Esistono gruppi montuosi difficili da percorrere in ogni loro sentiero. I Monti del sole appartengono a questa minoranza e rimangono il gruppo più aspro delle dolomiti. Si svelano nella loro bellezza se si guardano con attenzione da Agordo, o dalla val cordevole, da dove si possono vedere le bianche pareti dei feruch e della torre del Mont alt. L'itinerario qui descritto raggiunge la cima est dei Feruch, lungo un tracciato estremamente lungo e faticoso, pur con difficoltà alpinistiche modeste. Data la presenza delle resistentissime zecche (ne abbiamo contate 50 a fine settembre), data la lunghezza, gli accidenti del terreno, i continui saliscendi, i passaggi esposti, le difficoltà alpinistiche, l'itinerario è consigliabile solo a chi è realmente affascinato e motivato nel raggiungere questa cima. Si parte da Gena bassa, sul lago del mis, giungendo dopo mezzora a gena alta per stradina asfaltata. Qui, nei pressi di una fontana, inizia il sentiero che porta al bivacco Valdo. Lo si raggiunge dopo almeno 3 ore di cammino, oltrepassando il bivo per il zimon de gena e quello per forcella Zana, con saliscendi e roccette, oltre a un breve canalino umido ed attrezzato. Appena sotto al bivacco Valdo, saggiamente mimetizzato nel bosco, ci si immette nel van della borala, circondato dall'omonima cima, dalla cima Larga,
dalla torre dei Feruch, e dal Tornon. Proprio a metà parete del tornon passa una cengia che si percorre non senza passaggi esposti e friabili (anora qualche franamento e in un punto sarà indispensabile assicurarsi ai mughi).
Si continua lungo il sentiero segnalato, superando anche un passaggio molto esposto, meglio se affrontato a carponi. Si salgono ancora placche inclinate e compatte, un pò esposte, giungendo infine sotto alla parete della cima est, ormai non lontani dalla agognata forcella dei Pom e in vista della grande parete della cima Bus del diaol
Per prati ripidi e altre roccette si giunge appena sotto a forcella dei Pom, piegando a sinistra verso il canalone che divide in due la cima Est dei Feuch.
Lo si raggiunge per ghiaie, e lo si risale superando passaggi di 2° grado e un tratto di 3°. Noi siamo andati troppo a sinistra e ci siamo trovati di fronte a tre chiodi di sosta e a uno breve strapiombo molto impegnativo (6°), ma tenendosi più a destra le difficoltà sono certamente non superiori al 3°. In breve si giunge a una forcellina e quindi, con gli ultimi emozionanti metri, verso sinitra, finalmente in cima. Da qui è evidente la complessa morfologia dei feruch, in particolare è interessante la lunga cresta fino alla cima della Borala. La discesa, snervante, è lungo la via di salita, con una calata di 10 metri nel salto del canalone (cordoni e chiodi presenti). Contare almeno 5 ore per la salita e 4 per la discesa,sempre con un occhio alle zecche, piccole ma utili ed efficaci custodi di questi luoghi stupendi e per ora ancora salvi dalla valorizzazione.
ADDRUGOOOOOO... altre foto sono qui: http://albertagort.blogspot.com/
che adesso sto tremilamesi a ridurle tutte

