100 e non più' 100 disse il profeta ...

o era 1000???



da grip » lun giu 08, 2015 11:42 am
da MarcoS » mar giu 09, 2015 8:43 am
da coniglio » ven giu 12, 2015 9:49 am
da coniglio » gio giu 18, 2015 12:01 pm
IL BUCO CON LA LEGGE INTORNO. L’editoriale di Marco Travaglio
“Martedì la Cassazione ha cassato senza rinvio le condanne dell’ex sondaggista berlusconiano Luigi Crespi, che in appello si era buscato 6 anni e 9 mesi per la bancarotta e i falsi in bilancio dell’Hdc. Motivo: la legge Renzi sul falso in bilancio, orgoglio e vanto dell’Anticorruzione approvata dal Parlamento il 21 maggio ed entrata in vigore lunedì, è “più favorevole” della precedente, quindi si applica ai processi in corso e li manda in fumo. Traduzione: Renzi è riuscito nell’ardua impresa di peggiorare addirittura la legge scritta da Niccolò Ghedini e imposta dal governo Berlusconi nel 2002, mandando impuniti persino quei pochi che finora si riusciva a condannare”.
da El Rojo » mer lug 01, 2015 18:28 pm
da coniglio » mer lug 01, 2015 19:36 pm
da coniglio » gio lug 02, 2015 10:30 am
da MarcoS » gio lug 02, 2015 17:20 pm
da PIEDENERO » gio lug 02, 2015 23:37 pm
da coniglio » mer lug 08, 2015 13:52 pm
L’apoteosi l’ha toccata Panorama, dipingendo Tsipras e Varoufakis come due clown da circo. Il che, per il settimanale di proprietà del più grande pagliaccio che a memoria d’uomo abbia mai calcato la scena politica italiana, non è davvero male. Ma la rappresentazione del governo greco come un branco di dilettanti allo sbaraglio, vanesi e soprattutto “populisti”, è un leitmotiv di tutta la grande stampa, italiana ed europea.
Varoufakis è quello che tiene la camicia fuori dai pantaloni, studia teoria dei giochi e gira in moto (vuoi mettere i nostri che circolano su auto blu, aerei blu ed elicotteri blu senza mai toccare terra?). Tsipras è il magliaro piacione e inaffidabile che rimpiange o fa rimpiangere Stalin, difende le pensioni d’oro e la temibile corsa agli armamenti greca, e in Europa fa il gioco delle tre carte. L’idea che questi signori siano stati democraticamente eletti da un popolo che le ha viste e provate tutte (la dittatura dei colonnelli, i socialisti, i conservatori, i centristi, i tecnici) non sfiora più nessuno, in un paese – il nostro – piuttosto disabituato alla democrazia.
Ma ciò che più sfugge ai nostri trincia-giudizi in casa d’altri è la serietà, la dignità dei nuovi politici di Atene. Che magari sbagliano ricetta economica (ma vai a sapere qual è quella giusta: hanno fallito tutte, ma proprio tutte), però hanno il sacrosanto diritto di essere messi alla prova: perché, nel disastro greco, non hanno alcuna colpa, non avendo mai governato prima. Chi dà loro lezioni da Bruxelles o da Berlino ha colpe molto più grandi di loro, visto che l’austerità ha peggiorato la vita e l’economia della Grecia, esattamente come quella di quasi tutto il resto dell’Eurozona.
Qui non si tratta di buonismo – il mantra prêt-à-porter di ogni talk show – ma di buonsenso. Se l’austerità fine a se stessa ha prodotto in pochi anni in Europa 23 milioni di disoccupati in più rispetto a prima, è il pragmatismo a imporre di cambiare registro. È vero, la Grecia entrò in Europa truccando i suoi bilanci, e le autorità comunitarie lo sapevano benissimo. È vero, la Grecia è stata malgovernata per decenni, con una serie di scelte scriteriate che l’han fatta vivere al di sopra delle sue possibilità. Ed è vero quel che dice la Merkel (persona seria anche lei, pur con i suoi errori in politica estera, ma non interna: magari i tedeschi ce la prestassero per qualche anno): le formiche d’Europa non possono pagare le serenate della cicala.
Ma ciò che chiede la Grecia – al di là di certe pretese inaccettabili – è l’ossigeno e il tempo per rimettersi in sesto, con il suo nuovo governo onesto e serio. Ci si può fidare sulla parola? No, occorrono controlli. Ciò che invece è inaccettabile, e ha fatto stravincere il No, è che le autorità europee abbiano usato la crisi greca prima per dettare ad Atene le riforme da fare, mettendo in mora il governo democraticamente eletto; e poi per provare a rovesciare il governo democraticamente eletto per sostituirlo con un pateracchio di larghe intese imposto dall’alto e da fuori, secondo lo schema sperimentato in Italia e nella stessa Grecia nel 2011. Gli Stati Ue hanno sottoscritto degli accordi e chi non li condivide può, anzi ormai deve battersi per modificarli: ma, finché esistono, deve rispettarli. Si tratta di parametri finanziari fissati – almeno a parole – a beneficio dei popoli: se però sono i popoli a vivere (anzi, a morire) a beneficio dei parametri, questi vanno cambiati. Ma per farlo occorre l’accordo della maggioranza degli Stati, che al momento non c’è. Anche perché chi vi avrebbe più interesse, tipo Renzi, se ne sta sotto la sottana di “Angela”.
La Grecia invece ha detto la sua: se avesse votato pro o contro l’euro, avrebbe vinto il Sì. Invece ha votato su una proposta giugulatoria per il popolo e suicida per i creditori (il creditore che affama il debitore è un cretino, perché non rivedrà mai più i suoi soldi). E ha vinto il No. Se persino il Fmi giudica plausibile una ristrutturazione, cioè un taglio, del debito greco, la strada potrebbe essere una conferenza internazionale che ridiscuta tutti i debiti pubblici: e conceda a chi ce l’ha più grosso (vedi il nostro, che continua allegramente a crescere) di restituire solo il giusto.
Ciascuno indichi il percorso che intende seguire: i governi di destra indicheranno politiche di destra, quelli di sinistra politiche di sinistra. La scelta di chi debba fare i sacrifici non spetta a nessuna Troika, ma ai governi nazionali e ai loro elettori. Le autorità europee devono fissare l’obiettivo: quant’è il conto e quando ragionevolmente va pagato. Ma chi lo deve pagare lo decidono i cittadini tramite i loro parlamenti e governi. Si chiama democrazia e, in attesa di inventare qualcosa di meglio, è bene tenercela stretta.
In fondo è questo il messaggio che è uscito domenica dalle urne: diteci il quanto, ma il come lo decidiamo noi. Somiglia molto a quello lanciato dagli elettori italiani che nel 2013 punirono i partiti delle larghe intese e premiarono il M5S che, come Syriza, non aveva mai governato. Com’è finita lo sappiamo: l’eterno Gattopardo ha finto di cambiare tutto per non cambiare nulla, ma al prossimo giro potrebbe ritrovarsi ancor più spelacchiato di oggi. Specialmente se continuerà a irridere al governo greco fingendo di non capire cos’è accaduto ad Atene. E a leccare i tacchi alla Merkel, dimenticando che dopo la Grecia, buoni penultimi, veniamo noi. O a farsi fotografare con Orfini alla Playstation. O a tenere lezioni di tiki-taka contro i gufi. E meno male che il pagliaccio è Tsipras.
Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 8 Luglio 2015
da MarcoS » gio lug 09, 2015 11:42 am
DISTRATTI da Grexit, Il Parlamento Europeo approva il CENSURATISSIMO TTIP (42% PIL GLOBALE) e l’arbitrato Isds cambiandogli nome grazie a Shultz. Inio della fine per 46.000 aziende biologiche italiane, per le Dop, Doc , Igp e largo agli Ogm e al formaggio senza latte.
da PIEDENERO » gio lug 09, 2015 12:06 pm
MarcoS ha scritto:a quanto pare, mentre si discute di grecia il parlamento europeo ha approvato il TTIP.DISTRATTI da Grexit, Il Parlamento Europeo approva il CENSURATISSIMO TTIP (42% PIL GLOBALE) e l’arbitrato Isds cambiandogli nome grazie a Shultz. Inio della fine per 46.000 aziende biologiche italiane, per le Dop, Doc , Igp e largo agli Ogm e al formaggio senza latte.
http://www.rischiocalcolato.it/2015/07/distratti-grexit-parlamento-europeo-approva-ttip-larbitrato-isds-cambiandogli-nome-grazie-shultz-inio-della-fine-46-000-aziende-biologiche-italiane-le-dop-doc-igp-largo.html
Una di quelle (troppe) notizie che contribuisce a non farmi rimpiangere di non avere figli.
da espo » gio lug 09, 2015 12:12 pm
PIEDENERO ha scritto:MarcoS ha scritto:a quanto pare, mentre si discute di grecia il parlamento europeo ha approvato il TTIP.DISTRATTI da Grexit, Il Parlamento Europeo approva il CENSURATISSIMO TTIP (42% PIL GLOBALE) e l’arbitrato Isds cambiandogli nome grazie a Shultz. Inio della fine per 46.000 aziende biologiche italiane, per le Dop, Doc , Igp e largo agli Ogm e al formaggio senza latte.
http://www.rischiocalcolato.it/2015/07/distratti-grexit-parlamento-europeo-approva-ttip-larbitrato-isds-cambiandogli-nome-grazie-shultz-inio-della-fine-46-000-aziende-biologiche-italiane-le-dop-doc-igp-largo.html
Una di quelle (troppe) notizie che contribuisce a non farmi rimpiangere di non avere figli.
possibile che un blog, fra l' altro invaso da neoliberisti, sia l' unico a dare la notizia?
da MarcoS » gio lug 09, 2015 13:08 pm
da espo » gio lug 09, 2015 14:33 pm
da MarcoS » sab lug 11, 2015 19:25 pm
da Sbob » mer lug 29, 2015 22:32 pm
MarcoS ha scritto:Srebrenica, tanto per sapere come sono andate le cose, e ricordarsene...
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=85831
da MarcoS » gio lug 30, 2015 8:03 am
da Sbob » gio lug 30, 2015 11:02 am
da coniglio » gio lug 30, 2015 11:21 am
Antonio Azzollini è salvo. Più della metà dei senatori del Pd, dopo il via libera del capogruppo Luigi Zanda, ha votato secondo coscienza. Molti di loro però una coscienza non l’hanno mai avuta. Altri invece se la sono venduta nel frattempo. Così dal Senato della Repubblica arriva un messaggio chiaro: Azzollini è un perseguitato da tutta la magistratura. Non solo dai Pm o dal gip di Trani. Ce l’hanno con lui pure i giudici del tribunale del riesame di Bari che il 2 luglio hanno confermato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti.
Ovviamente la verità è un’altra. Il fumus persecutionis non c’è. Ma Azzollini è un potente esponente del Ncd, partito indispensabile alla sopravvivenza della maggioranza. E sopratutto ha presieduto per dodici anni la commissione Bilancio del Senato, un organismo che filtra le leggi spesa e che da sempre è il luogo in cui avvengono scambi di ogni tipo. Se i parlamentari vogliono finanziare una strada, un’opera pubblica, un ente del proprio collegio elettorale o in in qualche modo utile ai propri accoliti, devono passare da lì.
Questa è l’origine del suo potere. E in questo modo si spiega pure la sua arroganza. Emersa nell’inchiesta sul porto di Molfetta (una maxitruffa da 170 milioni di euro, per cui il Senato ha già negato l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche) durante la quale più testimoni hanno parlato di presunte pressioni e minacce rivolte da Azzollini a funzionari pubblici per spingerli a non collaborare con gli investigatori. E diventata di dominio pubblico quando, nell’indagine sul crac da 500 milioni di euro della Casa di Cura Divina Provvidenza di Bisceglie, altri due testi, hanno detto di averlo sentito pronunciare con una suora una frase destinata a entrare nella storia del malaffare politico italiano: “Da oggi in poi qui comando io, sennò vi piscio in bocca”.
Come molti ricorderanno, la religiosa, arrestata assieme ad altre 10 persone, davanti al gip si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Poi ha inviato un memoriale in cui nega di averlo sentito pronunciare la minaccia.
Non sta a noi (né al Parlamento) stabilire chi abbia ragione. Lo faranno i giudici. Sappiamo però che i testimoni hanno l’obbligo di dire la verità. Gli indagati no.
Sappiamo anche che con il voto pro Azzollini il Senato ha pisciato in bocca ai cittadini. A tutti quegli italiani che a bocca aperta speravano nella rottamazione di Matteo Renzi e che ora devono constatare come il suo Pd stia invece rottamando il proprio elettorato e quel poco di buono che ancora rimaneva della sua storia.
La truffa politica è evidente. L’11 giugno il presidente del partito, Matteo Orfini, dichiara: “Credo che di fronte a una richiesta del genere si debbano valutare le carte, ma mi pare che sia inevitabile votare a favore dell’arresto”. Mancano tre giorni ai ballottaggi delle comunali, apparire morbidi non conviene. La giunta per le immunità dà così il via a una lunga istruttoria. Legge le carte, convoca Azzolini, e il Pd vota per le manette. Si arriva al Senato dove i documenti processuali non li ha visti quasi nessuno. Il capogruppo Zanda, però manda una lettera ai propri senatori con cui lascia a tutti la libertà di coscienza.
I vertici del partito non dicono una parola. Sanno che il voto è segreto. Che il risultato è scontato. Ma stanno zitti. Poi, a salvataggio compiuto, interviene il vice-segretario Dem, Debora Serracchiani, che dice: “Sono arrabbiata. Credo che abbiamo commesso un errore. Se fossi stato senatore avrei votato sì”.
Dalla pisciata in bocca, si passa a quella in testa. Se non fosse luglio ci direbbero che piove.
PETER GOMEZ
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