Durata degli spit.

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Durata degli spit.

Messaggioda al » ven feb 23, 2007 9:02 am

Qualcuno sa se sono stati fatti studi sulla durata/affidabilità degli spit?
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 9:27 am

Che io sappia no, ma gli spit, o meglio, i tasselli in metallo autoperforanti, sono da sempre utilizzati in edilizia per montare strutture anche pesanti.
Io stesso, come progettista e direttore dei lavori, nel 1990, segui i lavori di una palazzina in cui l' ascensore ed una serie di travi reticolari, erano montate a spit (da 10 mm per la trave e decisamente più grossi per l' ascensore).
E' ovvio che sono fatti per durare nel tempo, però c'è da considerare la possibilità dell' esposizione agli agenti atmosferici.
Tutti sanno che spit e fix, piantati in posti non distanti dal mare, durano pochissimo.
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Messaggioda claus » ven feb 23, 2007 9:52 am

Roberto ha scritto:Che io sappia no, ma gli spit, o meglio, i tasselli in metallo autoperforanti, sono da sempre utilizzati in edilizia per montare strutture anche pesanti.
Io stesso, come progettista e direttore dei lavori, nel 1990, segui i lavori di una palazzina in cui l' ascensore ed una serie di travi reticolari, erano montate a spit (da 10 mm per la trave e decisamente più grossi per l' ascensore).
E' ovvio che sono fatti per durare nel tempo, però c'è da considerare la possibilità dell' esposizione agli agenti atmosferici.
Tutti sanno che spit e fix, piantati in posti non distanti dal mare, durano pochissimo.


per un uso numericamente limitato ci sono degli spit della raumer da 8 (nome commerciale credo rainox) che hanno lo svantaggio di non essere autoperforanti però sono inox. per cui devi forare con un normale spit-rock da 8 e poi inserire il tassello inox
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 10:24 am

La salsedine marina corrode tutto soprattutto se il materiale non è inox. Basta andare a vedere alla falesia del Muzzerone dove opportunamente è stato sostituito tutto in materiale inox ma si possono ancora vedere i vecchi spit o chiodi in ferro tutto corroso.

Altro problema sono ad esempio le piastrine in lega leggera (oggi in disuso) che a seconda del tipo di roccia , subiscono la corrosione delle correnti galvaniche di terra. Si vedono bene perchè diventano tutte bucherellate, si gonfiano e si fogliano.
Basta il semplice peso di un resting e si spezzano. Successo!!! Non a me fortunatamente.
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 11:19 am

Ovvio che il materiale inox è più affidabile nel tempo, ma anche quello normalmente galvanizzato o zincato, ha la sua durata nel tempo, altrimenti non sarebbe usato in edilizia, solo che certi ambienti aggressivi (come il mare) corrodono presto.
Questa smania di riattrezzare, molto spesso non è giustigicata dalle condizioni del materiale in parete, ma solo dall' insicurezze della media degli scalatori, che più passa il tempo più non si fidano di nulla. Tra un po neppure i fittono resinate del 14 saranno consoderati abbastanza sicuri e si riattrezzerà con quelli del 16.
E' la mania della certificazione, del marchio che ti da la garanzia, di questa nostra epoca di ricerca di sicurezze e certezze.
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Messaggioda scheggia » ven feb 23, 2007 11:23 am

Roberto ha scritto:Ovvio che il materiale inox è più affidabile nel tempo, ma anche quello normalmente galvanizzato o zincato, ha la sua durata nel tempo, altrimenti non sarebbe usato in edilizia, solo che certi ambienti aggressivi (come il mare) corrodono presto.
Questa smania di riattrezzare, molto spesso non è giustigicata dalle condizioni del materiale in parete, ma solo dall' insicurezze della media degli scalatori, che più passa il tempo più non si fidano di nulla. Tra un po neppure i fittono resinate del 14 saranno consoderati abbastanza sicuri e si riattrezzerà con quelli del 16.
E' la mania della certificazione, del marchio che ti da la garanzia, di questa nostra epoca di ricerca di sicurezze e certezze.


e vuio mettere che i nostri contemporanei ormai vivono nella paura costante, abbiamo una spasmodica ricerca e bisogno di sentirci sicuri e quando possiamo la mettiamo in pratica, pure riattrezzando una via già sicura a prova di elefante in caduta da 10 metri!!! :wink:
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 11:32 am

Roberto ha scritto:Ovvio che il materiale inox è più affidabile nel tempo, ma anche quello normalmente galvanizzato o zincato, ha la sua durata nel tempo, altrimenti non sarebbe usato in edilizia, solo che certi ambienti aggressivi (come il mare) corrodono presto.
Questa smania di riattrezzare, molto spesso non è giustigicata dalle condizioni del materiale in parete, ma solo dall' insicurezze della media degli scalatori, che più passa il tempo più non si fidano di nulla. Tra un po neppure i fittono resinate del 14 saranno consoderati abbastanza sicuri e si riattrezzerà con quelli del 16.
E' la mania della certificazione, del marchio che ti da la garanzia, di questa nostra epoca di ricerca di sicurezze e certezze.


sulla mania di ricerca della sicurezza certificata concordo pienamente con te.

Ma io direi di più che oggi si cerca di riattrezzare in toto perchè molti non vogliono o non hanno la tranquillità mentale per impegnarsi su vie dove bisogna proteggersi dove magari bisogna portarsi i chiodi e il martello ed invece secondo me questo è un aspetto importante e di grande soddisfazione personale.

insomma oggi c'è la mania della comodità,della certezza e della sicurezza in tutti i sensi alla faccia dell'avventura, della scoperta.
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Messaggioda ErniBrown » ven feb 23, 2007 11:44 am

alberto60 ha scritto:
Roberto ha scritto:Ovvio che il materiale inox è più affidabile nel tempo, ma anche quello normalmente galvanizzato o zincato, ha la sua durata nel tempo, altrimenti non sarebbe usato in edilizia, solo che certi ambienti aggressivi (come il mare) corrodono presto.
Questa smania di riattrezzare, molto spesso non è giustigicata dalle condizioni del materiale in parete, ma solo dall' insicurezze della media degli scalatori, che più passa il tempo più non si fidano di nulla. Tra un po neppure i fittono resinate del 14 saranno consoderati abbastanza sicuri e si riattrezzerà con quelli del 16.
E' la mania della certificazione, del marchio che ti da la garanzia, di questa nostra epoca di ricerca di sicurezze e certezze.


sulla mania di ricerca della sicurezza certificata concordo pienamente con te.

Ma io direi di più che oggi si cerca di riattrezzare in toto perchè molti non vogliono o non hanno la tranquillità mentale per impegnarsi su vie dove bisogna proteggersi dove magari bisogna portarsi i chiodi e il martello ed invece secondo me questo è un aspetto importante e di grande soddisfazione personale.

insomma oggi c'è la mania della comodità,della certezza e della sicurezza in tutti i sensi alla faccia dell'avventura, della scoperta.


Condivido solo in parte: sicuramente non ci si può avventurare in ambiente sapendo che ci sarà sempre uno spit o un resinato a garantirti la sicurezza, ma in ambito falesia penso che uno abbia il diritto di avere un approccio sportivo, di sentirsi sicuro e poter pensare solo al gesto atletico.
Poi se invece che lo spit da 10 ne trovo uno vecchio da 8 in condizioni decenti vado avanti, non lascio certo perdere.
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 11:47 am

Qui se ne parla: Arrampicata fast-climbing

http://www.forum.planetmountain.com/php ... +fastclimb

Anche qui, anche se in modo indiretto

http://www.forum.planetmountain.com/php ... nfezionata
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 12:34 pm

ErniBrown ha scritto:
alberto60 ha scritto:
Roberto ha scritto:Ovvio che il materiale inox è più affidabile nel tempo, ma anche quello normalmente galvanizzato o zincato, ha la sua durata nel tempo, altrimenti non sarebbe usato in edilizia, solo che certi ambienti aggressivi (come il mare) corrodono presto.
Questa smania di riattrezzare, molto spesso non è giustigicata dalle condizioni del materiale in parete, ma solo dall' insicurezze della media degli scalatori, che più passa il tempo più non si fidano di nulla. Tra un po neppure i fittono resinate del 14 saranno consoderati abbastanza sicuri e si riattrezzerà con quelli del 16.
E' la mania della certificazione, del marchio che ti da la garanzia, di questa nostra epoca di ricerca di sicurezze e certezze.


sulla mania di ricerca della sicurezza certificata concordo pienamente con te.

Ma io direi di più che oggi si cerca di riattrezzare in toto perchè molti non vogliono o non hanno la tranquillità mentale per impegnarsi su vie dove bisogna proteggersi dove magari bisogna portarsi i chiodi e il martello ed invece secondo me questo è un aspetto importante e di grande soddisfazione personale.

insomma oggi c'è la mania della comodità,della certezza e della sicurezza in tutti i sensi alla faccia dell'avventura, della scoperta.


Condivido solo in parte: sicuramente non ci si può avventurare in ambiente sapendo che ci sarà sempre uno spit o un resinato a garantirti la sicurezza, ma in ambito falesia penso che uno abbia il diritto di avere un approccio sportivo, di sentirsi sicuro e poter pensare solo al gesto atletico.
Poi se invece che lo spit da 10 ne trovo uno vecchio da 8 in condizioni decenti vado avanti, non lascio certo perdere.


Ma che vuol dire...garantirti la sicurezza. Nessuno e nulla può garantirti in alpinismo l'unica garanzia è in te stesso è nel tuo comportamento è nelle tue scelte.

Come dice Roberto citando Gogna bisogna ritornare alla "Ri-Creazione" di una via.

Cioè : interpretare , trovare , indovinare , capire ,fantasia nel sapersi proteggere e non solo agganciare moschettoni a protezioni fisse, saper scegliere una fessura, trovare un buchetto per un piccolo chiodo.

Insomma incertezza e non certezza a tutti i costi.

Tutto questo è come il sale nella minestra.
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Messaggioda scheggia » ven feb 23, 2007 12:42 pm

alberto60 ha scritto:Ma che vuol dire...garantirti la sicurezza. Nessuno e nulla può garantirti in alpinismo l'unica garanzia è in te stesso è nel tuo comportamento è nelle tue scelte.

Come dice Roberto citando Gogna bisogna ritornare alla "Ri-Creazione" di una via.

Cioè : interpretare , trovare , indovinare , capire ,fantasia nel sapersi proteggere e non solo agganciare moschettoni a protezioni fisse, saper scegliere una fessura, trovare un buchetto per un piccolo chiodo.

Insomma incertezza e non certezza a tutti i costi.

Tutto questo è come il sale nella minestra.


tutto questo è anche capacità di andare in montagna, capire dove poter mettere una protezione che serva realmente a qualcosa, ma gli altri stanno anche facendo una differenza, quella delle falesie che sono chiodate vicinissimo e che quindi per questo motivo appaiono più sicure :wink: con questo non voglio dire che le protezioni in falesia siano messe a casaccio!
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Messaggioda ErniBrown » ven feb 23, 2007 12:54 pm

alberto60 ha scritto:Ma che vuol dire...garantirti la sicurezza. Nessuno e nulla può garantirti in alpinismo l'unica garanzia è in te stesso è nel tuo comportamento è nelle tue scelte.

Come dice Roberto citando Gogna bisogna ritornare alla "Ri-Creazione" di una via.

Cioè : interpretare , trovare , indovinare , capire ,fantasia nel sapersi proteggere e non solo agganciare moschettoni a protezioni fisse, saper scegliere una fessura, trovare un buchetto per un piccolo chiodo.

Insomma incertezza e non certezza a tutti i costi.

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E' proprio su questo che non sono d'accordo: penso che l'arrampicata sia cambiata negli anni, e che ci sia da fare una netta distinzione tra arrampicata in falesia e arrampicata in alpinismo: la prima riguarda lo sport, e si svolge in un ambiente più o meno controllato, che deve fornire un certo livello di garanzie, ovviamente non una sicurezza totale (non stiamo parlando del bridge!).
L'arrampicata in alpinismo è tutto un altro discorso, dal basso della mia esperienza penso che non si possa affrontare solo come uno sport, ma richiede anche una capacità di interpretazione dei rischi e dell'ambiente in cui ci si muove.
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 12:59 pm

Il fatto è che l' arrampicata libera, il freeclimbing, che si fa in palestra, falesia, su pareti protette, ha dei viticci lunghi che arrivano alle montagne.
Sempre di più si cerca la stessa condizione di "sport" in montagna, la mentalità della maggior parte dgli "alpinisti" attuali è disponibile a questa deriva "fast-climbing" in montagna.
Allego il mio discorsetto moraleggiante del topic in questione:

Scalate fast-food, o meglio "fast-climbing", è questa la tendenza degli scalatori moderni, sempre più presi dalla fretta, dall' eviatare imprevisti e dal consumare un prodotto preconfezionato, facile da "digerire", che costa poco in termini di sorprese e fatica. Un prodotto però insipido e senza fascino, un prodotto di altri, preconfezionato per te, senza un minimo di possibilità di "ricrearlo".

Gogna, nel suo "Cento nuovi mattini", aveva coniato il termine "ri-creare" per intendere la salita della via, che diventava una vera ri-creazione, visto che bisognava proteggerla, interpretarla, trovarla... intuirla.
Ora, con la mania delle vie preconfezionate, ben protette a file di spit, dove nulla è lasciato alla fantasia dello scalatore, che non deve "ri-creare" nulla, visto che la sua strada è già inesorabilmente segnata dal materiale lasciato in parete dall' attrezzatore, tutto questo sta per finire.
Masse di scalatori affrontano queste vie sterili con l' unico intento di salire in modo fine a se stesso, tutta la poetica della scalata è finita, svanita nella prestazione, spesso presunta, più che vera.
Le vie da "ri-creare", che ancora esistono e ancora vengono aperte (anche se questo sempre più raramente accade), non hanno che poche ripetizioni, spesso sono dimenticate ancor prima di essere ripetute.

Sono i nostri anni, la nostra società tutta tesa al consumo, meglio se veloce, che hanno cambiato l' alpinismo. Da attività piena di fascino, dove nulla poteva essere sicuro e tutto bisognava guadagnarsi, dove nessuno si sentiva in diritto di fare qualsiasi salita, oggi l' alpinismo è diventato un prodotto di consumo, dal quale i "consumatori" esigono certe caratteristiche e se non le trovano sono capaci di criticare il "produttore", che dovrebbe aver ben chiare le richieste del mercato, se non vuole restarne fuori!
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Messaggioda ErniBrown » ven feb 23, 2007 14:40 pm

Roberto ha scritto:Il fatto è che l' arrampicata libera, il freeclimbing, che si fa in palestra, falesia, su pareti protette, ha dei viticci lunghi che arrivano alle montagne.
Sempre di più si cerca la stessa condizione di "sport" in montagna, la mentalità della maggior parte dgli "alpinisti" attuali è disponibile a questa deriva "fast-climbing" in montagna.
Allego il mio discorsetto moraleggiante del topic in questione:

Scalate fast-food, o meglio "fast-climbing", è questa la tendenza degli scalatori moderni, sempre più presi dalla fretta, dall' eviatare imprevisti e dal consumare un prodotto preconfezionato, facile da "digerire", che costa poco in termini di sorprese e fatica. Un prodotto però insipido e senza fascino, un prodotto di altri, preconfezionato per te, senza un minimo di possibilità di "ricrearlo".

Gogna, nel suo "Cento nuovi mattini", aveva coniato il termine "ri-creare" per intendere la salita della via, che diventava una vera ri-creazione, visto che bisognava proteggerla, interpretarla, trovarla... intuirla.
Ora, con la mania delle vie preconfezionate, ben protette a file di spit, dove nulla è lasciato alla fantasia dello scalatore, che non deve "ri-creare" nulla, visto che la sua strada è già inesorabilmente segnata dal materiale lasciato in parete dall' attrezzatore, tutto questo sta per finire.
Masse di scalatori affrontano queste vie sterili con l' unico intento di salire in modo fine a se stesso, tutta la poetica della scalata è finita, svanita nella prestazione, spesso presunta, più che vera.
Le vie da "ri-creare", che ancora esistono e ancora vengono aperte (anche se questo sempre più raramente accade), non hanno che poche ripetizioni, spesso sono dimenticate ancor prima di essere ripetute.

Sono i nostri anni, la nostra società tutta tesa al consumo, meglio se veloce, che hanno cambiato l' alpinismo. Da attività piena di fascino, dove nulla poteva essere sicuro e tutto bisognava guadagnarsi, dove nessuno si sentiva in diritto di fare qualsiasi salita, oggi l' alpinismo è diventato un prodotto di consumo, dal quale i "consumatori" esigono certe caratteristiche e se non le trovano sono capaci di criticare il "produttore", che dovrebbe aver ben chiare le richieste del mercato, se non vuole restarne fuori!


Ecco, infatti su questo discorso mi trovi completamente d'accordo: per quel che mi riguarda mi piace molto andare in falesia con gli amici, ma torno a casa realmente soddisfatto quando sono salito sulla tale cima, o quando ho scalato la tale via. Proprio perchè penso che falesia e alpinismo siano due cose distinte mi da fastidio l'idea che si pensi agli spit come al futuro dell'alpinismo.
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Messaggioda al » ven feb 23, 2007 14:44 pm

alberto60 ha scritto:
Ma che vuol dire...garantirti la sicurezza. Nessuno e nulla può garantirti in alpinismo l'unica garanzia è in te stesso è nel tuo comportamento è nelle tue scelte.

Come dice Roberto citando Gogna bisogna ritornare alla "Ri-Creazione" di una via.

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Sono d'accordo. E' un bel film, e secondo me nel loro "piccolo" tutti se lo fanno.

Resta il fatto che magari dove passi tu proteggendosi altri salgono slegati, quindi.............
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 15:57 pm

Il problema non è tanto passare legati o slegati ed è chiaro che la falesia va distinta dalla montagna e dall'alpinismo.

Il fatto è che come dice Roberto oggi sempre più si tende a trasfomare la montagna in falesia e a trasfomare delle vie alpinistiche in vie di falesia, attrezzandole sempre di più in maniera fissa , attrezzando le soste per la calata in doppia magari per evitare una fastidiosa discesa che va cercata.
Eppure la discesa è parte integrante dell'ascensione.
Quante delle vie che oggi vengono ripetute in giornata se non fossero attrezzate in doppia richiederebbero magari un bivacco perchè costretti a scendere dall'altra parte e quindi a portare dietro lo zaino bello peso?.

Quante delle vie che oggi vengono aperte , se invece di lasciarle attrezzate, i primi salitori togliessero tutto o in parte il materiale usato in apertura, verrebbero ripetute in velocità?

Ecco secondo me oggi questo massiccio intervento di attrezzatura non fa altro che portare sempre più la falesia in montagna a discapito dell'alpinismo.
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Messaggioda al » ven feb 23, 2007 16:21 pm

Alberto60, io questo l'ho capito.

Ma ritengo che la presenza degli spit non impedisca di fare quello che tu dici.

L'altro giorno sono andato a rifare una bella vietta con un paio di tiri di 6a.
Via nata a spit. Ora qualche c******e ha tolto gli spit e ribattuto le piastrine. La via è ancora fattibile integrando: ma che fastidio ti davano gli spit? Se sei forte vai a scalare altrove, rispetta chi è più debole.
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 16:23 pm

Il discorso è vecchio, ma il nocciolo è che se uno non ha la pompa per tale via, ne sceglie un' altra più facile, non è scritto da nessuna parte che tutti debbano fare tutto!
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Messaggioda MacOnions » ven feb 23, 2007 16:37 pm

Roberto ha scritto: non è scritto da nessuna parte che tutti debbano fare tutto!


Questo dovrebbe essere messo in calce nel titolo del forum, non sono un antispit, ma caspita come mi da fastidio il discorso "beh, ma così si da a tutti la possibilità di ..." ... e che cosa ce ne frega di darla a tutti questa possibilità? io non la voglio, se il massimo che posso fare con mezzi "leciti" è il monte mignolo amen, è il mio limite, il mio essere al limite ... poi c'è gente che come limite al fitz roy o il cielo: quella si distingue per visioni grandiose e grandiose imprese.
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 16:48 pm

premetto che non sono contrario allo spit in assoluto e non vorrei cadere nell'eterna diatriba spit si, spit no perchè tanto non se ne esce.
Sono contrario però all'uso sistematico. E sono contrario anche a togliere gli spit dove sono stati messi in apertura.

Il problema è che queste attrezzature fisse , ripeto FISSE , vengono sempre più usate anche fuori dalla falesia. Ci sono itinerari che per la mania della MESSA IN SICUREZZA?? sono sempre più sforacchiati.
Prima si è messo lo spit da 8 , poi si è passati a quello d a 10, poi al fix con la piastrina da 2500 kg.
Poi al fittone resinato e chi più ne ha più ne metta. Ed ognuno di questi ha richiesto un buco sempre più grosso e per giunta tutto questo materiale viene anche lasciato e no è proprio bello a vedersi.
Poi magari non tutti sono contenti del lavoro fatto perchè c'è chi voleva lo spit a 2 metri, chi lo voleva a 3 e chi a 5 , quindi chi ha fatto il lavoro si piglia anche dei vaffan....

Vedi ad esempio itinerari classici che vengono spittati, anche dove i primi salitori non hanno chiodato ho hanno usato chiodi a fessura. Un esempio è la via Campia al Corno Stella che mi sembra sia stata spittata lho letto sul forum.
E perchè è stata spittata una via così eppure non credo che sia una via così pericolosa?
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