Articolo su Corriere.it

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

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Messaggioda ncianca » gio nov 04, 2010 11:20 am

http://www.corriere.it/cronache/10_nove ... aabc.shtml

Inutile dire da che parte sto... Ma e' una questione molto delicata.
Ultima modifica di ncianca il gio nov 04, 2010 15:24 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Articolo so Corriere.it

Messaggioda ales » gio nov 04, 2010 12:15 pm

non saprei dire quanto effettivamente delicata.

Trovo che sia molto semplice da parte dell'opinione comune (commenti all'articolo) scagliarsi contro ciò che non si capisce, in questo caso l'alpinismo.

Dal mio punto di vista, è ESATTAMENTE come dire che tutti i fumatori, tutti i bevitori, e tutte le persone in sovrappeso, si debbano pagare la sanità di tasca propria perché si stanno mettendo consapevolmente in pericolo.

È una corsa alla regolamentazione senza senso, più propagandistica che altro.
Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso
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Messaggioda Sbob » gio nov 04, 2010 12:23 pm

... e tutti quelli che vanno in moto, e tutti queli che sciano (uno degli sport che causano piu' lesioni) o fanno rugby, per non parlare di quelli che fanno paracadutismo...

Dai, in Italia bisogna sempre trovare qualcuno a cui dare la colpa....
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Messaggioda decas » gio nov 04, 2010 12:40 pm

http://www.caivv.it/pages/varie/10regole.html

Sembra strano ma le statistiche parlano chiaro e la maggior parte degli incidenti che avvengono in montagna riguardano l'ambito escursionistico.
Ciò non toglie che sia più pericoloso arrampicare che camminare, ma c'è una certa dose di realività anche in questo e dipende da chi fa cosa e da come lo fa. Certamente esiste anche l'imprevisto, ma quest'ultimo non è una componente dell'andare in montagna... Vedi la classica tegola che casca dal tetto.
Ma allora se Pincopalla decide di andare a funghi sul 6° lopa e ruzzola per 300m perchè non sa da che parte sia sia girato, perchè io che faccio tutt'altro e che so che rischi mi sto prendendo devo essere catalogato allo stesso modo?
E chi decide quali rischi una persona possa o non possa prendersi?
Resto dell'idea che tutti coloro che si sono appassionati alla montagna continueranno ad andarci e a cimentarsi nelle loro imprese e che non ci siano legge, multa o pena che possano intimidire nessuna di queste persone o farle desistere dall'andare in montagna.
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Messaggioda Roberto » gio nov 04, 2010 12:52 pm

Follia pura solo pensare di regolamentare il rischio in alpinismo, follia e demagogia.
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Messaggioda Fokozzone » gio nov 04, 2010 13:17 pm

L' unico discorso che avrebbe qualche senso, sarebbe di regolamentare le guide (nel senso di libri topografici) alpinistiche, in modo che chi sceglie cosa andare a fare abbia una cognizione anche del rischio connesso.
La moto e la bicicletta sono di uso comune, eppure sono più pericolose di quello che fa il 90% degli scalatori...
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Messaggioda -frollo- » gio nov 04, 2010 13:25 pm

Follia pura solo pensare di regolamentare il rischio in alpinismo, follia e demagogia.


sacrosante parole...

ciascuno nella propria vita si prende i rischi che vuole...finchè non mette a rischio la vita di altre persone per me è libero di fare quello che preferisce.
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Messaggioda MFC » gio nov 04, 2010 14:46 pm

-frollo- ha scritto:finchè non mette a rischio la vita di altre persone per me è libero di fare quello che preferisce.
Era proprio questo il punto della discussione:

Lo scorso inverno, dopo la morte in val di Fassa di quattro componenti del soccorso alpino impegnati nella ricerca di due escursionisti imprudenti (morti anche loro) si parlò di sanzioni, restrizioni, limiti e divieti.
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Messaggioda ncianca » gio nov 04, 2010 14:50 pm

-frollo- ha scritto:finchè non mette a rischio la vita di altre persone per me è libero di fare quello che preferisce.


Questo e' per me l'unico aspetto delicato della questione. Forse io regolerei il soccorso alpino, ma forse e' una cazzata. Vedremo che cosa ne faranno di tutta questa discussione. Probabilmente niente.
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Messaggioda giorgiolx » gio nov 04, 2010 16:09 pm

no, dopo la morte in val di Fassa di quattro componenti del soccorso alpino impegnati nella ricerca di due escursionisti imprudenti (morti anche loro) si parlò di sanzioni, restrizioni, limiti e divieti.


siloga riguardo questa tragedia può essere più preciso...

però è a discrezione dei soccorritori partire o meno...mica sono obbligati.
Devono valutare o meno le possibilità di un intervento e non sarebbe la prima volta che l'elicottero non parte per nebbia o brutto tempo.
In quel caso i soccorritori valutarono che c'erano le condizioni ma purtroppo una tragica fatalità li colpì.
In quanto ai due imprudenti escursionisti...erano due ragazzi friulani preparatissimi che si erano fatti spedizioni sugli 8000 e stavano facendo cascate.
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda Mascavezza » gio nov 04, 2010 16:12 pm

decas ha scritto:Ma allora se Pincopalla decide di andare a funghi sul 6° lopa e ruzzola per 300m perchè non sa da che parte sia sia girato, perchè io che faccio tutt'altro e che so che rischi mi sto prendendo devo essere catalogato allo stesso modo?


Parole sante.
Credo che chiunque faccia arrampicata, sci alpinismo o freeride è consapevole dei rischi che corre.
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Messaggioda il Duca » gio nov 04, 2010 17:17 pm

Il problema è che chi parla di regolamentare l'alpinismo, dare sanzioni ecc ecc, spesso non sa neppure di che cosa stia parlando.
Negare ad un'alpinista di affrontare una parete, o comunque una salita, non è tutelarlo, ma toglierli la libertà.

L'unico tema per una reale discussione riguarda invece, come ha già detto qualcuno, il fatto di tutelare i soccorritori. Come ha scritto Giorgio penso sia in effetti giusto che questi intervengano solo se le condizioni lo consentono.
D'altronde l'alpinista dev'essere libero di affrontare le montagne ma prendendosi tutte le responsabilità del caso (ovvero le conseguenze legate al fatto che comunque la montagna non è Gardaland).
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Messaggioda North Face » ven nov 05, 2010 0:00 am

Non vorrei essere il solito prevenuto, ma mi pare l'ennesima uscita dettata dalla voglia di far girare un po' di grano, ..
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Messaggioda gug » ven nov 05, 2010 10:45 am

Se ne era già parlato un paio di volte negli ultimi anni e in entrambi i casi il CAI aveva fatto dei comunicati stampa ineccepibili
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Mascavezza » ven nov 05, 2010 11:21 am

Prevenire è sempre meglio che curare.
Con una maggior informazione alla base certe tragedie si potrebbero tranquillamente evitare; abituarsi a controllare l'itinerario che si intende fare sulle guide, su internet è una cosa che pochi fanno.
Io parlo in particolare del pericolo valanghe (abitando in altavaltellina) quotidianamente il soccorso alpino pubblica diversi comunicati riguardanti il grado di pericolosità per il distacco di valanghe, ma il 70% degli sciatori (alpinismo e freeride) neanche sanno della loro esistenza.
Non vedo il bisogno di regolamentazioni su una cosa così soggettiva come l'arrampicata o l'escursionismo in montagna.
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Messaggioda decas » ven nov 05, 2010 13:17 pm

Il discorso come altri hanno già detto va spostato sui soccorritori. I rischi che mi prendo sono miei e comprendono anche il poter rimanere in condizioni ostili o dormire all'addiaccio e le precauzioni che mi prendo sono dettate dall'esperienza e in molti casi dal fatto che qualcuno mi ha insegnato come affrontare determinate situazioni.
Per quanto riguarda i soccorritori, vanno tutelati e devono poter lavorare in sicurezza; con ciò intendo che se le condizioni climatiche non sono favorevoli o altri in casi particolari i soccorsi dovrebbero stare a terra.
Credo che non sia assolutamente giusto che qualcuno rischi la pelle per colpa mia.
Come ho già detto la maggior parte degli incidenti avviene nell'ambito del trekking; ho visto con i miei occhi arrivare l'elicottero per una distorsione alla caviglia e vicino al rifugio Venezia in Pelmo.
Le statistiche del soccorso alpino parlano chiaro. Le ho cercate e non le ho trovate purtoppo, ma dovrebbero essere diffuse e alla portata di tutti.
Allora con i dati in mano ci sarebbero le condizioni per poter dire che l'alpinismo comporta dei rischi che l'alpinista conosce ed è disposto a prendersi e che la maggior parte degli incidenti avviene per ignoranza e sottovalutazione di ciò che ci si accinge a fare.
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Messaggioda Franz the Stampede » sab nov 06, 2010 0:09 am

giorgiolx ha scritto:
no, dopo la morte in val di Fassa di quattro componenti del soccorso alpino impegnati nella ricerca di due escursionisti imprudenti (morti anche loro) si parlò di sanzioni, restrizioni, limiti e divieti.


siloga riguardo questa tragedia può essere più preciso...

però è a discrezione dei soccorritori partire o meno...mica sono obbligati.
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In quel caso i soccorritori valutarono che c'erano le condizioni ma purtroppo una tragica fatalità li colpì.
In quanto ai due imprudenti escursionisti...erano due ragazzi friulani preparatissimi che si erano fatti spedizioni sugli 8000 e stavano facendo cascate.


Credo che il fatto che i soccorritori siano sempre volontari risolve praticamente tutta la questione, no?

Ogni alpinista ha il sacrosanto diritto di mettersi nei guai basta che non abbia la pretesa di venir salvato ad ogni costo etc.
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Messaggioda Kliff 62 » dom nov 07, 2010 18:35 pm

Franz the Stampede ha scritto:
Ogni alpinista ha il sacrosanto diritto di mettersi nei guai basta che non abbia la pretesa di venir salvato ad ogni costo etc.

Anche io la penso come te , ma purtroppo è molto difficile metterlo in pratica.
Ho già sollevato questo problema qualche tempo fa..
http://www.forum.planetmountain.com/php ... sc&start=0
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