da marinoroma » mar lug 29, 2008 14:39 pm
Questa volta la grande classica, la via bella che quando finisci dici, era proprio bella, il Pilier Gervasutti. Un po? meno classico l?approccio visto che davano temporali sabato in primo pomeriggio decidiamo di partire venerdi? in giornata e portarci l?occorrente per bivaccare. Non sono un esperto del settore ma mi sembra logico che se si dice ci portiamo tutto non si sa mai, e lo zaino ti schizza a 12-13 kg, guarda caso questa ipotesi del bivacco diventa subito una certezza, specialmente per un peso piuma come me...... e infatti. In piu? per ritardi vari prendiamo solo la cabina alle 7.15 e ci ritroviamo ai piedi del supercouloir 2 ore dopo. Su in alto sul pilastro si vedono 2 cordate abbastanza alte, sicuramente partite all?alba.
C?è un bel sole caldo e la roccia é da subito entusiasmante. Tiri entusiasmanti e mai difficili,anche con lo zainone si susseguono e ho l?impressione di andare anche abbastanza veloce, l?orologio l?ho rotto qualche settimana fà.... su un tiro di sbieco ci ritroviamo davanti a 4-5 mt di artificiale non prevista per via di una cengia bella carica di neve, che rallentano abbastanza l?andatura, anche per l?accesso alla famosa rampa ci spostiamo prima del dovuto sulla destra (saltando purtroppo il tiro in 6a, e dire che avevo pure visto una foto di quel tiro......) e mi ritrovo su un bellissimo passaggio in traversata con qualche movimento molto fisico da tirare. Poi la famosa rampa, abbastanza innevata, dove riusciamo comunque a tenere le scarpette, sfruttando le impronte dei predecessori con qualche passaggio delicato. Arriviamo alla famosa breccia, che ore sono ? ah le sette..... non me ne capacito, che segone..... vabbé facciamo ua pausa spuntino e poi cominciamo con la domanda amletica, partiamo o restiamo ? la ripetiamo in tutte le salse e nel frattempo il corpo comincia a rilassarsi sulla cengietta su cui ci troviamo. Facciamo un giretto intorno per vedere se ci sono posti migliori, effettivamente ce una bella terrazza ma ci sgocciola sopra.... faccio una cosa che non ho mai fatto, chiamo casa per sapere l?ultima meteo, Lucia mi risponde subito, annunciano temporali forti da domani pomeriggio.... ok, capitolo, restiamo qui.
Ci accucciamo, cuciniamo, fa buio, mentre guardo il cielo verso l?italia e vedo in lontananza un lampo, poi due, poi tre, non smettono piu? ma sono lontani. Comincio a dormire, mi risveglio come nei racconti bonattiani con il picchiettio della pioggia sul cappuccio del sacco.... si ma io non sono Bonatti, me lo ripeto arrabbiato senza sosta per un paio d?ore, amareggiandomi una notte altrimenti molto suggestiva, nel frattempo nevischia. Alle 4.30 suona la sveglia, cielo coperto morale a terra e sacco stranamente asciutto all?interno. Dopo un?oretta prime luci, si alza un bel vento da ovest e spazza le nuvole, é un momento bellissimo, in breve tutto si colora di rosa e blu intenso. Riprendo energia e ci godiamo languidamente il caffé con i biscotti chiaccherando allegramente. Il resto della via inizia con un tiretto tipo goulotte ma poi scorre tranquillo su pendii di neve fino alla cresta sommitale. Qui si erge la famosa crête de coq, una crestina di una 50ina di metri con passaggi facili ma vertiginosi. Il sole splende caldo e sono veramente rilassato, la notte affannata oramai alle spalle. Verso le 10 siamo in cima e i nuvoloni del temporali fanno capolino all?orizzonte. Arriverà? puntuale mentre ci rilassiamo sul parcheggio con gocce enormi e fredde, entriamo pigramente in macchina, contenti di non essere da qualche parte lassu?.
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....