Sul treno dell'indifferenza

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Sul treno dell'indifferenza

Messaggioda lamontagnadiluce » mer dic 30, 2009 17:36 pm

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Messaggioda Roberto » mer dic 30, 2009 17:42 pm

L' articolo non ha bisogno di commenti, chiaro e preciso racconta il nostro mondo, fatto di indifferenza e razzismo.
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Messaggioda Freeraf » mer dic 30, 2009 18:08 pm

una doppie dose di caxxo alla controllora e tutto si risolveva facilmente....
che vergogna...
...Maaa..se polo meter sot sgnapa???
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Messaggioda lamontagnadiluce » mer dic 30, 2009 18:17 pm

Tra gli altri commenti...
Io sto con il personale di bordo. Anche i disabili devono pagare, anche chi non ha le braccia. Perché non si è fatto accompagnare? Perché non ha fatto chiamare l'assistenza disabili? Ha voluto fare le cose da solo e si è dimenticato di pagare e giustamente è stato punito. Io credo che la controllora si sarebbe comportata allo stesso modo con chiunque. Certo che non va bene nulla: se è il marocchino con la faccia da delinquente allora il capotreno non basta mai, se è un disabile allora no, non si può toccare, è un poveraccio, siamo noi "normodotati" gli "oppressori". SUL TRENO CHIUNQUE PAGA IL PROPRIO BIGLIETTO, NON ESISTONO ECCEZIONI PER CHI LE BRACCIA NON LE HA. Il cafone è colui che ha impedito alla ragazza di svolgere il suo lavoro.


:roll:
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Messaggioda Roberto » mer dic 30, 2009 19:09 pm

Non mi la piglierei troppo con la controllora, tutti, a parte il giornalista, dimostrano un indifferenza, nel migliore dei casi, di ignavia, insopportabile per una società che si dice cristiana. I toni del personale, controllara o capotreno, possono essere maleducati, ma loro applicano un regolamento; mettere mano al portafoglio o manifestare chiaramente solidarietà al ragazzo, sarebbe stato il gesto minimo che ci si aspetterebbe da gente civile.
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Messaggioda superpjimmy » mer dic 30, 2009 19:12 pm

Antonio Gramsci - Indifferenti
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?Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L?indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L?indifferenza è il peso morto della storia. L?indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l?intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l?assenteismo e l?indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un?eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch?io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l?attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c?è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti?.

11 febbraio 1917

Secondo me calza a pennello...Sigh!
Jimmy
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Messaggioda Roberto » mer dic 30, 2009 22:06 pm

Pare che Shulim Vogelmann, l' autore dell' articolo, abbia un po romanzato la storia. E' vero si che la controllara è stata un po "sgradevole", ma poi si è trovata una soluzione, il capotreno è sceso ed ha fatto il biglietto per il ragazzo, senza sovrapprezzo, permettendgli poi di continuare il viaggio seduto nel vagone ristorante.
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