funkazzista ha scritto:Franz the Stampede ha scritto:lo stralavorato trad, cmq, per me continua ad avere poco senso. O, almeno, esula dall'avventura trad. Una volta che sei volato su quel pezzo una manciata di volte e sai che è sicuro, cosa cambia da uno spit? Una volta che sai esattamente quali friend portare, quando e dove metterli... E chi fa trad con la roba pre-placed? Per me arrampicare proteggendosi sarebbe sempre una faccenda di "a vista".
Avrà poco senso, ma penso sia inevitabile.
Non vedo altre soluzioni per liberare tiri molto pericolosi (sui quali uno sano di mente si lancia a vista o flash se sa di avere margine sufficiente) o di difficoltà estrema (che quindi necessitano di essere lavorati esattamente come un tiro a spit).
Sì, però allora l'aspetto stilistico dovuto al componente trad cala (nel caso di tiro ben protetto, NON nel caso di tiro pericoloso ma IMO sono davvero quasi solo i British e chi fa free solo a confrontarsi con quell'aspetto in maniera frequente), viene sminuito.
Non oso unirmi al resto della discussione, son rimasto troppo indietro. Per me la morale della favola, non tanto di questa realizzazione di Favresse ma riguardo il giornalismo e i media di arrampicata, è che i titoli da una linea, le headlines, non spiegano, non educano, e implicitamente mentono. L'arrampicata su roccia ha comunque tantissime, troppe variabili. Non è il tennis, non è l'atletica. Semplicemente, l'unica cosa giusta da fare è spiegare bene cosa hai fatto e come.
Il climber onesto spiega tutto.
Il giornalista professionale ascolta e scrive tutto.
Chiunque è appassionato si legge tutto e non si ferma al titolino.