Sono stanco di piangere

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Sbob » mer gen 06, 2010 19:49 pm

Quando sento di qualche incidente in TV mi viene da dire "in fondo siamo 60 milioni in Italia, a qualcuno purtroppo qualche sfiga succede". Pero' se guardo a questo forum non siamo piu' di qualche decina, forse qualche centinaio... insomma, non e' che andiamo troppo spesso al di la' della sifga?
Non e' che troppo spesso non sappiamo tornare indietro quando e' il momento?
In montagna ci si prende per forza qualche rischio, ma dove sta la soglia del rischio accettabile? A volte sembra quasi che questo sia una roulette russa, siamo su questo forum solo ad aspettare chi sara' il prossimo a cadere.

Scusatemi sfogo e indelicatezza, pero' i numeri mi portano a riflettere su quello che si fa.
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Messaggioda n!z4th » mer gen 06, 2010 21:15 pm

Checchè se ne dica, non ci son santi, scalare è più pericoloso rispetto molte altre attività e sebbene si è preparati, la componente aleatoria è molto forte.
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Messaggioda Raven » mer gen 06, 2010 21:17 pm

leggo ora di fabio Giacomelli. è una tristezza che toglie le parole.
non è che queste persone siano numeri che vanno ad alimentare una sommatoria aperta. ognuno di loro è una persona. una persona in più che manca e mi manca, anche quelle che non conoscevo ma che facevano parte di questo nostro "popolo" unito non da un'identità territoriale ma da un'identità di passione.
anche io sono stanca di soffrire, di maledire l'inverno quando arriva, di avere quasi paura di sentire la radio specialmente la domenica sera o il lunedì mattina. ma non conosco alternativa.

Oggi è quasi un anno esatto che è morto Giampo. Ciononostante ad ogni giro di telefonate che si fa per una cena o una serata mi trovo a dire ?c.azzo non ho ancora chiamato Giampo? e poi, inevitabilmente mi trovo a rispondermi ?ah,già? rendendomi conto che non lo vedrò più, né sentirò più la sua voce all?altro capo del telefono, anzi probabilmente tra poco non la saprò neanche più ricordare.
Altre stagioni porteranno via la voce e il corpo di altre persone ad altre persone, forse anche a me. altra solitudine si aggiungerà a quella già vissuta.
Sartre ne ?L?uomo in rivolta? di che che l?essere umano preferisce uno stato di infelicità eterna ad uno stato di felicità che sa essere passeggero. È vero. Ragioniamo così a volte. Per paura di tornare a soffrire scegliamo di non smettere di soffrire. Per paura della solitudine scegliamo di non smettere di essere soli. Perché essere tra la gente non vuol dire non essere soli. E incontrare qualcuno con cui condividere pensieri, emozioni, tutto è un evento raro, a volte solo un Attimo.
Da quindici anni, ogni tre mesi, ogni stagione, vado a fare i controlli di routine per la mia ?malattia?. Stesso posto, stessi esami, stessi medici, stessa sala d?attesa. Stesse persone no, però. Stagione dopo stagione cambiano i volti, se ne aggiungono di nuovi, altri invece a poco a poco non ci sono più. All?inizio mi prendeva male, una mano che mi stritolava lo stomaco e mi tappava la bocca per non farmi respirare, spesso andavo a vomitare in quello squallido bagno d?ospedale lo squallore di quella cruda realtà. quel ragazzo con cui avevo chiacchierato e fumato ingannando ansia e attesa in un colpo solo? e quella mamma, con i suoi due figli piccoli ma già coi capelli rasta con cui giocavo a macchinette e soldatini? e la prossima volta chi è che non verrà? Sarò io a vedere altri occhi in meno o saranno altri occhi a non vedere i miei?
Così non volevo più guardare in faccia nessuno, incontrare sguardi, scambiare parole perché non volevo più perdere pezzi di me per la strada. E per un po? funzionava davvero, io, chiusa dentro a Io, il mondo fuori a girare la sua ruota matta. Poi inevitabilmente, senza cercarlo, apparentemente senza volerlo arriva il momento in cui gli occhi tornano ad alzarsi e a cercare altri occhi, anche solo per un attimo, e poi il momento in cui tornerò a maledire quei nuovi incontri per altre sofferenze che porteranno? e poi quello in cui li tornerò a benedire ancora per altra vita aggiunta alla vita in questo gioco senza regole tra l?essere e il non essere più. Perché sono gli attimi non l?eternità che annullano la solitudine.

Questo noi lo dovremmo sapere bene. Noi che per passione non collezioniamo francobolli o minerali chiusi al sicuro nelle loro scatoline e pronti per essere guardati e toccati ogni volta che abbiamo bisogno di rassicurazione. Noi abbiamo scelto di collezionare attimi. L?attimo della vetta che è già finito appena l?abbiamo raggiunta, quando già il nostro pensiero è proiettato alla discesa da fare prima che il tempo giri o arrivi il buio. Ma è per quell?attimo che abbiamo sudato, sentito freddo, sentito fame e a volte persino paura. per quell?attimo ci siamo graffiati le mani e forse anche qualche angolo di anima. Per altri attimi così torneremo a farlo,perché non è l?essere eterno a rendere qualcosa o Qualcuno Importante.
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Messaggioda Roberto » mer gen 06, 2010 21:28 pm

...
Perché sono gli attimi non l?eternità che annullano la solitudine.

Questo noi lo dovremmo sapere bene. Noi che per passione non collezioniamo francobolli o minerali chiusi al sicuro nelle loro scatoline e pronti per essere guardati e toccati ogni volta che abbiamo bisogno di rassicurazione. Noi abbiamo scelto di collezionare attimi. L?attimo della vetta che è già finito appena l?abbiamo raggiunta, quando già il nostro pensiero è proiettato alla discesa da fare prima che il tempo giri o arrivi il buio. Ma è per quell?attimo che abbiamo sudato, sentito freddo, sentito fame e a volte persino paura. per quell?attimo ci siamo graffiati le mani e forse anche qualche angolo di anima. Per altri attimi così torneremo a farlo,perché non è l?essere eterno a rendere qualcosa o Qualcuno Importante.


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Messaggioda bummi » mer gen 06, 2010 22:37 pm

Sono un marito e padre e a volte capita anche a me di chiedermi perchè.
Poi, come dice giustamente Raven, c'è quel momento, quell'attimo vissuto in montagna, sugli sci o in falesia, da solo ma più spesso condivisi con la persona "giusta", che ti riempiono dentro donandoti quello stato di grazia momentaneo che assomiglia tanto alla felicità. La felicità è un momento talmente effimero che possiamo solo sperare rincorrendola continuamente di avere qualche volta un momento di lucidità per assaporarla ancora prima che sia già svanita nel passato e nei ricordi. Questo è quello che rincorro e che cerco quando vado in montagna o a correre o ad arrampicare.
Ci sono uomini che hanno una passione e altri che non ce l'hanno. Noi montanari, escursionisti, alpinisti, arrampicatori, scialpinisti, speleologi, ecc. ce l'abbiamo e per questo siamo fortunati. Abbiamo un modo in più rispetto ad altri per cercare di essere felici.
Io non sarei quello che sono se non andassi in montagna, questa passione acuisce i miei sensi e mi permette di avere una sensibilità umana che non avrei se mi dedicassi unicamente alla mia famiglia o agli amici o al podismo, tutte cose che amo moltissimo ma che non mi bastano.
Mi auguro di vivere a lungo ma soprattutto di Vivere esplorando la vita fino in fondo.
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Messaggioda rocciaforever » mer gen 06, 2010 22:41 pm

Roberto ha scritto:
...
Perché sono gli attimi non l?eternità che annullano la solitudine.

Questo noi lo dovremmo sapere bene. Noi che per passione non collezioniamo francobolli o minerali chiusi al sicuro nelle loro scatoline e pronti per essere guardati e toccati ogni volta che abbiamo bisogno di rassicurazione. Noi abbiamo scelto di collezionare attimi. L?attimo della vetta che è già finito appena l?abbiamo raggiunta, quando già il nostro pensiero è proiettato alla discesa da fare prima che il tempo giri o arrivi il buio. Ma è per quell?attimo che abbiamo sudato, sentito freddo, sentito fame e a volte persino paura. per quell?attimo ci siamo graffiati le mani e forse anche qualche angolo di anima. Per altri attimi così torneremo a farlo,perché non è l?essere eterno a rendere qualcosa o Qualcuno Importante.


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non posso che confermare...quasi da pelle d'oca...
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