xee ha scritto:...Così, pian pianino, mi accingo a seguire pedessequamente i cialtroneschi consigli.
Alè!

Bene, cara.
DIrei che siamo pronti, appena possibile, a provare la via del "diedro del Galion", che parte dalla cengia del pungitopo, a cui puoi arrivare con una vietta che ti scegli alluopo. Ai tempi io feci "Voglia di tenerezza", 3 temibili tiri in aderenza vera di seibi...oggi non so se esiste ancora, ma se si, te la consiglio caldamente! Non passi comunque mai il seibi, con il seia obligèe. Il Galion è veramente superbo. Eppoi è la storia del Paretone, a cui una valligiana non può mancare.
Poi.
Non oltre gli inizi di ottobre, direi che puoi allontanarti dalla Vallèe almeno un giorno, echeccccàzzo.
Ti dirigi in Piemonte.
In val Grande di Lanzo.
E vai nel vallone di Sea, una valletta veramente unica.
Cammini una oretta, ripido.
E arrivi allo Specchio di Iside. A fianco ci sta la parete dei Titani.
Deja vu?
Yes!
E scali Titanic!
300 metri.
6a obligèe.
6c max (un solo tiro, a dire il vero farlocchino il grado, ma chissenefutte, il tiro è bellissimo!), per lo più seia.
Esposizione ovest, quindi parti tranquilla, ed attacca verso le 11.
E ti porti i friend che hai rubato non so a chi, della BD, dal numero 0.5 sino al 2. Perchè i primi 8 tiri sono fixati da froci (so quanto ti possono fare schifo i fix, ma tieni duro, e qualcuno rinvialo...li troverai regolarmente ogni 3 metri, occhio e croce), ma gli ultimi tre tiri, max 5b, sono da attrezzare parzialmente. (la via in realtà, finisce all'ottavo tiro. Gli ultimi tre sono di una via che passa a fianco. Ma se tu vuoi arrivare in cima ai Titani, questa è la soluzione migliore...altrimenti ti cali da lì, dopo 220 metri di via).
La discesa è mollemente in doppia, perfetta.
La via è bellissima, e segue diedri e fessure regolari, su gneiss particolarmente "granitico" e verticale. Lo stile è Orco puro, soltanto che ci sono i fix.
Questo te lo dico. Perchè la via ti serva di esperienza, e poi tu possa affrontare, chessoio, il Nanchez al Caporal, che è di difficoltà pressochè uguale, ma non ha una fava di inox neanche a pagarlo (qualche bonghetto qua e là, nulla di più, ma lo puoi tappezzare di ferro tuo sino alla morte).
Mattù, forte dell'esperienza tennica, lo potrai affrontare decisa e sicura...
Ecco.
Poi a metà ottobre altra gita fuori porta, in una laterale dell'Orco, val Soana, alla Schiappa delle grise nere.
Qui ti metti calma, e scali la via dei fratelli Novella, 270 metri bellissimi, seibipiùmax, seia obligèe, fix qua e là, qualche friendiello medio-piccolo, ma nulla di più, per cominciare ad apprezzare un poco la distanza ragionevole tra fiz e fiz...
La parete è sudovest, solare, e ci scali anche in inverno pieno, neve permettendo. L'avvicinamento è da froci.
Poi per novembre sei pronta per la vietta che già ti dicevo, Veuve Cliquot, nella tua bella valle di Champorcher, dove potrai cominciare a provare con mano e piede il fiz distante sul facile, meno distante sul difficile, ma il giusto, quel giusto da effluvio deretanico, rumoroso per i maschietti, silenzioso per le femminuccie.
Quando vai a farla, ricordati il macete ed il diserbannte per il sentiero, cosicchè l'anno prossimo si possa accedere più facilmente...
Ecco.
Mo basta, però.
Altrimenti diventi troppo forte...
Ah, ovviamente si sta parlando di scalata
minore, scalata da froci quali sono i valdostani (per maggiori dettagli, puoi sentire un espertone nel campo, tale
MatteoG.) ovvero su roccia metamorfica.
La scalata
vera è su
calcare...
e mò scappo che se mi becca quel ruvidone della guida alpina MG mi fa un culo che ci passa la milanotorino, in mezzo...
Alè!
Ciàps.