Memorizzazione dei passaggi

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Memorizzazione dei passaggi

Messaggioda Ice77 » gio apr 30, 2009 11:35 am

Voglio porvi una questione che mi è balenata per la testa ma che magari è già stata discussa anche se io non ne ho trovato traccia.
Spero non sia un argomento banale o superato.
La mia situazione è questa:
Arrampico da non molto tempo ed in modo assolutamente autodidatta e quindi ad oggi mi trovo a ravanare sul quinto grado con i soliti problemi del neofita compresa la paura di volare che a volte mi blocca e quando non lo fa, comunque sento che mi limita molto.
In questo perido sto partecipando per la prima volta ad un corso che comunque comincia a darmi qualche soddisfazione.
Per ora mi accorgo che abbiamo seguito pari pari il metodo Caruso (triangolo, laterale, incrocio ecc.ecc.).

L'esecuzione del singolo movimento mi sta convincendo e noto un effettivo risparmio di energia, però quando si affronta un tiro anche semplice vado in confusione e ritorno ad arrampicare alla carlona.

Mi chiedo se può servire, almeno nella fase iniziale, una memorizzazione dei passaggi e cioè imparare a memoria una serie di situazioni ed il modo in cui se ne esce, per esempio:

caso 1
- piedi con buoni appoggi alla stessa altezza
- presa buona al entro
- prossima presa buona in alto a destra
= progressione a triangolo

caso 2

caso 3

e così via.

Vi pare na strunzata.......?

thanks
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Messaggioda Omselvadegh » gio apr 30, 2009 11:45 am

io memorizzo solo i passaggi morfologici, cioè quelli che mi rendono difficiel la lettura del tiro...

ma non è sempre così....poi dipende dal fumo e dall'alcool che gira.... :lol:
SE NON TI PIACE INCASTRARE CHE c***o VIVI A FARE?
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Messaggioda federicopiazzon » gio apr 30, 2009 15:18 pm

La questione che poni è tutt'altro che sbagliata!!

Il metodo Caruso non fa altro che dare una "libreria" di movimenti buoni e movimenti cattivi e suggerire(ma la scelta è personale!!) come scegliere tra quelli "buoni" quello più opportuno..

La capacità di lettura non dipende dal sapersi muovere su roccia(o plastica) almeno non SOLAMENTE ed è comunque un'abilità che viene successivamente all'imparare a sapersi muovere in verticale punto.

Per imparare a scalare, o meglio imparare a muoversi, è essenziale separare un problema dall'altro, quindi fare e rifare gli stessi tiri cercando di migliorare.

La capacità di leggere un tiro, da terra o da un buon punto di riposo naturale, verrà con il tempo e andrà comunque anch'essa allenata, questa volta provando tiri a vista di grado congruo magari su rocce differenti e in stili diversi.. ma la tecnica pura quella si allena su un tiro che sai già come fare.

Ora ti stanno insegnando la progressione di base con tutte le varianti, il triangolo, i bilanciamenti, il laterale,ecc quando scali probabilmente pensi "adesso porto dentro il bacino" o "mi giro e mi allungo senza piegare il braccio" ecc, BENE, vuol dire che stai impegnandoti ad imparare, poi verrà il momento in cui quei movimenti entrano in sequenza, senza mediazione di pensiero, NATURALI,LI HAI INTERIORIZZATI,come camminare o correre, non pensi certo a spostare il baricentro da un piede all'altro!!?
Allora non penserai più a COME FARE laterali e bilanciamenti, ma di un tiro guarderai dove sono le prese e deciderai se affrontarlo in un modo o nell'altro.
Insomma è un imparare più profondo che ad esempio a scuola, impari per fare tuo profondamente fino a "dimenticare di sapere".
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Messaggioda L'avvoltoio » gio apr 30, 2009 15:36 pm

Riflessione intelligente sulla quale sono basati anche alcuni allenamenti innovativi (qualche anno fa) basati sul system training. Se fai una ricerca in rete trovi diverso materiale (quasi tutto in inglese) altrimenti in italiano trovi qualcosa sparso su fuorivia.

Il problema è crearti un repertorio da "neofito", prova a vedere sul sito jollypower, tra i vari esercizi proposti ce ne sono alcuni basati proprio sul movimento al pannello.
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Messaggioda federicopiazzon » gio apr 30, 2009 19:34 pm

L'avvoltoio ha scritto:"neofito"


8O :roll: :? :roll: :roll:


.... :twisted:




:lol: !
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Messaggioda Ciorte » ven mag 01, 2009 9:43 am

Purtroppo, cosa che ti avranno già detto, ci vuole tempo, adesso impari gli schemi motori, che prima o poi ti verranno automatici, ma è proprio l'automatizzazione e la spontaneità la chiave, xkè ogni passaggio ha sue particolarità sfumature diverse e di conseguenza anche il gesto potrà e dovrà cambiare.

HO NOTATO GROSSI MIGLIORAMENTI DI INTELLIGENZA MOTORIA E TECNICA NEI PRINCIPIANTI CHE ARRAMPICAVANO SUL MURO BOULDER ASSISTITI, cioè io o altre persone di vecchio corso gli spiegavamo perchè erano in disequilibrio, come si può valorizzare un laterale, pur non avendo un piede comodo all'esterno ecc........

IL BOULDER INOLTRE INSEGNA POSIZIONI INSOLITE, SPESSO I PIEDI A DISPOSIZIONE SONO POCHI E IMPARI A SFRUTTARE CIò CHE HAI CON METODI SEMPRE NUOVI, i tiri facili ti servono come campo di prova, di applicazione, ma difficilmente imparerai molti schemi motori arrampicando su 5a o 6a, si, quelli di base, ma al primo tettino da suprare, ala prima tallonata o al primo passaggio più duro, il cervello esibisce il game over.

IL PRINCIPIO FONDAMENTALE è: DEVO AVER GIà FATTO UN PASSAGGIO SIMILE, MI SONO GIà TROVATO IN "QUELLA" SITUAZIONE E SO COME USCIRNE. Ma allo stesso tempo bisogna pensare che sicuramente, per quanto simile il passaggio offre altre opportunità, magari più economiche, è IMPORTANTE riflettere sul xkè il passaggio non riesce, dove si sbaglia, e bello e utile sarebbe avere chi ti può suggerire la riflessione, magari senza dire metti il piede li punto e basta, ma spiegare xkè.
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Messaggioda ettore » gio mag 14, 2009 15:24 pm

per CIORTE:

io del boulder so poco niente, ma un ragazzo che lo pratica a buon livello (e fa solo quello) me ne ha spiegato i principi, sottolinandone la completa diversità tecnica di quelli di un'arrampicata "da parete" (sportiva o alpinistica che sia). per chiarire:

a differenza del'arrampicata (movimenti umani intendo, niente robe estreme) in cui il baricentro bisogna cercare di farlo cadere tra i due piedi (arto principale nella spinta verso l'alto) usando le mani per avere un saldo equilibrio nella progressione, nel boulder, mi ha detto, capita molto più spesso che entrambe le mani sono occupate (con svasi o pinzate), un piede spinge per permettere il movimento, mentre un piede è in appoggio/aderenza per l'equilibrio...insomma le funzioni degli arti e il trangolo del baricentro sono invertiti!

io il boulder lo uso per potenziare braccia e mani, mentre per la tecnica ed il movimento preferisco la falesia!
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Messaggioda gug » lun mag 18, 2009 13:14 pm

Io direi che le differenze che tu citi non dipendono tanto dalla differenza fra arrampicata con corda e boulder, bensì fra l'arrampicata su parte verticale o appoggiata e quella su parete strapiombante.
In questo secondo caso, anche in arrampicata con corda, il baricentro non può stare sulla verticale dei piedi ed è per questo che la progressione fondamentale non si può utilizzare e si passa a quella a triangolo o a quella in laterale.
Nel boulder la maggior parte dei passaggi avvengono in strapiombo e perciò questa è la regola.

Eventualmente la differenza del boulder è che rispetto all'arrampicata in parete si trovano e si utilizzano molti svasi che sono i bordi del masso, e che in parete sono meno frequenti, e che spesso si utilizzano coi piedi in trazione (=tallonaggi)
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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