
È l?esser arte che ci viene-incontro, che si disvela per essere contemplata dall?interesserci dei musageti, così si dà, si cura nella sua futura-anteriorità-gìà-stata e sempre ontologicamente presentemente assente. Nel suo essere già-stata si getta nell?ontokronia anche quale ob-getto, gegenstand, contr-ada, fondale che si getta allo sguardo sempre di fronte quale gettanza della verità dell?interessere non contemplato dalla storia delle entità clonate della tecnè. Il werksein, la gettanza fondale della aletheia-interessere si dà e si cura da sé quale essere-opera o essere-gettatezza-dell?arte e si eventua sempre quale ontologia dell?evento-verità, aldilà di tutte le interpretazioni infinite o delle clonazioni riproducibili, giacchè nell?opera d?arte è all?opera o si getta, si dà, si cura l?evento della verità ontologica dell?interessere o dell?essere dell?aletheia o dell?essere-arte-della-verità-nella-physis. Anche quando gli dei fuggono della werksein e la werk-sein non è più una entità mondana ontoteologica o quando il musagete è abbandonato all?oblio dalla mondanità, anche allora la templata-werksein si dà alla conteplanza, giacché la sua destinanza si getta e si cura da sé, si eventua nella physis quale evento della verità ontologica. È la gestell della worksein che si dà e si cura e si getta da sé: l?istallarsi poeticamente nella radura della physis eventua l?evento della verità dell?esser-arte, ma discopre e dispiega anche la destinanza templata dell?aletheia dell?interessere: il werk-sein è la gestell dell?essere-nella-physis, è l?istallarsi della destinanza dell?evento della verità ontologica nella radura fondale ove l?interessere possa abitare poeticamente, anzi l?essere in opera lascia libertà d?essere all?arte, ma anche lascia libertà d?essere al mondo, lascia liberi gli dei di fuggire senza perdere la sua originalità, lascia libero il nihilismo della tecnica di clonarsi senza decostruirsi nella sua gestell, nella sua struttura ontologica, lascia libera alla mondanità il suo percorso e il suo tramonto, giacchè l?evento della sua libertà si getta e si cura quale libertà ontologica dell?essere-arte della verità-destinanza che si eventua nella physis per lasciare libera la physis di esserci anche quando gli dei fuggono e la tecnè si cura solo di klonare le entità mondane. Anche quando il werksein si sottrae per lasciare ampia libertà di dispiegamenti mondani delle entità epistemiche nella loro volontà di potenza imperativa, anche allora non fugge insieme agli dei ma abita dis-ascosto, assentemente presente l?esser-arte nella sua varietà d?essere-evento-della-verità quale aletheia della destinanza della libertà. Il suo essere dis-ascosto si eventua nel sottrarsi, il porsi aldilà, il gettarsi oltre il nihilismo della tecnè mondana, oltre il tramonto dei paradigmi epistemici ed ermeneutici per essere opera ontologica dell?interessere-nella-physis. Ma la werksein si eventua non solo nel fondale, nel grund quale setzen degli eventi .......