Stufe pellets/legna

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Messaggioda Clypeus » mer nov 01, 2006 14:59 pm

Uli, purtroppo viviamo in una società nella quale è assolutamente normale approfittarsi di qualsiasi situazione! Nell'ottica del mercato poi mi sembra che il costo del pellet vada a danneggiare anche gli stessi produttori di stufe: loro per primi avrebbero l'interesse che il prezzo del loro combustibile rimanga basso! E invece la strategia che seguono è prima di venderti la stufa rassicurandoti e poi sfruttandoti con prezzi assurdi: ma davvero in 2 anni il costo è almeno raddoppiato! Con la conseguenza che mentre c'era stato un certo interesse per le stufe a pellets adesso la gente è tornata alla buona vecchia legna, che ha una efficienza energetica minore ma te la vai a raccogliere anche da solo! La zona a cui faccio riferimento è quella della maremma laziale e toscana, con splendide campagne e boschi meravigliosi.
Preciso anche che quando parlo di raccogliere legna mi approvviggiono con due diverse modalità:

a) legna secca da ambiente naturale che però ostacoli il deflusso delle acque. Cioè non raccolgo legna secca che potrebbe ospitare micro-habitat animali o vegetali ma quella che finisce nei fossati o nelle vie di deflusso delle acque o che viene portata dal mare o dai fiumi.

b) legna raccolta a Roma. Non avete idea di quanta se ne trovi: dalle potature degli alberi comunali, a quelle condominiali, fino alla grande quantità di legna che viene buttata sotto forma di vecchi mobili irrecuperabili o di pallet (le pedane dei carrelli elevatori). In questo modo oltre a riscaldarmi riduco anche (nelle proporzioni infinitesimali delle necessità del mio consumo) la quantità di immondizia che finisce nelle discariche.

Ciao!

Clyp legnaiolo
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Messaggioda alfaomega » mer nov 01, 2006 15:44 pm

Clypeus ha scritto:b) legna raccolta a Roma. Non avete idea di quanta se ne trovi: dalle potature degli alberi comunali, a quelle condominiali, fino alla grande quantità di legna che viene buttata sotto forma di vecchi mobili irrecuperabili o di pallet (le pedane dei carrelli elevatori). In questo modo oltre a riscaldarmi riduco anche (nelle proporzioni infinitesimali delle necessità del mio consumo) la quantità di immondizia che finisce nelle discariche.


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Messaggioda _Uli » mer nov 01, 2006 16:29 pm

Clypeus ha scritto:Uli, purtroppo viviamo in una società nella quale è assolutamente normale approfittarsi di qualsiasi situazione! Nell'ottica del mercato poi mi sembra che il costo del pellet vada a danneggiare anche gli stessi produttori di stufe: loro per primi avrebbero l'interesse che il prezzo del loro combustibile rimanga basso! E invece la strategia che seguono è prima di venderti la stufa rassicurandoti e poi sfruttandoti con prezzi assurdi


Te lo credo, quanto all' aumento del prezzo. Ma volevo dire che, siccome pellets diversamente dal gaz o dalla nafta, sono risorse che ricrescono (e grazie alle tempeste dell' ultimo decennio) ne e' abbastanza a nord delle Alpi, e' solo un monopolio di distribuzione e non di produzione/estrazione. Per cui, perche' non formare una cooperative di consumatori e ordinare pellets a grosse quantita' in Austria (dove costano meno della meta' prezzo consumente; quindi all' ingrosso ancora molto di meno).

Clypeus ha scritto:La zona a cui faccio riferimento è quella della maremma laziale e toscana, con splendide campagne e boschi meravigliosi.
Preciso anche che quando parlo di raccogliere legna mi approvviggiono con due diverse modalità:

a) legna secca da ambiente naturale che però ostacoli il deflusso delle acque. Cioè non raccolgo legna secca che potrebbe ospitare micro-habitat animali o vegetali ma quella che finisce nei fossati o nelle vie di deflusso delle acque o che viene portata dal mare o dai fiumi.

b) legna raccolta a Roma. Non avete idea di quanta se ne trovi: dalle potature degli alberi comunali, a quelle condominiali, fino alla grande quantità di legna che viene buttata sotto forma di vecchi mobili irrecuperabili o di pallet (le pedane dei carrelli elevatori). In questo modo oltre a riscaldarmi riduco anche (nelle proporzioni infinitesimali delle necessità del mio consumo) la quantità di immondizia che finisce nelle discariche.


Bruciare mobili potrebb' essere anche molto velenoso! Anche se oramai si son fatti molti progressi anche qui, l' incidenza ambientale della legna e' ben peggio dei pellets - purtroppo. Io uso un forneau suedois molto avanzato (rendimento ca. 93%) ma non arriva al rendimento dei pellets (che son meglio anche nel senso che i pellets son un riutilizzo di resti di legno altrimento buttati).

La raccolta a Roma mi incuriosisce: son vissuto per molto tempo a via Lorenzo Valla ma sinceramente di possibilita' di raccogliere qualche ster di legna ne ho visto ben poche (sebbene il Gianicolo e' una zona abbastanza verde) (???).

Saluti,

Uli
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Messaggioda Clypeus » mer nov 01, 2006 16:29 pm

Alfaomega, bella quella moto! Me la vendi? :-)

Step in un altro thread mi ha indicato un link molto interessante per il riscaldamento a legna e derivati:

http://www.holzenergie.ch/index.php?id=1&L=2

Ciao!
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Messaggioda Clypeus » mer nov 01, 2006 16:38 pm

Uli, riguardo il legno di mobili naturalmente mi riferivo a quello che può essere usato per bruciare, cioè che non sia trattato, laminato, verniciato o che non sia il truciolato.

Dove trovarlo a Roma? Nei lungoteveri e nei viali a platani (cioè dappertutto) trovo un sacco di rami di grandi dimensioni, anche se da quando lo scorso anno cadendo hanno fatto danni la potatura adesso è molto più rigorosa, quindi se ne trovano di meno.
Proprio ieri sera alla Balduina ho visto buttate una decina di porte di noce trattate a cera, che non ho raccolto ma che potevano andar benissimo.
Alla Pineta Sacchetti raccolgo pigne in quantità industriali, idem nelle pinete di Fregene. Da Villa Panphili e da Villa Ada, col permesso dei giardinieri, l'anno scorso ho portato via 4 o 5 tronchi caduti che mi hanno riscaldato per settimane. Tra pochi minuti andrò a caricare della legna proveniente da un vecchio albero abbattuto in un condominio... insomma, se ti guardi attorno ne trovi! Certo, evidentemente se tutti si comportassero come me non ci basterebbe... :-) Ad esempio ho dei grandi rivali in chi non ha casa, cioè nei baraccati dell'est europeo che usano riscaldarsi con le pedane di legno (pallet).

Clyp che va a far legna :-)
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Messaggioda giangi4 » mer nov 01, 2006 18:11 pm

non e' importante ma ora mi sono ricordato: botoi o botoli li chiamava
mio padre
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Messaggioda SteP » mer nov 01, 2006 19:48 pm

_Uli ha scritto:Te lo credo, quanto all' aumento del prezzo. Ma volevo dire che, siccome pellets diversamente dal gaz o dalla nafta, sono risorse che ricrescono (e grazie alle tempeste dell' ultimo decennio) ne e' abbastanza a nord delle Alpi, e' solo un monopolio di distribuzione e non di produzione/estrazione. Per cui, perche' non formare una cooperative di consumatori e ordinare pellets a grosse quantita' in Austria (dove costano meno della meta' prezzo consumente; quindi all' ingrosso ancora molto di meno).

Ormai l'interesse per il pellet è tale che stanno nascendo filiere di produzione: il legname proviene dall'utilizzo dei boschi naturali (in montagna) o di impianti a rapido accrescimento (in pianura). Raccolto viene cippato, essicato, triturato e quindi pellettizzato.
Fino ad ora gli impianti di pellettizzazione sorgevano vicino a segherie, o florovivaisti con annessa attività di manutenzione giardini, ma ora la produzione sta diventando una industria a sè stante. In Austria e Svizzera la filiera è completa fino alla produzione di energia: in inverno producono calore e energia elettrica, in estate energia elettrica (cogeneratori).
Da noi, per lo meno in Lombardia, iniziano le prime esperienze: teleriscaldamento a Tirano SO, impianti a rapido accrescimento e centrali a cippato nella bassa pianura (BS, MN, CR). La Regione finanzia queste esperienze (salvo poi Formigoni allarmare tutti minacciando ogni tanto il divieto di bruciare la legna ...).
Con l'utilizzo di cippato o di pellets, si ottengono più vantaggi:
- cura dei boschi (da noi abbandonati da decenni)
- minore dipendenza dal petrolio
- l'anidride carbonica prodotta dalla combustione viene riutilizzata dalle piante, che poi verranno bruciate etc etc, in un ciclo chiuso con un quasi pareggio nella bilancia dell'emissione di CO2.
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Messaggioda Violet » mer nov 01, 2006 19:51 pm

cacciare nella stufa un bel stiz di faggio non ha prezzo...
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Messaggioda SteP » mer nov 01, 2006 19:55 pm

Keto da Barp ha scritto:
trek2005 ha scritto:
Keto da Barp ha scritto:di notte non ho seguito la discussione comunque ora o riletto....

parto da una cosa leggermente OT i mognoi...
come ben detto da trek sono la spina dorsale della pànocìa... e sinceramente non so la traduzione in italiano... :wink:


i mognoi se i mognoi e no se pol tradurli.....sa tu!!!! :lol: :lol:




8O 8O 8O

un ) no se usa "se" ma casomai "xe" (in venethìan) e comunque "ie" oppur "l'e" in Belumat! 8)

doi) mi no son venethìan :evil: :evil: :evil: e con quei no stame a me mìsià (traduzione da gnas a saioch .....no stà misiarme) ...
:evil: :evil: :evil:


tré) ghe sarà pur calcheduni che parla al 'talian e che lo sa.... o me tochelo thercar tel intérnèt....

:evil: :roll: :evil: :roll: :evil: :roll: :evil: 8O


:lol: :wink:

in italiano: tutoli.
ciao
ste
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Messaggioda SteP » mer nov 01, 2006 19:56 pm

Violet ha scritto:cacciare nella stufa un bel stiz di faggio non ha prezzo...

7 euro al quintale in stanga; 10-11 euro tagliato.
Non ha prezzo se hai il bosco, o lo rubi ....
Ciao
Ste
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Messaggioda _Uli » mer nov 01, 2006 20:45 pm

SteP ha scritto:Ormai l'interesse per il pellet è tale che stanno nascendo filiere di produzione: il legname proviene dall'utilizzo dei boschi naturali (in montagna) o di impianti a rapido accrescimento (in pianura). Raccolto viene cippato, essicato, triturato e quindi pellettizzato.


Questo e' inesatto: Vengono utilizzato soprattutto i rimasugli nelle segherie, dei carpentieri, falegnami ecc. Non viene utilizzato - almeno non nella maggioranza - legna provvenendo dai boschi, direttamente.

Corretto e' che la catena produttiva/riproduttiva intorno al legno in questa maniera viene migliorata.

Dall' altro canto: Non e' piu', dal punto di vista ecologico e anche funzionale, la piu' importanto cosa di "pulire" il bosco / sottobosco. Anzi, le scienze forestali moderne (e la biologia ecc.) concordono che un qualcosa di legno che lentamente marcia nei boschi produca piu' varieta' di flora e fauna. E quindi, a lungo termine e' piu' effettivo per la sussistenza.

Nonostante cio', il bosco e' sottoutilizzato.

Il vantaggio dei pellet sopra la legna (a pezzi = (?) bûche) e'

- nel bruciare piu' effettivamente (grado di utilizzo calorico da 103 % vs. 94 % - negli impianti migliori) e con meno residui. Bruciatori a pellet son effettivi anche se son regolati a bassi rendimento quelli di legna a pezzi solo scarsamente.

- nel "handling" piu' facile (riscaldamenti a pellet son meglio regolabili e hanno un' autonomia molto piu' lunga).

Ma dall' altro canto, la legna si trova sempre e non si ha bisogno di fare ricorso a fornitori (semi)industriali.

Ci sono pero' bruciatori che riescono a trattare tutte le forme di legna, e cioe' pezzi, cippi e pellet.

Piu' all' avanguardia nella tecnologia in questo momento sono glia austriaci.

In Italia, penso che nel Sudtirolo se ne fa abbastanza sia riguardo sistemi di riscaldamento alternativi che rigiuardo case minergie (per questo standard invece la Svizzera e' molto avanzata).

Saluti,

Uli
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Messaggioda SteP » mer nov 01, 2006 21:43 pm

_Uli ha scritto:Questo e' inesatto: Vengono utilizzato soprattutto i rimasugli nelle segherie, dei carpentieri, falegnami ecc. Non viene utilizzato - almeno non nella maggioranza - legna provvenendo dai boschi, direttamente.

Dall' altro canto: Non e' piu', dal punto di vista ecologico e anche funzionale, la piu' importanto cosa di "pulire" il bosco / sottobosco. Anzi, le scienze forestali moderne (e la biologia ecc.) concordono che un qualcosa di legno che lentamente marcia nei boschi produca piu' varieta' di flora e fauna. E quindi, a lungo termine e' piu' effettivo per la sussistenza.



Specifico: come già scritto stanno nascendo filiere bosco-legna prodotto finito.
Il prodotto finito principale è il cippato, che costa meno nella produzione, e viene utilizzato in cogeneratori calore-energia elettrica in grandi impianti. Il cippato permette il caricamento automatico dei cogeneratori.
Per l'utenza privata, il cippato ha lo svantaggio di richiedere locali di stoccaggio e macchinari per il caricamento; quindi ci si orienta sulla pellettizzazione, ovvero il cippato viene essicato, ridotto in polvere, pressato. Il pellet ha quindi un costo di produzione maggiore, ma permette di essere caricato manualmente nella stufa o automaticamente con impianti semplificati. Per ora è ancora un "sottoprodotto" della filiera (o di segherie, vivai etc, come avevo scritto) ma la richiesta sempre più crescente fa supporre che nasceranno filiere dedicate per la sua produzione. Da noi, oggi, si fa già fatica a trovarlo perchè già venduto tutto, e costa 5,50 - 6,00 euro a sacco (15 kg).

Per la gestione del bosco, un bosco lasciato a sè stesso, a parte la pericolosità in termini idrogeologici e di incendi, permette sì una maggiore fauna di piccola taglia e media taglia. E il legname prodotto è di scarsa qualità.
Nei boschi poco gestiti spariscono però grandi ungulati, volpi, lepri e le catene ad essi legati.
Vero è che se fosse lasciato alla natura, i boschi sarebbero più o meno come li abbiamo oggi qui in Lombardia.
Ma il petrolio a 70 dollari al barile e il protocollo di Kyoto stanno facendo rivalutare la gestione del bosco per produrre l'energia che ci serve.
Ciao
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Messaggioda geko - luca » gio nov 02, 2006 0:38 am

SteP ha scritto:
_Uli ha scritto:Questo e' inesatto: Vengono utilizzato soprattutto i rimasugli nelle segherie, dei carpentieri, falegnami ecc. Non viene utilizzato - almeno non nella maggioranza - legna provvenendo dai boschi, direttamente.

Dall' altro canto: Non e' piu', dal punto di vista ecologico e anche funzionale, la piu' importanto cosa di "pulire" il bosco / sottobosco. Anzi, le scienze forestali moderne (e la biologia ecc.) concordono che un qualcosa di legno che lentamente marcia nei boschi produca piu' varieta' di flora e fauna. E quindi, a lungo termine e' piu' effettivo per la sussistenza.



Specifico: come già scritto stanno nascendo filiere bosco-legna prodotto finito.
Il prodotto finito principale è il cippato, che costa meno nella produzione, e viene utilizzato in cogeneratori calore-energia elettrica in grandi impianti. Il cippato permette il caricamento automatico dei cogeneratori.
Per l'utenza privata, il cippato ha lo svantaggio di richiedere locali di stoccaggio e macchinari per il caricamento; quindi ci si orienta sulla pellettizzazione, ovvero il cippato viene essicato, ridotto in polvere, pressato. Il pellet ha quindi un costo di produzione maggiore, ma permette di essere caricato manualmente nella stufa o automaticamente con impianti semplificati. Per ora è ancora un "sottoprodotto" della filiera (o di segherie, vivai etc, come avevo scritto) ma la richiesta sempre più crescente fa supporre che nasceranno filiere dedicate per la sua produzione. Da noi, oggi, si fa già fatica a trovarlo perchè già venduto tutto, e costa 5,50 - 6,00 euro a sacco (15 kg).

Per la gestione del bosco, un bosco lasciato a sè stesso, a parte la pericolosità in termini idrogeologici e di incendi, permette sì una maggiore fauna di piccola taglia e media taglia. E il legname prodotto è di scarsa qualità.
Nei boschi poco gestiti spariscono però grandi ungulati, volpi, lepri e le catene ad essi legati.
Vero è che se fosse lasciato alla natura, i boschi sarebbero più o meno come li abbiamo oggi qui in Lombardia.
Ma il petrolio a 70 dollari al barile e il protocollo di Kyoto stanno facendo rivalutare la gestione del bosco per produrre l'energia che ci serve.
Ciao
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Non vorrei entrare nei meriti tecnici in quanto non ne sarei in grado ma posso raccontare la mia piccola esperienza.
Io abito in campagna ho una villetta di circa 200 mq che scaldo praticamete solo a legna consumandone circa 40q/50q a stagione.
Mi ero informato per la stufa a pellets ma mi era puzzata di fregatura perchè attualmente, nel sud del piemonte ci sono solo 2 fornitori che, a quanto pare, ogni sei mesi aumentano i prezzi.
Con la legna invece mi trovo molto bene, l'acquisto da un mio amico che fa il "boscaiolo" per professione e la pago circa 21 euro al q tagliata, spaccata e portata a casa, normalmete in inverno vado a vedere la legna a terra (ovvero appena tagliata) e , se mi va bene, lui me la tiene da parte.Di solito acquisto la legna sempre con un anno di anticipo, in questo modo perdo un po' di resa nel peso ma aumento notevolmente il poter calorico ed evito così di avere problemi di fumo o intasamento del camino.
Dal punto di vista economico tutto ciò è piuttosto vantaggioso in quanto per scaldare nello stesso modo con il gas occorrerebbe una cifra 3 volte superiore a quella che attualmente spendo.Dal punto di vista "etico", scusate, ma mi sembra una sciocchezza paralare di distruzione di boschi o di problemi di deforestazione in quanto brucio esclusivamente robinia che, in piemonte, è una specie non autoctona ed infestante che ostacola la crescita delle esssenze tipiche delle nostre aree.Inoltre il taglio del bosco ceduo è severamente regolamentato ed è un'attività che, se svolta con una certa professionalità, non è assolutamente dannosa per il terriotorio e grantisce ancora, rispetto ad altri settori dell'agricoltura, una certa fonte di reddito che è fondamentale per evitare il totale abbandono dell'agricoltura da parte dei giovani e le conseguenti problematiche di abbadono del territorio rurale ad esso legato.
essere sul filo è vivere, tutto il resto è attesa

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Messaggioda SteP » gio nov 02, 2006 1:03 am

geko - luca ha scritto:Dal punto di vista "etico", scusate, ma mi sembra una sciocchezza paralare di distruzione di boschi o di problemi di deforestazione in quanto brucio esclusivamente robinia che, in piemonte, è una specie non autoctona ed infestante che ostacola la crescita delle esssenze tipiche delle nostre aree.Inoltre il taglio del bosco ceduo è severamente regolamentato ed è un'attività che, se svolta con una certa professionalità, non è assolutamente dannosa per il terriotorio e grantisce ancora, rispetto ad altri settori dell'agricoltura, una certa fonte di reddito che è fondamentale per evitare il totale abbandono dell'agricoltura da parte dei giovani e le conseguenti problematiche di abbadono del territorio rurale ad esso legato.

Se la gestione del bosco è attenta, non si hanno problemi di deforestazione o distruzione; anzi il bosco ne guadagna. I tagli, sia di ceduo che d'alto fusto, sono regolamentati ovunque, con leggi regionali relativamente simili.
Purtroppo la gente è talmente abituata a vedere i boschi ad uno stato semi-selvatico, che appena vede un taglio di utilizzo in bosco chiama spesso il cfs o le guardie ecologiche perchè pensa stiano distruggendo tutto.
Ho un libro di fotografie di 50 anni fa della mia zona, e i boschi sembrano un impianto di arboricoltura, anzichè quello che siamo abituati a vedere oggi. Il paesaggio era completamente diverso. In Brianza c'erano radi boschetti, il resto era tutto coltivato.
Per la robinia, infestante importata dagli USA, il taglio non serve a ridurne la diffusione, anzi: più si taglia, più si aprono "buche" dove entra il sole, più la robinia cresce e si moltiplica. Per farla sparire bisogna non toccarla: in 20-25 anni se inserita in mezzo ad altre piante, muore.
Ma sei sicuro 21 euro a quintale? Da me, il faggio, è a 10-11 euro tagliato.
Ciao
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Messaggioda moebius » gio nov 02, 2006 2:00 am

mio cugino (in scozia) ha una società che progetta e installa impianti di riscaldamento a pellets e mi diceva che da loro sono molto convenienti e che ovviamente non c'era stata la scalata dei prezzi come da noi.. è possibile che dobbiamo essere sempre i più furbi?
per quanto riguarda la legna a roma, è vero, quando fanno le potature trovi quantità industriali che puoi prendere senza problemi immagino: platani, pini e chi più ne ha più ne metta.
il problema è che magari stai uscendo di casa per andare a lavoro, che fai ti fermi e riempi il cofano di legna?secondo me il futuro del riscaldamento deve passare in gran parte per le pompe di calore, e quelle geotermiche sono di sicuro le più interessanti... il risparmio è molto forte e tutto sommato la spesa di installazione non è enorme.sarebbe poi interessante valutare quanto, da una determinata condizione, convenga investire su un impianto di riscaldamento e quanto sull'isolamento termico della casa. secondo me in molti casi ci sarebbero risultati sorprendenti..
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Messaggioda _Uli » gio nov 02, 2006 2:14 am

geko - luca ha scritto:scusate, ma mi sembra una sciocchezza paralare di distruzione di boschi o di problemi di deforestazione in quanto brucio esclusivamente robinia che, in piemonte, è una specie non autoctona ed infestante che ostacola la crescita delle esssenze tipiche delle nostre aree..


Solo per logica di ragionamento: Tu come singolo non fai caso. Se tu ti comporti in una certa maniera, presunta corretta, non fa testo, per la generalita' ...

Con cio' non dico non abbia eventualmente ragione.

Saluti,

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Messaggioda _Uli » gio nov 02, 2006 2:23 am

SteP ha scritto:Se la gestione del bosco è attenta, non si hanno problemi di deforestazione o distruzione; anzi il bosco ne guadagna. I tagli, sia di ceduo che d'alto fusto, sono regolamentati ovunque, con leggi regionali relativamente simili.
Purtroppo la gente è talmente abituata a vedere i boschi ad uno stato semi-selvatico, che appena vede un taglio di utilizzo in bosco chiama spesso il cfs o le guardie ecologiche perchè pensa stiano distruggendo tutto.


Non so contro chi ragioni qui. Certamente non me. Avevo solo obiettato che un certo tipo di usofrutto del bosco come se fosse una piantagione non va tanto bene.

Dall' altro canto e' ben chiaro che il bosco, nelle nostre latitudini, da almeno 3.000 anni non e' mai stato una foresta selva ma sempre un paesaggio di cultura.

Inoltre, le tempeste Bintje (del 1997 se ricorda bene) e Lothar del 2001 (e poi quell' ultima di cui non ricordo il nome ma che falciato un quarto della foresta nella Svezia meridionale fra natale 2005 e capodanno) hanno llasciato talmente tanta legna inutilizzata che e' inutile di parlarne.

In Germania, Austria, Svizzera e Svezia si son fatti varie leggi speciali per assorbire piu' presto possibile quel legno (favori nella tassazione per vetri porte ecc. di legno - sopra quelle di plastica o di alluminio, incentivi per sistemi di riscaldamento a base di legno ecc. ecc.).

Ma, vorrei insistere sul punto, che un sottobosco totalmente pulito come si suoleva vedere nel dopoguerra non e' bello neanche.

Saluti,

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Messaggioda _Uli » gio nov 02, 2006 2:28 am

moebius ha scritto:mio cugino (in scozia) ha una società che progetta e installa impianti di riscaldamento a pellets e mi diceva che da loro sono molto convenienti e che ovviamente non c'era stata la scalata dei prezzi come da noi.. è possibile che dobbiamo essere sempre i più furbi?


In Isvizzera il prezzo pellets e' a ca. 270 sfr a tonnellata (= 185 EUR a 1.000 kg). Prezzo con posa inclusa. A questo punto quasi quasi conviene di mettere in piede un commercio a sistema corporativo, in Italia dico. Trattando direttamente con fornitori esteri. Vedrete quanto in fretta i prezzi poi anche da voi calano.

Inoltre, per proteggersi da tali tentativi di manipolazione del mercato (della distribuzione) forse e' bene puntare su sistemi moltepli in grado di consumare qualsiasi tipo di legna. Ci sono e non costano neanche tanto di piu'.

Saluti,

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Messaggioda SteP » gio nov 02, 2006 2:36 am

_Uli ha scritto:In Isvizzera il prezzo pellets e' a ca. 270 sfr a tonnellata (= 185 EUR a 1.000 kg). Prezzo con posa inclusa.

Informazione, per favore: il prezzo è comprensivo di una imposta tipo la nostra IVA o è esentato? Se c'è una imposta, sai dirmi quant'è in percentuale?
Grazie.
Ciao
Ste

PS: non discutevo "contro" nessuno. Se ho dato questa impressione me ne scuso.
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Messaggioda _Uli » gio nov 02, 2006 2:54 am

SteP ha scritto:
_Uli ha scritto:In Isvizzera il prezzo pellets e' a ca. 270 sfr a tonnellata (= 185 EUR a 1.000 kg). Prezzo con posa inclusa.

Informazione, per favore: il prezzo è comprensivo di una imposta tipo la nostra IVA o è esentato? Se c'è una imposta, sai dirmi quant'è in percentuale?
Grazie.
Ciao
Ste

PS: non discutevo "contro" nessuno. Se ho dato questa impressione me ne scuso.


Prezzo al cliente, tutte le tasse incluse.

Guarda anche qui. E' piu' o meno lostesso.

Saluti,

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