
io sono tutt'altro che incazzato però.
e comunque, bùtate in canàe che te te fè un favore.
da MarcoS » gio lug 30, 2015 17:40 pm
da robibz » gio lug 30, 2015 17:56 pm
M@zzo ha scritto:Certo che è interessante, ogni tanto, dare un'occhiata a questo forum (cercando di montagne).
Siete incazzati, spaesati, disinformati, tutto quello che riuscite a fare è affidarvi ai vostri 3 o 4 blog, siti di pseudoinformazione incontrollata e papelli assortiti simil-Paolo-Barnard (di cui MarcoS è ancora spacciatore instancabile). Ovviamente incazzandovi di più.
C'è di buono che si sa sempre dove state, allo stesso punto di prima.
Se state lì ancora un po' passa l'autobus Salvini (o chi per lui) e vi carica su un bel barcone di destra populista senza neanche che ve ne accorgete.
da tacchinosfavillantdgloria » ven lug 31, 2015 9:56 am
da coniglio » ven lug 31, 2015 11:03 am
da coniglio » ven lug 31, 2015 11:30 am
Disoccupazione giovanile oltre il 44%, tasso generale al 12,7% e 40mila occupati in meno in un anno. E’ la fotografia dell’occupazione scattata dall’Istat sul mese di giugno, quando la percentuale dei senza lavoro è salita rispetto al mese precedente di 0,2 punti e quella dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni ha toccaro la quota record del 44,2%. A quattro mesi dall’entrata in vigore del Jobs Act e nonostante gli annunci e i toni trionfalistici utilizzati dal governo, la situazione del mercato del lavoro in Italia non migliora.
Il dato che più colpisce è quello relativo ai giovani: la disoccupazione giovanile fa segnare un nuovo record, salendo al 44,2% e toccando il livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensile e trimestrali, nel primo trimestre 1977. “Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni – scrive l’Istat – cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 44,2%, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi”. Al tempo stesso si riduce il tasso di inattività di 0,2 punti fino al 74%.
Secondo i dati di giugno, il numero di disoccupati aumenta infatti dell’1,7% (+55 mila) su base mensile, mentre nei dodici mesi il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila). In termini assoluti a giugno l’istituto ha registrato 22 mila occupati in meno rispetto a maggio (-0,1%) e 40 mila in meno rispetto allo stesso mese del 2014 (-0,2%). Si tratta del secondo calo congiunturale degli occupati dopo quello di maggio (-0,3%). Ad aprile, invece, c’era stata una crescita dello 0,6%.
L’Istituto nazionale di statistica rileva poi che il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è diminuito a giugno di 0,1 punti percentuali a (-18mila) a 14,021 milioni, riprendendo il calo cominciato a inizio anno e interrotto a maggio. Il tasso di inattività, pari al 35,9%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto a maggio. Su base annua gli inattivi sono diminuiti dello 0,9% (-131 mila) e il tasso complessivo di 0,2 punti. “L’aumento del numero di disoccupati negli ultimi 12 mesi (+85 mila) è pertanto associato ad una crescita della partecipazione al mercato del lavoro, testimoniata dalla riduzione del numero di inattivi”, sottolinea l’Istat.
da coniglio » ven lug 31, 2015 11:46 am
da dieguitos » ven lug 31, 2015 13:01 pm
da coniglio » ven lug 31, 2015 14:08 pm
da coniglio » lun ago 03, 2015 18:29 pm
da El Rojo » ven set 04, 2015 8:53 am
da coniglio » ven set 04, 2015 9:53 am
da Sbob » ven set 04, 2015 15:28 pm
coniglio ha scritto:ma chi c***o avete votato per 20 anni?
da coniglio » ven set 04, 2015 15:51 pm
da Sbob » ven set 04, 2015 17:46 pm
da scairanner » lun set 14, 2015 10:59 am
da coniglio » lun set 14, 2015 11:42 am
da funkazzista » lun set 14, 2015 12:59 pm
da PIEDENERO » lun set 14, 2015 13:16 pm
da funkazzista » lun set 14, 2015 13:29 pm
da coniglio » mer set 16, 2015 9:41 am
Eccoli che ci riprovano. I partiti tornano all’assalto dell’ergastolo con una “riforma” che rischia di svuotarlo. L’allarme lo lancia, insieme con i 5Stelle, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: “È probabile stia per essere dato a Cosa Nostra ciò che con la strage di via dei Georgofili ha fortemente chiesto con un attacco diretto allo Stato. I mafiosi delle stragi che non hanno collaborato, oggi all’ergastolo ostativo a regime di 41 bis, stanno forse per essere messi nelle condizioni di usufruire di tutti quei benefici che gli consentiranno di aggirare il carcere a vita. Abbiamo l’impressione che la politica si stia lavando le mani, come fece Pilato, per le condanne a vita di mafiosi pericolosissimi come Riina, Provenzano, Bagarella e fratelli Graviano, rimettendo tutto nelle mani della magistratura che sarà ancora una volta crocifissa con leggi vergogna. Comunque, se passerà indenne una tal ignominia ci troverete in via dei Georgofili a difendere la memoria dei nostri morti sacrificati in nome e per conto di rappresentanti del Parlamento che non si assumono mai le proprie responsabilità”.
La sensibilità di una madre che 22 anni fa ebbe la figlia sfigurata e il futuro genero bruciato vivo dalle bombe politico-mafiose è comprensibile. E merita un approfondimento. In ballo c’è il ddl delega di ben 34 articoli che è approdata oggi alla Camera per la riforma del processo penale con un gran guazzabuglio di norme chieste del ministro Andrea Orlando e dai partiti retrostanti: Pd, Ncd e – ben, anzi mal nascosta – FI. Tutti ansiosi di tagliare le unghie ai magistrati e ai giornalisti per l’eterna impunità. Già la forma della riforma è indecente: una vaghissima delega in bianco al governo, che potrà fare i suoi comodi con i decreti attuativi, evitando dibattiti ed emendamenti. La sostanza è ancora peggio: la legge-bavaglio per punire i giornalisti che pubblicano intercettazioni di “persone occasionalmente coinvolte” nelle indagini e imporre ai magistrati di stralciarle dagli atti perché non le legga nessuno; la galera fino a 4 anni per chi registra e divulga conversazioni all’insaputa dell’interlocutore; tre mesi ai pm per chiudere le indagini; limiti alle impugnazioni dei Pg sulle assoluzioni in primo grado; azioni disciplinari per i magistrati che incappano in errori giudiziari, veri o presunti; e aumenti di pena per furti, scippi e rapine, peraltro già punibili fino a 20 anni, tanto almeno questi reati i politici non li commettono.
Infine la riforma dell’ergastolo, con la modifica dell’art. 4 bis dell’Ordinamento penitenziario: quello che esclude i detenuti per mafia non pentiti dai benefici e dalle pene alternative al carcere. Il ddl parla di rivedere “modalità e presupposti d’accesso alle misure alternative, sia con riferimento ai presupposti soggettivi sia con riferimento ai limiti di pena, al fine di facilitare il ricorso alle stesse, salvo i casi di eccezionale gravità e pericolosità e in particolare per le condanne per i delitti di mafia e terrorismo”; e di eliminare “automatismi e preclusioni che impediscono o rendono molto difficile l’individualizzazione del trattamento rieducativo” e cambiare “la disciplina di preclusione dei benefici penitenziari per i condannati alla pena dell’ergastolo, salvo i casi di eccezionale gravità e pericolosità e in particolare per le condanne per i delitti di mafia e terrorismo anche internazionale”. Se oggi gli autori di reati gravissimi non possono accedere a benefici e alternative, in futuro spetterà al giudice valutare caso per caso: se dirà no, lo farà a suo rischio e pericolo, esponendosi a vendette e rappresaglie, perché avrebbe potuto anche dire sì, mentre finora era la legge a imporgli il no. E il giudice colluso potrà dire sì e favorire gli amici degli amici. Le esclusioni (“salvo i casi” ecc.) sono così vaghe che non si capisce se mafiosi e terroristi saranno sempre esclusi, o invece toccherà al giudice misurare l’“eccezionale gravità” dei reati per decidere se metterli fuori in anticipo.
La logica dice che l’interpretazione corretta è la seconda, altrimenti non si vede il motivo della riforma: già oggi l’ergastolo esiste davvero solo per stragisti mafiosi e terroristi non pentiti, mentre gli altri stragisti e assassini sono ammessi ai benefici di legge ed escono dopo 30 anni (in realtà 20 o poco più con la “liberazione anticipata”, che ogni anno abbuona 5 mesi su 12). Non a caso Riina inserì l’abolizione dell’ergastolo in cima al “papello” consegnato nell’estate ’92 agli uomini della Trattativa, insieme con la fine del 41 bis, la chiusura delle supercarceri e la riforma dei pentiti (tutte richieste puntualmente accolte). La micidiale tenaglia ergastolo-carcere duro, ideata da Falcone, cominciava a produrre gli effetti sperati: molti mafiosi, pur di non finire i propri giorni in galera, scelsero di collaborare, facendo catturare centinaia di latitanti e scoprire i colpevoli di migliaia di delitti. Terrorizzati dalle loro rivelazioni sulla trattativa, nel 1999 i partiti abolirono l’ergastolo, dimostrando che la trattativa era più che mai in corso. Solo le proteste di pm e parenti delle vittime, Maggiani Chelli in prima fila, costrinsero il Parlamento a tornare sui suoi passi un anno dopo. Ora vedremo se i nuovi allarmi sono fondati o no: dipenderà da come verrà scritta la legge delega e poi il decreto delegato del governo. Ma il fatto stesso che si riapra quella porta, col rischio che vi si infilino le solite manine e manone, giustifica l’interrogativo: che bisogno c’è di riformare l’ergastolo, di fatto riservato ai terroristi e ai mafiosi, se non si vogliono favorire i terroristi mafiosi?
Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2015
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