Falco5x ha scritto:
Soddisfatti dunque questi requisiti minimi, secondo me indispensabili segni di civiltà, osservo che gli animali non hanno coscienza di sé e quindi nemmeno della loro morte, dunque non hanno le nostre angosce in merito, e quindi nemmeno sono soggetti alla sofferenza psichica che l'idea della morte comporta e che per chi la sperimenta è di gran lunga prevalente rispetto al brevissimo o anche nullo dolore del momento del trapasso.
E agli animali non importa se dopo morti noi li mangiamo, perché non sanno cosa vuol dire morti, né cosa vuol dire prima o dopo.
Perciò quando vedo le vacche da carne pascolare tranquille negli alpeggi e vivere la loro (breve) vita in grande libertà, provo un senso di serenità, non di tristezza, anche se so che alla fine potrei mangiarne qualcuna.
La carne di una bestia vissuta bene e morta senza soffrire è ormai solo un alimento per produrre il quale non è stato sparso alcun dolore, e che anzi procurerà gioia e piacere a molti viventi seduti attorno a tavole imbandite.
Scusa è ma questa è una grossa cazzata. hai mai visto quando ammazzano il porco di casa i contadini? I maiali che normalmente si fanno avvicinare senza problemi, sono impossibili da avvicinare quando sentono che li vuoi far fuori. Urli e fughe paurose. Sono diventato vegetariano 13 anni fa anche dopo aver assistito a questo. E dopo aver lavorato in allevamento.