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Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Roberto » mar gen 05, 2010 19:15 pm

selbego ha scritto:Mah... secondo me dipende dalla situazione. Se scali da solo e slegato hai deciso che, in qualsiasi situazione tu vada a finire, dovrai uscirne da solo, e su questo posso essere d'accordo con cliff. Scalare in solitario comporta da una parte la completa libertà di uscire dalla via e dall'altra il completo rifiuto di un possibile aiuto da parte di un'altra persona, se si è nei guai, ci si è finiti da soli e da soli si deve uscire da quella situazione. E' una questione di saper usare la testa anche nelle situazioni più difficili, è anche una questione di orgoglio. In ogni caso, è la legge del solitario.
Ma se si è in cordata significa che non si è da soli, e se si finisce nei guai si coinvolge inevitabilmente anche il/i compagno/i. In questo caso è meglio mettere da parte l'orgoglio e chiamare i soccorsi, ovviamente quando non si può fare altro.


Scalo praticamente sempre da solo, se mi dovesse accadere un problema e non avessi la possibilità di uscirne da solo, non vedo perché non dovrei chiamare aiuto, non sono un suicida integralista della solitudine :?
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Messaggioda Kliff 62 » mer gen 06, 2010 1:25 am

Roberto ha scritto:
Scalo praticamente sempre da solo, se mi dovesse accadere un problema e non avessi la possibilità di uscirne da solo, non vedo perché non dovrei chiamare aiuto, non sono un suicida integralista della solitudine :?
Per te allora i soccorsi sono una cosa DOVUTA , per me non è così. Ripeto : mai e poi mai vorrei che qualcuno mettesse a repentaglio la propria incolumità per venire a tirarmi fuori dai guai da una situazione che fin dall'inizio sapevo pericolosa, non so se mi spiego....
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » mer gen 06, 2010 2:06 am

Kliff 62 ha scritto:
Roberto ha scritto:
Scalo praticamente sempre da solo, se mi dovesse accadere un problema e non avessi la possibilità di uscirne da solo, non vedo perché non dovrei chiamare aiuto, non sono un suicida integralista della solitudine :?
Per te allora i soccorsi sono una cosa DOVUTA , per me non è così. Ripeto : mai e poi mai vorrei che qualcuno mettesse a repentaglio la propria incolumità per venire a tirarmi fuori dai guai da una situazione che fin dall'inizio sapevo pericolosa, non so se mi spiego....


per curiosità...se tu sapessi che un tuo amico è in pericolo in montagna ti verrebbe di andarlo ad aiutare?

o ti gireresti tranquillamente nel letto per ricominciare a dormire...?
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Messaggioda n!z4th » mer gen 06, 2010 9:50 am

Io per primo mi domando se:



se fossi del parere di kliff, e se fossi nei guai, riuscirei ad astenermi dal chiamare il soccorso avendone la facoltà/possibilità?



senza polemica sulpensiero di kliff sia inteso, è una domanda rivolta anche a me stesso :!: Quanto il pensiero a freddo può essere insomma scavalcato da quello a caldo, caldissimo.
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Messaggioda DZs » mer gen 06, 2010 9:53 am

Kliff 62 ha scritto:
Roberto ha scritto:
Scalo praticamente sempre da solo, se mi dovesse accadere un problema e non avessi la possibilità di uscirne da solo, non vedo perché non dovrei chiamare aiuto, non sono un suicida integralista della solitudine :?
Per te allora i soccorsi sono una cosa DOVUTA , per me non è così. Ripeto : mai e poi mai vorrei che qualcuno mettesse a repentaglio la propria incolumità per venire a tirarmi fuori dai guai da una situazione che fin dall'inizio sapevo pericolosa, non so se mi spiego....


Ti spieghi.
Ma ora basta con tutte ste cazzate. Sono veramente stufo. Non vuoi essere soccorso?
1) vedi di non cacciarti nelle rogne
2) se ti cacci nelle rogne non chiamare e assicurati che nessuno chiami in vece tua
Semplice no?
Se ce la fai ne esci, sennò muori.
Puoi sempre iniziare a frequentare posti come la siberia se ti sembra troppo complicato evitare i soccorsi.
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Messaggioda Roberto » mer gen 06, 2010 10:06 am

Quando sto in montagna parto sempre con l' idea che se mi accade qualche cosa devo cercare di risolvere il guaio da solo, che non posso fare affidamento su altri. Questo non vuol dire che in un incidente serio, non cercato per improvvisazione, ma per uno dei tanti imprevisti che possono capitare in montagna, se non ho la possibilità di salvarmi da solo, possa sperare che qualche amico mi venga a tirar via dai guai, come farei io nella situazione inversa.

Quando mi sono arrestato su una cengia, con varie fratture, ferite e sangue dappertutto, stupito di essere ancora vivo; non avrei potuto fare un metro da solo. La mia pressione arteriosa era precipitata, sentivo un freddo terribile e la mia voce non aveva la forza di chiamare soccorso. Andrea mi ha raggiunto in doppia ed è poi risalito per chiedere soccorso. Quando è arrivato al rifugio ha pianto, mi aveva visto precipitare giù e poi ritrovato tutto insanguinato, 80 metri sotto, disperava che ce l' avrei fatta.
Non so quanto tempo sia passato, varie ore, non so se sono restato sempre cosciente.
Poi sono arrivati.
Mi sembravano tanti, non distinguevo le facce. Il medico ha tentato di misurarmi la pressione, non avevo pressione arteriosa e ricordo che scosse la testa, convinto che non ero vigile. Mi hanno caricato su una barella e portato via.
E' stata un' impresa uscire dalla valle dell' Inferno, profonda, detritica e scoscesa. Ormai ero vigile e ricordo tanto dolore, botte e scossoni. Tiri di corda in traverso ed io appeso per sbiego sulla barella. Fino all' elicottero, che in 5 minuti mi ha portato in ospedale.

Comincio ad essere stanco di questi discorsi un po ipocriti sul soccorso alpino, di chi dice che rinuncerebbe al soccorso. Certe argomentazioni nascono dall' abuso di richieste di soccorso, dal fatto che tanta genta va in montagna, spesso in modo inadeguato, con superficialità. Ma la superficialità di alcuni non giustifica l' idea negativa sul soccorso.
Sono stato cresciuto con il motto "la montagna unisce, affratella", il soccorso in montagna è la maniestazione di questo.
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Messaggioda asalalp » mer gen 06, 2010 10:24 am

Io vorrei vedere se veramente Kliff rimanesse bloccato in mezzo a una parete se dopo 7-8 giorni che sta morendo di fame, col cellulare in mano, vorrei vedere se non chiama il soccorso. :roll:
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Messaggioda grizzly » mer gen 06, 2010 10:57 am

Per me è un discorso piuttosto ozioso. Mi sa un prodotto dalla vita imbozzolata e artificiale di città... che parla di libertà... :roll:
Perchè se si vuole veramente evitare di far correre dei pericoli ad altri, partiti per un soccorso, basta non mettersi nel pericolo, starsene seduto a sfogliare libri di fotografie di montagna e bon. Già solo un banale incidente sulle piste da sci potrebbe senz'altro innescare un potenziale pericolo per i soccorritori. O ancora sarebbe giusto soccorere una guida alpina che nel "pericolo" si va a cacciare per lavoro, sostanzialmente per portare altri a divertirsi con il pericolo... Qual'è la soglia del pericolo accettabile?
Tutte domande comunque oziose. Perchè di base il fatto che l'umanità abbia sviluppato quel carattere, cioè il soccorrere il prossimo in difficoltà, è dato dal fatto di trovarsi per millenni effettivamente nelle condizioni di usarlo... non di pseudo libera scelta del bozzolo artificiale moderno. Voler rifiutare quel carattere sarà forse una evoluzione... certo forse si, ma evoluzione di una umanità seduta sul sofà...
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Messaggioda grizzly » mer gen 06, 2010 12:14 pm

Aggiungo... il discorso, per me, è anche più complesso che non la ?scelta? tra la ?liberta? di poter dire non soccorretemi se voi dovete rischiare o il dire accetto anche a prezzo del vostro rischio.
In primo luogo perché anche il fatto stesso di poter andare in quel tipo di pericolo è già un prodotto del vivere sociale. E? una possibilità che si concretizza solo grazie al fatto di poter usufruire di migliaia e migliaia di ore del lavoro di altri uomini.
Da chi produce cibo, a chi produce vestiti, alle piccozze, ai ramponi, alle auto, ecc? ecc?
Già solo il fatto di accettare questo lavoro, incorporato in ogni oggetto che si utilizza, implica il fatto di avere accettato che qualcuno sia morto nel produrre una piccozza. O l?acciaio che la compone. Oppure accettare che ci siano dei lavoratori sottopagati, malnutriti, in una parola sfruttati, cinesi perché la giacchetta tennica che si indossa è stata prodotta là.
Quindi il vedere solo la punta dell?iceberg data dal pericolo dell?ultimo soccorritore senza vedere il resto dell?iceberg è quantomeno limitativo.
In secondo luogo perché, come dicevo, il carattere ?soccorrere il prossimo? è una carattere che l?umanità ha sviluppato (in senso darwiniano?) in migliaia di generazioni. Forse è inutile provare a decifrarne l?origine. Possiamo ipotizzare sia originato dal mutuo soccorso tra popolazioni di cacciatori, dove un elemento della comunità era molto importante (e la vera libertà era data dall?appartenere a una società? non, al contrario, poter astrarsi da questa, come si vorrebbe pretendere ora, in nome di una scelta individuale astratta e sostanzialmente finta) e un cacciatore andava senz?altro soccorso, anche a costo dell?incolumità degli altri, se nel corso di una battuta di caccia aveva un incidente.
Oppure possiamo prendere l?esempio delle comunità di raccoglitori, o delle prime società agricole.
Il discorso non cambia. Il tratto selezionato è un tratto umano. Che sia il prodotto di un non ben specifico istinto naturale genetico (casuale naturale) o il prodotto di uno stratificarsi (culturale) di comportamenti su migliaia di generazioni.
Ora è una dato, è un carattere umano che si può definire ?istintivo?.
Il volere rifiutare questo carattere, secondo me, implica sapere rispondere alla domanda: tu non soccorreresti, rischiando, nessun fino a che non saresti certo che il tizio nei guai non voglia essere soccorso?
Perché il tuo ?come si fa?? a trovare un modo di evitare un soccorso non voluto, deve rispondere prima a un cosa faresti, tu.
Non ti verrebbe ?spontaneo?, ma non per un generico altruismo più o meno eroico, ma proprio per una questione di carattere umano: partire a soccorrere. Diventa difficile evitare questa domanda. Credo. E in questo senso lo definivo ozioso.
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Messaggioda Kliff 62 » mer gen 06, 2010 12:23 pm

Si..è vero sono solo stanchevoli cazzate , però penso che ci abbiano fatto riflettere almeno un momento , Buona Befana a tutti. :D
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