocopie, no?

[albertograia]

Tranquillo che le emozioni le trasmetti eccome...

Non vedo l'ora che pubblichi il libro e qualcuno lo compri per farmelo prestare!

Si possono anche fare le fotocopie, no?

copie omaggio ?


grande Roberto

[Roberto]

Tranquillo che le emozioni le trasmetti eccome...

Non vedo l'ora che pubblichi il libro e qualcuno lo compri per farmelo prestare!

Si possono anche fare le fotocopie, no?

copie omaggio ?


grande Roberto

Almeno le fotocopie potreste anche pagarvele

[albertograia]

Tranquillo che le emozioni le trasmetti eccome...

Non vedo l'ora che pubblichi il libro e qualcuno lo compri per farmelo prestare!

Si possono anche fare le fotocopie, no?

copie omaggio ?


grande Roberto

Almeno le fotocopie potreste anche pagarvele

avido





cmq io ne prenoto subito na copia

[ciocco]

Una anche a me con dedica e autografo!

[Neve]

Caro Roberto,
io ho vissuto l'esperienza dall'altra parte. Sapevo che c'era stato un incidente sul Monviso, che erano morti due alpinisti. Fino a che, a tarda sera, non ho sentito la persona a cui allora ero legata, pensavo fosse morta. Erano partiti in due cordate da due, una cordata non è tornata a casa. è stato un dolore indescrivibile e non oso pensare alle famiglie di chi non è tornato a casa.
Comunque c'è qualcosa che va oltre la paura di morire, uno slancio vitale che ti spinge a correre anche questo rischio...

[gug]

Concordo con gli altri forumisti: questi racconti andrebbero raccolti e stampati. Naturalmente però dovrai fare una citazione del forum!

[smauri]

Grande ROBERTO!!!!!

[simo il 4 CG]

chapeu.
prenoto da subito una copia del libro, spero sia ben condito anche di foto.


simo