In ricordo di Alberto Leggi

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

In ricordo di Alberto Leggi

Messaggioda gug » mar set 24, 2013 9:55 am

Quì nel forum prendiamo spesso in giro i Cajani, di cui anch'io faccio parte, ma su cui spesso scherzo con autoironia.
Però a volte è bello andare oltre i luoghi comuni, le leggende metropolitane e gli scherzi, e mi sembra che questa sia una di quelle occasioni.

Domenica in Gola della Rossa è morto Alberto Leggi di Macerata, per un fatale errore in corda doppia. Alberto aveva 71 anni, era l'istruttore CAI per antonomasia, decano di mille corsi, esaminatore di tanti aspiranti istruttori, presidente della Commissione CMI per tanti anni. L'ho sempre considerato uno dei miei maestri: quando feci il mio corso di roccia nel 1994 era già l'istruttore più esperto, con lui ho salito le prime vie impegnative in montagna, lui organizzava i soggiorni della scuola che mi hanno aperto le porte delle classiche in Dolomiti.

Non era una persona facile: era duro, ostinato, scostante, spesso superbo. Negli anni aveva accentuato tante idiosincrasie alpinistiche ed era diventato difficile legarsi insieme: l'ossessione per la velocità che spesso anteponeva a tutto, la voglia di autoaffermazione e di riconoscimento, la sottovalutazione di situazioni e rischi provocata dalla eccessiva fiducia nella sua grande esperienza. Per questo e per screzi personali legati alla vita associativa, negli ultimi anni ci eravamo allontanati.
Però ho continuato a rispettarlo per quello che mi aveva trasmesso come maestro e per la sua grande passione, che era diventata anche la mia.
L'anno scorso quando ho diretto il mio primo corso come istruttore a Bassano, ho invitato lui e Nelson Gironacci come istruttori ospiti in una uscita proprio in Gola della Rossa e lui mi ha fatto l'onore di partecipare: quando li ho presentati agli allievi mi sono commosso fino alle lacrime e mi sono dovuto interrompere più di una volta, perchè mi sembrava che si fosse chiuso un cerchio e di avere finalmente raccolto il testimone da parte dei miei maestri per continuare l'impegno e la passione per una attività da sempre amata.

Alberto Domenica era con Beatrice Tasso, una allieva dell'ultimo corso di roccia, quella che maggiormente era motivata a continuare l'attività in montagna e nella scuola: è stata lei a chiamare i soccorsi dopo che lui era caduto sfilando la corda dalla sosta da cui stavano scendendo. Conoscevo Beatrice perchè avevo partecipato ad alcune uscite dell'ultimo corso e ammiravo il suo entusiasmo che l'aveva portata a praticare un'intensa attività da Luglio ad oggi, spesso proprio con Alberto con cui era uscita spesso. Immaginavo perciò la sua angoscia in quei momenti e il suo sconforto dopo, quando proprio all'inizio di questa attività, quando la passione sta nascendo, ci si trova a fronteggiare una tragedia così immensa.

Oggi però è stata pubblicata una intervista a Beatrice che mi ha confortato e mi ha commosso e voglio rilanciarla quì.
Perchè a volte è bello essere Cajani...

http://www.ilrestodelcarlino.it/macerat ... tiva.shtml
Ultima modifica di gug il gio set 26, 2013 8:16 am, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda Pié » mar set 24, 2013 11:27 am

Un abbraccio anche a te Gug, come quello mandato a Sax
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Messaggioda gug » mer set 25, 2013 8:41 am

Ieri Beatrice mi ha scritto su FB per ringraziarmi del mio intervento.

L'ho sentita scossa, ma comunque determinata, e mi ha di nuovo detto come per Alberto, in questa fase finale della sua esperienza alpinistica, fosse importante far crescere il gruppo della Scuola di Alpinismo di Macerata di cui lui aveva partecipato alla fondazione.
In Beatrice aveva visto i segni della sua stessa passione e nelle ultime settimane erano usciti spesso insieme.
Anni fa, come ho detto, ci eravamo allontanati per tanti motivi che ora è inutile rivangare, ma sono contento che negli ultimi tempi avesse trovato questa motivazione e sono contento che le sue speranze erano ben riposte, come dimostrano le parole di Beatrice.

Le ho detto che spero che diventi una brava alpinista e un'appassionata istruttrice e che appena sarò a Recanati spero che andremo insieme a fare la Opec, di cui avevamo parlato: quella via l'ho fatta tre volte, ma mi ricordo sempre che nei primi anni che arrampicavo la consideravo quasi irraggiungibile a meno che qualcuno non mi accompagnasse e che la facessi da secondo.
Invece poi la feci poi proprio con Alberto che mi propose di farla a comando alternato: lì capii che non ero più un allievo e che certe vie potevo prepararle e poi salirle.
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Messaggioda Payns » mer set 25, 2013 9:37 am

Ma no Gug l'ironia e l'autoironia sui cajani nella fattispecie c'entrano poco. Non conoscevo la persona, ma mi ha profondamente colpito che un ultrasettantenne praticasse ancora l'attività di istruttore. Io sono un anticajano ideologico, ma riconosco sempre il valore umano ed alpinistico delle persone siano esse Caiane o meno.

Se a settantuno anni ti leghi ancora con degli allievi significa che la voglia di trasmettere è fote, fortissima. Al di là dei difetti e delle debolezze delle persone.

Non conosco la dinamica dell'incidente e come d'abitudine non mi interessa approfondire o sezionare gli eventi. Semplicemente più fai più ti esponi statisticamente al rischio, con l'aggravante di qualche temporaneo black out a cui tutti noi siamo esposti. Cajani o meno.

Un abbraccio.
Vivevamo in uno stato di magnifica confusione (A. Gobetti)

Io, ancora adesso...(Payns)

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Messaggioda gug » mer set 25, 2013 9:56 am

Payns ha scritto:Ma no Gug l'ironia e l'autoironia sui cajani nella fattispecie c'entrano poco. Non conoscevo la persona, ma mi ha profondamente colpito che un ultrasettantenne praticasse ancora l'attività di istruttore. Io sono un anticajano ideologico, ma riconosco sempre il valore umano ed alpinistico delle persone siano esse Caiane o meno.

Se a settantuno anni ti leghi ancora con degli allievi significa che la voglia di trasmettere è fote, fortissima. Al di là dei difetti e delle debolezze delle persone.

Non conosco la dinamica dell'incidente e come d'abitudine non mi interessa approfondire o sezionare gli eventi. Semplicemente più fai più ti esponi statisticamente al rischio, con l'aggravante di qualche temporaneo black out a cui tutti noi siamo esposti. Cajani o meno.

Un abbraccio.


Infatti è proprio per questo che ho voluto raccontare questa storia, oltre che per un omaggio al mio vecchio maestro. Nel CAI, come in tutte gli ambienti, ci sono gli aspetti che poi generano i luoghi comuni, ci sono le leggende metropolitane, ma ci sono poi tante altre cose, alcune molto belle come questa.
Non nascondo che in Alberto, anni fa quando ci siamo allontanati, c'era una grande passione per arrampicare e per la montagna, un impegno nella scuola, ma anche aspirazioni meno altruistiche, come penso in tutti, ma che in lui in quel momento erano diventate un pò troppo pesanti.
Negli utlimi anni però sicuramente aveva ammorbidito il suo carattere e credo che le motivazioni più elevate avevano prevalso e questo emerge molto bene in questo racconto di Beatrice, che avendo cominciato da poco non è influenzata da vicende passate.
Io sono contento di avergli chiesto di partecipare al mio corso e che lui avesse accettato: glielo dissi pure che per me era molto significativa la sua presenza e credo che quello fu un momento importante per tutti e due.
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