etica, conservazione, manutenzione.

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

etica, conservazione, manutenzione.

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 10:37 am

Ieri raccontavo a mia morosa (americana) le vicende melliche...lei, innocentemente, mi risponde: "beh, non avete il Cai che puo' risolvere queste rogne?"
"Il Cai...sinceramente non credo..." rispondo io...e lei: "beh allora ci sarà un'organizzazione di scalatori tipo Access Fund che si prende cura a livello nazionale di problemi legati all'arrampicata, agli accessi, alla manutenzione ect".
"Boh...non credo proprio...se c'è qualcosa è a livello locale..."

L'Access Fund (http://www.accessfund.org/) come si legge nel sito è:
Since 1991, the Access Fund has been the only national advocacy organization that keeps climbing areas open and conserves the climbing environment. The Access Fund supports and represents over 1.6 million climbers nationwide in ALL forms of climbing; Rock Climbing, Ice Climbing, Mountaineering, and Bouldering. Five core programs support the mission on national and local levels: public policy, stewardship & conservation (including grants), grassroots activism, climber education, and land acquisition.


In Italia esiste qualcosa del genere? Qual'ora non esistesse (come credo) non sarebbe proprio una idea stupida cercare di creare qualcosa di simile...che ne dite?
Utopia?
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Messaggioda angelo1981 » gio ago 31, 2006 10:40 am

PROVA CA CONTATTARE IL PRESIDENTE DELLA FASI :wink:
Avatar utente
angelo1981
 
Messaggi: 1554
Images: 20
Iscritto il: mar nov 29, 2005 17:14 pm
Località: daone

Re: etica, conservazione, manutenzione.

Messaggioda Mr.Mojo » gio ago 31, 2006 10:41 am

Paolo Marchiori ha scritto:Ieri raccontavo a mia morosa (americana) le vicende melliche...lei, innocentemente, mi risponde: "beh, non avete il Cai che puo' risolvere queste rogne?"
"Il Cai...sinceramente non credo..." rispondo io...e lei: "beh allora ci sarà un'organizzazione di scalatori tipo Access Fund che si prende cura a livello nazionale di problemi legati all'arrampicata, agli accessi, alla manutenzione ect".
"Boh...non credo proprio...se c'è qualcosa è a livello locale..."

L'Access Fund (http://www.accessfund.org/) come si legge nel sito è:
Since 1991, the Access Fund has been the only national advocacy organization that keeps climbing areas open and conserves the climbing environment. The Access Fund supports and represents over 1.6 million climbers nationwide in ALL forms of climbing; Rock Climbing, Ice Climbing, Mountaineering, and Bouldering. Five core programs support the mission on national and local levels: public policy, stewardship & conservation (including grants), grassroots activism, climber education, and land acquisition.


In Italia esiste qualcosa del genere? Qual'ora non esistesse (come credo) non sarebbe proprio una idea stupida cercare di creare qualcosa di simile...che ne dite?
Utopia?



in Italia...
purtroppo utopia...
anche perchè nn ci sarebbe molto su cui guadagnarci o su cui mangiarci pecunia...

sarebbe solo qualcosa da salvaguardare...e si sa...purtroppo...
Mr.Mojo
 
Messaggi: 7157
Images: 6
Iscritto il: gio ott 14, 2004 20:51 pm

Re: etica, conservazione, manutenzione.

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 10:45 am

Mr.Mojo ha scritto:in Italia...
purtroppo utopia...
anche perchè nn ci sarebbe molto su cui guadagnarci o su cui mangiarci pecunia...

sarebbe solo qualcosa da salvaguardare...e si sa...purtroppo...



aspetta, non si parla di professionisti, non si parla di vecchi bacucchi che hanno scalato con COmici e che si riciclano come politicanti. Si parla di scalatori, rappresentanti della media degli scalatori, gente che non fa politica ma che agisce in nome dello "sviluppo" dell'arrampicata. Appassionati insomma.
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Re: etica, conservazione, manutenzione.

Messaggioda Donatello » gio ago 31, 2006 10:45 am

Paolo Marchiori ha scritto:Ieri raccontavo a mia morosa (americana) le vicende melliche...lei, innocentemente, mi risponde: "beh, non avete il Cai che puo' risolvere queste rogne?"
"Il Cai...sinceramente non credo..." rispondo io...e lei: "beh allora ci sarà un'organizzazione di scalatori tipo Access Fund che si prende cura a livello nazionale di problemi legati all'arrampicata, agli accessi, alla manutenzione ect".
"Boh...non credo proprio...se c'è qualcosa è a livello locale..."

L'Access Fund (http://www.accessfund.org/) come si legge nel sito è:
Since 1991, the Access Fund has been the only national advocacy organization that keeps climbing areas open and conserves the climbing environment. The Access Fund supports and represents over 1.6 million climbers nationwide in ALL forms of climbing; Rock Climbing, Ice Climbing, Mountaineering, and Bouldering. Five core programs support the mission on national and local levels: public policy, stewardship & conservation (including grants), grassroots activism, climber education, and land acquisition.


In Italia esiste qualcosa del genere? Qual'ora non esistesse (come credo) non sarebbe proprio una idea stupida cercare di creare qualcosa di simile...che ne dite?
Utopia?


Mah, mi risulta che, rimanendo in tema mello, ci sia un gruppo che si dichiara la "minoranza arrampicatrice" che magari, oltre ad organizzare cene vestiti da donna potrebbe anche fare questo no? :lol:

Certo, sarebbe bello che intervenisse (e dovrebbe) il CAI e/o la FASI, ma tralasciando la seconda purtroppo il CAI ha come grossissimo difetto la "mastodonticità" e i troppi blablabla cha andrebbero silurati.
ma chissà...
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda gomo » gio ago 31, 2006 11:08 am

Credo che dovrebbe essere il CAI o la FASI. Mi aspetterei anche un forte supporto da Mountain Wilderness.

Ma di fondo non succede nulla.

In conclusione un'associazione specializzata come "Access Fund" avrebbe molto senso in Italia.
Avatar utente
gomo
 
Messaggi: 474
Images: 10
Iscritto il: mer ott 19, 2005 12:02 pm
Località: Nizza

Re: etica, conservazione, manutenzione.

Messaggioda Mr.Mojo » gio ago 31, 2006 11:12 am

Paolo Marchiori ha scritto:
Mr.Mojo ha scritto:in Italia...
purtroppo utopia...
anche perchè nn ci sarebbe molto su cui guadagnarci o su cui mangiarci pecunia...

sarebbe solo qualcosa da salvaguardare...e si sa...purtroppo...



aspetta, non si parla di professionisti, non si parla di vecchi bacucchi che hanno scalato con COmici e che si riciclano come politicanti. Si parla di scalatori, rappresentanti della media degli scalatori, gente che non fa politica ma che agisce in nome dello "sviluppo" dell'arrampicata. Appassionati insomma.



è proprio questo, Paolo, che lo rende utopia...
in Italia, se nn sei un professionista della favella rapida, se nn sei capace di intortarti chi di dovere...se nn lecchi il c**o a chi detiene il potere nn fai un ca@@o di niente...
e dopo 2 volte che scassi i cojoni a chi "fa girare l'economia" e si mangia i $$$...vengono e ti blindano...

la mia visione delle cose è nera e catastrofica, lo so, ma sono pessimista di natura...

:wink:
Mr.Mojo
 
Messaggi: 7157
Images: 6
Iscritto il: gio ott 14, 2004 20:51 pm

Messaggioda paolo 76 » gio ago 31, 2006 11:58 am

a me l'idea non piacerebbe. Non credo che in america le cose vadano bene perchè esistono quelle associazioni. SE vanno meglio è perchè sono "migliori" i climber d'oltre oceano. L'alternativa è che le cose NON vanno meglio e quelle associazioni sono solo di facciata.

Han chiuso i massi della val di mello. Pace. La valle tornerà alla tranquillità che aveva prima che arrivassero le orde di boulderisti (e se non è conservazione questo...). I boschi di mezz'italia sono pieni di massi, basta aver voglia di gironzolare a piedi e se ne trovano ovunque. certo non sono "in val di mello" dove fa figo arrampicare, ma potrebbero essere anche più belli.

Guarda cos'è successo ad Arco: si froma un'associazione, prende finanziamenti pubblici, li usa per richiodare alcuni siti, poi litigano tra loro, si scioglie l'associazione e il più "furbo" (pataccato) riesce a far chiudere la gola di toblino andando in comune a dire che è poco sicura dopo che lui l'aveva richiodata poco tempo prima!!! (conosci no, paolino??)

Se giran soldi, e qui ne servono, è difficile pensare che la gente lavori per sola passione (capita ma è difficile). Molto più facile che tra baruffe ripicche e ambizioni personali si finisca per far più danno che altro.

Poi, come han detto anche altri, in Italia se non hai la patacca non ti puoi permettere di fare nulla (considerando che al CAI di arrampicata gliene frega nulla), quindi dovremmo fidarci dei bulloni alpini.
Fidarsi di chi??

:wink:

Secondo me, meglio così.
Avatar utente
paolo 76
 
Messaggi: 1805
Images: 44
Iscritto il: gio mar 27, 2003 12:23 pm
Località: Rovereto

Messaggioda smilzo » gio ago 31, 2006 12:01 pm

Però non sarebbe male provarci. O quantomeno, iniziare a pensarci...

Quando uno prende un'iniziativa, c'è sempre il problema che qualcun'altro tema che gli si pestano i piedi. E così, se si volesse creare una nuova associazione di arrampicatori a livello nazionale, subito ci si pone il problema: ma dobbiamo prima parlare con gli amici (???) della FASI, con gli amici del CAI, con gli amici GUIDE ALPINE, ecc. Bisogna chiedere il permesso.

Ma io penso: MA CHI L'HA DETTO?

Ma perché gli arrampicatori devono sempre (quasi sempre) avere come interlocutori persone che non sanno quasi niente di cosa è l'arrampicata?

Certi signori pensano che è sufficiente essersi messi qualche volta l'imbrago a Finale Ligure o in Val di Mello, o a Sperlonga, per aver capito cos'è una falesia... E così pensano di poter decidere, dare saggi consigli, indicazioni, restrizioni: trattano con gli enti locali, con le Regioni, con il CONI, con le Associazioni di ambientalisti, ecc.

Ma chi ha dato loro questa delega???

Io no di certo. O forse sì, perché mi sono sempre disinteressato di 'sta roba, e quando, 15 anni fa, hanno chiuso il Monte Moneta (Sperlonga) per via del falco, me ne sono andato a scalare da un'altra parte...

Quest'estate, quand'ero a Siusi, un amico che ha spittato una falesia bellissima (e tenuta quasi segreta), una trentina di tiri, è andato a parlare con il direttore di un parco naturale circa l'opportunità o meno di rendere nota - attraverso internet - l'esistenza della falesia. I due hanno confabulato in mia presenza. E la paura di un'"invasione nordica" (cito da Buoux, per i più colti...) li ha spinti più verso il no. Ma al di là della decisione, era bello vedere che stavano di fronte esattamente le due persone competenti, che dovevano parlare della questione: da una parte l'apritore della falesia, colui che sa quante vie ci sono, di quale difficoltà, quali altre falesie ci sono nei dintorni, quale potrebbe essere l'afflusso; dall'altra, il responsabile del parco naturale.

Purtroppo non è quasi mai così. Ci sono sempre di mezzo questi intermediari che non sanno né di arrampicata né di altro, ma che sono molto bravi a far girare il loro nome, e bravissimi a farsi arrivare in tasca qualche spicciolo (certo non i miliardi...) da uno sport di nicchia come l'arrampicata.

In conclusione: io un'associazione di arrampicatori, di "veri" arrampicatori,
che si prende cura del bene primario, la roccia e i suoi dintorni, la vedrei benissimo.

E se qualcuno s'incazza, fa doppia fatica.
Chi troppo bara nulla stringe.
(F.A.)
Avatar utente
smilzo
 
Messaggi: 670
Images: 3
Iscritto il: dom feb 05, 2006 22:56 pm
Località: Roma

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 12:03 pm

paolo 76 ha scritto:a me l'idea non piacerebbe. Non credo che in america le cose vadano bene perchè esistono quelle associazioni. SE vanno meglio è perchè sono "migliori" i climber d'oltre oceano. L'alternativa è che le cose NON vanno meglio e quelle associazioni sono solo di facciata.

Han chiuso i massi della val di mello. Pace. La valle tornerà alla tranquillità che aveva prima che arrivassero le orde di boulderisti (e se non è conservazione questo...). I boschi di mezz'italia sono pieni di massi, basta aver voglia di gironzolare a piedi e se ne trovano ovunque. certo non sono "in val di mello" dove fa figo arrampicare, ma potrebbero essere anche più belli.

Guarda cos'è successo ad Arco: si froma un'associazione, prende finanziamenti pubblici, li usa per richiodare alcuni siti, poi litigano tra loro, si scioglie l'associazione e il più "furbo" (pataccato) riesce a far chiudere la gola di toblino andando in comune a dire che è poco sicura dopo che lui l'aveva richiodata poco tempo prima!!! (conosci no, paolino??)

Se giran soldi, e qui ne servono, è difficile pensare che la gente lavori per sola passione (capita ma è difficile). Molto più facile che tra baruffe ripicche e ambizioni personali si finisca per far più danno che altro.

Poi, come han detto anche altri, in Italia se non hai la patacca non ti puoi permettere di fare nulla (considerando che al CAI di arrampicata gliene frega nulla), quindi dovremmo fidarci dei bulloni alpini.
Fidarsi di chi??

:wink:

Secondo me, meglio così.


mi sa che c'hai ragione...triste pero'.. :(
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Messaggioda smilzo » gio ago 31, 2006 12:43 pm

Paolo Marchiori ha scritto:mi sa che c'hai ragione...triste pero'.. :(


Ebbè, già ci ripensi? ma che so' 'sti sbalzi maniaco-depressivi?

Ci hai voluto pija' per culo?

AAh, capisco 8)

Era pe' gioca'... :lol: :lol: :lol:

E io ci so' cascato con tutte le scarpe...

Un'""associazione nazionale di arrampicatori"...

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

da sganasciarsi dalle risate...

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
Chi troppo bara nulla stringe.
(F.A.)
Avatar utente
smilzo
 
Messaggi: 670
Images: 3
Iscritto il: dom feb 05, 2006 22:56 pm
Località: Roma

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 12:50 pm

non ci ripenso, pero' prendo atto che la mentalità Italica media non aiuta. Se qualcuno fosse disposto a discuterne seriemente io ci sono, sono pero' consapevole delle difficoltà genetiche del nosto paese.
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Messaggioda ghisino » gio ago 31, 2006 12:52 pm

Penso che semplicemente per una cosa del genere ci siano alcuni ostacoli:

1) la massa critica. 1,6 milioni di americani sono comunque 1,6 milioni. Da noi quanti siamo?

2)Abbiamo la stessa "cultura" di lobbying che hanno gli americani? sentiamo forse, noi italiani, la necessita di farci rappresentare da un organo comune (e sottolineo comune) non solo nei nostri interessi economici, politici e religiosi, ma anche in quelli culturali e sociali? E siamo capaci di accettare che le diverse vedute interne al nostro gruppo di appartenenza vengano trascurate a favore di una più efficace sintesi?

3) non sono sicuro che abbiamo lo stesso spirito di gruppo "solidale" che si narra abbiano i climbers americani. Ora, si sa che una rivista che inizia per P le spara spesso un po' grosse, ma è vero anche che spesso le spara grosse partendo da un fondo di verità. Ebbene, in un articolo sui santuari USA diceva più o meno che se a indian creek vi manca qualche friend per fare una certa via non c'è problema, ve li presta il tale conosciuto la sera prima attorno al fuoco. E con un po' di espansività si rimedia facilmente ospitalità a destra e a manca, etc etc. Saranno anche esagerazioni, ma il concetto di fondo sembra sia che "arrampicare" è più di un'attività, è una sottocultura, è una cosa per cui certa gente tira a campare vivendo mesi nel proprio furgone, quindi è qualcosa che allontana dal resto della società e al tempo stesso avvicina forzatamente chi ne fa parte, in una sorta di enorme "fratellanza".

Da noi già non è del tutto scontato assicurare uno sconosciuto che si presentasse da solo in falesia...

E se mai mi capitasse che un tale conosciuto campeggiando sotto una parete mi prestasse un singolo friend, credo che dentro di me per un attimo penserei : "Questo o è rincoglionito, o ha 4 serie complete e quello che mi ha prestato è uno dei più vecchi"

4) Immaginate di mettere insieme in un'associazione tutto ciò che va dal blocchista all'alpinista sportivo. Siamo sicuri che tutti rispettino il punto di vista e le esigenze degli altri in nome di una causa comune??? Quanto prima che si mettano a litigare su quanto e come spittare cosa e dove e altre cazzate del genere?
Avatar utente
ghisino
 
Messaggi: 408
Images: 46
Iscritto il: gio mag 26, 2005 18:11 pm
Località: ile-de-france

Messaggioda Topocane » gio ago 31, 2006 12:53 pm

imho lo scoramento nasce un po' dal constatare quel che emerge nel post poco sopra, della Valdimello....

tanti interessi,
tante parti... e TUTTI che cmq guardan al profitto...

chi più, chi meno... :(

tsk
Topoc
Avatar utente
Topocane
 
Messaggi: 4372
Images: 149
Iscritto il: mer feb 23, 2005 15:49 pm

Messaggioda giovin » gio ago 31, 2006 12:56 pm

Bel topic paolo!!
Quello che mi e' balzato subito agli occhi, e' l'atteggiamento italiano, per lo piu' del tipo "no se pol, tropo casin, te ga voja" e quello americano, piu' propositivo e concreto:
"c'e' un problema? ma come nessuno fa qualcosa? facciamo qualcosa no?"

Al di la' di questa considerazione, credo che un access fund ci vorrebbe.
Bisogna evitare di cadere nell' " ASSOCIAZIONISMO", cioe' uno ha un'idea buona, inizia, poi la cosa spontanea diventa un mastodonte burocratico e farraginoso tipo CAI o FASI a suo tempo. Siamo italiani, dopotutto :-(

(questo l'avevo mandato in mp a paolin stamattina nda)
Giovinastro
Avatar utente
giovin
 
Messaggi: 135
Images: 1
Iscritto il: lun giu 05, 2006 11:27 am
Località: milano sud

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 13:41 pm

beh, vediamo di ragionarci su:
tutto sommato la realtà americana non è diversissima dalla nostra. Ci sono aree dove, ad es. lo spit è l'unico mezzo, ci sono aree dove c'è e non c'è, ci sono aree dove se ti vedono con un trapano rischi la vita.
Come da noi, ma il nostro problema è accettare le regole. Si dice che l'alpinismo e l'arrampicata sono sport anarchici...falsissimo! E faccio un esempio: la mia via sogno è il Pesce in Marmolada. Io sono un arrampicatore medio da, diciamo, in forma, 6c/c+ a vista. Vado in montagna spesso e volentieri dunque, sulla carta, il Pesce sarebbe alla mia portata...magari un po' d'artificiale, un po' di cazzi...ma probabilmente uscirei in vetta. Il mio problema è che non sopporto l'improteggibilità...dunque niet. Se l'alpinismo fosse anarchia chi mi vieterebbe d'andare sulla parete d'argento, tirare una fila di spit e salire la mia via? Nessuno.
Dunque ogniuno e ogni area ha le sue belle regole, scritte, non scritte ma ci sono. Come negli Stati Uniti...solo che loro hanno uno rispetto maggiore per queste regole.
E' davvero cosi' difficile che questo rispetto venga anche da noi? Se un gruppo di "locali" di facesse carico della diffusione delle "regole" della propria area, della diffusione della cultura rampicante locale verso i possibili visitatori...alcuni problemi non sarebbero risolti in partenza? Se io non sapessi che il Pesce è una via storica, etc-etc, chi li vieterebbe d'andare li con il mio Hilti...? Lo so dunque non vado...

Poi, altro esempio: un'organizzazione importante numericamente nel caso della VDM avrebbe sicuramente un ruolo importante. Se leggete il sito Valdimello.it alcune critiche poste dai locali ai rampicanti è quello della pulizia. Se un'organizzazione di rampicanti a suo nome s'impegnasse alla pulizia, non solo dell'area boulder, ma della valle, pensate che certi problemi non vengano appianati? Magari no ma l'idea che si da è quella che non ci si frega solo dei sassi...ma del benessere anche locale. Inoltre potrebbe far da "avvocato difensore" della causa dei climber, con una voce comune.

Ovviamente non si dovrebbe fare un minestrone...ogni attività (ghiaccio, boulder e cosi' via) dovrebbe avere autonomia e capacità decisionale a se stante visto che non si puo' accumunare un'attività come l'arrampicata sportiva alle cascate di ghiaccio...


questi sono due pensieri buttati giù a caso prima di pausa pranzo dunque ho fame...dunque non legnatemi se ho detto cazzate... :mrgreen:
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Messaggioda Gianbo » gio ago 31, 2006 13:52 pm

è una bellissima idea, Paolo
un'antità che curi il problema del rapporto con l'"ambiente" locale e (aggiungo io) che risolva il problema di "chi paga le chiodature?"

io la vedo così:
- associazione no-profit con un comitato di garanzia composto da 5-6 "rappresentanti" (gente che chioda e conosce le realtà locali, mi viene in mente il Caio della situazione per esempio)
- tra gli obiettivi dell'associazione: 1) definire linee-guida per evitare problemi tipo val di mello (accordo con enti locali, proprietari dei terreni, ecc.) 2) supportare chi chioda (secondo delle regole minime condivise) con acquisto dei materiali necessari
- l'associazione si autofinanzia, chiedendo agli arrampicatori un contributo annuale
- le scelte sulle falesie da supportare sono prese coinvolgendo gli iscritti (anche via web) su una selezione di proposte presentate dal comitato di garanzia
- tutti possono chiedere i contributi, semplicemente impegnandosi ad attrezzare seguendo i criteri concordati

il tutto slegato da qualsiasi finanziamento pubblico, per evitare carrozzoni e problemi già noti
Avatar utente
Gianbo
 
Messaggi: 890
Images: 7
Iscritto il: mer ago 27, 2003 12:24 pm
Località: Milano (Brianza)

Messaggioda yinyang » gio ago 31, 2006 13:55 pm

Gianbo ha scritto:è una bellissima idea, Paolo
un'antità che curi il problema del rapporto con l'"ambiente" locale e (aggiungo io) che risolva il problema di "chi paga le chiodature?"

io la vedo così:
- associazione no-profit con un comitato di garanzia composto da 5-6 "rappresentanti" (gente che chioda e conosce le realtà locali, mi viene in mente il Caio della situazione per esempio)
- tra gli obiettivi dell'associazione: 1) definire linee-guida per evitare problemi tipo val di mello (accordo con enti locali, proprietari dei terreni, ecc.) 2) supportare chi chioda (secondo delle regole minime condivise) con acquisto dei materiali necessari
- l'associazione si autofinanzia, chiedendo agli arrampicatori un contributo annuale
- le scelte sulle falesie da supportare sono prese coinvolgendo gli iscritti (anche via web) su una selezione di proposte presentate dal comitato di garanzia
- tutti possono chiedere i contributi, semplicemente impegnandosi ad attrezzare seguendo i criteri concordati

il tutto slegato da qualsiasi finanziamento pubblico, per evitare carrozzoni e problemi già noti


scusa gian, ma se il problema sono i maleducati, un'associazione cosa risolverebbe?
Avatar utente
yinyang
 
Messaggi: 10900
Images: 65
Iscritto il: mar giu 17, 2003 13:41 pm
Località: Imberido (LC)

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 14:07 pm

Gianbo ha scritto:è una bellissima idea, Paolo
un'antità che curi il problema del rapporto con l'"ambiente" locale e (aggiungo io) che risolva il problema di "chi paga le chiodature?"

io la vedo così:
- associazione no-profit con un comitato di garanzia composto da 5-6 "rappresentanti" (gente che chioda e conosce le realtà locali, mi viene in mente il Caio della situazione per esempio)
- tra gli obiettivi dell'associazione: 1) definire linee-guida per evitare problemi tipo val di mello (accordo con enti locali, proprietari dei terreni, ecc.) 2) supportare chi chioda (secondo delle regole minime condivise) con acquisto dei materiali necessari
- l'associazione si autofinanzia, chiedendo agli arrampicatori un contributo annuale
- le scelte sulle falesie da supportare sono prese coinvolgendo gli iscritti (anche via web) su una selezione di proposte presentate dal comitato di garanzia
- tutti possono chiedere i contributi, semplicemente impegnandosi ad attrezzare seguendo i criteri concordati

il tutto slegato da qualsiasi finanziamento pubblico, per evitare carrozzoni e problemi già noti


certo, sono d'accordissimo con quello che scrivi.
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Messaggioda Paolo Marchiori » gio ago 31, 2006 14:10 pm

yinyang ha scritto:scusa gian, ma se il problema sono i maleducati, un'associazione cosa risolverebbe?


I "maleducati" ci saranno sempre, ma credo che una diffusione di "linee-guida" (perdonatemi il termine) forse aiuterebbe a limare il numero di chi considera la parete casa sua...
Immagine
Paolo Marchiori
 
Messaggi: 10910
Images: 79
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: bruxelles

Prossimo

Torna a Rock General

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.