Paura post-caduta

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda romina83 » ven giu 20, 2008 15:24 pm

Gigi64 ha scritto:Sai Romina che mi fai venire in mente le primissime esperienze in MTB... Ci sono discese che prima di affrontarle hai una sensazione non molto lontana da quella che provi quando devi fare un tiro nel quale le probabilità di cadere non sono molto... remote!!! 8O :D


Eh, quanto hai ragione!io addiruttura a volte immagino la scena della caduta (andrò a spiaccicarmi sull'albero, sul pietrone li vicino, in mezzo al cespuglio che tutto sommato non sarebbe male......)mentre sto cercando disperatamente di tener dritta la bici che va per i cavoli suoi animata quasi da vita propria 8O ....poi il più delle volte va tutto liscio, però il cuore in gola e i brividi a pelle di quei momenti sono indimenticabili nel bene e nel male!!alla fine fanno parte del gioco se vuoi metterti un pochino alla prova no? :wink:
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Messaggioda lavaleria°__° » ven ago 01, 2008 14:02 pm

spiderpinettis ha scritto:Per me la peggiore è stata la prima.
Non sono caduto molte volte, anzi credo poche e senza mai grosse conseguenze per fortuna.
Ma la prima volta non l'ho scordata.
Diciamo che da allora so che si cade, prima lo potevo solo immaginare :oops:



............. :? :? :? :? :?

ho tanta paura di quel momento
che so arriverà anche per me è inevitabile
ho appena iniziato ad andare da prima...
e questi pensieri mi si presentano in parete
io per ora parlo di falesia..perchè ho iniziato da poco ..quindi per ora parlo per la mia piccola esperienza di persona che arrampica da 5 mesi..e mi riconosco in tante cose dette qui
molte delle quali potevo solo immaginarle quando andavo su solo da seconda e si sono materializzate e si fanno sentire ora che vado da prima
....

io ad esempio sento dei "giorni" che proprio non va
giorni in cui ho paura anche su un 4a che conosco benissimo
giorni in cui guardo solo quanto manca alla prossima protezione e mi dimentico del resto
è non è bello
però ho visto che se mi sforzo e mi concentro passa
però non devo ignorare la voce che mi dice che non è giornata...perchè devo prendere coscienza del fatto che ho poca fiducia in me in quel momento..e ciò può distrarmi..o farmi impanicare
è quello il problema (psicologia applicata allo sport come dicevate)

e anche leggere la storia di Raven (ti ammiro da matti..anche se non ti conosco di persona oops: oops: oops: )...beh mi fa pensare...

per i voli....beh questa parola mi fa paura..anche se quoto Scott
in pieno...va gestito come parte della cosa..non come conseguenza di un errore...poi vabbè..c'è l'errore e la fatalità....
ma so che succederà :smt120 :roll:
solo che se ci penso mentre sono su diventa una lotta per mantenere l'autocontrollo e allora rischi di farti più male da solo che altro :smt120
fin'ora resettando e respirando a fondo sono sempre riuscita ad andare avanti...ma so che succederà..........


:? :oops:
ma sono cose che avete già detto

questo topic è uno sei più belli che io abbia letto

grazie gigi :D
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Messaggioda Elisetta » ven ago 01, 2008 21:25 pm

Io ho fatto un bel volone a Erto un mesetto fa su un 6a mentre salivo da prima... è stato il primo volo fatto bene perchè ho sempre volato in palestra per abituarmi alla "scossa"... diciamo che sono volata bene quindi mi è piaciuto anche non poco :)
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Messaggioda lavaleria°__° » sab ago 02, 2008 17:06 pm

Elisetta ha scritto:Io ho fatto un bel volone a Erto un mesetto fa su un 6a mentre salivo da prima... è stato il primo volo fatto bene perchè ho sempre volato in palestra per abituarmi alla "scossa"... diciamo che sono volata bene quindi mi è piaciuto anche non poco :)


eh io non li ho mai provati i voli ....forse per questo li temo

per dire oggi..boluder
terrore di cadere male e di non saper cadere...daccordo che è diverso slegati..però...
terrore puro...

:?
elisetta quando vai a Erto fai un fischio!!!!!
(però io il 6a da prima...non lo combino.....) :roll: :wink:
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Messaggioda Elisetta » sab ago 02, 2008 20:07 pm

Ops.... c'ero oggi a Erto :o
Ma fea un caldo boiaaaa infatti dopo ci siam tuffati in Piave a fare il bagnetto 8)
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Messaggioda lavaleria°__° » dom ago 03, 2008 19:26 pm

ee immagino è una griglia per le salsicce erto con sto caldo


beh tornando ai voli....... oggi io mi son lanciata con lo spit altezza caviglie perchè non mi tenevo più



non è andata poi male :wink: :roll:
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Messaggioda Gigi64 » mer ago 06, 2008 12:05 pm

lavaleria°__° ha scritto:ee immagino è una griglia per le salsicce erto con sto caldo


beh tornando ai voli....... oggi io mi son lanciata con lo spit altezza caviglie perchè non mi tenevo più



non è andata poi male :wink: :roll:


Quoto questo post, ma mi riferisco anche a quello precedente in cui mi ringrazi...

Grazie a te Valeria per quanto hai scritto. :)
Questo è un forum dove c'è anche molta gente che si approccia a questa bella attività, e le testimonianze dei progressi che tutti facciamo, al di là del nostro livello, invoglieranno sicuramente molti di loro a tenere duro e cercare di migliorare, perchè così facendo le soddisfazioni poi arrivano! :)

Io come ho già scritto sono in quella fase dove riesco a superare bene la paura di cadere se valuto la caduta non pericolosa, anche se lunga. Viceversa delle cadute che possano far arrivare a terra, su baselli, cengie, ecc, ecc, mi fanno spesso molta paura. Poi come ho già detto anche lì dipende dalla difficoltà, se è ben alla mia portata vado, se devo fare un passaggio pericoloso al mio limite o lo lascio stare o prima lo provo con la corda dall'alto (o da secondo, o magari moschettonando "in qualche modo" lo spit successivo se ce n'è la possibilità).

Una cosa che ho migliorato notevolmente è invece la capacità di non perdere la concentrazione quando mi trovo in una situazione di un moschettonaggio precario. Prima a volte mi capitava di accorgermi che facevo moschettonaggi al limite della caduta perchè pensavo solo a quello, spinto e accecato dalla paura di cadere. Poi magari una volta moschettonato e messomi in sicurezza, e perciò più rilassato, mi accorgevo che spostando di poco i piedi o riposizionandomi avrei avuto una posizione molto più agevole e meno faticosa...

Ad esempio a volte trovi una posizione idonea per moschettonare, però poi devi cambiarla riposizionandoti per far passare la corda, se però non ragioni su questo cerchi di fare tutto dalla stessa posizione, magari tremando e cercando di fare il più in fretta possibile...

Ultimamente riesco a gestire molto meglio queste situazioni, e ne ha avuto un buon beneficio la mia sensazione di sicurezza nell'arrampicata! ;)

So che chi arrampica da molto tempo queste cose le troverà banali e scontate, ma spesso così non sono per chi ha meno esperienza...
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Messaggioda Gigi64 » lun set 29, 2008 15:40 pm

Vabè gente, ho chiuso il conto!

O meglio, ho chiuso il tiro! (quello di cui parlo nel primo post)

Di seguito racconto questa storia, per chi ha voglia di leggere ovviamente... :) (o meglio... di leggere tanto!!! :D )

Per alcuni mesi si scala a fatica in questa falesia essendo molto calda. In questi ultimi tempi l'aria è più fresca e sto riiniziando a frequentarla, e così ho pensato di togliermi questo... sassolino dalla scarpa! :mrgreen:

Beh, ero convinto di poterlo fare come tiro, tecnicamente e come forza intendo, ma non mi vergogno a dire che quel passaggio dove sono caduto mi provocava una paura irrazionale. Quando ci pensavo non riuscivo a scacciare l'immagine di una caduta su quella pancia di concrezioni taglienti...
Avrei affrontato molti altri tiri di quella falesia di grado simile o superiore con molta meno paura...

Ho deciso che avrei dovuto affrontarlo con il cuore, ovvero con la passione e il gusto per la sfida, ma anche con il cervello, per capire "come" farlo nel miglior modo possibile e perciò renderlo meno pauroso, con la sola forza si fa ben poco...
Come diceva quella pubblicità di quella marca di pneumatici? ;)

Il primo giro che ho fatto è stato un incubo. Sono partito con tantissima paura, penso la peggiore paura (a livello si paura anticipatoria) mai provata da quando scalo. Cercavo di concentrarmi sui singoli passaggi, anche su quelli più facili per risparmiare energie per quelli più difficili, ma ero troppo teso, continuavo a pensare quasi esclusivamente a quando sarei arrivato a "quel passaggio"! Mi sono appeso un sacco di volte...
Più volte mi sono chiesto perchè mi intestardivo con quel tiro. Con tutti gli altri tiri che ci sono in quella falesia, chi me lo faceva fare... non è che mi pagavano...
Ma dentro di me sapevo che se avessi vinto quella sfida avrei fatto un passo importante per me stesso, un passo che altri tiri, anche di grado più alto, non avrebbero potuto farmi fare. E non parlo solo di arrampicata...
Forse che noi scalatori in fondo altro non siamo che cacciatori di forza?

Perciò sono andato avanti.

Quella volta non è andata bene, ma sono arrivato in catena, e mi sono studiato il passaggio incriminato... Era meno lungo di come me lo ricordavo, la paura me lo aveva ingigantito da quel punto di vista, ma la stessa cosa non valeva per le concrezioni, molto taglienti... :(

Quel tiro incominciava a diventare un'ossessione, ci pensavo diverse volte durante la giornata, alla sera, le notti precedenti ai tentativi ho dormito male. Ogni volta che ci pensavo mi ri-immaginavo i passaggi, sentivo le mani sudate, il cuore accellerare, mi sembrava di sentire la roccia sotto alle mani... quasi non riuscivo a pensare ad altro.

Il terzo giorno di tentativi mi sono fatto un giro su un quinto per riscaldarmi, scalando da cani!
Ho fatto un primo giro sul "mio tiro", continuando a scalare da cani, ma... mi è servito per capire ancora meglio come fare quel passaggio sulla pancia di concrezioni e quello sottostante piuttosto faticoso.

Dopo il turno su altri tiri dei due miei soci (eravamo in tre) toccava di nuovo a me.
Ero fiducioso, e la paura era stata in buona parte accantonata dalla conoscenza dei singoli passaggi, ma... era sempre un bel ingaggio!!!

Mi sono fatto il nodo, ho messo le scarpette curando di non metterle sulla terra, ho stretto il casco, allargato bene il sacchetto della magnesite...
Poi ho appoggiato le mani sulla roccia, ho chiuso gli occhi...
Mi sono concentrato sulle sensazioni che mi dava la roccia sotto alle mani, ho iniziato a concentrarmi sul mio respiro, poi sul mio corpo, sulle mie braccia. Esistevo solo io e la roccia...

A quel punto ho aperto gli occhi e ho guardato verso l'alto. Ho fatto un respiro profondo, con l'addome, poi ho detto al mio socio "vado".

I movimenti erano perfetti, curavo di scaricare la maggior parte della fatica sulle gambe, stringevo le prese non un grammo di più di quanto serviva, il ritmo del mio respiro era regolare, stando volontariamente ad un ritmo leggermente superiore a quanto richiesto dal mio organismo, la concentrazione massima...

Al primo passo chiave una piccola sbavatura, ho mancato al primo colpo una pinzata in una posizione tecnica ma molto faticosa, non avrei avuto le energie per altri due tentativi, lo sapevo, perciò me ne rimaneva uno. Mi sono concentrato sulla posizione dei piedi e ho preso la pinzata... Ho spostato un piede e cambiato posizione, ho preso una cosa buona e via verso l'alto, verso un buon punto di riposo intermedio.

Tornando sul facile ho ripreso il giusto ritmo nei movimenti e non ho sbagliato più ne una presa ne un appoggio.
Sul punto di riposo ho continuato a respirare rumorosamente per ossigenare bene il mio sangue, però con respiri molto profondi e addominali. Ho chiuso gli occhi, mi sono distolto per un attimo dal contesto in cui ero e ho rivolto l'attenzione dentro di me. Ho sghisato bene gli avambracci.
Quando li ho sentiti abbastanza riposati ed efficienti ho deciso di ripartire, il tempo di riposo deve essere abbastanza lungo per recuperare forza, ma non troppo per non rischiare di perdere lo stato di concentrazione ottimale.
Mi sono ripassato mentalmente la parte successiva, mi sono riconcentrato sul mio respiro, ho aperto gli occhi e ho detto al mio socio "riparto".

A quel punto o andavo o cadevo, ma... ero determinato, e alla caduta non ci pensavo proprio. Non per paura, ma perchè ero convinto di farcela, perchè "ci credevo", credevo in me stesso...

La prima rinviata è stata facile. Il passo successivo poteva essere molto faticoso, perciò l'ho fatto dinamicamente, senza tentennamenti.
Penultima rinviata e poi... il "mio passo"!
Un movimento tecnico su quelle concrezioni mi ha scaricato tantissima fatica e mi ha permesso di prendere una buona presa nella sua parte migliore. Ho riposizionato i piedi per scaricare il più possibile e rinviare.

Una volta rinviato ho avuto un attimo di esitazione. Sono rimasto in quella posizione, su quella pancia, per un numero di secondi interminabili. Il braccio era sempre più stanco, ero quasi in catena, la guardavo e non riuscivo a capire come salire da quella posizione, e perchè non riuscivo più a capire come muovermi, l'ipotesi della caduta si faceva sempre più largo nella mia mente, ma non era la paura a... farmi paura, ma l'insuccesso... con la catena ad un passo...

Poi ho capito che non dovevo pensare alla catena, ma al passaggio, e anche se era più facile dei precedenti dovevo tenere la stessa concentrazione che avevo avuto sino a quel momento, perchè ero stanco e teso dalla "paura del successo"!

A quel punto sono ripartito. Al primo giro avevo lasciato un rinvio in catena per il fatto che il moschettone non mi dava una grande fiducia, potevo rendere più agevole la cosa passando la corda nel rinvio ma... sono salito al moschettone e lì ho passato la corda!

Poi ho gridato al mio compagno "blocca", un bel "alè" gridato e... ho baciato la roccia! :D (beh, non pensate male, anche perchè le concrezioni taglienti con mi ispiravano altre cose al di là del bacio!!! :mrgreen: )

Per me è stata un'esperienza psicofisica unica. Adesso sto chiudendo un sacco di "conti in sospeso in quella falesia", e mi sto buttando anche su gradi superiori.
Ho vinto una battaglia importante, ma non con la roccia, con me stesso.

Quando capiterà ripeterò quel tiro, gustandomelo, perchè è anche un gran bel tiro, ma senza ansie, aspettative e paure. L'ho scalato per vincere i miei fantasmi, ora lo scalo per il solo e meraviglioso gusto di scalarlo!

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi sino a qui e ha condiviso queste mie emozioni. :)

Gigi.
Forza SCOTT!!!
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Bravo Gigi !

Messaggioda Davide.Gaggino67 » ven ott 03, 2008 14:40 pm

Ciao,
io non ci sono mai riuscito ! Posso inventare mille scuse ma non c'è l'ho mai fatta, vuoi per la stanchezza psico fisica (ho una vita tagliata sulla produzione a flusso e una stanchezza atavica che permane sempre, dormo poco), vuoi per la paura, o perchè è più facile cambiare via... insomma non mi piace dirlo e ancor meno scriverlo ma quello che hai fatto tu a me non è mai mai riuscito.
Sono stato capace, ma in passato e con meno stanchezza addosso, di realizzare qualche via al mio limite, ma volendo poi mantenere lo stesso tipo di difficoltà/grado/psico, sono stato incapace di mettermi in gioco preferendo spesso vie della stessa difficoltà tecnica/fisica ma meno psicologiche per me.
Inoltre se qualcuno può aiutarmi, sono anni e dico almeno TRE che NON VOLO ! MAI nemmeno da 15 cm, faccio solo vie (indipendentemente dal grado) dove tutti i passi sono certi (al 100%) e dove la possibilità di cadere è remota e potrebbe essere dovuta solamente ad un fattore accidentale esterno. Questo preciudica fortemente il mio stile di arrampicata (infatti rinunzio a diverse salite che sarebbere abbondatemente entro i miei limiti perchè hanno passi aleatori) e ancor di più mi stà intristendo, ovvero arrampico ma non ne ricavo più il piacere di un tempo, mi piace ancora molto però e non indendo rinunciarvi.
Mi piacerebbe ascoltare i vostri suggerimenti, di Gigi o chiunque altro abbia esperienze di questo genere, in particolare a me piacerebbe risolvere :
- la paura della caduta (che mi succede su tutti i passi per me aleatori o quando devo tirare al massimo).
- la paura dell'insuccesso (che mi succede quando scalo su vie molto al di sotto delle mie capacità tecniche, soprattutto a vista, e hai paura di farti una figura di merda se la sbagli )
- la paura del successo (che mi succede, sempre, se dall'ultimo rinvio alla catena c'è ancora uno o più passi duri, e mi viene la paura di 'rovinare la salita' specie se a vista ).
- la paura dell'incertezza . Visto che la mia vita sentimentale affettiva è un casino, ho sviluppato in genere una paura incredibile per tutto quello che non pè controllabile e certo, in pratica rifiuto l'avventura e non solo in senso stretto dell'arrampicata. Vorrei, tanto, superare questo e tornare ad assaporare essere in due in una tendina a 4000 mt con la bufera di fuori ... e divertirmi !

Grazie a tutti per ogni consiglio o eseperienza che vorrete condividere.

Ciao
Davide
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Messaggioda costocost » ven ott 03, 2008 15:11 pm

e andare al lago a fare un po' di tuffi.....magari ci si abitua alla sensazione del volo...bho..




almeno, a me è sempre piaciuto tuffarmi e fin dalle prime volte cadere in parete non mi ha mai preoccupato più di tanto...
La vita non è perfetta, le vite dei film sono perfette, belle o brutte, ma perfette. Nei film non ci sono tempi morti, la vita è piena di tempi morti.
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Messaggioda Gigi64 » ven ott 03, 2008 17:53 pm

Per Cost,
non è male il discorso dei tuffi! :) Ma anche il trovare una posizione idonea alla caduta, prendere coraggio e provare, è una buona terapia! ;) L'unica cosa è farlo gradualmente (cosa ovviamente valida anche per i tuffi! ;) :D ). Puoi iniziare con la corda dall'alto, poi sempre da secondo ma con un po più di lasco, poi da primo ma partendo dall'altezza dello spit. Poi piano piano sempre più su. Farlo subito con i piedi ben sopra allo spit, beh... è una terapia d'urto che però potrebbe produrre l'effetto opposto.... Anche perchè facendolo gradualmente si prende confidenza con la caduta e si perde rigidità. Si impara a rimanere morbidi e ad assecondare e controllare i movimenti e la nostra posizione rispetto alla roccia, mentre buttarsi di botto in una caduta più paurosa potrebbe farci cadere rigidi e aumentare il rischio di farci male. Magari non in modo grave, ma abbastanza per inibirci ancora di più verso le cadute.

Per Davide Gaggino,
oltre a quanto hai scritto nel tuo post, per il quale posso invitarti a leggere quanto ho scritto in risposta a Cost, ho trovato molto interessante le definizioni delle varie paure.
Tra tutte quella che sembra incredibile è la paura del successo, che si mischia molto con quella dell'insuccesso, ma quando stai per chiudere un tiro per te molto significativo capisci cosa vogliono dire tutte e due! ;)

L'ultima paura, quella dell'incertezza, mi sembra attinente all'agorafobia. Riporto da wikipedia:
L'agorafobia (dal greco αγορά, "piazza") - talora erroneamente considerata la "paura degli spazi aperti" a causa dell'etimo del vocabolo stesso - è una sensazione di grave disagio che l'individuo prova allorché si ritrova in ambienti non familiari e teme di non riuscire a controllare la situazione, specie ove vi sia difficoltà a trovare una fuga immediata verso un luogo sicuro (di solito la propria abitazione).

Io pensavo di essere claustrofobico, una cicatrice che mi hanno lasciato gli anni in cui ho sofferto di attacchi di panico (prima non ero claustrofobio, o meglio agorafobico, ho provato a rimanere chiuso in un ascensore buio bloccato per 20 minuti senza alcun problema), in realtà è questa fobia, in parte risolta e in parte no, al contrario degli attacchi di panico che ho risolto oramai da molti anni.

Purtroppo questi problemi sono in crescita esponenziale nelle società come la nostra... :(
Oltre a questo io non sono mai stato un cuor di leone, nemmeno da ragazzino. Ad esempio, quando vedevo alcuni amici che si tuffavano da notevoli altezze nell'acqua bassa del Ticino li invidiavo, io non riuscivo ad avere quel coraggio. Però ho sempre avuto molta caparbietà, perciò come ho sempre mal sopportato le ingiustizie, e questo mi ha portato ad impormi con le persone quando qualcuno voleva mettermi sotto i piedi, ho sempre odiato avere delle limitazioni, e per questo ho sempre cercato di spostare avanti i miei limiti.

Però ho scoperto che questo lo puoi fare con il cuore (la molla) e con il cervello (il modo). Se cerchi di usare solo il cuore... rischi di farti male (come infatti è successo anche ad alcuni di quei ragazzini di cui ho parlato riguardo ai tuffi), se usi solo il cervello, beh, non arrivi molto lontano in quanto ti manca la spinta della passione!
Ho anche scoperto che la paura è più nostra amica di quanto pensiamo! ;)
Perciò Davide a mio avviso non serve buttarsi a testa bassa contro le proprie paure, ma serve capire bene come si è fatti, conoscere il più possibile se stessi, solo dopo forzare i nostri limiti, ma non prima (anche se a volte forzare i nostri limiti ci fa conoscere meglio noi stessi...).
Nel nostro caso può essere il raggiungere una migliore capacità di scalare su gradi al nostro limite, o superare quel limite. Occorre anche cercare "un metodo", e questo va fatto con la testa, con il cervello.
Questo metodo può essere l'andare in una falesia ben spittata con un socio che dia un'ottima sicurezza, con attrezzatura ben controllata e perciò in buono stato, identificare qualche tiro al limite o appena sopra dove cadere risulta non pericoloso, e provare a scalare, se necessario sino a cadere...
Se poi si vede che la paura è ancora troppa, sempre nelle medesime condizioni iniziare a fare qualche... "prova di volo" pilotata, ma, cosa molto importante, in modo graduale.



Per tutti (quelli che hanno voglia di leggere :)),
di seguito vi racconterò qualcos'altro, inerente proprio alle cadute.

Come ho scritto mi sto buttando su qualcosa di più difficile rispetto a quel tiro di cui ho parlato nel post precedente, magari mezzo grado in più, ma psicologicamente gli stessi gradi che prima mi incutevano un certo timore adesso me ne incutono molto meno...

C'è un tiro che ha due passi chiave, il primo è il superamento poco intuibile di uno strapiombo, quasi un tettino, e il secondo un passaggio in placca. Ora, la mia abilità è cresciuta proporzionalmente di più sulle placche (parlo di verticale, non aderenza pura), movimenti non tanto di forza quanto di equilibrio e di dita, perciò il secondo passo per me non costituisce un problema, ma il primo... si! :(

Io poi, al contrario della tendenza attuale, non sono un amante del "ciapa e tira" :D ovvero degli strapiomboni che vanno adesso, però, proprio perchè so di essere carente su questa cosa, ci lavoro sopra per migliorarmi in tal senso.

La penultima volta in quella falesia mi sono buttato su quel tiro e l'ho mancato di poco, ho dovuto fare un solo resting prima dello strapiombo. L'ultima volta invece (ci vado abbastanza spesso essendo vicina) ero convinto di poterlo chiudere, invece... :(
Al primo giro ho alzato i piedi su una cosa un po scivolosa e... buum, sono caduto! Beh, ero di poco sopra allo spit, però tra l'allungamento della corda e il fatto che non sei in linea con lo stesso spit non è di certo come rimanere appesi da secondi, un metro e mezzo o due li fai, andando tendenzialmente a destra e non cadendo diritto... Caduta breve, ma pur sempre caduta...

L'ho riprovato dopo, ma nel frattempo avevo fatto altri tiri ed ero brasato, e per passare da quel passo (o almeno come lo faccio io) devi averne ancora un po. Così sono rimasto appeso e ho fatto un po di tentativi, devo ammettere che la paura di ri-cadere mi stava disturbando, così ho detto al mio socio "guarda che adesso faccio una caduta, occhio...". Sono salito al punto dove ero caduto prima e mi sono lasciato andare...
Nei tentativi successivi mi sono accorto che non avevo veramente più forza, tanto è vero che nonostante sono riuscito a prendere un buon maniglione ed ero fuori dal passo sono caduto una terza volta!
Però poi, in un ennesimo tentativo, sono riuscito a passare, per orgoglio, e per non lasciare dentro una maglia rapida o far salire un socio più bravo di me, ma... sulla paura di cadere quella caduta volontaria ha funzionato. Infatti dopo ero più concentrato su come fare il passaggio e meno sulla paura di cadere, tanto è vero che nonostante non ne avessi più mi sembra di avere trovato una posizione per i piedi che mi alza un po di più e mi scarica un po di peso dalle braccia, anche se non ho potuto riprovarlo con la corda dall'alto in quanto uno dei miei due soci ha avuto un problema per il quale abbiamo dovuto andare via.

Beh, vedremo la prossima volta che capito lì come va, e se l'intuizione è giusta, al massimo... cado!!! ;) :D
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Messaggioda costocost » ven ott 03, 2008 20:10 pm

Gigi64 ha scritto:Per Cost,
non è male il discorso dei tuffi! :) Ma anche il trovare una posizione idonea alla caduta, prendere coraggio e provare, è una buona terapia! ;) L'unica cosa è farlo gradualmente (cosa ovviamente valida anche per i tuffi! ;) :D ). Puoi iniziare con la corda dall'alto, poi sempre da secondo ma con un po più di lasco, poi da primo ma partendo dall'altezza dello spit. Poi piano piano sempre più su. Farlo subito con i piedi ben sopra allo spit, beh... è una terapia d'urto che però potrebbe produrre l'effetto opposto.... Anche perchè facendolo gradualmente si prende confidenza con la caduta e si perde rigidità. Si impara a rimanere morbidi e ad assecondare e controllare i movimenti e la nostra posizione rispetto alla roccia, mentre buttarsi di botto in una caduta più paurosa potrebbe farci cadere rigidi e aumentare il rischio di farci male. Magari non in modo grave, ma abbastanza per inibirci ancora di più verso le cadute.




tutto corretto quello che hai scritto, ma sono un sostenitore dei metodi "brutali"....cioè osare da primi finchè non ci scappa il volo (in falesia ovviamente..)


io il primo volo l'ho fatto purtroppo a rogno e non è esattamente una falesia le protezioni sono distanti.....appena prima del volo una grande adrenalina mi è salita alla testa, perchè ne ero consapevole che di li a poco sare volato. Appena dopo il volo un gran senso di soddisfazione, una sbucciatura alla gamba, ma la paura del volo era iniziata e finita nel giro di 5 minuti...mai più successo poi di aver paura...


certo non sono frequentatore di vie da integrare ecc ecc probabilmente in quel caso potrebbe ritornare un po'..... :wink:
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Messaggioda Gigi64 » sab ott 04, 2008 11:32 am

costocost ha scritto:tutto corretto quello che hai scritto, ma sono un sostenitore dei metodi "brutali"....cioè osare da primi finchè non ci scappa il volo (in falesia ovviamente..)


io il primo volo l'ho fatto purtroppo a rogno e non è esattamente una falesia le protezioni sono distanti.....appena prima del volo una grande adrenalina mi è salita alla testa, perchè ne ero consapevole che di li a poco sare volato. Appena dopo il volo un gran senso di soddisfazione, una sbucciatura alla gamba, ma la paura del volo era iniziata e finita nel giro di 5 minuti...mai più successo poi di aver paura...


certo non sono frequentatore di vie da integrare ecc ecc probabilmente in quel caso potrebbe ritornare un po'..... :wink:


Però vedi Cost, non tutti siamo uguali...

Tutti vorremmo essere bravi, supercoraggiosi, forti, ecc, ecc, ma... siamo esseri umani, e in quanto tali abbiamo sì dei punti di forza, ma anche molte debolezze.

Il primo passo per diventare più forti è renderci conto di queste debolezze, prenderne atto, soprattutto con noi stessi, senza ascoltare le scuse che il nostro ego spesso usa per non farcele vedere. Una volta che le abbiamo riconosciute dobbiamo cercare di capire il perchè le abbiamo. A volte quelle che pensiamo siano debolezze sono invece cose che ci hanno salvato la vita, o che hanno tutelato la nostra sicurezza (o quella di altre persone), ma in altri casi sono dei freni a mano tirati per alcune cose che avremmo voluto o che vorremmo fare. In quel caso dovremo pensare a cosa fare per non farci più limitare da queste debolezze, spesso dovremo forzare noi stessi per diventare più forti, ma... la gradualità ci garantisce dei risultati più solidi e più duraturi, anche se implica più tempo. Il violentarci, la cura del "nuoti o anneghi", può portarci a risultati più immediati, ma può anche portarci a risultati opposti, o a risultati più effimeri...

Io ho risolto con questo metodo i miei problemi d'ansia (ansia patologica, non ansia come si intende nella vita di tutti i giorni), ricostruendo me stesso su delle basi solide, su quanto era realmente importante per me nella vita, ma per questo ci vuole tempo, gradualità, e tanto lavoro su se stessi...

Poi sono contento che tu affrontando la paura della caduta in modo radicale l'hai vinta subito, probabilmente molti che provano molta paura scalando (parlo di paura anche quando potrebbe non essercene bisogno) penseranno di voler essere come te, ma ognuno deve guardare dentro se stesso, e fare ciò che è giusto per lui, trovando una sua via per diventare una persona più forte, non emulando coloro che ritengono più forti. Solo così conquisteranno la loro individualità e troveranno la forza che gli serve per arrampicare più serenamente, o per tutte "le vie" che ci pone di fronte la vita.

Un'ultima cosa, impariamo a vedere anche i nostri punti di forza. Una persona non è mai totalmente debole, come non è mai totalmente forte, ma umanamente tendiamo a vedere di più le foglie che cadono anzichè i fiori che crescono nel nostro giardino. Ci sono persone che hanno magari poca paura quando arrampicano, ma magari hanno delle paure che noi non abbiamo per altre cose nella vita, cose che invece noi affrontiamo con meno paura. Impariamo a vedere questi punti di forza, per valorizzarci, per darci fiducia, per darci una possibilità concreta di migliorare anche nei punti in cui siamo meno forti.
Forza SCOTT!!!
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Messaggioda costocost » sab ott 04, 2008 11:39 am

Gigi64 ha scritto:
costocost ha scritto:tutto corretto quello che hai scritto, ma sono un sostenitore dei metodi "brutali"....cioè osare da primi finchè non ci scappa il volo (in falesia ovviamente..)


io il primo volo l'ho fatto purtroppo a rogno e non è esattamente una falesia le protezioni sono distanti.....appena prima del volo una grande adrenalina mi è salita alla testa, perchè ne ero consapevole che di li a poco sare volato. Appena dopo il volo un gran senso di soddisfazione, una sbucciatura alla gamba, ma la paura del volo era iniziata e finita nel giro di 5 minuti...mai più successo poi di aver paura...


certo non sono frequentatore di vie da integrare ecc ecc probabilmente in quel caso potrebbe ritornare un po'..... :wink:


Però vedi Cost, non tutti siamo uguali...

Tutti vorremmo essere bravi, supercoraggiosi, forti, ecc, ecc, ma... siamo esseri umani, e in quanto tali abbiamo sì dei punti di forza, ma anche molte debolezze.

Il primo passo per diventare più forti è renderci conto di queste debolezze, prenderne atto, soprattutto con noi stessi, senza ascoltare le scuse che il nostro ego spesso usa per non farcele vedere. Una volta che le abbiamo riconosciute dobbiamo cercare di capire il perchè le abbiamo. A volte quelle che pensiamo siano debolezze sono invece cose che ci hanno salvato la vita, o che hanno tutelato la nostra sicurezza (o quella di altre persone), ma in altri casi sono dei freni a mano tirati per alcune cose che avremmo voluto o che vorremmo fare. In quel caso dovremo pensare a cosa fare per non farci più limitare da queste debolezze, spesso dovremo forzare noi stessi per diventare più forti, ma... la gradualità ci garantisce dei risultati più solidi e più duraturi, anche se implica più tempo. Il violentarci, la cura del "nuoti o anneghi", può portarci a risultati più immediati, ma può anche portarci a risultati opposti, o a risultati più effimeri...

Io ho risolto con questo metodo i miei problemi d'ansia (ansia patologica, non ansia come si intende nella vita di tutti i giorni), ricostruendo me stesso su delle basi solide, su quanto era realmente importante per me nella vita, ma per questo ci vuole tempo, gradualità, e tanto lavoro su se stessi...

Poi sono contento che tu affrontando la paura della caduta in modo radicale l'hai vinta subito, probabilmente molti che provano molta paura scalando (parlo di paura anche quando potrebbe non essercene bisogno) penseranno di voler essere come te, ma ognuno deve guardare dentro se stesso, e fare ciò che è giusto per lui, trovando una sua via per diventare una persona più forte, non emulando coloro che ritengono più forti. Solo così conquisteranno la loro individualità e troveranno la forza che gli serve per arrampicare più serenamente, o per tutte "le vie" che ci pone di fronte la vita.

Un'ultima cosa, impariamo a vedere anche i nostri punti di forza. Una persona non è mai totalmente debole, come non è mai totalmente forte, ma umanamente tendiamo a vedere di più le foglie che cadono anzichè i fiori che crescono nel nostro giardino. Ci sono persone che hanno magari poca paura quando arrampicano, ma magari hanno delle paure che noi non abbiamo per altre cose nella vita, cose che invece noi affrontiamo con meno paura. Impariamo a vedere questi punti di forza, per valorizzarci, per darci fiducia, per darci una possibilità concreta di migliorare anche nei punti in cui siamo meno forti.


come non darti ragione.... :wink:

io semplicemente mi definisco un po' incoscente, cioè come normale la paura in certe situazioni la sento eccome, semplicemente cerco di non pensarci più di tanto di non dargli troppo peso...come in tutte le cose anche al di fuori dal mondo dell'arrampicata...

semplicemente son fatto cosi, un po' incoscente un po' "leggero" nel modo di concepire il volo nell'arrampicata come nella vita...



ma rimango una mezza pippa comunque....in arrampicata come nella vita

:wink:
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Messaggioda Gigi64 » sab ott 04, 2008 12:16 pm

costocost ha scritto:come non darti ragione.... :wink:

io semplicemente mi definisco un po' incoscente, cioè come normale la paura in certe situazioni la sento eccome, semplicemente cerco di non pensarci più di tanto di non dargli troppo peso...come in tutte le cose anche al di fuori dal mondo dell'arrampicata...

semplicemente son fatto cosi, un po' incoscente un po' "leggero" nel modo di concepire il volo nell'arrampicata come nella vita...



ma rimango una mezza pippa comunque....in arrampicata come nella vita

:wink:


Io invece sono convinto che non sei una mezza pippa, perchè pur avendo il vantaggio di sentire o gestire meglio la paura dimostri di avere una grande umiltà e di saper mettere in discussione te stesso. E queste sono cose che contraddistinguono chi non è assolutamente una mezza pippa Cost, soprattutto nella vita! ;)
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Messaggioda lavaleria°__° » sab ott 04, 2008 14:19 pm

questo topic mi piace sempre di più


Davidenon ti conosco...ma secondo me
tu stai facendo un lavoro molto bello su te stesso attraverso l'arrampicata..come molti...come tutti quelli che vanno al di la della voglia di performance e del sentirsi "diversi"
si vede che hai la voglia e le premesse per fare questo tipo di lavoro su te stesso proprio perchè vedi limiti e le paure e i collegamenti con la tua vita apparentemente al di fuori dell'arrampicata.
dico apparentemente perchè le personalità e il bagaglio di ognuno secondo me vengono a galla in attività come queste...
a me succede anche con il Taiji quan ma nell'arrampicata è ancora più palese...
le situazioni che descrivi e che viviamo tutti in maniera diversa..
sono la carina tornasole di quello che abbiamo dentro..non in senso "poetico"..ma concreto
la tua storia
la tua esperienza
la personalità
come ti vedi
come ti ami
come ti rapporti con gli altri
nella difficoltà sono loro a guidarti spesso...e non sei più padrone di cio che fai
ma si può cambiare

tutto viene a galla quando arrampichi..sopratutto se ti spingi oltre quello che credi sia il tuo limite..perchè quando le cose diventano dure (come nella vita) viene fuori chi siamo...non è un'affermazione virile o cazzate così..è un dato di fatto..nella difficoltà diamo fondo a le risorse alla base della nostra persona..e possiamo scoprire di avere atteggiamenti sbagliati che ci impediscono di crescere e progredire

non te lo dice una che fa il 7c...anzi..se chiudo i 4c sono contenta :)
però per me è come andare in terapia ogni volta...è per quello che non posso farne a meno..
nella difficoltà...si scoperchia tutto...e si vede cosa c'è sotto al velo che siamo abituati a portare e alla percezione di noi stessi che ci siamo costruiti e che ti piaccia o no..devi volerti bene e lavorare per costruire e andare avanti

posso essere fiera di finire un tiro
ma come questa cosa sta cambiando il mio modo di pensare..vale molto di più cavolo:)

bravo
ti capisco benissimo comunque
:wink:
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