Così non pensate che si parli di voi
IL MACHO. Inarrivabile nella sua bravura, ritiene che la sua missione sia quella di sgomberare le montagne dai sottouomini e dalle sottodonne che si ostinano a volerla frequentare. Alcune volte ha scalato un 8.000, molto spesso è di bell?aspetto. Porta volentieri occhiali da sole avvolgenti e cammina ancheggiando per far vedere che ha il fisico. Sorride raramente, ride solo alle sue proprie battute. Quando per alleggerire l?ambiente gli raccontate storie carine e buffe che sono successe in montagna a voi e ai vostri amici, lui vi gela dicendo ?Certa gente non dovrebbe andare in giro?. Mentre zampettate tra le rocce percepite il suo sguardo carico di schifo. Quando arrivate in cima lui si siede lontano da tutti, e guarda l?orizzonte con una espressione alla Clint Eastwood. Il mondo per lui si divide in non sfigati e sfigati. I non sfigati sono quelli come lui, gli sfigati quelli diversi. A metà degli uomini non rivolge la parola, perché appunto sono sfigati. Con le donne non fa conversazione, perché non ne val la pena, anche se hanno quindici lauree e un master in comunicazione. Dopo poche ore passate insieme cominciate a detestarlo e a manifestargli una fredda ostilità. Ma dato che è gravemente scemo non se ne accorge e la scambia per timore reverenziale.
IL PROTETTIVO. Facilissimo da identificare perché la mattina quando passa a prenderti gira attorno all?auto e ti apre educatamente la portiera. Una volta in quota, senti il suo sguardo angelico sempre puntato su di te. Se è davanti, ti tende la mano ad ogni difficoltà. Se è dietro e ti appoggia una mano sulle natiche lo sai che lo fa solo per impedirti di cadere indietro. Tutto questo è molto rassicurante, però ci resti un po? male quando ti dà la mano per attraversare un ruscelletto, perché pensi che devi proprio essere un?impedita grave. Non ti sgrida mai, neanche quando fai cazzate orribili: la sua frase preferita è ?Non preoccuparti, capita?. Se per sbaglio ti infili in un crepaccio, ti dice: ?Brava che hai tirato la gamba fuori da sola?. Se vomiti per tutto il tragitto ti dice brava lo stesso perché hai dimostrato forza di volontà. Ha sempre un thermos di thè bollente e zuccherato al punto giusto. Ti obbliga a mettere il berretto di lana anche quando fa un caldo bestiale, ma tu te lo metti volentieri perché sai che è per il tuo bene e perché vuoi che sappia che tu lo apprezzi.
IL TACITURNO-ASCETICO. Spesso è un alpinista piuttosto forte, ma non se ne vanta. Che faccia delle cose pazzesche lo scopri solo quando sparisce e poi vieni a sapere dalla cugina dell?amica di sua zia che era rimasto bloccato in parete da una bufera. Ti porta in montagna anche se sei una pippa tremenda e ti fa camminare per ore e ore senza aprire bocca, e tu ti chiedi perché lo faccia e soprattutto perché lo fai tu. Questo mistero è talmente profondo che ti innamori di lui in modo devastante e irrecuperabile, con una devozione quasi canina e ovviamente a senso unico. Dato che lui non parla e non manifesta nessun tipo di istinto animale (per esempio apparentemente non mangia mai, e ovviamente è astemio) sei costretta ad aggrapparti a esili indizi tipo il tono in cui, dopo otto ore di marcia forzata, ti ha chiesto: ?Sei stanca??. Ogni tanto alla fine della giornata ti passa un braccio attorno alle spalle mentre si guarda il tramonto e tu ti illudi finché non ti rendi conto che il gesto ha la stessa carica erotica delle carezze ai bambini del povero Giovanni Paolo II, o forse perfino meno. A poco a poco prendi la sua stessa deriva autistica, e non parli più. Smetti di comunicare anche cose essenziali tipo che ti sta venendo un crampo ai polpacci su un muretto di ghiaccio, oppure che un macigno si è mosso e ti ha intrappolato la caviglia. Anni dopo vai a bere un aperitivo con una tua amica, e dopo il terzo mojito confessi questa vecchia e infelice passione. Lei sputa la mentuccia e confessa di averci provato con lui, con risultati ancora meno esaltanti. L?intera faccenda sembra improvvisamente divertentissima.
Il BROCCO COMPETITIVO. Incredibilmente, è uno che riesce ad andare ancora peggio di te. Forte ma scoordinato, non riesce a capacitarsi del fatto che una nanetta tremebonda gli chieda: ?Scusa, mi fai passare avanti??. Poiché gli secca essere l?ultimo tra gli ultimi, innesta una furibonda competizione e una guerra tra poveri. E? sempre un vigliacco e un delatore, e non fa altro che accampare scuse. Di solito si impadronisce della sacca dei materiali e cerca sempre di rifilarti la corda o la barella, perché guarda caso lui ha mal di schiena. Quando gli altri gli fanno notare che lui è 40 centimetri più alto di te e pesa 40 chili in più e quindi la corda dovrebbe prendersela lui, risponde che così impariamo a chiedere la parità dei sessi.
IL COMPAGNONE. Entusiasta di natura, si riconosce per il fatto che non tace mai ed è molto chiassoso. Gli piace qualunque cosa ed esprime i suoi sentimenti ad alta voce. Quando non parla, fischietta o canta a squarciagola, rischiando di deconcentrarvi e di farvi cadere, Dice una marea di battute cretine e vi scruta ansiosamente per vedere se state ridendo (ha una spiccata predilezione per il pubblico femminile). Durante le soste mangerecce, non sta fermo come tutti gli altri ma si muove da uno all?altro come un labrador decerebrato, offrendo cibi e bevande (quindi non potete neanche mandarlo affanculo) e pestando panini e thermos altrui. Alle sei del mattino, mentre state faticosamente cercando di masticare una fetta di pane e marmellata, lui sta già raccontando una barzelletta.
IL FALSO MONTANARO. Quando stava cercando di convincervi a nominarlo come vostro moroso, aveva buttato là una serie di frasi come ?Ho sempre desiderato imparare a sciare?, oppure ?Bellissima, la Val di Mello?. Una volta acquisiti certi benefit, il falso montanaro si svela per quello che è: una grandissima sòla. Portato sui sentieri, assume un?aria da martire morente, anche se ha due spalle così e un fisico impeccabile. Portato a sciare, non appena si rende conto che la faccenda non è così semplice si fa venire una crisi isterica e si siede nella neve con faccia da puffo brontolone. Voi vi vergognate perché i bambini del campetto vi guardano, e pregate intensamente che nessuno dei vostri stronzissimi amici vi veda mentre sorreggete quel relitto umano. Dopo questa esperienza, lui non ne vuole più sapere ma con molta generosità vi invita ad andare pure in montagna da sola. Voi un paio di volte l?anno ci andate, sentendovi in colpa. Lui telefona ogni mezz?ora, dicendo che è solo e abbandonato e ?Beata te che ti diverti?. Voi rispondete affettuosamente anche se vi rompe i coglioni dovervi togliere i guanti in seggiovia con 15 gradi sottozero e gli amici che fanno l?aria schifata per le melensaggini. Quando rompete il fidanzamento, vi vendicate confessando che a lui non piaceva la montagna ma che a voi della sua architettura razionalista non fregava una mazza e che andar tutte le domeniche per mostre era una tortura
