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... sui 7600m la traccia si separa, l?autostrada per l?Everest prosegue liscia e battuta, la mia corre verso l?alto, sommersa dalla neve ventata dei giorni scorsi. Campo 4, 7800m, la rabbia è tantissima. Qualche mio illustre collega, passato prima di me, ha lasciato una discarica a cielo aperto. C?è di tutto, cartacce, pasta, tende rotte, montagne di scaldamani, sacchetti di plastica, caramelle e liofilizzati. Si dicono alpinisti, amanti della montagna, ma io, questa gente non la farei nemmeno avvicinare alle montagne. Come si può insozzare uno spazio così prezioso, simbolo della bellezza in assoluto.
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...Non so da che parte salire, è troppo verticale e la roccia è tutta sfaldata. Mi sembra di vedere vecchi tracce che salgono verso destra. Mi avvio verso un traverso di roccia e neve non molto simpatico. Il passaggio è quello giusto. Un pezzo di corda pendola dall?alto. Mi assicuro senza fare troppo il delicato e arrampico su questa roccia che si sgretola sotto i piedi.
Ancora due metri di ghiaccio e sarei sulla cuspide, ma senza picca non ci penso nemmeno. La mia cima finisce qua, due metri sotto. La cima non esiste, è solo una cresta aguzza, stretta per un paio di piedi. Mi spiace essere quassù da solo, sarebbe stato bello condividere la vetta con Fabio, per uno solo, è una montagna troppo grande. Sullo sfondo l?Everest, una montagna bellissima e piena di luce.
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