

Era dall?estate del 2006 che dopo un tentativo fallito, per aver sbagliato l?attacco della Paolo Armando (Gogna) alla Terza pala, aperta nel 1972 dalla fortissima cordata composta da Gogna, Anghileri, Lanfranchi e Ravà, ogni volta che passavo in valle il mio occhio si soffermava su questo missile per capire dove avevo sbagliato, ma soprattutto se avrei avuto la fortuna di ritornarci con più determinazione. Mi attirava tantissimo questa linea che tagliava in due la parete, ma intanto anche il 2007 passò?
A volte o quasi spesso, nel mio caso trovo difficoltà reperire compagni durante la settimana e comunque disposti a star via più notti, tanto che anche per questa stagione, non mi rimaneva che tenerla ?nel cassetto??per lo più, che questo fine settimana cambiano l?ora e le cose si sarebbero complicate un pochino.
Mercoledì della settimana scorsa la svolta, alzo il telefono e ricevo la fatidica proposta che mi sarei aspettato da un pezzo: domenica e lunedì andiamo in terza a fare la Gogna? Con te saremmo in tre? Azz?!!Domenica e lunedì le previsioni danno tempo splendito, ma lunedì lavoro dico?Rispondo: ti richiamo dopo, faccio una telefonata e vedo cosa posso fare. Da li a poco prendo la cornetta e chiamo.
Driiiiinnn?Chi xe! So Beppe?a che ora ci troviamo e dove?? Evvai!!! Riesco ad aver il lunedì e così sabato sera, ci ritroviamo immancabilmente in Lucanovalley a dormire.
Domenica, solita levataccia, sveglia alle 4 e su come ?camorz? fino alla cengia ?Trevisana?. Durante l?avvicinamento continuavo a ripetermi: non posso sbagliare anche adesso e ogni tanto, vuoi per la voglia di attaccare prima possibile, vuoi che mi immergevo nei miei pensieri, che il piedino accelerava inconsapevolmente, con le giuste imprecazioni del terzo socio?che inseguiva ?ansimando?.
Questa volta, tutto fila liscio, indico ai compagni dove avevo bivaccato sulla cengia e attaccato erroneamente, continuiamo sull?esile cengia verso il centro della parete, sotto la verticale della grande macchia gialla, qualche passo expò, ma nulla di che e in tre ore arriviamo alla grotta.
Il tempo di tirare il fiato, che alle 8, come da programma partiamo. Siamo già abbagliati dal primo sole e la cosa ci preoccupa un po?, visto che fino alla cima ci dividono 900 metri e i tre litri d?acqua bisogna farli bastare?
I primi nove tiri, non si rivelano molto divertenti, anzì, direi molto faticosi, con passaggi verticali tra mughi e quarti gradi. Dopo un lungo traverso tra mughi, le cose cambiano la via inizia ad incazzarsi seriamente?e sarà così quasi fino in cima?La relazione è molto precisa, ma bisogna soffermarsi attentamente a leggere lettera dopo lettera per non sbagliare.
Scaliamo altri tre tiri molto impegnativi su roccia super e alle 15.30 arriviamo alla grotta dove i primi salitori avevano bivaccato, ma più che una grotta ci sembrava un Hotel a quattro stelle tanto era comodo. Ci diciamo: è presto e siamo troppo bassi per bivaccare, pertanto affrontiamo il tiro chiave della via che aprì Aldo Anghileri, 38 metri di A1 e A2 con qualche passo in libera impegnativo. Tocca ad Alessandro questo tiro, che ci porterà via una bella oretta e mezza?guardiamo l?orologio e sono già le 17.30, è tardi per continuare e rischiare un bivacco seduti o appesi chissà dove. Facciamo un breve ?summit? e decidiamo di lasciare le fisse e ridiscendere alla grotta per bivaccare, che si rivelerà poi la scelta azzeccata.
Finalmente un bivacco senza sassi che ti massacrano la schiena?e alle sette, le ultime luci ci fanno sprofondare nel sonno più assoluto, 12 ore di sonno?nà pacchia?
Lunedì mattina ore 7.30 con le prime luci, ancora belli duri, risaliamo a mò di ?bradipo? le fisse, dovrebbero mancare ancora 10 tiri per raggiungere la spalla, poi da li con altri 100 m facili si raggiungere la cima. Non possiamo uscire dopo le 14, si rischierebbe un altro bivacco?
Arriviamo al traverso che fece Gogna con gli scarponi, dove troviamo uno spezzone di corda ormai tutta sfilacciata (tentativo verticale??), che si rivelerà veramente delicato su roccia compatta ma con un grip super. Dopo averlo percorso, ci guardiamo tutti e tre dicendo: ?ostimadonne!!!? stracomplimenti al Signor Gogna con gli scarponi nel 72?
Si alternano ancora tiri faticosi su fessura/camino, poi finalmente alle 13 sbuchiamo sulla spalla, da dove saliamo gli ultimi 100 metri di terzo fino in cima. Sotto di noi, 1500 metri ci dividono dalla buia Valle di San Lucano, esterniamo tutta la gioia possibile alternando momenti di silenzio ad ammirare il paradiso attorno a noi?uno spettacolo unico, non c?è una nuvola all?orizzonte, l?Agner che ci ha fatto compagnia per due giorni di scalata, sembra complimentarsi, poi la Marmolada, il Sass dela Crusc, la Su Alto, insomma, in quel momento non si poteva chiedere di più?
Ora però non è finita, ci rimane la discesa?le Creste di Milarepa (che conosco bene) per raggiungere lo Spiz, non sono da sottovalutare, aggiungi anche il verglass e il gioco è fatto, si deve andare e basta?In meno di un?ora siamo in cima allo Spiz di Lagunaz, ora giù di doppie, la sete inizia a dilaniarci, l?acqua è terminata da un bel pezzo e vediamo i ?sorci verdi??Ci rimane ancora l?ultima fatica di risalire i 200 metri della Torre di Lagunaz, tra l?altro sotto un sole ancora cocente, poi diciamo che è finita?
Costeggiamo il Monte San Lucano per raggiungere il Van de le Pite con le ultime luci e poi giù a Prà di mezzo, dove il buon Ettore De Biasio ci aspettava ansioso di complimentarsi dopo averci sbinoccolati?
Un grazie ad Ale e ?.per l?ottima compagnia e complimenti a Gogna & Co. per averci regalato un vione del genere
Ciao
B.
Ps. Scusate se sono stato troppo prolisso?
Tracciato
Decimo tiro
Relax prim del quattordicesimo tiro di A2
Grotta del bivacco
Alba verso il Piz de la Lastia e i Pizzet
Traverso del diciottesimo tiro
ventunesimo tiro
Verso la Su Alto
Verso le Creste di Milarepa e lo Spiz di Lagunaz