lucacavallari ha scritto:da Dino Bonucci Federazione Speleologica Lazio
ecco quanto segue:
Vi informo che a far data dal 28 febbraio c.a. fino a nuova
comunicazione il Sindaco di S. Oreste ha
ORDINATO
IL DIVIETO ASSOLUTO DI ACCESSO
alla grotta MERO GRANDE per presenza accertata di residuato bellico
inesploso.
L'ordinanza verrà fatta rispettare dalla forza pubblica, e i
trasgressori saranno puniti a norma di Legge.
E' ammesso ricorso al TAR entro 60 gg dalla pubblicazione
dell'ordinanza o tramite ricorso staordinario al
Presidente della Repubblica entro 120 gg.
Vi prego di diffondere presso soci e conoscenti il contenuto
dell'Ordinanza, pervenuta alla FSL
dal Sindaco di S. Oreste.
Il Presidente della FSL
Andrea Bonucci
ciao a tutti Luca Cavallari scr
qualche giorno fa.........sempre dal Pres. FSL Dino Bonucci"Cari des-mes-deux
in lista, in questi sgoccioli sudati prevacanzieri, potete leggere la revoca
dell'ordinanza del Comune di Sant'Oreste
nella quale si vietava l'accesso alla grotta del Mero Grande (per chi non lo
conosce sostanzialmente un pozzo a tubo di 100 metri)
a causa della presenza (nota da svariariati decenni ai visitatori del Mero)
di un possibile residuato bellico inesploso
(ma verosimilmente esplodibile) rivelatosi poi solo un frammento (leggi: "un
pezzo de fero arugginito").
Poichè a suo tempo, avvisato delle operazioni di necessaria bonifica del
residuato bellico, ad opera di U.T.G.
(per favore non chiedetemi cosa sia che si cela dietro questo acronimo
inquietante), il Sindaco di Sant'Oreste,
temendo giustamente, data la solerzia con la quale gli venivano comunicate
le esigenze in questione,
disponeva a tutela della pubblica incolumità, che nessuno si avvicendasse
all'interno della suddetta cavità;
a seguito delle delicate operazioni di recupero del residuato medesimo,
ancorchè noto da un paio di generazioni di cosiddetti "speologgi"
abitualmente frequentanti la cavità conosciuta come "Mero Grande", per
differenziarla dalle minori viciniori note come "Mero medio" e
"Mero Piccolo";
essendo ad opera di volenterosi quanto coraggiosi e sprezzanti del pericolo
incombente volontari speologgi operatosi al raggiungimento
e ablazione all'esterno della suddetta cavità del sospetto esplodendo
residuato ovverosia ordigno bellico;
obliterata la paventata evenienza di deflagrazione improvvida ed improvvisa
del residuato ordigno bellico ad opera di ingenui frequentatori
occasionali della cavità denominata "Mero Grande", la quale, a mo' di canna
di fucile avrebbe verosimilmente sparato in per l'aire
le carcasse maciullate dei suddetti;
avendo pertanto limitato alle sole vite dei volontari speologgi sprezzanti
del periglio e disposti al sacrifizio
probabile delle loro giovini vite, previa accorta valutazione della
possibilità di perdita di vite umane da parte dell'U.T.G, che "cum cazzio"
come da terminologia tecnica, provvedeva a richiedere bonifica da parte di
personale di Stato debitamente addestrato, assicurato e dedito
professionalmente allo scopo, preferendo cogl-pardon, convenuti volontari a
perdere;
avendo opinato non essere preferibile il disinnesco del presunto ordigno "in
loco" (anche perchè non c'era niente da disinnescare), nè, ai sensi della
legge regionale sulla protezione dell'ambiente ipogeo (ma non delle
insignificanti vite umane dei speologgi dediti al recupero) il brillamento
del medesimo "in loco" come il buon senso avrebbe suggerito (anche perchè
non avrebbe brillato manco col lucido);
si provvedeva all'adduzione all'esterno del presunto ordigno, ed ad una
analisi da parte di tecnici adeguatamente provvisti di
aglio, ferri di cavallo, corni e statuine gobbe con cilindro allo scopo di
evitare improvvide deflagrazioni.
Dalle approfondite e professionali analisi del personale specializzato
verificavasi "estesi frammento",
o appunto come dicevasi "pezzo de fero arugginito".
Tutto è bene quel che finisce bene. Gazie ai disinteressati e un po'
incoscienti speologgi che ci hanno evitato una presunta brutta fine a
rischio della loro, e attenti ai tanti "Pozzi delle Bombe" purtroppo meno
agevolmente raggiungibili del Mero, ben noti nella Regione, più
micidialmente provvisti di granate e bombe a mano che sogghignano in attesa.
Non improvvisatevi artificieri, non tutti potrebbero rivelarsi pezzi de fero
innocui.
Ciao,
dino"
ciao a tutti
LC scr