da Larsèc » lun ago 10, 2009 15:23 pm
da asalalp » lun ago 10, 2009 16:59 pm
da ste_car » mer ago 12, 2009 15:00 pm
da Jo3 » dom ago 16, 2009 5:32 am
Larsèc ha scritto:Buongiorno a tutti.
Prima di tutto vorrei scusarmi se "appesto" il forum con una questione per i più di certo tediosa, però avrei piacere ad avere consigli da chi magari ha esperienza con i suddetti scarponi o semplicemente maggior consuetudine di me con questa tipologia di prodotto.
Premessa d'obbligo: uso da anni dei Meindl Himalaya ma da tempo si sono rivelati, seppur oggettivamente di ottima qualità, scarponi non adatti al mio piede assai magro e minuto soprattutto nella zona collo-caviglia: per intendersi, numero corretto, ma scarpone che non mi "tiene" il piede restituendo la sgradevole sensazione, soprattutto su terreni difficili, di "ballarci" un po' dentro.
Decido che è ora di cercare altro avendo ben presente gli utilizzi che ne faccio/farò: vie normali (soprattutto Dolomiti) di modeste o moderate difficoltà alpinistiche (almeno per ora), vie ferrate (se me le trovo sul cammino e non posso evitarle - non sono un fan del genere), trekking anche impegnativi sovente fuori traccia, occasionale uso di ramponi; le prospettive sono poi quelle di incrementare le competenza su roccia (e ghiaccio) in tempi possibilmente brevi.
Dopo diverse prove mi oriento verso i Nepal Trek Evo Gtx de La Sportiva: buon compromesso tra "ramponabilità" e leggerezza, robusti e in pelle, calzata estremamente avvolgente e precisa. Da notare che ho un po' la fissa dello scarpone in pelle e che ambirei a non avere dieci calzature, ognuna col suo terreno di utilizzo...
Li trovo solo da Sportler a Bolzano: misteri della distribuzione. Mi risolvo a prendere il 41,5. A casa, e per diversi giorni, provo gli scarponi con cura e attenzione e avvertendo una spiacevole sensazione di costrizione sull'avampiede dopo un po' che li calzo, torno da chi me li ha venduti a far presente il problema. Mi viene risposto che non conta nulla, lo scarpone un po' cederà, l'importante è la lunghezza e quello scelto è senza dubbio il mio numero perché il 42 è eccessivo. La seconda parte del ragionamento è incontestabile, la prima mi lascia perplesso ma decido di fidarmi di chi quello strumento lo vende e (almeno in teoria) dovrebbe conoscere. Prima uscita, un pianto: dopo un paio d'ore, tutto l'arco plantare ma soprattutto sotto l'avampiede, comincia a dolere. Decido di rientrare e di riprovare con un plantare più adeguato di quello fornito dall'azienda. Seconda uscita (con plantare), la discesa dal Sass Rigais si trasforma in una via crucis: come avere due sassi sotto l'attaccatura di alluce e mignolo di ciascun piede con dolore e affaticamento per me inusuali di tutto l'arco plantare.
Le questioni sono due.
a) Si tratta di normali problemi di rodaggio legati a scarponi rigidi? Può essere ma resto molto perplesso: fastidi e dolori di quell'entità dopo utilizzi non estremi mi paiono francamente eccessivi e mi porterebbero ad essere assai pessimista e a decretare semplicemente che quei pur eccellenti scarponi non si confanno al mio piede.
b) Come devo comportarmi con chi me li ha venduti? Certo, ora sono stati usati, ma resta il fatto che la possibile fonte di questo problema, l'avevo ravvisata e debitamente segnalata e solo dopo che dal negoziante è stata minimizzata e considerata innocua ho messo gli scarponi "su strada". Non mi pare un ragionamento fuori dal mondo, essendo andate così le cose, considerare il negoziante almeno parzialmente responsabile della cosa anche perché parliamo pur sempre di un prodotto assai particolare, uno strumento tecnico da 289 ?, non di un paio di infradito, che dovrebbe essere conosciuto prima di tutto da chi lo vende!
Ogni consiglio, parere, esperienza sono ben graditi. Solo, non datemi in troppi del pirla perché ho già abbondantemente provveduto da solo...
Scusate per la prolissità ma spero di essere stato così sufficientemente chiaro.
Grazie e buone montagne a tutti,
Michele.
da Larsèc » mar ago 18, 2009 16:57 pm
da Larsèc » mar ago 18, 2009 17:17 pm
ste_car ha scritto:sicuramente sono due scarpe ben differenti, sia come pianta che come costruzione a mio avviso.
il meindl ha pianta, in punta, molto più comoda, mentre il nepal in punta è molto più preciso. e già qui abbiamo parte del problema.
non è vero come dice il personaggio del negozio "che l'importante è la lunghezza (e basta magari) perchè poi cedono"... una scarpa del genere prima di cedere ce ne mette. non è mica una scarpetta da hiking.....
hai provato altre scarpe in negozio? o hai provato questa e l'hai presa e basta? in caso... mai mai da fare. sempre provare almeno due scarpe differenti, con tipologie del genere. provi una provi l'altra e capisci subito, o comunque, meglio se la scarpa fa per te o meno.
che il nepal possa non essere x il tuo piede... si è possibile, perchè no???
da Jo3 » mar ago 18, 2009 21:25 pm
Larsèc ha scritto:ste_car ha scritto:sicuramente sono due scarpe ben differenti, sia come pianta che come costruzione a mio avviso.
il meindl ha pianta, in punta, molto più comoda, mentre il nepal in punta è molto più preciso. e già qui abbiamo parte del problema.
non è vero come dice il personaggio del negozio "che l'importante è la lunghezza (e basta magari) perchè poi cedono"... una scarpa del genere prima di cedere ce ne mette. non è mica una scarpetta da hiking.....
hai provato altre scarpe in negozio? o hai provato questa e l'hai presa e basta? in caso... mai mai da fare. sempre provare almeno due scarpe differenti, con tipologie del genere. provi una provi l'altra e capisci subito, o comunque, meglio se la scarpa fa per te o meno.
che il nepal possa non essere x il tuo piede... si è possibile, perchè no???
La maggiore precisione in punta del Nepal e la sua forma più fasciante sono state caratteristiche che ho avvertito appena l'ho calzato e che ho trovato assai positive: una delle ragioni che mi ha fatto scartare in negozio il mezzo numero in più è stata la sensazione immediata di perdere con quello entrambi questi pregi.
Sul provare più scarponi contemporaneamente si apre secondo me un altro argomento spinoso. Ovviamente quelli non sono stati i soli scarponi da me provati, anzi, ma le varie prove non sono quasi mai avvenute contemporaneamente come invece converrebbe. Ho già detto che tra Reggio, Modena e Parma non c'era ombra di tutta quella serie de La Sportiva ma solo dei prodotti da ghiaccio/alta quota. Viceversa a Bolzano mancavano alcuni dei prodotti che avevo invece provato altrove, tipo un paio di modelli di Scarpa (Triolet se ben ricordo era uno), ed uno di Meindl e Gramont ad esempio. L'unico azzardo a Bolzano è stato scartare a priori Salewa: magari ingiustamente ma ho pensato minore esperienza nel settore=minore affidabilità. In sostanza è molto difficile fare scelte ponderate se non si ha la possibilità di provare, all'interno di una certa tipologia di prodotto, quattro o cinque modelli contemporaneamente.
Non pensate sarebbe anche il caso che le case prevedessero due diverse opzioni di larghezza di pianta su prodotti così particolari? Secondo me non sarebbe fuori di testa se si pensa che viene fatto regolarmente dalla Birkenstock per dei sandali!
da tommy~ » mer ago 19, 2009 10:14 am
Larsèc ha scritto:Buongiorno a tutti.
Prima di tutto vorrei scusarmi se "appesto" il forum con una questione per i più di certo tediosa, però avrei piacere ad avere consigli da chi magari ha esperienza con i suddetti scarponi o semplicemente maggior consuetudine di me con questa tipologia di prodotto.
Premessa d'obbligo: uso da anni dei Meindl Himalaya ma da tempo si sono rivelati, seppur oggettivamente di ottima qualità, scarponi non adatti al mio piede assai magro e minuto soprattutto nella zona collo-caviglia: per intendersi, numero corretto, ma scarpone che non mi "tiene" il piede restituendo la sgradevole sensazione, soprattutto su terreni difficili, di "ballarci" un po' dentro.
Decido che è ora di cercare altro avendo ben presente gli utilizzi che ne faccio/farò: vie normali (soprattutto Dolomiti) di modeste o moderate difficoltà alpinistiche (almeno per ora), vie ferrate (se me le trovo sul cammino e non posso evitarle - non sono un fan del genere), trekking anche impegnativi sovente fuori traccia, occasionale uso di ramponi; le prospettive sono poi quelle di incrementare le competenza su roccia (e ghiaccio) in tempi possibilmente brevi.
Dopo diverse prove mi oriento verso i Nepal Trek Evo Gtx de La Sportiva: buon compromesso tra "ramponabilità" e leggerezza, robusti e in pelle, calzata estremamente avvolgente e precisa. Da notare che ho un po' la fissa dello scarpone in pelle e che ambirei a non avere dieci calzature, ognuna col suo terreno di utilizzo...
Li trovo solo da Sportler a Bolzano: misteri della distribuzione. Mi risolvo a prendere il 41,5. A casa, e per diversi giorni, provo gli scarponi con cura e attenzione e avvertendo una spiacevole sensazione di costrizione sull'avampiede dopo un po' che li calzo, torno da chi me li ha venduti a far presente il problema. Mi viene risposto che non conta nulla, lo scarpone un po' cederà, l'importante è la lunghezza e quello scelto è senza dubbio il mio numero perché il 42 è eccessivo. La seconda parte del ragionamento è incontestabile, la prima mi lascia perplesso ma decido di fidarmi di chi quello strumento lo vende e (almeno in teoria) dovrebbe conoscere. Prima uscita, un pianto: dopo un paio d'ore, tutto l'arco plantare ma soprattutto sotto l'avampiede, comincia a dolere. Decido di rientrare e di riprovare con un plantare più adeguato di quello fornito dall'azienda. Seconda uscita (con plantare), la discesa dal Sass Rigais si trasforma in una via crucis: come avere due sassi sotto l'attaccatura di alluce e mignolo di ciascun piede con dolore e affaticamento per me inusuali di tutto l'arco plantare.
Le questioni sono due.
a) Si tratta di normali problemi di rodaggio legati a scarponi rigidi? Può essere ma resto molto perplesso: fastidi e dolori di quell'entità dopo utilizzi non estremi mi paiono francamente eccessivi e mi porterebbero ad essere assai pessimista e a decretare semplicemente che quei pur eccellenti scarponi non si confanno al mio piede.
b) Come devo comportarmi con chi me li ha venduti? Certo, ora sono stati usati, ma resta il fatto che la possibile fonte di questo problema, l'avevo ravvisata e debitamente segnalata e solo dopo che dal negoziante è stata minimizzata e considerata innocua ho messo gli scarponi "su strada". Non mi pare un ragionamento fuori dal mondo, essendo andate così le cose, considerare il negoziante almeno parzialmente responsabile della cosa anche perché parliamo pur sempre di un prodotto assai particolare, uno strumento tecnico da 289 ?, non di un paio di infradito, che dovrebbe essere conosciuto prima di tutto da chi lo vende!
Ogni consiglio, parere, esperienza sono ben graditi. Solo, non datemi in troppi del pirla perché ho già abbondantemente provveduto da solo...
Scusate per la prolissità ma spero di essere stato così sufficientemente chiaro.
Grazie e buone montagne a tutti,
Michele.
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