Paura post-caduta

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda SCOTT » sab mar 22, 2008 20:00 pm

Voler Volare... :?

[youtube]http://www.youtube.com/v/LhwDkVmvjC8[/youtube]

Chi non vola non conosce il proprio limite, alimentando le proprie paure non progredisce di livello...

...il volo è parte integrante dell'arrampicare e non conseguenza di un'errore.

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Messaggioda Gigi64 » dom mar 23, 2008 3:32 am

nglblu ha scritto:Fortunatamente non ho mai fatto cadute rovinose nè tantomeno mai fatto seriamente male. Le mie cadutine,cadute e cadutone le ho fatte ma mai nessun "trauma post caduta". Probabilmente perchè appunto non mi son mai fatto male..

Rischiando di andare un po' OT vorrei pero' postare una mia riflessione proprio odierna in merito alla paura del volare.
Sino a 2 anni fa arrampicavo pensando che avrei dovuto abituarmi alla paura del volo e quindi imparare anche a cadere. Col tempo e con qualche caduta ho pero' cambiato idea.
Ho tutta una mia teoria personale (parlo di falesia chiaro) basata sul fatto che quando uno arrampica dovrebbe essere il piu' concentrato possibile nel comprendere la salita, estraniandosi il piu' possibile da fattori ad essa completamente esterni (il chiasso,il climber che sale affianco, il vento) ma anche da fattori molto meno esterni come appunto la chiodatura.
In pratica uno, nella condizione perfetta di concentrazione al 100%, non dovrebbe mai avere paura di cadere semplicemente perchè il volo, qualora dovesse venire, è improvviso, inevitabile, non percepito nè concepito. Non esiste in questo "stato di grazia", come lo chiama Jolly nel suo libro, la paura del piede che potrebbe cedere da un momento all'altro generando tensione piuttosto che l' appiglio duro che non sai per quanto riuscirai a tenere e ti genera ansia.
In pratica ho imparato che quando vado ad arrampicare, la vera forza non sta nel non temere il volo bensi' nel sapersi concentrare al punto che sei solo tu,la roccia,e i tuoi movimenti su di essa. Il volo non centra nulla.
Mi scuso per la mia noiosa retorica, semplicemente volevo condividere cio' che sento di aver imparato.
Ciao


Ciao :)

Io penso che l'accettazione del rischio della caduta e quella concentrazione che ti minimizza o ti toglie la paura siano strettamente collegate.
Parliamo ovviamente della caduta quando si reputa sicura, come nella maggior parte delle situazioni in falesia...
Accettare il rischio della caduta non vuol dire per forza cadere, o dover spingere sempre i propri limiti sino alla caduta, anche se come evidenziato da Scott nell'ultimo post una forte probabilità di caduta fa parte del forzare i propri limiti in determinati contesti per poter migliorare.

Io, a parte le giornate in cui sono fuori fase come è stata oggi, mi rendo conto che riuscirei a scalare su molti 6b, 6b+ delle falesie che frequento, però da primo mi spingo sino ai 6a+, sino ad ora ho provato un solo 6b, e perchè? Per paura, me ne rendo conto...

Un giorno ho arrampicato su di un 6c da secondo, lo ha poi fatto un amico che arrampica da più tempo di me su roccia, sempre da secondo, il mio socio abituale mi ha detto che lo abbiamo fatto praticamente nello stesso modo, con qualche resting ma muovendoci tutti e due piuttosto bene...
Ora, quel mio amico fa dei 6b da primo senza grossi problemi, forse anche dei 6b+, io no.

Sono sicuro che se trovassi la chiave per superare meglio la paura della caduta, la qualità e i risultati della mia arrampicata farebbero un buon salto in avanti, anche perchè da primo arrampico meglio che da secondo, come penso la maggior parte di noi... ;) (c'era un interessante topic di Scott sull'argomento).

Non è che tu sei riuscito a sviluppare quella concentrazione, cosa più che ottima (ho letto anch'io il libro del Lamberti), proprio perchè ad un certo punto hai, come dire... "metabolizzato" e superato la paura della caduta?
Dopo diverse cadute che non ti hanno portato nessuna conseguenza, come hai scritto nel tuo post.

Io penso che riesci a concentrarti e a non pensarci se quella paura è sotto ad un certo limite, se tu la riduci sotto a quel limite, sino a che è sopra si impone con troppa forza per poterla ignorare e per quanto cerchi di non ascoltarla ti limita, non so se mi sono spiegato...
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Messaggioda Gigi64 » dom mar 23, 2008 3:35 am

SCOTT ha scritto:Voler Volare... :?

....................................
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Messaggioda SCOTT » dom mar 23, 2008 11:23 am

Gigi64 ha scritto:
SCOTT ha scritto:Voler Volare... :?

....................................
Chi non vola non conosce il proprio limite, alimentando le proprie paure non progredisce di livello...

...il volo è parte integrante dell'arrampicare e non conseguenza di un'errore.

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Messaggioda Enzolino » dom mar 23, 2008 11:41 am

Sulla caduta e le possibili conseguenze, credo che non bisogna ignorarne i possibili rischi.

Quest'anno ho letto di un volo di 20 metri in ambiente dall'esito fatale.
Un mio socio ne fece uno di 20 metri davanti i miei occhi ma non si ruppe un osso.

In certe falesie o vie lunghe i voli possono avere conseguenze serie.

Allora penso che la conoscenza del proprio limite e l'analisi della situazione siano una premessa fondamentale per arrampicare in sicurezza.
In secondo luogo, quando si decide di andare, e' allora che bisogna concentrarsi sul gesto e non sulle conseguenze del volo, anche per diminuire la probabilita' che si manifesti.

Praticare voli, comunque, aiuta sia a volare sia a valutare gli esiti di una caduta ... :wink:
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Messaggioda SCOTT » dom mar 23, 2008 12:10 pm

...io personalmente ho fatto (mio malgrado) l'esperienza di un volo di oltre 20 mt. in montagna con conseguenze gravi ... "rimontare a cavallo" non è stata proprio una passeggiata (a livello psicologico) ma la mia costanza è stata premiata ... conservo la "paura" che mi fa drizzare le antenne man mano che mi allontano dalla protezione alzando il livello di attenzione sul potenziale pericolo di una caduta ... senza però incorrere nel panico...
...il panico in arrampicata (e non solo) è il peggior nemico si possa avere, ingigantisce i pericoli e blocca i movimenti ... in questo modo un'arrampicatore che sarebbe perfettamente in grado di affrontare un certo passaggio bloccandosi si irrigidisce e si ritrova nell'impossibilità di affrontarlo...
...nella migliore delle ipotesi si "rifugia" in un resting ... se è già oltre la protezione spesso incorre in ciò che più teme, il volo...
...volare quando si è presi dal panico non è una bella esperienza, si cade scomposti e rigidi e la possibilità di farsi male aumenta sensibilmente.

Per quella che è la mia esperienza l'unico modo di vincere il panico (post caduta) è affrontarlo cosapevolmente e non "aspettare che capiti" ... provando voli non potenzialmente pericolosi (in falesia) ... per farlo occorre spingersi al limite e imporsi di non appendersi nè agguantare il rinvio ... quando si è ben ghisati anzichè dire il "fatidico" BLOCCA ... provare ancora un passaggio...

Cosi facendo mi è capitato più volte di chiudere inaspettatamente un tiro ... e ho collezionato una bella serie di voli, con più si vola più si "impara" a farlo senza conseguenze... :wink:

:smt039 Scott.
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Messaggioda Gigi64 » dom mar 23, 2008 12:35 pm

Concordo un'altra volta con te Enzolino.

Quella che cerco di superare è la paura immotivata perchè il rischio non c'è o è accettabile (potremmo definirla paura fantasma), altrimenti applico un semplice principio basato sulla combinazione di 2 elementi:

1) la mia capacità in rapporto al passo che devo fare

2) la reale pericolosità della caduta

Avendo chiari questi due elementi diventa un po come scrivere un programma con delle if...

- Se il passo è alla mia portata e la caduta non è pericolosa vado senza problemi.

- Se il passo è alla mia portata e la caduta è pericolosa, valuto molto bene più fattori, dell'ambiente esterno, ovvero consistenza della roccia, se è unta, ecc, ecc, e di me stesso, se ho già fatto più tiri più o meno duri, se sono stanco, come tengono le mie mani, se sono o non sono in giornata, ecc, ecc, e magari vado.

- Se invece il passo è per me difficile (ma non impossibile) e la caduta non è pericolosa, cerco di vincere la paura di cadere (che in questo caso si può far sentire anche se la caduta è sicura) e vado.
Questo ritengo sia il terreno ideale per progredire nelle proprie capacità.

- Se il passo è per me difficile e la caduta è pericolosa non vado, punto e basta, senza remore psicologiche o morali e senza pensieri del tipo "magari potevo tentare".
Ovviamente posso pensare di prendere in considerazione il passo quando le mie capacità arrampicatorie saranno migliorate, ma a quel punto rientrerà nel secondo caso (passo alla mia portata e caduta pericolosa).

Concordo anche sul fatto che quando si decide di andare ci si deve armare della giusta determinazione e cercare di scacciare paure, incertezze e tentennamenti, fattori che favorirebbero l'insuccesso.

Infine ritengo anch'io che il fare delle cadute sarebbe utile, anche e soprattutto per un fatto pratico, ovvero il capire alcune dinamiche che avvengono durante una caduta e come affrontarle al meglio.
Per fare un esempio, io più post sopra ho descritto come la mia abitudine in palestra a lasciarmi cadere a terra da prese alte (parlo di pochi metri) per imparare ad ammortizzare bene una caduta, mi è tornata utile quella volta che a terra ci sono arrivato veramente, per una caduta in falesia...
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Messaggioda Gigi64 » dom mar 23, 2008 13:10 pm

SCOTT ha scritto:..........................


Concordo su quanto dici riguardo al panico.
Io lo conosco bene avendo sofferto per anni di attacchi di panico...

La paura, per quanto possa sembrare fastidiosa, è un elemento positivo, protettivo, come il dolore che ci evita di farci male in continuazione e ci segnala malfunzionamenti o danni al nostro organismo, la paura ci evita di fare cose che metterebbero a serio rischio la nostra incolumità, in più ci da un'attivazione fisica, nervosa e mentale ideale per affrontare situazioni difficili.

Il panico è la parte negativa della paura, la sua degenerazione, è il vero nemico da combattere (e da prevenire! ;) ), perchè ti blocca, non ti fa pensare lucidamente, addirittura da luogo a somatizzazioni limitanti (può darti la sensazione di perdita di equilibrio, di minore forza rispetta a quella che hai realmente, e molto altro...).

Il volo che descrivo nel post di apertura è stato brutto, non fisicamente, ma per le conseguenze psicologiche, proprio perchè è stato preceduto da una situazione di panico piuttosto forte...

Prenderò spunto anche da quanto hai scritto riguardo al tuo modo di approcciarti alle cadute... ;) :)
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Messaggioda nglblu » dom mar 23, 2008 20:48 pm

Bho, come stiano le cose sinceramente non so.
Come tutti ho un livello potenziale indubbiamente piu' elevato di quello effettivo. Allo stesso modo da secondo,anche se arrampico in modo peggiore, riesco ad affrontare difficoltà piu' alte rispetto a quelle che mi sentirei di affrontare con serenità da primo.
Una volta arrivavo in falesia e mi buttavo subito sui miei gradi limite. Conseguenza: paura e disattenzione, non ci stavo con la testa.
Ora arrivo in falesia, parto dal tiro piu' facile, anche a costo di partire da un 5a, me li faccio TUTTI (giuro che a volte mi son ritrovato a farmi anche 20 tiri in una giornata) in crescendo e alla fine arrivo ai miei tiri limite e oltre quasi con la stessa serenità con cui affronto i tiri facilissimi. Riscaldamento psicologico, sintonia con l'arrampicata e l'equilibrio. Al volo non ci penso piu' (o quasi), spesso e volentieri mi ritrovo a rinviare con il fittone ad altezza del torace perchè prima non ne sentivo la neccessità o perchè non ero mai "soddisfatto" delle situazioni di equilibrio che trovavo per rinviare (quante volte pur di rinviare il prima possibile uno si ritrova ad alloungarsi come un folle rischiando proprio in quel momento di cadere?). Non so, riesco a non pensare al volo, riesco a muovermi "sempre" in modo da sentirmi bene in equilibrio, riesco a gestire meglio la respirazione, a darmi delle tregue nei punti di riposo anche se sono ormai 1 - 1,5 metri sopra l'ultima protezione senza accusarne appunto l'ansia che genera trovarsi "sprotetto" (ovviamente falesisticamente parlando).
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Messaggioda Raven » lun mar 24, 2008 11:24 am

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Messaggioda adrianovskj » mer apr 30, 2008 14:16 pm

Qualche mese fa son quasi volato sullo stesso tiro e sullo stesso punto dove Gigi64 e volato. E per qualche settimana mi e rimasta la paura nel corpo. Arrampicando non riuscivo a concentrarmi, pensavo soltanto a la possibilità di cadere... anche su gradi tranquilli per me.
Domenica ho fatto un volo. Saranno stati 5 metri, il più grosso che abbia mai fatto. E mi son sentito benissimo, dopato di adrenaline, con voglia di ripetere il tiro, oltre che sorpreso per lo breve che mi e sembrato.
Le strade della psiche sono misteriose...
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Messaggioda Raven » sab mag 03, 2008 8:31 am

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Messaggioda Gigi64 » lun mag 05, 2008 18:14 pm

Brava Raven, complimenti! :smt023
Adesso che hai riconquistato quella meta mantienila ben salda! ;)

Io dalla caduta di cui ho parlato ho un po alti e bassi, a volte riesco ad andare un po meglio a volte un po peggio.
Però questo weekend ho recuperato... "lo sguardo del geko"!!!!!! :twisted: (citazione da Rocky Balboa, lo sguardo della tigre!!! Io mi accontento dello sguardo del geko!!!!! :P :mrgreen: )

Sabato su vie lunghette e di ampio respiro (un contesto a cui mi sto approcciando, su questo faccio un ringraziamento ad un amico che conosco da poco, Davide, per la pazienza nell'insegnare e per la fiducia che mi ha dato facendomi andare nella maggior parte dei tiri da primo!), e domenica su un calcare ben più verticale, tra tutti e due i giorni penso 17-18 tiri, e quasi tutti da primo!

Se riesco a mantenere questo spirito ritorno come prima della caduta a livello psicologico... :)
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Messaggioda d-fly » lun mag 05, 2008 18:36 pm

Raven ha scritto:quando ormai ero straconvinta che mai più sarei tornata ad andare da prima, che mai più avrei riacquisito quella serenità di guardare alla roccia senza guardare al passato "tragico" come se stessa aspettando solo l'occasione per ripetersi, anzi quando ero davvero e fermamente convinta che non me ne fregava quasi più di andare a scalare tanto se ci dovevo andare portata in braccio dallo stress...............


capita che............

mi ci sveglio una mattina, con questa idea che è certezza dentro di me: "oggi vado da prima"

così scrivo al mio amico più speciale, come per mettere in cassaforte un pensiero così prezioso "alle 16 precise pensami forti che vado da prima"


poi preparo le cose e vado incontro alla roccia con questa strana consapevolezza. mi scruto attentamente, non c'è aria di inganno dentro di me..... eppure fino a ieri pensavo che......... ma lasciamo perdere........

sotto alla via filo la corda, aggancio i rinvii all'imbrago........ strani gesti..... controllo la tensione, quella mia non quella della corda, non dà segno di aumentare a quanto pare sono convinta. uno sguardo d'intesa con la mia socia e ..... via........

e la volta dopo si ripete ancora, e ancora, e ancora..........

lo stile è tutto particolare, e l'etica....... bèh quella lasciamola da parte, dove voglio mi fermo e tutte le volte che voglio senza pormi il minimo problema.......... ma la cosa che ancora mi meraviglia è risentire dentro quel gesto che è tornato a scorrere fluido e senza intoppi e quel pensiero che si sviluppa allo stato puro e che è già movimento ..........

com'è successo??? non lo sò.... però è successo!


non posso paragonarmi a te.. e alla tua storia... ma...

sei stata coraggiosa e grande! e se fai finta di non ricordarlo te lo ripeto fino allo sfinimento!!

anch'io ero di nuovo sulla roccia dopo il mio primo volo e la cosa che mi ha sorpreso è che il volo non mi ha fatto impressione lì per lì, anche se era stato un discreto viaggetto terminato non proprio elegantemente su roccia... la paura era nel mio corpo che probabilmente ricordava l'impatto e il dolore e da lì si propagava poi nella testa in modo quasi automatico... ma avevo una maga a reggermi la corda, così da prima... da prima di nuovo, subito!! :D
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Messaggioda Raven » lun mag 05, 2008 21:24 pm

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Messaggioda Raven » lun mag 05, 2008 21:26 pm

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Messaggioda Gigi64 » gio mag 15, 2008 12:13 pm

Raven ha scritto:
Gigi64 ha scritto:
Se riesco a mantenere questo spirito ritorno come prima della caduta a livello psicologico... :)


io spero di no

:?

spero che la caduta mi abbia insegnato qualcosa...... :roll: tipo a non amare così tanto il rischio e ad amare di più la serenità! :wink:


Si, però aspetta Raven, perchè nell'arrampicata spesso si ha a che fare con paure reali e paure fantasma.

Riconoscere le seconde ed eventualmente saper rinunciare è un segno di maturità, e a volte le conseguenze psicologiche di una caduta ti portano a ponderare meglio questo tipo di rischio... decisamente pericoloso!!!
Perciò tutto sommato questa è una buona cosa, e sono d'accordo con te in questo senso, ma se non si ha lo spirito giusto (per come lo intendo io), inteso come una certa dose di "saper osare" valutando bene la situazione e le tue capacità, ti fai sopraffarre anche dalle paure fantasma, paure che se intendi l'arrampicata principalmente come andare da primo (e io la intendo così, per me arrampicare da secondo è nient'altro che un allenamento all'andare da primo), o ti rendono molto rigido, e perciò poco efficace nell'arrampicata (cosa che poi crea un circolo vizioso per il quale hai sempre più paura), o addirittura ti impediscono di andare da primo anche dove potresti farlo benissimo e con rischi relativamente bassi, capisci cosa voglio dire?
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Messaggioda Gigi64 » gio mag 15, 2008 12:25 pm

adrianovskj ha scritto:Qualche mese fa son quasi volato sullo stesso tiro e sullo stesso punto dove Gigi64 e volato. E per qualche settimana mi e rimasta la paura nel corpo. Arrampicando non riuscivo a concentrarmi, pensavo soltanto a la possibilità di cadere... anche su gradi tranquilli per me.
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Da quando hai scritto questo post ci siamo visti, però non abbiamo avuto l'occasione di parlare, in compenso mi ha descritto la cosa Emilio un giorno mentre andavamo al Sasso. Ma... visto come hai arrampicato sabato direi che di conseguenze proprio non ne hai avute! :D

Però vedi, ad esempio a me ha dato meno conseguenze quella caduta dove sono arrivato a terra (e te la ricordi bene perchè eri tu a farmi sicura). A parte che è stata per una mia cazzata, ma potenzialmente è stata molto più pericolosa di quella che tu hai quasi fatto e che io ho fatto su Sballaro. Nonostante questo ricordi che dopo aver fatto passare il dolore al torace per l'incassata della caduta, sono ripartito subito e sempre da primo (però senza dimenticarmi di moschettonare!!! :lol: ), un po teso, ma sempre determinato e senza grossi problemi di paura.

Io non so se quando sei caduto a Maccagno è stata una cosa improvvisa, ma devo dire che, per la mia esperienza, se è una cosa improvvisa e non hai tempo di avere paura ti da meno conseguenze psicologiche che se invece percepisci che stai per cadere e fai in tempo a provare molta paura...

Discorso differente se pur essendo una caduta improvvisa uno si fa male in modo consistente, in quel caso sono le conseguenze che ti possono creare un blocco...
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Messaggioda romina83 » ven giu 20, 2008 0:22 am

Voli in arrampicata...nessuno, ho appena cominciato,....ma voli in bici un'infinità (eh, voglio far la f**a e poi mi schianto)...escoriazioni e botte a mille, cicatrici comprese....guarigioni lunghe, qualche slogatura fastidiosa...ma quello che mi ha sempre lasciata un pò così è la reazione immediata post caduta di riprendere in mano subito la bici e continaure specialmete se si è in gara (a parte quando eventuali botte allo stomaco ti lasciano senza respiro o ti rompi qualcosa)....forse è l'adrenalina....forse il male che si fa sentire un attimino dopo, forse l'incazzatura nell'aver perso posizioni....insomma la mente ti porta a ripartire subito senza esitazioni più cattiva di prima...poi la notte quando le lenzuola si appiccicano alle ferite pensi...ma quasi quasi quella discesa la prendo con più calma la prossima volta, cerco di star un pelino meno a ruota, non mi butto nella mischia. Effettivamente la volta dopo ritorno ripensando alla caduta fatta....ma mi rendo conto che pensandoci troppo, la paura mi mette in una situazione a rischio: mi fido meno della bici, tento traiettorie strane ...insomma la paura del ricadere porta a fare ulteriori errori e a
rischiar nuove cadute.....Dopo un po di "abbracci" al terreno o peggio roccia e asfalto stranamente la paura diminuisce, quasi ti abitui all'idea....insomma capisci che la caduta in se è parte integrante di un'attività in cui metti alla prova la resistenza fisica e mentale...E' importante però cercare sempre di evitare situazioni troppo rischiose.....miii, mica abbiamole assicurazioni milionare di certi calciatori e almeno io non credo nella reincarnazione...... :smt003
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Messaggioda Gigi64 » ven giu 20, 2008 0:46 am

Sai Romina che mi fai venire in mente le primissime esperienze in MTB... Ci sono discese che prima di affrontarle hai una sensazione non molto lontana da quella che provi quando devi fare un tiro nel quale le probabilità di cadere non sono molto... remote!!! 8O :D
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