da coniglio » lun nov 30, 2015 18:44 pm
da coniglio » lun nov 30, 2015 19:14 pm
di Piero Ricca
"Nel disinteresse generale, mentre il mondo è scosso da gelidi presagi di guerra, prosegue come un rito stanco l'iter parlamentare per la riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi. A meno di colpi di scena dell'ultimo momento, l'approveranno. E sarà l'atto più grave della legislatura in corso. Per ragioni di metodo e di contesto. Ma soprattutto per il modello di Repubblica che tale riforma contribuisce a plasmare, in combinata con la nuova legge elettorale: un premierato di fatto del leader del primo partito, senza validi contrappesi e con un'ulteriore riduzione di partecipazione, controllo e rappresentatività.
Sul tema è necessaria un'ampia riflessione pubblica, in vista del decisivo referendum popolare.
In quale contesto e con quale metodo viene portata avanti questa riforma?
1) E' una riforma che proviene non dal parlamento, come sarebbe lecito attendersi, ma dal governo, che ormai governa e fa le leggi, insofferente alle procedure ordinarie, a colpi di decreti, maxiemendamenti, voti di fiducia e leggi delega.
Il governo attuale è arrivato al 47 esimo voto di fiducia, non è ancora record assoluto (per ora la medaglia spetta all'esecutivo Monti) ma poco gli manca.
In compenso è già primato per le leggi delega, altro strumento eccezionale trasformato in prassi abituale, come ricorda il prof. Michele Ainis in quest'articolo..
Che cosa vuol dire tutto questo? Che il parlamento è sempre più svuotato di prerogative e autorevolezza, degradato com'è a ufficio di ratifica di decisioni governative.
2) Ma il governo in carica, su quale effettiva rappresentanza democratica si basa? Poco più di nulla. Non può certo dirsi espressione di un voto popolare e si avvale di un premio di maggioranza costituzionalmente illegittimo. Ora, sappiamo bene che in Italia non è prevista l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, tuttavia tre governi consecutivi (Monti, Letta, Renzi) che non rispecchiano alcun tipo di mandato elettorale sono un fatto inaccettabile anche in una repubblica parlamentare malconcia come la nostra. E un governo con un così evidente deficit di rappresentatività e legittimità, a tutto dovrebbe pensare tranne che a cambiare a maggioranza semplice le regole fondamentali dello Stato.
3) Il dato che si tende a rimuovere è la sentenza della Corte costituzionale che nel gennaio del 2014 ha decretato l'illegittimità della legge elettorale nota ai più come Porcellum. Per effetto di quella sentenza, il parlamento avrebbe dovuto ragionevolmente rimanere in carica per un tempo limitato, in nome del principio di continuità dello Stato, il tempo di sbrigare gli affari correnti, varare una nuova legge elettorale al fine di un rapido ritorno alle urne e poco altro. Si è scelta naturalmente la via opposta.
4) Di tale riforma governativa è richiesta l'approvazione a un parlamento mai arrivato a un simile stadio di delegittimazione sostanziale, visti i numeri da record di cambi di casacca di deputati e senatori, o meglio: dei nominati al Senato e alla Camera. Secondo Openpolis, fino al 12 novembre i cambi di gruppo parlamentare sono stati in tutto 307. I parlamentari che hanno cambiato gruppo sono per ora 232. Ma tutto lascia supporre che possano aumentare a breve. A tali livelli, il vizio antico del trasformismo diventa un fattore eversivo. Condiziona l'approvazione delle leggi e la vita dei governi. Allontana ancor di più i cittadini dalle urne. Per porvi rimedio l'unico modo sarà rivedere il vincolo di mandato: al pari dell'immunità parlamentare, un istituto nato per una finalità nobile - la tutela della libertà del singolo parlamentare - ma ora degradato a schermo del peggiore trasformismo.
In tali condizioni, che hanno superato il limite del cortocircuito istituzionale, soltanto un'imperdonabile mancanza di senso dello Stato, smerciata per spiccata capacità decisionale, ha potuto ispirare la volontà di cambiare la Costituzione senza il preventivo consenso dei cittadini, senza un diffuso dibattito nel Paese, senza una convergenza ampia delle forze politiche. In assenza cioé dei caratteri che formano quel che in epoche politiche meno desolanti dell'attuale si definiva "spirito costiuente".
Ma ancor più gravi risultano le ragioni che nel merito inducono a opporsi alla riforma costituzionale. Le riassume bene questo appello dal prof. Alessandro Pace. Ecco la principale:
"Grazie all’attribuzione alla sola Camera dei deputati del rapporto fiduciario col Governo, e, grazie all’Italicum – in conseguenza del quale il partito di maggioranza relativa, anche col 30 per cento dei voti e col 50 per cento degli astenuti, otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi – l’asse istituzionale verrà spostato decisamente in favore dell’esecutivo, che diverrebbe a pieno titolo il dominus dell’agenda dei lavori parlamentari, con buona pace della citata sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale, secondo la quale la “rappresentatività” non dovrebbe mai essere penalizzata dalla 'governabilità'."
In altre parole: il leader della minoranza vincente - padrone dei numeri nell'unica camera che conta, grazie a un abnorme premio di maggioranza e a parlamentari in gran parte di nuovo nominati dai partiti - si blinderebbe al governo come uomo solo al comando. Ve lo immaginate in un Paese come l'Italia, senza robusti anticorpi democratici, senza una legge sul conflitto di interessi, senza un autentico rispetto delle istituzioni di garanzia, senza una tradizione di indipendenza dai governi dei grandi media, senza uno statuto solido a tutela delle minoranze, senza una severa disciplina della vita dei partiti? Meglio di no.
Riforma costituzionale e legge elettorale vanno dunque lette in combinata. E meritano entrambe di cadere.
Per la legge elettorale - che entrerà in vigore dal luglio 2016 - occorre rimettersi alla Corte costituzionale, che potrebbe presto essere investita della questione all'esito della strategia di ricorsi ai Tribunali tutt'Italia, cui ha aderito anche il M5S, promossa dal Coordinamento per la Democrazia costituzionale. I motivi di incostituzionalità di questa legge in teoria non mancano, dal premio di maggioranza ai capilista nominati. Ma è meglio non azzardare previsioni, dato che la nuova composizione della Corte, rispetto a quella che fece fuori il Porcellum, potrebbe portare a un orientamento diverso.
A tale riguardo, l'imbarazzante impasse in merito alla sostituzione dei tre giudici costituzionali di nomina parlamentare, tuttora in corso dopo 28 votazioni andate a vuoto, rivela quanto sia importante per i partiti delle ex larghe intese mandare alla Consulta uomini di provata fedeltà, anzitutto in vista della decisione sulla legge elettorale.
Ma c'è un'altra possibilità: che quella legge sia cambiata per interessi di bottega, in prossimità delle elezioni, proprio da chi pochi mesi fa l'ha voluta. Con il premio di maggioranza di lista, visti i sondaggi, ora il Pd di Renzi teme di perdere al ballottaggio. Se deciderà di ritoccare il cosiddetto Italicum sarà per limitare questo rischio. E la spudoratezza politica toccherà una nuova vetta..
Per la riforma costituzionale, invece, la parola spetterà direttamente ai cittadini. Quando verrà approvata definitivamente dal parlamento, l'unica possibilità di evitare che entri in vigore sarà il referendum popolare, previsto dall'art. 138 della Costituzione. Un referendum - è bene ricordarlo - che non richiede quorum di validità. L'esito sarà deciso dalla maggioranza dei voti validi. Il precedente incoraggiante c'è: il referendum con il quale la maggioranza dei votanti spazzò via la controriforma costituzionale del Governo Berlusconi, il 26 giugno del 2006." Piero Ricca
da coniglio » mer dic 02, 2015 18:04 pm
da coniglio » mer dic 02, 2015 19:02 pm
L’art.34 dice:” I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra costituzione c’è un articolo che
è il più importante di tutta la costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma
soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così:
”
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese”.
E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi
dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini
dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunt
o, si potrà veramente dire che la formula
contenuta nell’art. primo-
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
“-
corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di
studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra
Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche
democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia
soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in
cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il
loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a
questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.
E allora voi capite da questo che la nostra costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è
una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da
compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!
E‘ stato detto giustamente che le costituzioni sono anche delle polemiche, che negli articoli delle
costituzioni c’è sempre anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una
polemica. Questa polemica, di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente,
contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime.
Se voi leggete la parte della costituzione che si riferisce ai rapporti civili politici, ai diritti di libertà,
voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica,
quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate e riaffermate solennemente, erano
sistematicamente disconosciute. Quindi, polemica nella parte dei diritti dell’uomo e del cittadino
contro il passato.
Ma c’è una parte della nostra costituzione che è una polemica contro il presente, contro la società
presente. Perché quando l’art. 3 vi dice:
“ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”
riconosce che
questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la costituzione, un
giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’
ordinamento sociale attuale, che bisogna
modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione
ha messo a disposizione dei cittadini italiani.
Ma no è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le
vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune
s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva,
che mira alla trasformazione di questa società n cui può accadere che, anche quando ci sono, le
libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche dalla impossibilità
per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che
se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al
progresso della società. Quindi, polemica contro il
presente in cui viviamo e impegno di fare quanto
è in noi per trasformare questa situazione presente.
Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La
costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni
giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di
mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla
costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in
questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani.
”La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo
discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina,, che qualcheduno di voi conoscerà, d
quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di
questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran
burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava: E allora questo contadino impaurito
domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il
bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe,
Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice: ” Che
me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentisno alla politica.
E’ così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive
in regime di libertà, c’è altre cose da fare che
interessarsi alla politica. E lo so anch’io! Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere,
da godere, oltre che occuparsi di politica. La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è
come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di
asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi,
giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in
quanto vi auguro di riuscire a creare voi le c
ondizioni perché questo senso di angoscia non lo
dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio
contributo alla vita politica.
La costituzione, vedete, è l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario
non sono belli, ma è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della
sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento. E’ la carta della propria
libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità di uomo.
Io mi ricordo le prime elezioni dopo la caduta del fascismo, il 2 giugno 1946, questo popolo che da
venticinque anni non aveva goduto le libertà civ
ili e politiche, la prima volta che andò a votare dopo
un periodo di orrori- il caos, la guerra civile, le lotte
le guerre, gli incendi. Rico
rdo- io ero a Firenze,
lo stesso è capitato qui- queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni, disciplinata e lieta
perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare
la propria opinione per contribuire a creare questa
opinione della comunità, questo essere padroni di
noi, del proprio paese, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle
nostre sorti, delle sorti del nostro paese.
Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare
il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere,
sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa
è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in
più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo.
Ora vedete- io ho poco altro da dirvi-, in questa costituzione, di cui sentirete fare il commento nelle
prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le
nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi
articoli ci si sentono delle voci lontane.
Quando io leggo nell’art. 2,
”l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale”
, o quando leggo, nell’art. 11,
“l’Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli”
, la patria italiana in mezzo alle alte patrie, dico: ma questo è
Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, “
tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere
davanti alla legge”
, ma questo è Cavour; quando io leggo, nell’art. 5,
“la Repubblica una e
indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”
, ma questo è Cattaneo; o quando, nell’art.
52, io leggo, a proposito delle forze armate,
”l’ordinamento delle forze armate si informa allo
spirito democratico della Repubblica”
esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo,
all’art. 27,
“non è ammessa la pena di morte”,
ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria. Grandi
voci lontane, grandi nomi lontani.
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa
costituzione! Dietro a ogni articolo di questa co
stituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani
come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di
concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di
Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un
testamento, un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle
montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono
impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col
pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.
da VECCHIO » mer dic 02, 2015 19:24 pm
da PIEDENERO » gio dic 10, 2015 14:23 pm
da VECCHIO » gio dic 10, 2015 15:24 pm
PIEDENERO ha scritto:itailanooooooo, tu RENZI te lo meriti !
e il tizio che si è tolto la vita, se l'è tolta per la gioia di aver vinto una bella somma.
ps magari, poverino ha pure votato PD o affini
da Sbob » gio dic 10, 2015 16:13 pm
PIEDENERO ha scritto:e il tizio che si è tolto la vita, se l'è tolta per la gioia di aver vinto una bella somma.
ps magari, poverino ha pure votato PD o affini
da tacchinosfavillantdgloria » gio dic 10, 2015 17:50 pm
VECCHIO ha scritto:PIEDENERO ha scritto:itailanooooooo, tu RENZI te lo meriti !
e il tizio che si è tolto la vita, se l'è tolta per la gioia di aver vinto una bella somma.
ps magari, poverino ha pure votato PD o affini
Sistemato tutto: nuovi amministratori, ma in economia di stipendi, per la modica spesa di soli 10.000.000€ all'anno.
La sinistra è forse peggio della destra? (parlo di quelle italiane nevvero). Mah, non saprei dire!
L'editore dei libri di Scalfari, l'acerrimo nemico di sinistra del Berlusca, è il Berlusca!!! Questa fa capire che facce hanno, due?
I debiti del PD con l'Unità sono stati coperti dallo stato (105milioni?)
Ah, dimenticavo, sistemati i rimborsi ai partiti con altri 10 milioni................................solo uno di 5 stelline però si oppone, il che è tutto dire.
Ma l'expo ....... adesso dobbiamo pensare cosa fare.....
.....come se uno dicesse tranquillo: sto per avere dei figli, ma ci penserò dopo, fra qualche anno: responsabilità!
Noi abbiamo circa 1000 parlamentari, più regioni, provincie, comuni, comunità, sovra comuni,.....gli altri stati sempre molti di meno, ci sarà un motivo?
Nella scuola, Italia batte Germania e Francia come dipendenti 1.100.000 a 750.000 e 500.000, ma perde come abitanti con la Germania a 75 milioni contro i suoi 57 milioni e quasi pareggia con la Francia.
Non parlo poi degli infiniti sindacati e sindacalisti da ottime retribuzioni e pensioni, che magari col lavoro..............................
Ma forse do ragione agli imprenditori onesti che scappano dall'Italia per sopravvivere.
Poi ho amici e nipoti che lavorano all'estero a livelli altissimi di professionalità, perchè qui non hanno parenti o amici intrallazzati.
Dai PIEDONE ci siam dentro tutti![]()
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............ e io che spero sempre di sbagliarmi
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Però mercole mi opereranno e non spenderò nulla.............forse perchè ho versato molto di più in passato.
da PIEDENERO » gio dic 10, 2015 18:18 pm
Sbob ha scritto:PIEDENERO ha scritto:e il tizio che si è tolto la vita, se l'è tolta per la gioia di aver vinto una bella somma.
ps magari, poverino ha pure votato PD o affini
E' stato semplicemente vittima o di una truffa (se l'hanno illuso che azioni e obbligazioni subordinate siano titoli sicuri), oppure della propria avventatezza.
Nel primo caso, mi dispiace per lui, ma non mi pare sia previsto che lo stato rimborsi chi si e' comprato la fontana di Trevi. Nel secondo, cacchi suoi.
Ora tutti chiedono indietro i soldi per gli investimenti fatti. Ovviamente nessuno si sogna di dare i soldi allo stato se invece l'investimento va a buon fine e guadagni piu' di un BOT.
da Sbob » gio dic 10, 2015 18:55 pm
PIEDENERO ha scritto:Sbob ha scritto:PIEDENERO ha scritto:e il tizio che si è tolto la vita, se l'è tolta per la gioia di aver vinto una bella somma.
ps magari, poverino ha pure votato PD o affini
E' stato semplicemente vittima o di una truffa (se l'hanno illuso che azioni e obbligazioni subordinate siano titoli sicuri), oppure della propria avventatezza.
Nel primo caso, mi dispiace per lui, ma non mi pare sia previsto che lo stato rimborsi chi si e' comprato la fontana di Trevi. Nel secondo, cacchi suoi.
Ora tutti chiedono indietro i soldi per gli investimenti fatti. Ovviamente nessuno si sogna di dare i soldi allo stato se invece l'investimento va a buon fine e guadagni piu' di un BOT.
non sparare cazzate!
informati prima sulle responsabilità di Europa, governo e banche.
da VECCHIO » gio dic 10, 2015 19:11 pm
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
Tanto per sfatare qualche luogo comune...
................................................
Numeri alla mano, sia in termini quantitativi sia di spesa pubblica, la situazione di casa nostra non è molto diversa rispetto al resto d’Europa.
IN ITALIA 58 IMPIEGATI OGNI 1.000 ABITANTI. Un recente studio dell’Eurispes ha reso noto che in Italia si contano 58 impiegati nella Pa ogni 1.000 abitanti contro i 135 della Svezia, i 94 della Francia, i 92 del Regno Unito, i 65 della Spagna e i 54 della Germania. Inoltre, segnala sempre il rapporto, negli ultimi 10 anni l'Italia ha visto diminuire i propri dipendenti pubblici del 4,7%, mentre tutti gli altri hanno assunto: +36,1% in Irlanda, +29,6% in Spagna, +12,8% in Belgio e +9,5% nel Regno Unito.
Pubblici saluti
TSdG
da tacchinosfavillantdgloria » gio dic 10, 2015 20:29 pm
VECCHIO ha scritto:tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
Tanto per sfatare qualche luogo comune...
................................................
Numeri alla mano, sia in termini quantitativi sia di spesa pubblica, la situazione di casa nostra non è molto diversa rispetto al resto d’Europa.
IN ITALIA 58 IMPIEGATI OGNI 1.000 ABITANTI. Un recente studio dell’Eurispes ha reso noto che in Italia si contano 58 impiegati nella Pa ogni 1.000 abitanti contro i 135 della Svezia, i 94 della Francia, i 92 del Regno Unito, i 65 della Spagna e i 54 della Germania. Inoltre, segnala sempre il rapporto, negli ultimi 10 anni l'Italia ha visto diminuire i propri dipendenti pubblici del 4,7%, mentre tutti gli altri hanno assunto: +36,1% in Irlanda, +29,6% in Spagna, +12,8% in Belgio e +9,5% nel Regno Unito.
Pubblici saluti
TSdG
Ma ha tenuto conto del parastato e compagnia??? Lì si parla solo di PA e da noi quello che conta è il resto.
Dello Stato si impippano tutti, non siamo in Francia o Germania dove lo Stato è lo STATO!!!
Come si potrebbero riempire due grattacieli per il personale della regione lombardia?
Guarda che è l'Eurispes............................. è quasi come se tu guardassi i dati istat
Purtroppo tutti i dati italiani sono politicizzati.
da VECCHIO » gio dic 10, 2015 23:25 pm
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:VECCHIO ha scritto:tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
Tanto per sfatare qualche luogo comune...
................................................
Numeri alla mano, sia in termini quantitativi sia di spesa pubblica, la situazione di casa nostra non è molto diversa rispetto al resto d’Europa.
IN ITALIA 58 IMPIEGATI OGNI 1.000 ABITANTI. Un recente studio dell’Eurispes ha reso noto che in Italia si contano 58 impiegati nella Pa ogni 1.000 abitanti contro i 135 della Svezia, i 94 della Francia, i 92 del Regno Unito, i 65 della Spagna e i 54 della Germania. Inoltre, segnala sempre il rapporto, negli ultimi 10 anni l'Italia ha visto diminuire i propri dipendenti pubblici del 4,7%, mentre tutti gli altri hanno assunto: +36,1% in Irlanda, +29,6% in Spagna, +12,8% in Belgio e +9,5% nel Regno Unito.
Pubblici saluti
TSdG
Ma ha tenuto conto del parastato e compagnia??? Lì si parla solo di PA e da noi quello che conta è il resto.
Dello Stato si impippano tutti, non siamo in Francia o Germania dove lo Stato è lo STATO!!!
Come si potrebbero riempire due grattacieli per il personale della regione lombardia?
Guarda che è l'Eurispes............................. è quasi come se tu guardassi i dati istat
Purtroppo tutti i dati italiani sono politicizzati.
La pubblica amministrazione:
Gli enti che ne fanno parte sono quelli di cui all'art. 1 del d.lgs 30 marzo 2001 n. 165. Nell'ordinamento italiano la pubblica amministrazione è essenzialmente composta da:
le amministrazioni dello Stato, che includono la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i ministeri, le istituzioni scolastiche, le agenzie e le amministrazioni autonome;
le autorità amministrative indipendenti;
le regioni, le province, i comuni e gli altri enti territoriali locali;
gli altri enti pubblici, nazionali e locali, tra cui le istituzioni universitarie, gli enti pubblici di ricerca, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e gli enti che compongono il Servizio Sanitario Nazionale.
Peraltro credo che sia difficile "politicizzare" dei dati relativi ai dipendenti di un'amministrazione pubblica (si parlasse di tasso di disoccupazione sarebbe diverso...). Poi mi rendo conto che è difficile modificare delle rappresentazioni sociali ormai radicate nel senso comune...se la realtà è diversa, tanto peggio per la realtà.
Statistici saluti
TSdG
da scairanner » gio dic 10, 2015 23:54 pm
VECCHIO ha scritto:
Le mie non sono fantasie politicizzate nè tantomeno basate sul senso comune, però magari i miei ragionamenti sono grossolani.
Su circa 22 milioni di lavoratori quasi 5 milioni sono PA, quindi anche se fossero 4 milioni o tre milioni i conti non mi tornano.
Ah, io faccio il ragionamento su chi lavora, ma se facciamo il ragionamento sulla popolazione tutto cambia.
Brava l'eurispes che non prende dati paragonabili, lavoratori, pensionati, giovani, disoccupati........ hanno pesi diversi in ogni stato...........
Allora noi siamo gli alpinisti più "densi" al mondo dopo gli sloveni perchè il cai ha 300.000 soci?
Ho fatto l'esempio dei dipendenti della istruzione 1,1 milioni noi che siamo 57 milioni e 750mila la germania che sono in 75 milioni, la Francia che ha una popolazione simile alla nostra ne ha la metà............ come rientra questo nei numeri dell'eurispes: 54 noi, 58 germania e 94 francia?
Son riuscito a spiegare la mia perplessità?
da Sbob » ven dic 11, 2015 0:10 am
da sergio-ex63-ora36 » ven dic 11, 2015 11:52 am
da coniglio » ven dic 11, 2015 12:36 pm
da tacchinosfavillantdgloria » ven dic 11, 2015 13:11 pm
sergio-ex63-ora36 ha scritto:per i dipendenti pubblici non è tanto un problema di numeri ma di risultati...e, mediamente, nel confronto con altre nazioni europee sono evidenti...
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