GRAM...potenzia la putenza..e trasformala in viulenza....

Messaggioda Q » mer nov 13, 2013 0:18 am

Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:
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Messaggioda Danilo » mer nov 13, 2013 1:11 am

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:

da appendere all'entrata dei salotti indoor :lol:
arguto il tipo..
il forum è morto
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 8:16 am

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


Interessante e in parte condivisibile.

Per quanto mi riguarda, se io avessi una falesia a cinque minuti da casa potrei anche seguire il consiglio.

Con il mio regime di vita attuale, è grasso che cola se riesco a ad andare in palestra una volta durante la settimana. Fare un po' di trazioni e addominali a casa invece è possibile in qualsiasi momento.

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Messaggioda ncianca » mer nov 13, 2013 8:25 am

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:

Ovviamente questo tizio si allena di nascosto e fa il guru o non si tiene e ha creato un blog per giustificare la sua mediocrità :twisted:
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Messaggioda rocciaforever » mer nov 13, 2013 8:34 am

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


in parte concordo anch'io...
forse perchè ho la roccia a 5 minuti da casa... :roll: :wink:

...e poi oggi ho visto le radiografie delle spalle di un inveterata, forte arrampicatrice della zona... 8O 8O
mi sa che mi do alla briscola o ai crestoni di V.....
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Messaggioda Stef » mer nov 13, 2013 9:15 am

rocciaforever ha scritto:
Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


in parte concordo anch'io...
forse perchè ho la roccia a 5 minuti da casa... :roll: :wink:

...e poi oggi ho visto le radiografie delle spalle di un inveterata, forte arrampicatrice della zona... 8O 8O
mi sa che mi do alla briscola o ai crestoni di V.....


non posso che essere d'accordo...per 4 mesi all'anno vivo in vdfassa, la falesia di penia è proprio sotto casa, scalo tutti i gg, fosse anche solo un traverso incastrato tra gli impegni. non c'è tabella che tenga, il resto dell'anno, pur mantenendo una certa continuità (prima falesia a 10 min di auto) non riesco a mantenere la forma dei mesi estivi
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Messaggioda EasyMan » mer nov 13, 2013 9:18 am

ncianca ha scritto:Ovviamente questo tizio si allena di nascosto e fa il guru


:mrgreen::mrgreen:
Sicuramente!!
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Messaggioda coniglio » mer nov 13, 2013 9:33 am

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


anche il tizio in passato avrà esagerato :wink:

è chiaro che se tialleni senza gioia e come un criceto nella ruota finisci così
come ben descritto da lui.

ergo
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Messaggioda ncianca » mer nov 13, 2013 10:36 am

rocciaforever ha scritto:
Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


in parte concordo anch'io...
forse perchè ho la roccia a 5 minuti da casa... :roll: :wink:

...e poi oggi ho visto le radiografie delle spalle di un inveterata, forte arrampicatrice della zona... 8O 8O
mi sa che mi do alla briscola o ai crestoni di V.....

Ma se è recente la notizia che arrampicare (non giocare a briscola o strisciare sui crestoni di V) rende più intelligenti. Comunque per te (e per me) è troppo tardi. Iniziamo dai piedi? :lol:
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Messaggioda PIEDENERO » mer nov 13, 2013 11:04 am



questa si che è musica per le mie orecchie :lol: poche righe per giustificare la mia perenne pigrizia

uno dei migliori scritti sulla pratica dell'arrampicata che abbia mai letto

un'ottimo approccio

è vangelo
è bibbia
è corano
:lol: :lol:


@Q- grazie
@coniglio- quoto :wink:
@ncianca :smt019 .. :wink:

sto già stampando copie divulgative 8)
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 11:06 am

Mi sono poi riguardato altre sezioni del blog (o quello che è).

L'impostazione evidentemente risente di un approccio di tipo "orientale", che mi trova - ça va sans dire - in sintonia (l'esortazione a lasciar cadere il risultato rimanda al messaggio fondamentale della Gita che ho riportato in firma).

Certo abbandonare la competitività, e in generale gli aspetti narcisistici di cui siamo tutti imbevuti..come dice il mio amico Manlio, "sembra facile fare un buon caffè!".

Il tutto, in effetti, è molto poco GRAM. Peraltro non mi pare che le due cose siano così incompatibili, uno può allenarsi a casa o in palestra per quanto riguarda potenziamento, stretching, attività aerobica ecc. e poi approcciarsi alla roccia nel modo che intende l'autore.

In particolare concordo con il suggerimento di scalare molto sui gradi facili. Cosa che spesso mi espone a sbertucciamenti da parte dei soci, fautori del motto "try harder", ma che personalmente trovo utile (oltre che più divertente e piacevole che non assatanarsi tutta la sera su tiri al limite).

Logorroici (al solito) saluti
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Messaggioda ncianca » mer nov 13, 2013 12:02 pm

Tacchino, se vogliamo fare i seri, ti dico hai ragione, è vero, il risultato non conta, è importante scalare sui gradi facili, etc. Sono sempre tornato felice da una giornata di arrampicata, indoor, in falesia, in parete, sulla sabbia, al sole, sul ghiaccio, sotto la pioggia, etc. anche quando non ho combinato niente. Mi piace arrampicare. Punto. Non posso dire lo stesso di altri qui che hanno il "muso" facile :smt019 :lol:

Una parte di me (siamo in due qui, sono pazzo) però vuole migliorare e migliorarmi. Qui possiamo discutere ad libitum, ad infinitum, vieppiù ad minchiam. In arrampicata per me vuol dire passare dove prima non passavo, che si traduce, nella sua forma più pura, l'arrampicata a vista, passare dove pensavo di non passare. Ovvero convivere con certe "paure", accettarle come parte di me. Non in arrampicata vuol dire affrontare tutte le sfide, sia quelle che mi cerco sia quelle che, in numero nettamente superiore, non mi cerco. Non necessariamente vincerle. Ma almeno sognare di vincerle. Credo che sarebbe molto piu' bello desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai. Non c'è competizione. Sicuramente non con gli altri. Forse neanche con me stesso. C'è la voglia di fare un percorso e di goderselo in tutte le sue parti. Almeno di provarci. C'è quel fine ultimo, il miglioramento, che è la motivazione di tutto. Non so più che cosa sto dicendo.

Mi piacerebbe tanto avere quel distacco "orientale" che mi permetterebbe forse di vivere meglio, separato da tutto e da tutti, in accettazione di me stesso, in negazione di quel fine ultimo perché in fondo frivolo, inutile. Ma vivo nel mondo reale. In questo mondo il PG, il trave, il bülder, gli allenamenti duri sono condizione necessaria e quasi mai sufficiente per "sopravvivere".

Metaforici e confusi saluti,

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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 12:25 pm

Q ha scritto:Questo mi sembra proprio il topic adatto per segnalare questo interessante articolo: Allenamento per l'arrampicata: 7 motivi per smettere di allenarsi :mrgreen:


E' da qualche hanno che metto in pratica questi illuminati consigli.
Infatti arrampico e mi diverto.


Quattro gradi sotto rispetto a quello che facevo quando mi allenavo e mi divertivo a scalare.

:lol:
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Messaggioda Q » mer nov 13, 2013 14:15 pm

Scusate il ritardo. Tranquilli. Non ho lanciato il sasso e nascosto la mano. Sono semplicemente andato a mettere la mano sul sasso :mrgreen:

Per me la verità, se c'è, sta nel mezzo. Arrampico perché mi piace e spesso voglio solo fare pratica su tiri "facili", arrampicare per il gusto di arrampicare. Però quoto anche ncianca. Mi piace anche migliorare, chiudere tiri di un grado superiore, diventare più forte.

Questo secondo aspetto però per me non è prevalente. Un giorno smetterò di progredire. Arriverò al mio limite e continuerò ad arrampicare per il piacere di farlo. Sempre che non ci sia già arrivato senza accorgermene :roll:
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Messaggioda EasyMan » mer nov 13, 2013 14:16 pm

Che dire ... secondo me c' è molto desiderio di un immaginario saggio orientale distaccato da tutto ma comprensivo e comprendente il tutto ma l' illuminazione non è un comportamento ma è uno stato dell'essere sia che pompi al PG o che stai sul divano con la birra e il panozzo.

Detto questo condivido il fatto che molte volte uno è così preso da un'allenamento (maniacalmente programmato) da perdersi il vero scopo quello di arrampicare gioiosamente.
Purtroppamente l'arrampicatore medio è un pò solo nell'allenamento e molte volte si perde, soprattutto se è all'inizio.

Concludo dicendo che l'allenamento non è negativo ,la sua natura è neutra siam solo noi a vederlo eventualmente come tale.
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 14:26 pm

ncianca ha scritto:Tacchino, se vogliamo fare i seri, ti dico hai ragione, è vero, il risultato non conta, è importante scalare sui gradi facili, etc. Sono sempre tornato felice da una giornata di arrampicata, indoor, in falesia, in parete, sulla sabbia, al sole, sul ghiaccio, sotto la pioggia, etc. anche quando non ho combinato niente. Mi piace arrampicare. Punto. Non posso dire lo stesso di altri qui che hanno il "muso" facile :smt019 :lol:

Una parte di me (siamo in due qui, sono pazzo) però vuole migliorare e migliorarmi. Qui possiamo discutere ad libitum, ad infinitum, vieppiù ad minchiam. In arrampicata per me vuol dire passare dove prima non passavo, che si traduce, nella sua forma più pura, l'arrampicata a vista, passare dove pensavo di non passare. Ovvero convivere con certe "paure", accettarle come parte di me. Non in arrampicata vuol dire affrontare tutte le sfide, sia quelle che mi cerco sia quelle che, in numero nettamente superiore, non mi cerco. Non necessariamente vincerle. Ma almeno sognare di vincerle. Credo che sarebbe molto piu' bello desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai. Non c'è competizione. Sicuramente non con gli altri. Forse neanche con me stesso. C'è la voglia di fare un percorso e di goderselo in tutte le sue parti. Almeno di provarci. C'è quel fine ultimo, il miglioramento, che è la motivazione di tutto. Non so più che cosa sto dicendo.

Mi piacerebbe tanto avere quel distacco "orientale" che mi permetterebbe forse di vivere meglio, separato da tutto e da tutti, in accettazione di me stesso, in negazione di quel fine ultimo perché in fondo frivolo, inutile. Ma vivo nel mondo reale. In questo mondo il PG, il trave, il bülder, gli allenamenti duri sono condizione necessaria e quasi mai sufficiente per "sopravvivere".

Metaforici e confusi saluti,

Nic


Per essere ancora più seriosi e pedanti.

Nel Daodejing, forse il libro più importante per me fra quelli che ho letto, ci sono due frasi.

Una dice (si possono trovare traduzioni diverse, ma il senso è quello):

"Il saggio desidera non desiderare"

E l'altra:

"Ricordati di non competere"

Qui si vede a mio parere una delle differenze fondamentali fra "oriente" e "occidente" (per quanto queste generalizzazioni siano criticabili, si pensi alle critiche di Edward Said al concetto di "orientalismo"). Da noi si attribuisce valore al fatto di perseguire obiettivi individuali ("inseguire i propri sogni"), mentre, secondo altre visioni del mondo, un traguardo fondamentale è capire che non c'è niente da raggiungere, che è auspicabile vivere nel qui ed ora, senza proiettarsi sempre in avanti verso una soddisfazione che non si otterrà mai.

Poi ognuno vive nella propria realtà, io personalmente sono consapevole di sentire mio malgrado la competitività e il confronto con gli altri: se un giorno le cose mi riescono bene vado a casa contento, se faccio qaqare (come spesso accade) magari mi abbacchio e comunque mi diverto meno. Un conto è capire certe cose con la testa, un conto viverle nella pancia - e questo ovviamente vale anche per campi molto più importanti dell'arrampicata.

Taoisti saluti
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 14:53 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
ncianca ha scritto:Tacchino, se vogliamo fare i seri, ti dico hai ragione, è vero, il risultato non conta, è importante scalare sui gradi facili, etc. Sono sempre tornato felice da una giornata di arrampicata, indoor, in falesia, in parete, sulla sabbia, al sole, sul ghiaccio, sotto la pioggia, etc. anche quando non ho combinato niente. Mi piace arrampicare. Punto. Non posso dire lo stesso di altri qui che hanno il "muso" facile :smt019 :lol:

Una parte di me (siamo in due qui, sono pazzo) però vuole migliorare e migliorarmi. Qui possiamo discutere ad libitum, ad infinitum, vieppiù ad minchiam. In arrampicata per me vuol dire passare dove prima non passavo, che si traduce, nella sua forma più pura, l'arrampicata a vista, passare dove pensavo di non passare. Ovvero convivere con certe "paure", accettarle come parte di me. Non in arrampicata vuol dire affrontare tutte le sfide, sia quelle che mi cerco sia quelle che, in numero nettamente superiore, non mi cerco. Non necessariamente vincerle. Ma almeno sognare di vincerle. Credo che sarebbe molto piu' bello desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai. Non c'è competizione. Sicuramente non con gli altri. Forse neanche con me stesso. C'è la voglia di fare un percorso e di goderselo in tutte le sue parti. Almeno di provarci. C'è quel fine ultimo, il miglioramento, che è la motivazione di tutto. Non so più che cosa sto dicendo.

Mi piacerebbe tanto avere quel distacco "orientale" che mi permetterebbe forse di vivere meglio, separato da tutto e da tutti, in accettazione di me stesso, in negazione di quel fine ultimo perché in fondo frivolo, inutile. Ma vivo nel mondo reale. In questo mondo il PG, il trave, il bülder, gli allenamenti duri sono condizione necessaria e quasi mai sufficiente per "sopravvivere".

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Per essere ancora più seriosi e pedanti.

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Una dice (si possono trovare traduzioni diverse, ma il senso è quello):

"Il saggio desidera non desiderare"

E l'altra:

"Ricordati di non competere"

Qui si vede a mio parere una delle differenze fondamentali fra "oriente" e "occidente" (per quanto queste generalizzazioni siano criticabili, si pensi alle critiche di Edward Said al concetto di "orientalismo"). Da noi si attribuisce valore al fatto di perseguire obiettivi individuali ("inseguire i propri sogni"), mentre, secondo altre visioni del mondo, un traguardo fondamentale è capire che non c'è niente da raggiungere, che è auspicabile vivere nel qui ed ora, senza proiettarsi sempre in avanti verso una soddisfazione che non si otterrà mai.

Poi ognuno vive nella propria realtà, io personalmente sono consapevole di sentire mio malgrado la competitività e il confronto con gli altri: se un giorno le cose mi riescono bene vado a casa contento, se faccio qaqare (come spesso accade) magari mi abbacchio e comunque mi diverto meno. Un conto è capire certe cose con la testa, un conto viverle nella pancia - e questo ovviamente vale anche per campi molto più importanti dell'arrampicata.

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C'e' anche da aggiungere una cosa a riguardo dell'oriente: che tu prenda uno yogi asceta dell'himalaya, un monaco zen o un praticante di arti marziali: questi per raggiungere l'obbiettivo ultimo (l'illuminazione) si fanno un culo quadro.
Altro che divertimento e cazzi e mazzi. :evil:

Quindi andate ad allenarvi manica di pippe! :lol:
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Messaggioda EasyMan » mer nov 13, 2013 15:09 pm

mmm sono sempre più convinto che c'è il desiderio di un 'ascetismo idealizzato.

Io credo che un uomo illuminato è un uomo molto semplice. Desidera e Compete con onestà e correttezza.
Accetta il successo e il fallimento che la stessa apertura mentale ed emotiva.Il suo successo non è personale ma è un piacere condiviso.

I bimbi hanno la radice di questa natura poi pian piano sono storpiati.

Secondo me (come dicevo prima) tu puoi essere gioioso, sano, aperto, illuminato sia se stai pompando al PG, che sei in coda alla posta, mentre lavi i piatti o sei nella posizione del loto.

L'illuminazione non è un escludersi dal mondo terreno ma un comprendersi vicendevolmente è un armonia non una separazione.

Per questo non è così semplice .... dunque alla fine allenati gioiosamente (se vuoi) :wink:
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 15:16 pm

EasyMan ha scritto:mmm sono sempre più convinto che c'è il desiderio di un 'ascetismo idealizzato.

Io credo che un uomo illuminato è un uomo molto semplice. Desidera e Compete con onestà e correttezza.
Accetta il successo e il fallimento che la stessa apertura mentale ed emotiva.Il suo successo non è personale ma è un piacere condiviso.

I bimbi hanno la radice di questa natura poi pian piano sono storpiati.

Secondo me (come dicevo prima) tu puoi essere gioioso, sano, aperto, illuminato sia se stai pompando al PG, che sei in coda alla posta, mentre lavi i piatti o sei nella posizione del loto.

L'illuminazione non è un escludersi dal mondo terreno ma un comprendersi vicendevolmente è un armonia non una separazione.

Per questo non è così semplice .... dunque alla fine allenati gioiosamente (se vuoi) :wink:



Tu descrivi il risultato.
Ma qual'e' la strada che porta in quel punto?
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Messaggioda EasyMan » mer nov 13, 2013 15:22 pm

non è il culo quadro :mrgreen: altrimenti alla lunga abbandoni.
Ci sono molti aspetti su cui bisogna lavorare e li lavorerai tutta la vita.

non attraverso la forza di volontà ma attraverso la spontaneità, l'amore e l'ascolto.
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