Moro e Steck aggrediti dagli sherpa
di Gianluca Pasini
Simone Moro e Ueli Steck ieri hanno dovuto abbandonare il loro acclimatamento sull?Everest e forse anche la spedizione che avevano in programma. E ciò a causa di un fatto senza precedenti. Non sono state le cattive condizioni meteo o fisiche a costringerli a tornare precipitosamente a campo base, ma uno scontro ? fisico ? con gli sherpa. Moro afferma che lui e Ueli, accompagnati da Jonathan Griffith, sono stati aggrediti in due riprese da alcuni sherpa, uno anche armato di coltello. Hanno rischiato la vita.
Il primo episodio è avvenuto a campo 3. Alcuni sherpa, impegnati a sistemare le corde fisse per le spedizioni, molto numerose, che si preparano a cercare di salire l?Everest in occasione del 60o anniversario della prima ascensione (Edmund Hillary e Tenzing Norgay il 29 maggio 1953), hanno cominciato a inveire contro Moro e Steck, arrivando anche al contatto fisico. poi hanno abbandonato il loro lavoro, scendendo. i due alpinisti hanno provveduto a sistemare le corde fisse mancanti fino a campo 3.
Quando Simone e i suoi compagni sono a loro volta scesi, a campo 2 hanno trovato ad attenderli alcune decine di sherpa inferociti. Evidentemente erano stati aizzati da quelli scesi in precedenza. Gli alpinisti hanno addirittura temuto un linciaggio. Ci sono state minacce esplicite di morte, Moro è stato anche aggredito da uno sherpa armato di coltello che ha cercato di colpirlo.Per fortuna l?alpinista italiano se ne è accorto e, girandosi di colpo, ha fatto sì che il fendente arrivasse sul fianco, all?altezza della cintura dello zaino, che lo ha protetto e gli ha evitato di riportare una ferita. Non ha però potuto evitare di restare nelle mani di quel gruppo di scalmanati per oltre mezz?ora. Sono volateanche pietre, oltre a pugni e calci. C?è stato bisogno dell?intervento di altri alpinisti perché a Moro, Steck e Griffith fosse concesso di continuare ? in quale stato d?animo è ben comprensibile ? la discesa.
Steck, colpito alla bocca da una pietra, appena giunto a campo base ha deciso di andarsene ed è a Kathmandu, provato dall?accaduto. Moro, insieme a Griffith, ha deciso di rimanere sul posto e di seguire gli sviluppi giudiziari, ma anche politico-diplomatici della vicenda. Tutte le spedizioni a questo punto sono ovviamente molto preoccupate. Molti sherpa sono andati a scusarsi con l?italiano, che è ben conosciuto nel Khumbu. Sono oltre 20 anni che Moro frequenta la zona e sono già 10 le spedizioni che in questo periodo ha fatto, all?Everest o al Lhotse.
I tre sherpa che hanno scatenato questa bufera, che rischia di compromettere una delle stagioni più ricche di incassi per il Nepal e per le organizzazioni che portano gli alpinisti e i trekkers all?Everest, sono stati individuati e saranno allontanati, se non imprigionati sulla base delle testimonianze.
È importante notare che Moro e Steck erano nel pieno diritto di salire la via normale nepalese. Loro avevano intenzione di aprirne una nuova o comunque diversa da quella che a ogni stagione viene attrezzata dagli sherpa. Tuttavia, per poter svolgere al meglio l?acclimatamento, hanno pagato sia il permesso di salita dell?Everest, sia quello del Lhotse. Le due vie coincidono fino oltre campo 3. Quindi Simone e Ueli erano pienamente in regola per quel che riguarda l?accesso al parco dell?Everest e la salita della più alta montagna della Terra.
Fonte: http://moroinalto.gazzetta.it/2013/04/2 ... li-sherpa/

