da federicopiazzon » ven giu 26, 2009 11:47 am
Mi scuso per l'OT reiterato...sono stato via!
Rutto ha una concezione post '80 dell'alpinismo, molto diversa, forse opposta alla mia.
L'Alpinismo è fatto da 2 componenti: la Montagna e l'Uomo, se la prima è oggettiva la seconda è personalissima così piena di contraddizzioni e sfumature che l'Alpinismo cambia di continuo, pur rimanendo sempre la stessa la Montagna.
Per Rutto è attività ludica...così era ed è per molti dal nuovo mattino in poi..dice che uno dei simboli dell'Alpinismo, ne ha condizionato la storia in negativo perchè 30 anni prima la pensava in maniera diametralmente opposta e non avrebbe sopportato pensare che i suoi amici erano mancati in un assurdo gioco con la Morte. La visione di Rutto negli anni ha portato prima una spinta (per me positiva) nella ricerca del grado e nella definizione di "regole" , ma ora esaurito lo slancio corrode l'alpinismo nei suoi fondamenti porta ad asserzioni come quella citata..
Questo genere di pensiero era nato come "contrapposizione" era un idea adatta a un ristretto circolo di "eletti", di persone con capacità superiori che volevano smitizzare per togliere i freni, liberare la forza che rimaneva repressa negli scalatori per la chiusura mentale che generava il confronto con il passato, per loro serviva una sorta di oblio nietzscano per entrare nel futuro.
Negli anni la corrente è diventata quasi il modello di pensiero dominante ma diventando dominio ei più ne sono stati epurati i tratti più duri: era una via dura da seguire, ma resa scevra delle sue regole ferree e del suo lato terribilmente pericoloso ciò che ne rimaneva si vendeva facile, era tranquillo e piacevole, non troppo impegnativo, edonistico al punto giusto per i nostri tempi...
L'Alpinismo nasce da qualcosa di atavico, una miscela di sensazioni pensieri ed emozioni diverse per ognuno...ma che risiedono nel corpo latenti dalla nascita, il germe lo senti lavorare nel mezzo del torace e giù per lo stomaco...non sai se sarà lui a guidare te o sei tu che lo lasci lavorare a questo scopo.E' una lotta ma c'è un amore profondo, c'è un bisogno...c'è un senso estetico, una ricerca della perfezione della linea, della purezza degli elementi...
cit:"ora nei nostri cuori urge il desiderio di salire"
PS
Il Torre l'hanno salito Tony Egger e Cesare Maestri, 50 anni fa, quando gli altri non erano capaci, per Volontà spirito di sacrificio e abnegazione, sopportazione della sofferenza e profonda amicizia, Tony è morto in discesa, Cesare ha fatto entrare quel pezzo di mondo e di vita a fondo nel suo cuore, forse troppo.
A queste cose credo, non per eccesso di miticizzazione, non perchè così recitarono i giornali,ci credo perchè me le ha raccontate un vecchio dalla forza straordinaria, dagli occhi dolci e puri,dalla volontà ferma e il cuore grande.
HASTA LA CUMBRE SIEMPRE!
daghe a lo spit!!!!!!!!