Arrampico da poco e non ho assolutamente intenzione di mettere in pratica tali metodi, ma avendo finito da poco un libro di Messner "La libertà di andare dove voglio", dove più volte nelle situazioni di maggiore difficoltà nelle ascese solitarie Reinhold pianta un chiodo e prosegue, la domanda mi è sorta spontanea...come diavolo era assicurato?
Ho già letto questo topic: viewtopic.php?t=39313 e varie cose sul come autoassicurarsi in falesia,ma sono rimasto abbastanza dubbioso, spesso infatti scrive che la corda la usava solo nei momenti di bisogno quindi non partiva assicurato ad una sosta

Per spiegarmi meglio cito il primo passaggio che ho ritrovato in cui descrive l'ascensione solitaria della parete Nord della Furchetta per la via Meranesi:
"Con prudenza infilai un chiodo nella fessura,poi pescai - avevo libera solo la mano destra - il martello dalla fondina di cuoio che pendeva dall'imbragatura e picchiai leggermente sulla testa del chiodo.Teneva.Però alla prima martellata secca saltò fuori e volò via nell'abisso,passandomi proprio accanto alla testa.Mi spaventai,instintivamente.Mi aggrappai maggiormente alla parete con la mano sinistra,mentre la lama d'acciaio volava a balzi enormi nella voragine.Mi prese un senso di vertigine.
Ero salito in diagonale,assicurato da alcuni cunei di legno,ma avevo raggiunto quasi subito un altro tratto difficile.Non era certo lamentandomi della durezza dei chiodi che potevo cavarmela.Per avanzare dovevo piantarne uno: e subito."
Qualcuno può illuminarmi e farmi un po' di chiarezza?
Grazie a chi risponderà,giusto per un po' di chiacchiere da bar
