alex_971 ha scritto: premessa:
non sono un grande utilizzatore di questo tipo di materiali (come pure dei friend); generalmente le vie che faccio sono attrezzate ed anche se necessitano di qualche integrazione, io finchè riesco a salire non mi fermo a piazzare nulla e quando sono su un passaggio che mi mette in difficoltà piuttosto che stare a ravanare in posizione instabile per scegliere e piazzare un dado, passo via confidando in me stesso

...ATTENTO ... questo è un'atteggiamento che conosco ... può riservare delle spiacevoli sorprese.
Se non vuoi utilizzare i materiali le soluzioni sono 2:
1) li lasci a casa e scali leggero rischiando la pellaccia ogni volta (in questo caso raramente si diventa vecchi e si raccontano le proprie imprese ai nipotini...

)
2) scali su vie già protette dove non occorre portare materiali...
Nel caso invece ti interessi davvero ripetere vie alpinistiche fai esperienza ed amicizia coi materiali e vedrai che dopo un pò inizierai a trovare subito ciò che ti serve e a posizionarlo senza perdite di tempo...
...la "fiducia" in se stessi e nelle proprie capacità è molllllto ilmportante e a volte indispensabile...
...ma...
...a volte può essere tradita da un passo veramente troppo difficile e/o da un'appiglio che sembrava buono ma che si stacca all'iprovviso...
Proteggi sempre (anche sul "facile") ... di pelle ne hai una sola...
alex_971 ha scritto: ora:
sabato sono stato al piz Prevat, spigolo NE; attacco io e la giornata inizia male; io sono freddo e la roccia pure (e questa condizione, purtroppo, mi infastidisce mica poco);
faccio 5 o 6 passi di numero poi mi scappa un piede (forse x la roccia un po' umida) e mi blocco....già penso che è meglio tornare a casa
sarò stato lì 5 minuti buoni (o forse 10) a studiare il passaggio senza trovare una soluzione (anzi FIDUCIA); poi mi decido...anche se sono solo un metro sopra la protezione scelgo un tricam e lo piazzo sopra di me quel mezzo metro che mi da la fiducia di salire......il resto della via va da dio
Appunto!
anche se in questo caso non eri in serio pericolo (protezione ad un metro) come vedi la "fiducia" in se stessi aumenta in modo esponenziale appena ci si riesce a proteggere adeguatamente ... in più se la protezione è buona rappresenta anche una buona assicurazione sulla vita e sugli infortuni...
Lascia il "pelo sullo stomaco" per quei passi che risultano improteggibili ... lì si che bisogna fare appello solo alla "fiducia in se stessi"...
alex_971 ha scritto:
ecco, l'ho fatta un po' lunga.....tutto per dire che, dato che il tricam l'ho piazzato in una fessura che si apriva verso il basso, reputo questo tipo di protezione di gran lunga migliore del nut....unico neo la dimensione minima della fessura: non credo esistano misure di tricam (per la forma ed il modo in cui lavorano) sotto il centimetro e mezzo
nonostante la conformazione della fessura, più si tira il tricam verso il basso più si blocca
ed anche la rimozione la trovo più agevolata
chi di voi li usa? siete d'accordo con la mia analisi?
...e vengo al dunque:
I tricam e i nut hanno utilizzi diversi...
...oltre al non trascurabile fatto che i nut esistono in misure anche molto più piccole dei tricam (il tricam più piccolo è quello con fettuccia rosa) hanno anche la caratteristica di essere dotati di un cavetto d'acciaio (rigido) che permette di posizionarli in profondità nelle fessure, anche quando la mano non riesce ad entrare...
Tricam: utilissimi nei buchi della roccia (molto usati in Marmolada e sulla stragrande maggioranza delle "vie di placca"); molto validi nelle fessure orizzontali; nessumo vieta di utilizzarli nelle fessure verticali come hai fatto tu (
anche se è preferibile usare i friens!)
Su una fessura che si apre verso il basso (come da te descritto) un nut non lo usi di certo ... ma se la fessura è priva di asperità tali da garantire al tricam di restare in posizione...

...non giurerei nella tenuta in caso di volo...
...sembra il classico caso della protezione messa "per la testa"...
In quei casi molto meglio un friends!
Scott.