Ieri sera, alla prima ufficiale del film sul Gran Sasso, "Gran Sasso, la montagna che unisce", c' era tanta gente, la sala era piena ma ho notato la quasi totale mancana di gente del CAI e di appassionati di Gran Sasso.
Ormai posso dire di conoscere almeno di vista molti di quelli che condividono questa passione, che sono nati e cresciti alpinisticamente, escusionisticamente e scisticamente, al Gran Sasso. Quelli che c' erano erano tutti coinvolti, direttamente o indirettamente con la serata, gli altri dove erano?
Non nego che alcuni, sperduti nel mucchio c' erano, però mi aspettavo un' affluenza da "evento". Il Gran Sasso è la nostra montagna, senza Gran Sasso non ci sarebbe stato alpinismo dalle noste parti, la maggioranza di noi deve a quelle rocce la passione per la montagna.
Chissà, i romani sono distratti da tante cose, interessi, vedono gente, fanno cose ... in tante occasioni ho però sempre notato quasta assenza. Cosa che, in occasioni simili, ad altre "quote" non ho notato quasi mai.
Le uniche occasioni in cui ho visto affluenza compatta erano le serate di "Montagna in città", ormai defunta da anni per il ritiro dell' appoggio del comune di Roma. Li però c' era il richiamo dei bei nomi del jet-set alpinistico internazionale, il Gran Sasso, con i suoi piccoli protagonisti non smuove più i tanto gli appassionati di montagna della capitale.
Ma chi se ne importa, a me il Gran Sasso smuove e anche troppo, gli sono riconoscente per aver dato un senso alla mia sconclusionata inefficente e un po inutile vita, ed ogni occasione che ce per celebrarlo, lui e chi come me se ne è innamorato, non me la perdo.
Prossimamente ci saranno altre serate, una per la presentazione del libro sulla vita di Lino D'Angelo, una sul sul film di Sciamplicotti su Pasquale Iannetti. Inizieranno anche una serie di appuntamenti a Teramo sul tema, "Vite vissute in montagna".... finchè sarò in Italia no me ne perderà una.