Via Machetto al Becco Meridionale della Tribolazione

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Maurizio » ven set 08, 2006 18:15 pm

Mah, cialtrone...bella domanda!

Direi che è una questione di etichette, a me non sembra di essere cambiato poi così tanto da questo punto di vista. In tutti questi anni ho continuato a fare alpinismo esplorativo, ad aprire vie senza spit, a volte anche in stile clean (senza chiodi, solo protezioni veloci) e a vista. Ma questo non interessa nessuno, tutti mi ricordano sempre e solo per le falesie in Sardegna. E sarebbe così anche se domani facessi il Capitan slegato.
Ma altrettanto si potrebbe dire dei miei colleghi. Motto è un eccellente alpinista, anche nel cuore, ma è ricordato per le sue vie seriali: uno pensa a Motto e pensa subito al Triolet, etc...come se lui nella sua vita abbia fatto solo quello. Ma non è vero affatto. Larcher idem, ha la sua bella etichetta, ma nella realtà è più alpinista di tanti altri suoi colleghi, che magari inorridiscono alla parola spit. Ha fatto solitarie slegato anche lui per tutte le dolomiti, che non ha mai comunicato. Ma a che serve? Sarà sempre quello di Hotel Supramonte e della Larcher Vigiani, cioè uno spittatore di montagne.
Voglio dire, la realtà è molto più complessa e, se si guarda al di là delle mistificazioni e delle etichette, si potrebbero avere molte sorprese. Solo che nessuno va al di là, cerca di conoscere le persone prima di darne un giudizio. Per questo molti commenti e sentenze che si leggono sul forum fanno ridere (o piangere), perchè a volte chi ha un immagine linda di alpinista puro e duro tale non è affatto, anzi molto spesso è il contrario. E viceversa.

Volevo solo aggiungere, sempre sul tema solitarie, che come noi erano centinaia gli arrampicatori che facevano solitarie e che andavano con lo spirito che raccontavo. Molti sono ancora dei perfetti sconosciuti e secondo me è bello che così rimangano. Io mi riferivo alla sola realtà della Valle dell'Orco dei primi anni 80, se prendiamo le Alpi intere immagina quanti hanno fatto le cose che ho fatto io ed hanno vissuto le stesse emozioni!

ciao

Maurizio
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Messaggioda paolo s4 » ven set 08, 2006 18:32 pm

...
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Messaggioda Payns » ven set 08, 2006 19:23 pm

Non so.....D'abitudine sono pieno di dubbi.

Bellissimi topic quelli di cialtrone e Maurizio ma non riesco a condividere in pieno quanto affermate.

cialtrone ha scritto:...la storia, se esiste, passa da eventi, a tratti occasionali, a tratti assolutamente inconcepiti dagli stessi attori, che poi, con gli occhi di sconosciuti, divengono marmorei....


Questo è vero e reale se si riferisce ai protagonisti dell'alpinismo fino agli 80 dove la componenete "romantica" era ancora molto forte.
Uno dei miti degli anni a cavallo fra i 70 e gli 80, quello del "mucchio selvaggio" composto da Grassi, Galante, Bonelli, Pessa è un'invenzione letteraria di quella straordinaria firma che è Gobetti. Mai esistito per stessa ammissione di Grassi, o meglio come dice cialtrone, inconcepiti dagli stessi attori.
L'impressione è che oggi, a differenza del passato, la storia si scolpisce sul marmo dei media.
E spesso vince il miglior comunicatore.
Un nome citato a proposito. Roberto Perucca. Era già fortissimo a 18 anni, lo è diventato ancora di più dopo. Un ragazzo straordinario ma che ai più è sconosciuto prorpio perchè era, per carattere e predisposizione, un pessimo comunicatore.

Ma non vedo un nesso fra le sue solitarie in Piantonetto e nella valle dell'Orco e, per citare il cambiamento di percorso citato da cialtrone, le vie che ha aperto sul Gran Carro. Secondo me ha fatto entrambe le cose perchè in quei momenti aveva pulsioni diverse.



Maurizio ha scritto:Mi dà quasi fastidio tutto sto can-can intorno alle solitarie......Mi sono imposto di leggere Solitari di Fabio Palma ma, devo ammettere, a fatica, mi spiace per lui che ha fatto un gran lavoro a raggruppare tutta questa gente un po' svitata. Secondo me c'è troppo edonismo, inotorno a questo argomento


Maurizio, come al solito sono assalito da dubbi, sicuro di non vedere una piccola contraddizione con il tuo percorso fatto anche di solitarie? Se son svitati loro....non è che tu puoi chiamarti fuori.. 8)
Forse, dico forse, la solitaria è una pulsione ineliminabile per chiunque arrampichi.
Forse oggi molta più gente vive di montagna e di alpinismo rispetto al passato e la solitaria rende maggiormente visibili. Ma non vedo molta differenza con altri modelli di visibilità mediatica.

Per inciso non sono un nostalgico del passato, non penso che allora era meglio di adesso.
Semplicemente è diverso.
Vivevamo in uno stato di magnifica confusione (A. Gobetti)

Io, ancora adesso...(Payns)

Le vie vecchie sono bellissime....
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Messaggioda Maurizio » ven set 08, 2006 19:37 pm

paolo s4 ha scritto:a proposito di solitari & audacia...

Maurizio, conosci un certo Sergio Savio?

Nel Cuneese ha fatto grandi cose, ma non ha mai cercato la notorietà...

Mi hanno parlato di alcune sue solitarie da brivido nel gruppo
Castello-Provenzale :P ...


si, certo che l'ho conosciuto :D . veniva cronologicamente appena prima di Giovannino, che ha fatto cose straordinarie in quel gruppo. Anzi, forse proprio Sergio ispirò Giovannino. Il giorno del miei 20 anni aprii una via slegato a destra del Diedro Calcagno (anche questo l'avevo fatto in solitaria qualche tempo prima). Non comunicai la relazione a nessuno (infatti non è presente sulle guide), ma evidentemente la cosa si seppe. Io non avevo mai conosciuto Giovannino e anni dopo, quando lo incontrai, ero molto emozionato. Lui mi fece direttamente i complimenti per quella via, proprio lui, che per me rappresentava il massimo dell'audacia!! Giovannino era (è) il Manolo del nord-ovest, un talento straordinario. E per anni nessuno seppe cosa faceva...altro che fotografi che ti fanno le foto, per me c'è una differenza sostanziale di approccio e di filosofia
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Messaggioda paolo s4 » ven set 08, 2006 19:53 pm

...
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Messaggioda alberto60 » lun set 11, 2006 12:16 pm

Maurizio ha scritto:Mah, cialtrone...bella domanda!

Direi che è una questione di etichette, a me non sembra di essere cambiato poi così tanto da questo punto di vista. In tutti questi anni ho continuato a fare alpinismo esplorativo, ad aprire vie senza spit, a volte anche in stile clean (senza chiodi, solo protezioni veloci) e a vista. Ma questo non interessa nessuno, tutti mi ricordano sempre e solo per le falesie in Sardegna. E sarebbe così anche se domani facessi il Capitan slegato.
Ma altrettanto si potrebbe dire dei miei colleghi. Motto è un eccellente alpinista, anche nel cuore, ma è ricordato per le sue vie seriali: uno pensa a Motto e pensa subito al Triolet, etc...come se lui nella sua vita abbia fatto solo quello. Ma non è vero affatto. Larcher idem, ha la sua bella etichetta, ma nella realtà è più alpinista di tanti altri suoi colleghi, che magari inorridiscono alla parola spit. Ha fatto solitarie slegato anche lui per tutte le dolomiti, che non ha mai comunicato. Ma a che serve? Sarà sempre quello di Hotel Supramonte e della Larcher Vigiani, cioè uno spittatore di montagne.
Voglio dire, la realtà è molto più complessa e, se si guarda al di là delle mistificazioni e delle etichette, si potrebbero avere molte sorprese. Solo che nessuno va al di là, cerca di conoscere le persone prima di darne un giudizio. Per questo molti commenti e sentenze che si leggono sul forum fanno ridere (o piangere), perchè a volte chi ha un immagine linda di alpinista puro e duro tale non è affatto, anzi molto spesso è il contrario. E viceversa.

Volevo solo aggiungere, sempre sul tema solitarie, che come noi erano centinaia gli arrampicatori che facevano solitarie e che andavano con lo spirito che raccontavo. Molti sono ancora dei perfetti sconosciuti e secondo me è bello che così rimangano. Io mi riferivo alla sola realtà della Valle dell'Orco dei primi anni 80, se prendiamo le Alpi intere immagina quanti hanno fatto le cose che ho fatto io ed hanno vissuto le stesse emozioni!

ciao

Maurizio


E' chiaro che il nome di qualcuno viene spesso e soprattutto, nel bene e nel male, legato a quello che fa di veramente eclatante , o comunque per quello per cui si fa conoscere al pubblico.
Larcher e Motto sono accademici dei CAI per cui hanno al loro attivo una attività alpinistica a grande raggio e di alto livello, solitare invernali, ma è evidente che è per la loro svolta spittaiola che hanno anche molto pubblicizzato , che saranno soprattutto ricordati. Larcher anche per il "problema" dell'obbligatorio? di una sua certa tecnica di chiodatura della quale ha anche messo nero su bianco, volendo ben precisare qual' è la sua etica.
Per cui si viene, si etichettati, ed è brutto, ma spesso c'è molta responsabilità personale, si raccoglie quello che si semina.
Tu dici che vieni ricordato per la Sardegna e non per molte altre cose che hai fatto, ma del resto è quello che hai fatto soprattutto conoscere di te.

Come del resto per molti altri: Maestri è legato al Torre ma lui non a fatto solo quello : solitaria alla Soldà in Marmolada, solitaria alla Solleder alla Civetta - Koller resterà legato al Pesce , ma non ha fatto solo quello , basta vedere la grande attività fatta sulle alpi centrali del Masino/Bregaglia - ect. ect.
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Messaggioda supergiovane » lun set 11, 2006 13:00 pm

Entro nell'argomento solo per confermare la bellezza della via, in particoalre degli ultimi 2 tiri sullo scudo rosso.
Anche noi abbiamo attaccato a sinistra di Conto Fino a Zero, facendo poi una variante (una delle tante che ci sono lì...) per arrivare alla rampa sotto lo scudo.
Sul tiro duro c'erano dei chiodi un po' mobili che mi hanno spinto a non azzardare la libera. Complimenti ad alberto60 e compagni!

In quel settore però, secondo me, merita di più Conto Fino a Zero per l'eleganza della scalata.
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Messaggioda cialtrone » lun set 11, 2006 13:24 pm

Payns ha scritto:L'impressione è che oggi, a differenza del passato, la storia si scolpisce sul marmo dei media.
E spesso vince il miglior comunicatore.

Mi tocca di quotarti, e di brutto. E non sai quanto mi innervosisce questa cosa (non quella di quotarti :-P, ma l'approdo definitivo della comunicazione tra i larici...)


Payns ha scritto:Ma non vedo un nesso fra le sue solitarie in Piantonetto e nella valle dell'Orco e, per citare il cambiamento di percorso citato da cialtrone, le vie che ha aperto sul Gran Carro. Secondo me ha fatto entrambe le cose perchè in quei momenti aveva pulsioni diverse.

Hai ragione.
Ma quello che intendevo, e, da quel che intuisco, tu forse lo sai molto meglio di me, quel che conta è "passare per esperienze", e non "ipotizzare". Quindi Roberto è passato dalla solitaria al protetto, e, se fosse qui, probabilmente ai bulder. Ed era sempre lui, la stessa persona!
Quindi, riprendendo la tua affermazione, certamente pulsioni diverse, ma la stessa persona. Quindi, ci attacco io, un percorso spirituale per nulla severo. O meglio, severo, ma aperto.
Tutto qui.

Maurizio, che forse pecca a tratti di modestia, ed anche di crisi di memoria (:mrgreen:) è passato dai chiodi nut rurp et similia ai fix in Orco, al trad in Sardegna e Marocco, alle falesie trad, alle falesie a resinati, inzomma, io credo, senza temere di sembrare mieloso, una persona con una esperienza "ampia", senza "ipotesi aprioristiche di vita alpina".
E questa cosa qui, a me, IMO, mi piace molto molto molto.
Esattamente come i musulmani cattolici a sud della Spagna.

Questo per risottolineare da bravo noioso quale sono che probabilmente ci sono persone che rigorosamente hanno preso seriamente la vita. Ed in essa l'ambiente alpino.
Altre che altrettanto rigorosamente hanno preso seriamente le loro "ipotesi" alpinistiche. Dimenticandosi di vivere.
cialtrone
 

Messaggioda Maurizio » lun set 11, 2006 14:38 pm

grazie Cialtrone, a parte ciò che scrivi, esagerato naturalmente, non mi sembra di essere così modesto...solo che magari in mezzo ai falsi-modesti faccio una bella figura: lol: :lol: :lol: poi quella parola "larici" in quel punto è veramente un colpo da maestro, complimenti! :lol: :lol:

Però sostanzialmente intervengo per ribattere ad Alberto. E' vero di Maestri etc...però insisto che noi non abbiamo avuto nessuna "svolta spittaiola". Questo è quello che si recepisce superficialmente, ma basterebbe ripetere una delle ultime vie che abbiamo aperto in montagna "per piacere" per rendersene conto. Le circostanze della vita mi hanno portato in Sardegna ed ho fatto quello che ho fatto, ma non sono cambiato nell'animo...anche se in fondo mi piace arrampicare e mi diverto anche su un sasso. Se ritornassi in Piemonte probabilmente farei solo vie trad, sarei molto più severo di una volta (con me stesso), il che dimostra che ho avuto un percorso "etico" esattamente inverso a quello che appare ai più. Si dice che lassù (in piemonte), in fondo, non ci sia più niente da fare, ma io le idee le avrei, eccome. Se invece mi trasferissi da un'altra parte magari farei altre cose, ma userei sempre il medesimo approccio, quelle che sono le mie idee, che spero di siano riflesse nelle mie vie, anche se apparentemente così eterogenee.
Probabilmente è vero, ho aperto tante cose inutili e nessuna così bella da essere ricordata. Però almeno ho un'attenuante: ogni cosa che ho fatto l'ho fatta con passione e non per inerzia o per moda passeggera, anche quando mi hanno pagato per aprire vie. Una volta Mirko Giorgi scrisse di me su Alp: "Non ha mai abbandonato lo stile tradizionale, non ha mai rinunciato al ruolo di promoter dell'arrampicata libera, non sopporta gli integralismi e fa sempre di testa sua". Ora Mirko mi conosceva appena, ma mi sconvolse come in tre righe avesse centrato in pieno il mio personaggio e condensato le mie idee. Peccato che si sia perso anche Mirko nei meandri della vita...un grande talento nello scrivere e un'acutezza non comune...ora più che mai lo rimpiango, anche se non ce lo vedrei in un forum...

ciao

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Messaggioda alberto60 » mar set 12, 2006 13:01 pm

Maurizio ha scritto:grazie Cialtrone, a parte ciò che scrivi, esagerato naturalmente, non mi sembra di essere così modesto...solo che magari in mezzo ai falsi-modesti faccio una bella figura: lol: :lol: :lol: poi quella parola "larici" in quel punto è veramente un colpo da maestro, complimenti! :lol: :lol:

Però sostanzialmente intervengo per ribattere ad Alberto. E' vero di Maestri etc...però insisto che noi non abbiamo avuto nessuna "svolta spittaiola". Questo è quello che si recepisce superficialmente, ma basterebbe ripetere una delle ultime vie che abbiamo aperto in montagna "per piacere" per rendersene conto. Le circostanze della vita mi hanno portato in Sardegna ed ho fatto quello che ho fatto, ma non sono cambiato nell'animo...anche se in fondo mi piace arrampicare e mi diverto anche su un sasso. Se ritornassi in Piemonte probabilmente farei solo vie trad, sarei molto più severo di una volta (con me stesso), il che dimostra che ho avuto un percorso "etico" esattamente inverso a quello che appare ai più. Si dice che lassù (in piemonte), in fondo, non ci sia più niente da fare, ma io le idee le avrei, eccome. Se invece mi trasferissi da un'altra parte magari farei altre cose, ma userei sempre il medesimo approccio, quelle che sono le mie idee, che spero di siano riflesse nelle mie vie, anche se apparentemente così eterogenee.
Probabilmente è vero, ho aperto tante cose inutili e nessuna così bella da essere ricordata. Però almeno ho un'attenuante: ogni cosa che ho fatto l'ho fatta con passione e non per inerzia o per moda passeggera, anche quando mi hanno pagato per aprire vie. Una volta Mirko Giorgi scrisse di me su Alp: "Non ha mai abbandonato lo stile tradizionale, non ha mai rinunciato al ruolo di promoter dell'arrampicata libera, non sopporta gli integralismi e fa sempre di testa sua". Ora Mirko mi conosceva appena, ma mi sconvolse come in tre righe avesse centrato in pieno il mio personaggio e condensato le mie idee. Peccato che si sia perso anche Mirko nei meandri della vita...un grande talento nello scrivere e un'acutezza non comune...ora più che mai lo rimpiango, anche se non ce lo vedrei in un forum...

ciao

Maurizio


Ciao Maurizio guarda che la mia non voleva essere una critica alla tua persona ne tanto meno al tuo modo di intendere e praticare la montagna, ci mancherebbe altro
Ho detto svolta spittaiola perchè, ma forse sbaglio, mi sembra che l'attività predominante di Larcher, Motto ect. sia fatta in apertura attraverso l'uso, anche se estremo, di spit e trapano.
Queste persone hanno portato l'uso di questi attrezzi alle estreme conseguenze facendone un uso molto raffinato, facendo conoscere a tutti, anche con scritti, come loro intendono la scalata. Sicuramente pratiocano anche un altro tipo di attività , ma di questo non ne parlano, almeno a me non sembra, ma posso anche bagliarmi.
E' chiaro quindi che sarà per le loro vie estreme a spit che saranno ricordati o etichettati, non tanto per una solitaria o invernale che magari hanno sicuramente fatto
Piolà, ha scalato un pò da tutte le parti, Patagonia, Himalaya, ect. ma credo che è ricordato/etichettato per quello che ha fatto al monte Bianco ,
per aver piantato lo spit più alto d'europa sul Pilone Centrale.

Ciao Alberto
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Messaggioda Maurizio » mar set 12, 2006 21:05 pm

vero, perchè non c'è bisogno di argomentare il perchè uno scali come si è sempre fatto in passato, se non in uno stile (secondo me) più puro, cioè quello clean... Tutti quanti sono d'accordo.
C'è però bisogno, o almeno sentiamo il bisogno, di spiegare "come" mettiamo gli spit, perchè secondo noi ci sono grande differenze tra gli apritori, e i più non recepiscono...come bene si legge nel topic sulla marmolada...poi quando si fa di ogni erba un fascio vengono i nervi a fior di pelle e bisogna veramente trattenersi per non battere sui tasti. Forse è sbagliato tentare di spiegare uno stile, ancor più se a farlo è l'autore delle sue vie. Ma quando ti piovono addosso le critiche è difficile restare in silenzio, cerchi di giustificarti, quanto meno di spiegare le tue ragioni. Per il resto siamo tutta gente appassionata di montagna, che si commuove per un tramonto in riva ad un lago, esattamente come te e questa dovrebbe essere una grande cosa che ci unisce, più che dividerci

e con questo messaggio di pace, ti saluto :D :D

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Messaggioda alberto60 » mer set 13, 2006 10:00 am

Maurizio ha scritto:vero, perchè non c'è bisogno di argomentare il perchè uno scali come si è sempre fatto in passato, se non in uno stile (secondo me) più puro, cioè quello clean... Tutti quanti sono d'accordo.
C'è però bisogno, o almeno sentiamo il bisogno, di spiegare "come" mettiamo gli spit, perchè secondo noi ci sono grande differenze tra gli apritori, e i più non recepiscono...come bene si legge nel topic sulla marmolada...poi quando si fa di ogni erba un fascio vengono i nervi a fior di pelle e bisogna veramente trattenersi per non battere sui tasti. Forse è sbagliato tentare di spiegare uno stile, ancor più se a farlo è l'autore delle sue vie. Ma quando ti piovono addosso le critiche è difficile restare in silenzio, cerchi di giustificarti, quanto meno di spiegare le tue ragioni. Per il resto siamo tutta gente appassionata di montagna, che si commuove per un tramonto in riva ad un lago, esattamente come te e questa dovrebbe essere una grande cosa che ci unisce, più che dividerci

e con questo messaggio di pace, ti saluto :D :D

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Non si tratta ne di pace ne di guerra. Ma di confrontarsi sulle proprie idee e sul concetto di intendere la montagna e l'alpinismo. E' chiaro che quando uno fa qualcosa riceverà approvazioni ma anche critiche, questo avviene in tutte le cose della vita, dal lavoro alla politica .
Del resto è giusto che ci siano delle diversità , altrimenti sarebbe un appiattimento totale, da noi c'è un detto che recita: "Se fossimo tutti uguali sarremmo anche toghi " .
Io non sono contrario allo spit, li ho usati e li uso. Ma ho un concetto romatico della montagna , quindi sono per una montagna selvaggia, non banalizzata, dove lo spit deve essere usato il meno possibile e non certamente su vie classiche che comunque sono state aperte senza il loro uso e con un minimo di attrezzatura, questo anche nel rispetto storico di un itinerario. E proprio per questo concetto romantico non mi va di andare in montagna con il trapano , anche se l'ho usato , ma proprio perchè l'ho usato ho capito che non fa per me.
Ad ognuno la suo alpinismo ma comunque nel rispetto degli altri e soprattutto della montagna stessa sempre più violentata.

Ciao Alberto
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Messaggioda alberto60 » gio set 14, 2006 17:33 pm

supergiovane ha scritto:Entro nell'argomento solo per confermare la bellezza della via, in particoalre degli ultimi 2 tiri sullo scudo rosso.
Anche noi abbiamo attaccato a sinistra di Conto Fino a Zero, facendo poi una variante (una delle tante che ci sono lì...) per arrivare alla rampa sotto lo scudo.
Sul tiro duro c'erano dei chiodi un po' mobili che mi hanno spinto a non azzardare la libera. Complimenti ad alberto60 e compagni!

In quel settore però, secondo me, merita di più Conto Fino a Zero per l'eleganza della scalata.


grazie dei complimenti . A noi la via era piaciuta molto e ci dispiaceva che fosse caduta nel dimenticatoio . Anche per il fior di alpinista che è stato Machetto basta pensare a quello che ha fatto al Tirich con Calcagno.

Non so fare un paragone con Conto fino a Zero perchè non lo fatta, anche se devo dire che il primo tiro che fa la placca con il Rurp non mi è sembrato una attacco molto logico.

ciao Alberto
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Messaggioda supergiovane » gio set 14, 2006 18:21 pm

Sì, in effetti i primi 2 tiri sono i meno entusiasmanti seppur belli. Dopo sono fantastici e molto logici.
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