il fantastico, onesto, caritatevole mondo del lavoro

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Messaggioda ncianca » lun lug 12, 2010 16:21 pm

climbalone ha scritto:
Falco5x ha scritto:Il mio pensiero su questi temi rischia di rendermi impopolare, controcorrente, obsoleto e perfino... comunista.
...


Qui non posso essere completamente d'accordo, ricordo com'erano care le interurbane quando Telecom era monopolista, e quanto tempo bisognava aspettare per avere una linea telefonica. Una scossa concorrenziale obiettivamente ci voleva.

Però forse, a ben vedere, chi l'ha comprata, non lo ha fatto per svilupparla e farla prosperare, ma per arricchirsi spolpandola.


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Messaggioda Falco5x » lun lug 12, 2010 17:28 pm

climbalone ha scritto:
Falco5x ha scritto:Il mio pensiero su questi temi rischia di rendermi impopolare, controcorrente, obsoleto e perfino... comunista.
...


Qui non posso essere completamente d'accordo, ricordo com'erano care le interurbane quando Telecom era monopolista, e quanto tempo bisognava aspettare per avere una linea telefonica. Una scossa concorrenziale obiettivamente ci voleva.

Però forse, a ben vedere, chi l'ha comprata, non lo ha fatto per svilupparla e farla prosperare, ma per arricchirsi spolpandola.

Una scossa concorrenziale è una cosa, un attacco selvaggio è un'altra cosa.
E comunque io sarei contento di spendere di più in telecomunicazioni o altri beni per me non essenziali, e ai quali se non ce la faccio posso in parte rinunciare (in fondo una volta si viveva bene anche senza il telefonino attaccato al culo), se sapessi che questo dà delle chances in più a mio figlio che cerca lavoro.
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Messaggioda grip » mar lug 13, 2010 7:54 am

Falco5x ha scritto:
climbalone ha scritto:
Falco5x ha scritto:Il mio pensiero su questi temi rischia di rendermi impopolare, controcorrente, obsoleto e perfino... comunista.
...


Qui non posso essere completamente d'accordo, ricordo com'erano care le interurbane quando Telecom era monopolista, e quanto tempo bisognava aspettare per avere una linea telefonica. Una scossa concorrenziale obiettivamente ci voleva.

Però forse, a ben vedere, chi l'ha comprata, non lo ha fatto per svilupparla e farla prosperare, ma per arricchirsi spolpandola.

Una scossa concorrenziale è una cosa, un attacco selvaggio è un'altra cosa.
E comunque io sarei contento di spendere di più in telecomunicazioni o altri beni per me non essenziali, e ai quali se non ce la faccio posso in parte rinunciare (in fondo una volta si viveva bene anche senza il telefonino attaccato al culo), se sapessi che questo dà delle chances in più a mio figlio che cerca lavoro.



vecio e' sempre il solito cane che se magna la coda.....se spendi di + ma non usi i telefonini...l'azienda Telecom non guadagna...e manda tutti a casa.....

Tuo figlio ..come il mio hanno davanti un futuro fatto di valigetta e aereo....chi non te dice che te diventa tecnico della apple negli USA?...

ci saranno le nuove ondate migratorie.....o che per lavorare devi farti la settimana a Parigi e tornare il venerdi sera......il lavoro (come lo e' gia' da 10 anni per il tessile/calzaturiero) ...e' fatto di pendolari settimanali e quindicinali.....il lavoro sotto casa andra' a sparire...e rimarra' per pochi eletti...

chi avra' la capacita' di emergere la spuntera' sugli altri.....
mio figlio dal canto suo vuole fare il dentista ed aprirsi na piccola fattoria con 2 campi e un grande orto...cosi' mi ha detto...lavora come dentista e poi ha l'orto e gli animali senza dover andare a fare la spesa di carne e verdura ..... :lol: :lol: :lol: micascemo :lol: :lol: :lol: ha gia' capito che se vuoi rimanere a casa devi avere il tuo microcosmo :lol: :lol:


cmq vedremo.....bisogna purtroppo vivere di stagione in stagione...non dare nulla per scontato ed essere flessibili al massimo....non e' facile...ma purtroppo e' cosi'!! :?
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Messaggioda Davide.DB » mar lug 13, 2010 8:13 am

[quote="grip
mio figlio dal canto suo vuole fare il dentista ed aprirsi na piccola fattoria con 2 campi e un grande orto...cosi' mi ha detto...lavora come dentista e poi ha l'orto e gli animali senza dover andare a fare la spesa di carne e verdura ..... [/quote]

Non per smontar i tuoi sogni di padre, ma mi la vedo dura far 2 lavori di cui 1 tenere una azienda agricola, i contadini/allevatori che conosco lavorano praticamente 24 ore su 24 e non hanno ne fine settimana liberi ne ferie..
Certo se poi c'è passione o è la realizzazione del proprio sogno tutto funziona..
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Messaggioda grip » mar lug 13, 2010 8:58 am

Davide.DB ha scritto:[quote="grip
mio figlio dal canto suo vuole fare il dentista ed aprirsi na piccola fattoria con 2 campi e un grande orto...cosi' mi ha detto...lavora come dentista e poi ha l'orto e gli animali senza dover andare a fare la spesa di carne e verdura .....


Non per smontar i tuoi sogni di padre, ma mi la vedo dura far 2 lavori di cui 1 tenere una azienda agricola, i contadini/allevatori che conosco lavorano praticamente 24 ore su 24 e non hanno ne fine settimana liberi ne ferie..
Certo se poi c'è passione o è la realizzazione del proprio sogno tutto funziona..[/quote]


ma lui vuole essere il capo dei dentisti.....mica vuole lavorarci allo studio!! :lol: :lol:

davvero mi ha detto cosi'!!! :lol: :lol: :lol:

eppoi ha 8 anni...cambiera' idea almeno un milione di volte...

io pensa volevo fare l'elettricista...ma poi ho voluto seriamente fare il cuoco..o il barman...ed eccomi qui' a far scarpette :lol: :lol:
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Messaggioda Falco5x » mar lug 13, 2010 9:26 am

grip ha scritto:io pensa volevo fare l'elettricista...ma poi ho voluto seriamente fare il cuoco..o il barman...ed eccomi qui' a far scarpette :lol: :lol:

Non so perché, ma cuoco o barman ti ci avrei visto benissimo. :roll:
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Messaggioda grip » mar lug 13, 2010 9:35 am

Falco5x ha scritto:
grip ha scritto:io pensa volevo fare l'elettricista...ma poi ho voluto seriamente fare il cuoco..o il barman...ed eccomi qui' a far scarpette :lol: :lol:

Non so perché, ma cuoco o barman ti ci avrei visto benissimo. :roll:




pure io...ma il destino ha voluto facessi 3 anni di inutile ragioneria e che poi imparassi a costruire scarpette...e tutto sommato e' un lavoro che mi appassiona ogni gg sempre +...non si smette mai di imparare....

poi alla domenica divento capo dei fornelli e barbecue.... :wink:
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Messaggioda il fornetto » mar lug 13, 2010 9:54 am

Falco5x ha scritto:
scheggia ha scritto:giusto per il gusto ... una volta le aziende presentavano il piano azindale, l'altro giorno la Telecom (se non ho sentito male il nome dell'azienda) ha presentato il piano degli esuberi ... e poi la crisi dovrebbe essere alle spalle! :?

Quando sento parlare di Telecom mi scoppia il fegato.
Era la mia azienda, era un patrimonio nazionale fonte di ricchezza e di lavoro da custodire con cura.
E' stata svenduta e uccisa dalla politica in nome di un malinteso senso del libero mercato e della concorrenza.Quanto siamo coglioni.


ci ho lavorato anch'io, dal '91 al '97 come assistente di rete, me ne sono andato quando hanno iniziato a "privatizzarla" in nome di quello che hai scritto tu.
Sono stati anche gli anni in cui ha iniziato ad affiorare, e non solo lì, la peggiore classe dirigenziale degli ultimi 50 anni della storia d'Italia, fatta di inetti,incompetenti,ignoranti, arroganti ecc. ecc.....
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Messaggioda Falco5x » mar lug 13, 2010 10:11 am

il fornetto ha scritto:
Falco5x ha scritto:
scheggia ha scritto:giusto per il gusto ... una volta le aziende presentavano il piano azindale, l'altro giorno la Telecom (se non ho sentito male il nome dell'azienda) ha presentato il piano degli esuberi ... e poi la crisi dovrebbe essere alle spalle! :?

Quando sento parlare di Telecom mi scoppia il fegato.
Era la mia azienda, era un patrimonio nazionale fonte di ricchezza e di lavoro da custodire con cura.
E' stata svenduta e uccisa dalla politica in nome di un malinteso senso del libero mercato e della concorrenza.Quanto siamo coglioni.


ci ho lavorato anch'io, dal '91 al '97 come assistente di rete, me ne sono andato quando hanno iniziato a "privatizzarla" in nome di quello che hai scritto tu.
Sono stati anche gli anni in cui ha iniziato ad affiorare, e non solo lì, la peggiore classe dirigenziale degli ultimi 50 anni della storia d'Italia, fatta di inetti, incompetenti,ignoranti, arroganti ecc. ecc.....

Sono d'accordo, infatti non a caso nel '96 mi hanno fatto dirigente :lol: :lol: :lol:
Scherzi a parte, quanto dici è molto vero. La vecchia dirigenza aveva tutto un altro stile, ma forse non era in sintonia con l'ambiente competitivo che occorreva creare. Il nuovo corso promuoveva prevalentemente gli yes-man rampanti, arroganti, orientati solo a fare cassa nell'immediato e vuoti di buon senso e visione a lungo termine. Gli obiettivi immediati di solito fanno a cazzotti con un piano industriale serio.
Ma quei dirigenti erano figli del nuovo andazzo, e la colpa è di chi ha politicamente voluto tutto questo.
E adesso si continua a licenziare... :roll:
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Messaggioda ncianca » mar lug 13, 2010 12:53 pm

climbalone ha scritto:
ncianca ha scritto:
climbalone ha scritto:
Falco5x ha scritto:Il mio pensiero su questi temi rischia di rendermi impopolare, controcorrente, obsoleto e perfino... comunista.
...


Qui non posso essere completamente d'accordo, ricordo com'erano care le interurbane quando Telecom era monopolista, e quanto tempo bisognava aspettare per avere una linea telefonica. Una scossa concorrenziale obiettivamente ci voleva.

Però forse, a ben vedere, chi l'ha comprata, non lo ha fatto per svilupparla e farla prosperare, ma per arricchirsi spolpandola.


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Riformulo, onde evitare malintesi come questo, per cui pare che si vogliano dei regali da qualcuno:

Però forse, a ben vedere, chi l'ha comprata, non lo ha fatto per arricchirsi sviluppandola e facendola prosperare, ma per arricchirsi spolpandola.

Sono due modi diversi di ricavare soldi da un'azienda. Nel primo caso l'azienda continua a esistere e a rappresentare un valore per i dipendenti, per la società e per la nazione stessa, nel secondo va verso un progressivo degrado fino a cessare di esistere.

Tu stai a Londra? Come gira là il mercato del lavoro?


Su Londra e l'Inghilterra in generale mi sono gia' espresso lungamente qualche post fa, quindi non ti annoio di nuovo...

Lascia che ti racconti pero' della mia esperienza. Dopo la laurea i compromessi ai quali sarei dovuto scendere per lavorare erano troppi e mi sono quindi deciso con l'aiuto enorme di mia madre e con grande dolore di mio padre a lasciare casa, amici e famiglia e volare a Londra per un master in informatica. Era il lontano 2003. Dopo il master ho mandato centinaia di domande di lavoro in Italia con la speranza di rientrare in patria. Niente da fare. Poche risposte, molte prese per il culo. L'unica seria da parte di Accenture che forse era l'ultima azienda per cui volevo lavorare. Si deve essere visto abbastanza al colloquio quindi mi e' andata male (o bene, dipende dai punti di vista).

Ho deciso di provare anche a Londra. Risultato: 11 domande, 11 colloqui e 3 offerte di lavoro tutte veramente ricche per i 26 anni che avevo allora.

La scelta e' stata facile, ma dolorosa. Soprattutto per la mia ragazza che sperava che tornassi. Sono stati mesi di merda se vuoi sapere la verita'. I momenti di allegria erano quelli passati al pub ubriaco con gente di cui non me ne poteva fottere di meno. Inizialmente ho lavorato per una piccola azienda, poi per una giovane telecom aggressiva e rampante dove ho fatto il vero salto di carriera ed infine ho ceduto al lato oscuro e ho deciso di lavorare nella City per una societa' di brokeraggio finanziario. La City e' famosa per fare offerte che non si possono rifiutare. Situazione ben diversa da quella italiana dove la migliore offerta ricevuta era uno stage di 3 mesi non pagato.

Ora, se vuoi sapere la verita', per chi lavora in IT il lavoro c'e', rimane ben pagato ed abbastanza sicuro, ma tutta l'economia soffre. E soffre molto. Il mercato del lavoro ne risente. In un certo senso e' tutto un po' piu' giusto. E' tutto un po' piu' vero. Non si regala piu' niente a nessuno, per tornare alla mia affermazione di prima. Non e' mai stato cosi', ma per qualche anno in molti si sono illusi.

Il prezzo pagato pero' e' stato alto. Sono stato lontano da casa mia e non ho piu' rivisto mio padre. Vedo di rado mio fratello e mia madre. Lo stesso vale per la mia ragazza che nel frattempo e' diventata mia moglie. Una luna di miele di 5 giorni. Poche ferie, ancora meno amici e molto stress. Niente montagne, weekend vuoti, etc.

Le cose sono cambiate nel momento in cui mia moglie ha preso in mano la situazione. Le mogli servono anche a questo. Non ci voleva molto, ma mi ero trovato preso in un vortice assurdo affamato di soldi e carriera che mi aveva fatto perdere di vista tutto il resto. Ora sono fuori da quel vortice ed ho di nuovo una mezza vita. Ma sono sempre a Londra e rimane tutto molto difficile.

Sai che ti dico, ha ragione il figlio di Grip. A 8 anni dimostra piu' saggezza di un vecchio saggio. Potessi tornare indietro forse accetterei lo stage di 3 mesi non pagato.
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Messaggioda Davide.DB » mar lug 13, 2010 13:00 pm

Da "IL GAZZETTINO" on line:

Treviso. L'offerta di lavoro a una 20enne:
«Commessa per 200 euro al mese»
Si è presentata al colloquio insieme ad altre 15 candidate
La proposta: 3 mesì con questa paga e poi un contratto "vero"



di Giampiero Maset
TREVISO (13 luglio) - Sentirsi proporre 200 euro al mese raggela le aspettative di chi è alla ricerca di un posto di lavoro e lo getta in uno stato di prostrazione, perché delude il sogno di potersi realizzare. Il caso è stato segnalato da F.B., un manager che opera nel settore dei trasporti, residente a Conegliano.

La figlia ventenne, con il suo diploma di maturità liceale, anziché continuare gli studi universitari gravando sulla famiglia, ha pensato di mettersi a lavorare, rispondendo all'annuncio di un'agenzia interinale, con la possibilità di trovare un impiego come commessa in un negozio di abbigliamento intimo nel centro cittadino. La giovane si è presentata in agenzia assieme ad altre quindici candidate.

Ha atteso il suo turno e si è sottoposta ad un colloquio in cui le è stato chiesto di tutto ed alla fine le hanno riconosciuto che aveva i requisiti necessari e le hanno prospettato di sottoscrivere un contratto trimestrale con un compenso mensile netto di 200 euro per lavorare sei giorni alla settimana nell'orario di apertura del negozio, meno di quello che molti studenti ricevono come "paghetta" dai genitori per andare al bar o ritrovarsi con gli amici. Le è stato spiegato che, dopo i tre mesi, se avesse superato la prova, le sarebbe stato offerto di continuare con condizioni diverse che l'avrebbero gratificata. La giovane, che si aspettava qualcosa di diverso, è rimasta choccata e non ha accettato.

«È tornata a casa piangente e disperata - racconta il padre - e mi chiedo se la flessibilità nel mercato del lavoro, che può essere una opportunità o una necessità, debba arrivare a produrre questi mostri, vanificando i sogni di tanti giovani». Il caso della figlia di F.B. non è l'unico e riguarda tanti altri ragazzi che vorrebbero rendersi indipendenti economicamente e non continuare a pesare sulla famiglia. G.B. è un'altra giovane di vent'anni, che ha conseguito il diploma di geometra con il massimo dei voti, ma non ha trovato posto in uno studio professionale, pur senza pretendere alcun compenso, per fare praticantato e potersi iscrivere all'albo professionale. Per raggranellare qualcosa, si arrangia distribuendo materiale pubblicitario di un grande magazzino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Ci sono anche un po' di commenti..

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php ... ez=NORDEST
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Messaggioda ncianca » mar lug 13, 2010 17:04 pm

Si', e' abbastanza scandaloso, ma io con diploma, laurea e master neanche un posto da 200 euro al mese avevo trovato in Italia. Ripeto: stage di 3 mesi non retribuito. E' il prezzo che avrei dovuto pagare per stare a casa. E forse ne valeva anche la pena. E' un mondo di merda, che ci vogliamo fare... meno male che ci sono le montagne...
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Messaggioda gug » mar lug 13, 2010 22:52 pm

Ho letto un pò di interventi e già mi viene il vomito: più vado avanti e più il mondo delle aziende mi fa questo effetto :cry:
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Messaggioda gug » mer lug 14, 2010 23:02 pm

ncianca ha scritto:Altro che sindacati. Qui per licenziarti chiamano la sicurezza, ti portano una scatola e ti chiedono di riempirla con tutte le tue cose e poi ti accompagnano all'uscita dove consegni tesserino e addio. Se sei un trader con milioni di sterline sul conto, magari la cosa non ti tocca piu' di tanto, ma se sei una segretaria le cose sono diverse. Molte famiglie qui hanno mutui al 100% e l'educazione dei figli non e' affatto economica e va a braccetto con la sicurezza, quindi non esattamente qualcosa su cui e' facile tagliare. Le aziende offrono ogni forma di benefit per la famiglia. Perdere il lavoro significa perdere anche questi benefit. Tesco, la piu' grande catena di supermercati inglesi, ha registrato un aumento dei furti di omogeneizzati e pannolini. A pagare la crisi sono stati e sono tutt'ora i piu' vulnerabili e nessuno li aiuta. Non esiste neanche un sistema che li possa aiutare.


Bella testimonianza che si riallaccia a un topic che avevo aperto sulle differenze fra il lavoro in Italia e all'estero.
Lì mi chiedevo perchè in Italia il precariato è così drammatico, quando all'estero in realtà essendo così facile essere licenziati (come descritto qua sopra) in realtà alla fine sono tutti precari.
Forse ci sono dei meccanismi che rendono più facile ricollocarsi, o comunque i lavori sono più remunerativi e permettono di crearsi un cuscinetto (cosa che in Italia un Cococo non può fare).
Mi piacerebbe sapere il tuo parere ncianca.
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Messaggioda mcorobic » gio lug 15, 2010 12:11 pm

Io il 12 luglio ho ricevutro lo stipendio Marzo.

Che bello lavorare.
Brucia le chiese come in Norvegia dove il Black Metal prega.
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Messaggioda ncianca » gio lug 15, 2010 13:43 pm

La risposta e' molto semplice.

In Italia e' molto difficile assumere ed e' molto difficile licenziare. Qui e' molto facile assumere ed e' molto facile licenziare. Non solo, ma i contratti a tempo determinato qui sono molto cari per chi assume, l'unico vantaggio nell'assumere a contratto sta in un impegno da parte delle risorse umane praticamente nullo e quindi dalla semplicita' e velocita' del ricambio. In Italia invece e' esattamente il contrario. Un contratto a tempo indeterminato costa molto di piu' di un cococo, non conviene affatto. Infine, ultima grande differenza, un contratto a tempo indeterminato in Inghilterra si porta dietro pochissimi "fronzoli". Come ho detto non esiste tfr, cassa integrazione, tredicesima, pensione (quella statale e' ridicola), etc. E' tutto molto libero, ogni azienda si fa il pacchetto che vuole. Questo e' un grande vantaggio per le piccole aziende e diventa motivo di concorrenzialita' per le grandi aziende che mettono in piedi pacchetti a volte al limite del ridicolo. Il mio pacchetto prevede 30 giorni di ferie, bonus, palestra per me e per tutta la mia famiglia in un posto a mia scelta (il muro di arrampicata ovviamente), sanita' privata per me e tutta la mia famiglia (credimi non e' affatto male), contributi per il mantenimento dei figli (che non ho... pecccato), bicicletta (che non ho, ma qui va molto), sconti dal 10% al 20% in molti bar, negozi e catene della capitale, pensione privata, tfr, etc. e da quando e' iniziata la crisi hanno anche tolto molto. Quando invece ho iniziato a lavorare il mio pacchetto prevedeva, attenzione: lo stipendio.

Cosa e' meglio? Dipende dai punti di vista. Come sempre forse la migliore soluzione sta nel mezzo. Grande flessibilita' all'inglese e' una buona cosa per iniziare. Ma piu' stabilita' all'italiana e' fondamentale piu' in la' negli anni quando le cose si complicano un po' di piu'.

Ed infatti e' un po' di tempo che sto meditando il rientro...
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Messaggioda flicker » gio lug 15, 2010 13:48 pm

stringi i denti e rimani li, che l'è mei.

:wink:
una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta (socrate)
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Messaggioda gug » ven lug 16, 2010 10:31 am

ncianca ha scritto:La risposta e' molto semplice.

In Italia e' molto difficile assumere ed e' molto difficile licenziare. Qui e' molto facile assumere ed e' molto facile licenziare. Non solo, ma i contratti a tempo determinato qui sono molto cari per chi assume, l'unico vantaggio nell'assumere a contratto sta in un impegno da parte delle risorse umane praticamente nullo e quindi dalla semplicita' e velocita' del ricambio. In Italia invece e' esattamente il contrario. Un contratto a tempo indeterminato costa molto di piu' di un cococo, non conviene affatto. Infine, ultima grande differenza, un contratto a tempo indeterminato in Inghilterra si porta dietro pochissimi "fronzoli". Come ho detto non esiste tfr, cassa integrazione, tredicesima, pensione (quella statale e' ridicola), etc. ......
.....
Cosa e' meglio? Dipende dai punti di vista. Come sempre forse la migliore soluzione sta nel mezzo. Grande flessibilita' all'inglese e' una buona cosa per iniziare. Ma piu' stabilita' all'italiana e' fondamentale piu' in la' negli anni quando le cose si complicano un po' di piu'.

Ed infatti e' un po' di tempo che sto meditando il rientro...


Interessante, ma ciò che non capisco è che in Italia il maggior dramma di chi è precario è il fatto di poter essere lasciato a piedi da un giorno all'altro a differenza di chi lavora a tempo indeterminato.
Se in Inghilterra praticamente tutti possono essere licenziati da un giorno all'altro, allora tutti dovrebbero essere precari e ciò dovrebbe provocare gli stessi dissesti che ci sono in Italia e invece così non è.
Probabilmente la differenza è che gli stipendi sono più alti di quelli che in italia sono riservati ai vari Cococo e questo crea una rete di salvataggio fra un lavoro e un altro quando capita di perderlo.
Poi so che in Inghilterra l'età per legge non deve discriminare e che sui CV si può ometterla: questo è fondamentale, visto che in Italia, nel mondo delle aziende, esiste il paradosso per cui a 45 anni sei vecchio per molti ruoli, quando nelle professioni o comunque in generale, quella è l'età in cui si è produttivi anche perchè ora la pensione non arriv aprima dei 65.
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Messaggioda ncianca » ven lug 16, 2010 11:34 am

gug ha scritto:
ncianca ha scritto:La risposta e' molto semplice.

In Italia e' molto difficile assumere ed e' molto difficile licenziare. Qui e' molto facile assumere ed e' molto facile licenziare. Non solo, ma i contratti a tempo determinato qui sono molto cari per chi assume, l'unico vantaggio nell'assumere a contratto sta in un impegno da parte delle risorse umane praticamente nullo e quindi dalla semplicita' e velocita' del ricambio. In Italia invece e' esattamente il contrario. Un contratto a tempo indeterminato costa molto di piu' di un cococo, non conviene affatto. Infine, ultima grande differenza, un contratto a tempo indeterminato in Inghilterra si porta dietro pochissimi "fronzoli". Come ho detto non esiste tfr, cassa integrazione, tredicesima, pensione (quella statale e' ridicola), etc. ......
.....
Cosa e' meglio? Dipende dai punti di vista. Come sempre forse la migliore soluzione sta nel mezzo. Grande flessibilita' all'inglese e' una buona cosa per iniziare. Ma piu' stabilita' all'italiana e' fondamentale piu' in la' negli anni quando le cose si complicano un po' di piu'.

Ed infatti e' un po' di tempo che sto meditando il rientro...


Interessante, ma ciò che non capisco è che in Italia il maggior dramma di chi è precario è il fatto di poter essere lasciato a piedi da un giorno all'altro a differenza di chi lavora a tempo indeterminato.
Se in Inghilterra praticamente tutti possono essere licenziati da un giorno all'altro, allora tutti dovrebbero essere precari e ciò dovrebbe provocare gli stessi dissesti che ci sono in Italia e invece così non è.
Probabilmente la differenza è che gli stipendi sono più alti di quelli che in italia sono riservati ai vari Cococo e questo crea una rete di salvataggio fra un lavoro e un altro quando capita di perderlo.
Poi so che in Inghilterra l'età per legge non deve discriminare e che sui CV si può ometterla: questo è fondamentale, visto che in Italia, nel mondo delle aziende, esiste il paradosso per cui a 45 anni sei vecchio per molti ruoli, quando nelle professioni o comunque in generale, quella è l'età in cui si è produttivi anche perchè ora la pensione non arriv aprima dei 65.


Gug, ti sei perso il passaggio in cui dico che in Italia e' molto difficile assumere, mentre qui e' molto facile... :-) Non e' poco.

Ho un carissimo amico che aveva un ottimo lavoro in una banca di investimento era da poco diventato padre e aveva appena acceso un mutuo per comprare una casa. Sua moglie non lavorava. Dall'oggi al domani, o forse dovrei dire dall'oggi all'oggi, e' stato lasciato a casa. Nessun problema. Mentre a casa in Italia ci si preparava al peggio lui nel giro di un paio di settimane ha fatto colloqui ed ha trovato un altro lavoro. Amen. Quel mese probabilmente ha guadagnato di piu' che in altri mesi se si conta la liquidazione. Ecco a cosa porta una flessibilita' estrema. Sono stravolgimenti Gug. E' un meccanismo fragile e pericolosissimo.

E' vero, certi lavori sono anche pagati molto meglio che in Italia, ma questo e' perche' si tratta di Londra. Qui e' tutto piu' caro, e' tutto piu' o meno proporzionato al locale costo della vita.

E' vero, qui l'eta' si omette nei CV. Ma non esiste proprio il concetto di "anzianita'". Non esiste il fatto che solo perche' invecchi in una azienda allora devi essere pagato di piu'. L'eta' e' proprio fuori dall'equazione. Puoi essere un 65-enne ed essere assunto in una posizione junior e pagato di conseguenza.

Per le grandi aziende l'impiegato e' solo una macchina con delle specifiche. Chi assume guarda solo alle specifiche. Mi sono trovato spesso nella posizione di dover scegliere in base a delle specifiche. All'inizio mi facevo seghe mentali di ogni tipo. Soprattutto quando si trattava di candidati che arrivavano da fuori. Cercavo di capire se chi avevo di fronte aveva famiglia, che eta' avesse, se avrebbe legato con il resto della squadra e cosi' via. Poi mi sono semplicemente abituato al modus operandi locale. Dell'impiegato "persona" non importa niente a nessuno. Interessa la "macchina". La macchina viene subito messa in catena di montaggio e finche' funziona bene, quando poi non funziona allora la si cambia. Ho forse banalizzato un po', ma spero renda l'idea.

Infine, l'atteggiamento della gente in generale e' molto diverso. In Italia si vogliono garanzie. Qui la gente vuole solo opportunita'.
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Messaggioda gug » ven lug 16, 2010 12:07 pm

ncianca ha scritto:Gug, ti sei perso il passaggio in cui dico che in Italia e' molto difficile assumere, mentre qui e' molto facile... :-) Non e' poco.


No, non l'ho perso, ma questo non spiega tutto, dato che anche in Italia è facilissimo assumere un Cococo ed è quello che è successo negli ultimi anni: è facile trovare lavori di questo genere, ma questo sta provocando dissesti, soprattutto fra chi è giovane ed entra ora nel mondo del lavoro. Se in altri paesi questo non avviene, eppure è possibile essere licenziati in fretta, vuol dire che il dissesto non è creato dalla precarietà in se, ma da ciò che in Italia si accompagna ai contratti precari: stipendi bassi, niente pensione, nessun diritto a ferie, maternità, malattia e così via.
In Inghilterra, da ciò che tu dici, è vero che puoi essere licenziato da un momento all'altro, ma finchè sei dentro hai uno stipendio sufficiente a mantenerti (e non i 500 o 800 euro al mese per lavori anche qualificati che un Cococo ha in Italia), previdenza, e tutto il resto dei pacchetti che hai descritto.
Poi se vieni licenziato hai comunque buone possibilità di rientrare in fretta per la facilità alle assunzioni e per quell'atteggiamento libero da seghe mentali che hai descritto benissimo.

A me è capitato di rimanere senza lavoro da un giorno all'altro, a causa di un licenziamento nel periodo di prova (a causa di un cambio di dirigenza dell'azienda che mi aveva assunto) e devo dire che è stata un'esperienza traumatizzante perchè con tutto che lavoro nel settore delle energie rinnovabili che è in forte crescita, con tutto che sono ingegnere meccanico, che è una delle figure più richieste, con tutto che l'età era ancora entro i limiti di guardia (42 anni), con tutto che facevo tantissimi colloqui, a causa di questa "ingessatura" e probabilmente delle mille seghe mentali delle aziende italiane, ci ho messo quasi un anno a trovare un altro lavoro analogo e per farlo ho dovuto trasferirmi.
Da ciò che dici tu è questo quello che non sarebbe avvenuto in Inghilterra dove magari in quell'anno avrei cambiato tre lavori, ma avrei continuato a lavorare senza quasi interruzioni.
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