EvaK ha scritto:Io però non intendevo parlare di cosa ci piace o di quanto ci divertiamo e quanto è bello e bucolico scalare.... (questo lo sappiamo e sappiamo anche che tutti ci divertiamo un casino a scalare)![]()
il discorso è un po' diverso: parlavo o volevo parlare dello "psicodramma"... cioè di come la nostra personalità, le nostre paure, le nostre insicurezze e debolezze (o i punti di forza) venga poi fuori nel nostro stile di arrampicata, nelle nostre scelte arrampicatorie.
Ad esempio la mia predilezione per l'a vista, o l'ossessione della perfezione che ho visto in alcuni nel preferire lavorato (o super lavorato), la ricerca di conferme esterne (il grado!!!), la paura dell'ignoto (mai provare qualcosa "oltre").
Dopo le riflessioni filosofiche di quest'estate anche un giretto di psicanalisi...
Mah, verosimilmente queste cose emergono anche in altri contesti: sport come il calcio o il tennis, le arti marziali, negli scacchi che proprio "sport" non sono, e magari a dungeons and dragons.
Personalmente, quando arrampico vedo bene quegli aspetti caratteriali che mi contraddistinguono in tante altre situazioni: un certo atteggiamento accidioso, rinunciatario (direi "oblomovista"

Atteggiamento che, paradossalmente ma non tanto, si attenua nel momento in cui sono nella situazione in cui la ritirata non è così semplice, e mi tocca saltarne fuori per forza per non trovarmi nei guai. Allora riesco a mobilitare le mie (poche

Pantofolai saluti
TSdG