Lo sprint di Maroni: ora basta rimborsi per tutti i consiglieri
Alla prima seduta il governatore della Lombardia propone di cancellare i privilegi extra dei partiti
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Scottano ancora quelle ricevute presentate dai predecessori per le tagliate di aragosta dal Partito dei pensionati, i Mon Chéri all'autogrill dell'assessore leghista, le cartucce per andare a caccia mascherate con quelle della stampante, il banchetto di nozze regalato alla figlia. O le bibite energetiche, i Ringo e i due spazzolini con il nome di Renzo «Trota» Bossi. Un'indagine della procura di Milano per l'uso irregolare dei fondi che alla fine indagò quasi tutti i consiglieri. Di destra e di sinistra.
Niente più rimborsi, aveva promesso Maroni in campagna elettorale.
E così ora chiedono i suoi, «fatte salve - si legge - le risorse finanziarie per il personale». Perché in tempi di crisi ci manca anche che a rimetterci siano i dipendenti dei gruppi.
Primo firmatario il capogruppo della lista civica Stefano Bruno Galli, poi Maroni e ad accodarsi anche i consiglieri della Lega. Ora a decidere sarà l'aula.
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Troppo poco per i grillini. Che con Silvana Carcano spiegano che «la vera riduzione dei costi della politica è la nostra, perché non abbiamo fatto richiesta dei rimborsi elettorali e ci ridurremo lo stipendio a 5mila euro lordi»
vediamo se cambia qualcosa... benvenuto grillo comunque, se, per non farsi seppellire, ora tutti devono adeguarsi alla sua "linea dei tagli" effettivi e non come "promesse da non mantenere"