L' ebrezza delle corde doppie in montagna

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda EvaK » lun mar 04, 2013 15:33 pm

Per rispondere a Roberto: nei due casi citati no, non ci sono altre discese possibili da quelle vie. Sono una di quelli che se può in discesa cammina.

Piedenero: il brianconnese non saranno le crolloniti, ma su 7 vie fatte in quella vacanza, una parete con crollo pericoloso di lastra (ripeto apparentemente non era una lastra ma parete intera, che si è rotta), e una porzione di parete mangiata da una frana, anzi 2.
Eh insomma....
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Messaggioda nuvolarossa » lun mar 04, 2013 15:38 pm

EvaK, ti ricordi mica le vie, specie la seconda, sia mai che... :roll:
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Messaggioda PIEDENERO » lun mar 04, 2013 15:51 pm

Piero26 ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:
Piero26 ha scritto:..


quoto e aggiungo che se non sono stato all' altezza delle tue aspettative, allora avresti potuti sceglierti un'altro socio. hai sbagliato tu non io.


sì forse la parola che ho scritto è un po' forte ma l'ho detta sorridendo :) ed il compagno può capire perfettamente per la volta dopo :wink:

scegliere un compagno giusto prima di andare in parete è dura però :wink: certi lati del carattere si tirano fuori solo quando si affrontano dei problemi insieme.

p.s. è solo un mio pensiero non era riferita a Basi, non è certo il tipo :smt039

non volevo far polemica :wink: ma mi è capitato di essere la parte"arrendevole" e il musone incazzato del socio mi ha dato fastidio.
quando mi son trovato, al contrario, ad essere quello che insiste, non ho mai forzato la mano e messo il muso perchè certe cose bisogna metterle in conto.
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Messaggioda Roberto » lun mar 04, 2013 18:07 pm

EvaK ha scritto:Per rispondere a Roberto: nei due casi citati no, non ci sono altre discese possibili da quelle vie. Sono una di quelli che se può in discesa cammina.

Piedenero: il brianconnese non saranno le crolloniti, ma su 7 vie fatte in quella vacanza, una parete con crollo pericoloso di lastra (ripeto apparentemente non era una lastra ma parete intera, che si è rotta), e una porzione di parete mangiata da una frana, anzi 2.
Eh insomma....
Parlavo in generale, non mi riferivio a te :wink:
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Messaggioda Fokozzone » mer mar 06, 2013 12:20 pm

Le vie di evak erano sicuramente troppo facili, il brianconnaise ha un sacco di vie su roccia ottima e ben chiodata da un certo grado in sù. Purtroppo sono rimaste delle vie che passano per dei rudi orrendi, di grado più facile e stampo più antiquato. Sicuramente apprezzatissime dagli amanti delle crolloniti.

Per le doppie in generale, se sono abbastanza verticali sono rapide e sicure, io le preferisco quando la discesa a piedi è esposta e passa per terreno malsicuro, ad esempio cenge oblique a fondo duro con ghiaia superficiale e pratoni verticali, che sinceramente mi smuovono l'intestino e mi provocano timor panico, fifa blu, e terrore controllato con fatica (non per nulla sono fokozzone).
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Messaggioda EvaK » gio mar 07, 2013 0:44 am

Fokozzone ha scritto:Le vie di evak erano sicuramente troppo facili, il brianconnaise ha un sacco di vie su roccia ottima e ben chiodata da un certo grado in sù. Purtroppo sono rimaste delle vie che passano per dei rudi orrendi, di grado più facile e stampo più antiquato. Sicuramente apprezzatissime dagli amanti delle crolloniti.


va' che i casini sono stati in discesa (fuorivia) non in salita, che peraltro nel brianchonnese anche i quartoni sono su roccia super e spittati a prova di fokozzone, come tu ben sai.
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Messaggioda EvaK » ven mar 08, 2013 10:37 am

nuvolarossa ha scritto:EvaK, ti ricordi mica le vie, specie la seconda, sia mai che... :roll:


Ciao, scusa mi ero poi dimenticata di anadare a riguardare le foto...
la prima è Soleil Trompoeur alla Segnette, via molto frequentata insieme alla vicina Soleil Glaciale (doppie in comune)
l'altra è molto meno conosciuta e come dice anche la guida "solitudine assicurata": è una valle laterale in zona Pelvoux, si chiama Chambran. La via è Y a pas le feu au lac. Basta sapere che scendendo, le ultime doppie le devi fare sulla via e non nel canalino a sx segnato sulla guida (che riporta entrambe le soluzioni).
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Messaggioda Piero26 » lun mar 11, 2013 11:34 am

PIEDENERO ha scritto:
Piero26 ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:
Piero26 ha scritto:..


quoto e aggiungo che se non sono stato all' altezza delle tue aspettative, allora avresti potuti sceglierti un'altro socio. hai sbagliato tu non io.


sì forse la parola che ho scritto è un po' forte ma l'ho detta sorridendo :) ed il compagno può capire perfettamente per la volta dopo :wink:

scegliere un compagno giusto prima di andare in parete è dura però :wink: certi lati del carattere si tirano fuori solo quando si affrontano dei problemi insieme.

p.s. è solo un mio pensiero non era riferita a Basi, non è certo il tipo :smt039

non volevo far polemica :wink: ma mi è capitato di essere la parte"arrendevole" e il musone incazzato del socio mi ha dato fastidio.
quando mi son trovato, al contrario, ad essere quello che insiste, non ho mai forzato la mano e messo il muso perchè certe cose bisogna metterle in conto.


ma infatti, sono dell'idea che quando si prende una decisione in due comunque vada il se e ma "sono due gran minchioni"
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Messaggioda ncianca » lun mar 11, 2013 13:09 pm

Come molti qui, odio le doppie. Cammafà?

Dentro di me voglio sempre andare fino in fondo, ma non mi permetterei mai di mettere in discussione il desiderio del socio di ritirarsi a meno che questo non comporti a mio avviso un aumento del rischio per entrambi. Ovviamente mi aspetto lo stesso da parte del socio. Musi proprio no, non esiste.

Il racconto di Roberto è un caso "dubbio". Io forse avrei insistito per aspettare un miglioramento del tempo con la promessa di scendere in condizioni migliori. Ma il tempo poteva anche peggiorare. Non so.
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Messaggioda gug » lun mar 11, 2013 14:38 pm

Sempre bellissimo leggerti!
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Messaggioda il Duca » lun mar 11, 2013 15:30 pm

Se capita di discutere se continuare o scendere dipende molto anche dal compagno con cui si è.

Mi è capitato di andare in giro con persone poco esperte (o poco abituate ad andare in montagna), che magari appena le condizioni non erano delle migliori proponevano la ritirata. Allora in questi casi puoi insistere e tirare su lo stesso, se ritieni che comunque le capacità ci sono.

Se invece sei con un compagno con cui si è "alla pari", soprattutto se ci si fida uno dell'altro, di solito se uno non se la sente di salire è meglio scendere (l'amaro in bocca rimane, io spesso metto il muso, però si sta giocando con la vita ed è giusto così). Certo, è altra storia se la ritirata è considerata oggettivamente più rischiosa che continuare la salita.

Se il compagno è nel panico più completo (capitato) allora meglio scendere, soprattutto se anche lui non sa bene cosa fare.

Se è più esperto............. si prenda le sue responsabilità :twisted:
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Messaggioda Roberto » lun mar 11, 2013 16:55 pm

Da "Iris peak":

...
?... ho paura che fra ?n po piove o nevica. Me sa ch? è meglio scende prima ch? è troppo tardi.?
Mimmo è d?accordo. Passo una fettuccia sui due chiodi della sosta per attrezzare la prima corda doppia. Lanciamo le corde ed inizio a calarmi. Mi fermo per sbrogliarle e vedo scendere lentamente i primi fiocchi di neve. Sono arrivati in silenzio, come volessero fare una sorpresa. Sono grossi e bagnati ed in breve si infittiscono in modo preoccupante.
Ad una doppia, nel recuperare le corde queste si incastrano e sono costretto a tornare fino all? ancoraggio, dove il nodo è sprofondato nel fango del terrazzino. Nel risalire i prusik strizzano le corde completamente bagnare e l? acqua che ne scaturisce mi scende lungo le braccia, fino alle ascelle, dentro la giacca.
Poche doppie e si fa buio.
Proseguiamo per il tratto fatto di conserva in salita. Tiriamo fuori l? unica frontale, l? altra e nel sacchetto lasciato, e restiamo vicini, cercando di illuminare dove mettiamo mani e piedi. Ormai dovremmo essere nei pressi della sosta dove abbiamo lasciato il resto dell? attrezzatura. Da li, con altre due corde doppie, possiamo raggiungere la grande cengia, dove c? è abbastanza spazio per bivaccare comodi.
Ma ora è buio pesto e con una sola luce diventa difficile e pericoloso arrampicare in queste condizioni.
Orizzontarci su una grande e complessa parete come questa è difficile di giorno, in queste condizioni la cosa è proibitiva. Proviamo a cercare, illuminare con la lampada le rocce intorno a noi, ma non riusciamo a capire dove siamo.
Abbiamo perso la strada e non c? è traccia della sosta.
?Me sa che ce tocca passà? la notte qua. A ?sto punto non so proprio dove andare. Provare a casaccio potrebbe portarci chissà dove, pure rischiare di fare qualche errore. Non si vede niente.?
Sono le 21, non sappiamo dove siamo, non capiamo dove scendere e non abbiamo molto per proteggerci dal freddo. Praticamente niente cibo ne acqua, nessuna possibilità di collegarci via radio con il campo ed io sono in parte bagnato. Per fortuna a questa quota non è nevicato e la temperatura non sembra glaciale.
La sensazione è quella di essere un microbo in un ambiente ostile ed alieno, dove sappiamo che nessuno può venire in nostro aiuto . Siamo soli, in balia dei capricci della montagna, sta a lei decidere se farci tornare a casa domani o tenerci per sempre stretti.
Devo controllarmi, oltre a non servire a nulla, piangere o disperarsi abbatterebbe ancor di più la mia residua energia per resistere. La paura non deve prendere il sopravvento, mi sforzo per ragionare razionalmente e non pensare a quello che potrebbe accaderci questa notte.
Non possiamo fare molto per sperare di evitare il peggio, cercare di organizzasi in qualche modo ed affrontare la notte.
Prima di tutto occorre trovare un posto abbastanza sicuro per bivaccare.
Troviamo un terrazzino abbastanza comodo. Sistemo le corde in modo da fare da isolante con la roccia e ci sediamo sopra di esse, sono umide ma è meglio che niente. Lo zaino si apre completamente con una lampo e Mimmo lo usa per coprirci le gambe. Mangiamo l? unica barretta che abbiamo divisa in due e ci rannicchiamo stretti, a scaldarci a vicenda.
Una luce, una piccola luce intermittente.
E? Pietro che si è spostato dal campo e fa segnali, sono ore che non ci sente, sarà in ansia per noi. Rispondiamo ai suoi segnali e gli facciamo capire che per lo meno siamo vivi.
Ora non ho altro da fare se non aspettare e resistere
Non posso evitare di pormi alcune domande: Che accadrà questa notte? Quanto freddo farà? Moriremo?
E subito dopo mi chiedo cosa ci faccio qui.
Questo non è il mio posto. Per quale assurda presunzione ho dimenticato chi sono realmente? La mia casa, le mie cose, i gatti che si strofinano contro le mie gambe, che mi saltano in grembo, la mia Lotus rossa con il suo rombo. La mia famiglia, la mia vita fatta di caos e disordine, di cose belle e cose brutte. Fatta di cose normali, non di bivacchi in Himalaya su una cengia ad oltre 5000 metri, bagnato e senza nulla.
Potrei morire, adesso mi pare una possibilità realistica, addirittura probabile.
Non è la prima volta che sento questa evenienza come concreta, è però sempre accaduto in momenti concitati, nell? attimo della perdita di contatto con la roccia, durante i pochi secondi di una caduta. Questa sera ho invece il tempo per comprendere tutta l? assurdità di quello che mi sta accadendo. Sono completamente inerme, posso solo sperare nelle mie capacità di resistere e sperare che non faccia troppo freddo questa notte.
Eppure so anche che se domani tutto sarà superato riprenderò a mettermi in pericolo, dimenticherò quello che sto passando, forse addirittura ne sarò orgoglioso. Possibile che il mio egoismo non mi faccia capire che ho qualcuno che mi ama e potrei farlo soffrire in un modo spaventoso? La montagna mi ha fatto prigioniero e sono condannato a scontare le mie insicurezze cercando di dimostrare a me stesso che ho la forza di superale. Questo mucchio di sassi freddi e bagnati è un tavolo da gioco ed io, come un giocatore d? azzardo, non riesco ad uscire dalla dipendenza verso queste emozioni, continuo a giocare senza capire che questo potrebbe portarmi alla rovina. Non so fare altro che confidare di azzeccare la carta da gioco giusta, sperare che l? arma sia scarica o che faccia cilecca. L? alpinismo come sciocca roulette russa.
Passiamo la notte svegli. All? inizio ci sfreghiamo l?un l? altro, ma il bisogno di cambiare posizione spesso per non perdere sensibilità alle gambe ci costringe ad allontanarci un po. Restiamo sempre accucciati, come fossimo due cani randagi raggomitolati. Non ho più paura adesso, aspetto con rassegnazione il mio destino, non posso fare altro.
...
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Messaggioda luigi.marchese » gio mar 21, 2013 10:58 am

Se sei con un compagno di cui riconosci la sua maggior esperienza, nessun dubbio sul rispettare le sue decisioni. Se sei tu il più esperto, devi farti valere con fermezza. Se si è "alla pari", qui son cazzi !!, la diplomazia avrà il sopravvento.
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