incidenti in falesia...

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

incidenti in falesia...

Messaggioda smilzo » dom giu 18, 2006 1:46 am

E' un po' di tempo che ci penso. Ora, dopo l'ultimo tragico incidente, la domanda si è fatta in me più pressante. La domanda è questa:

Ma l'arrampicata sportiva, in falesia (con spit, catene e prevalenza di monotiri), è uno sport pericoloso? Si rischia la vita?


Appartengo alla primissima generazione dell'arrampicata sportiva. Quando ho liberato il mio primo 6b, nell'inverno 1984-85, a Sperlonga, la settimana prima avevo fatto la via da spit a spit, provando e memorizzando i movimenti. Ho imparato - dagli amici più bravi - tutto. Il lavorato, l'on-sight, come si spitta un tiro, come ci si allena, insomma tutto.

La mia prima passione era stata la montagna. Fra i 12 e 15 anni avevo fatto con mio padre almeno una ventina di ferrate in Dolomiti. Ragazzino, vedevo come figure quasi magiche gli alpinisti incontrati sui sentieri, con la corda sulle spalle e i loro zaini sottili. Ma quando ho scoperto l'arrampicata sportiva, a 17 anni, ho fatto la mia scelta. Dopo di allora, avrò arrampicato in montagna non più di una dozzina di volte, su vie classiche.

Per molti anni sono stato convintissimo di praticare uno sport sicuro. Semmai era rischioso il viaggio Roma-Sperlonga, sulla via Pontina, alle ore più diverse, nei week-end, nei feriali, sotto la pioggia, con la stanchezza, avendo fumato una canna (o due...) e bevuto un po' di birra. Avevamo vent'anni.

Ma l'arrampicata no. L'arrampicata sportiva era un terreno sicuro. Tutto era concepito a favore della sicurezza: la distanza fra gli spit, la pulitura della via da sassi instabili, l'eliminazione progressiva di cordoni o fettucce (deteriorabili), la sicura dinamica in vita (quando avevo cominciato non esisteva!).

Se un inesperto mi diceva: "Hey... tu sali a mani nude! come Manolo!", rispondevo subito: "Non ti preoccupare, c'è la corda, i chiodi a espansione. Non è uno sport da eroi. Questo è il contrario dell'alpinismo. Niente avventura, ma solo difficoltà gestuale, magari estrema, però con la massima sicurezza possibile".

Ho mantenuto questa convinzione molto a lungo. Per anni e anni non ho visto quasi incidenti. Se andavo una volta a giocare a calcetto, puntualmente c'era uno che si faceva male. A Sperlonga, a Pietrasecca, a Ferentillo, al Moneta: sempre tutto liscio.

Poi un giorno è capitato a Paolo R., un amico, di partire per una via senza aver fatto il nodo: si era solo passato la corda negli anelli dell'imbrago. Se ne accorse verso il secondo o terzo spit, e non successe nulla.

La prima volta che vado a Buoux (Pasqua 1987) arriviamo e c'è un'ambulanza. Un arrampicatore è venuto giù al settore Stix: la via era lunga 30 metri e la sua corda, da 50 metri, al momento della calata era finita troppo presto...

Erano i primi segnali. Ma la mia certezza, che l'arrampicata in falesia fosse un'attività assolutamente sicura, non si incrinò.

Da allora sono cambiate tante cose. Anzitutto il numero di persone che pratica questo sport. Basti dire che all'epoca ci si conosceva tutti!

Ma quello che mi colpisce è il numero di incidenti. Non ho alcuna statistica sotto mano, ma solo a rileggere questo forum ci si rende conto che gli incidenti sono tanti, troppi...

Dove voglio andare a parare?

Non è mia intenzione aprire un altro topic sulla sicurezza. Sull'ultimo in ordine di tempo, si sono dette cose interessanti.
http://www.forum.planetmountain.com/php ... 08a48737fc

Vorrei se possibile, invece, restringere il campo di riflessione. Non tanto, perciò, su manovre dove è chiamata in causa attenzione e preparazione (vie di più tiri, doppie, spittatura e attrezzatura falesie), ma sulla situazione apparentemente più banale e sicura (e comune):

Via monotiro, ben spittata, lunga 25 metri, arrampicatori esperti e collaudati: uno sale e l'altro tiene la corda.

La mia idea, la mia paura (che prima non c'era!), è che - anche in quel caso - si corre il rischio di morire.

Disattenzione, distrazione, fatalità. Ma cosa vogliono dire, realmente, queste parole?

Possibile che non si possa fare nulla?

Cos'è quell'improvviso buco, direi un abisso (di qualche secondo) che si apre nella coscienza? un cortocircuito del nostro sistema, o istinto, di autoconservazione?

Perché non chiudiamo il nodo? Perché non inseguiamo l'otto? Perché passiamo al contrario la corda nel gri-gri?

Se è capitato ad altri, perché non dovrebbe capitare a me?
(A proposito del "culo" di cui si parlava nell'altro topic, anch'io ho nel mio bagaglio personale le tipiche 2 o 3 botte di culo, per cui sto ancora qui a parlare...)

Mi spaventano - molto - due possibilità, entrambe plausibili.

1. Sono molto concentrato su una via che voglio liberare. All'attacco sono così concentrato sui singoli passaggi, sui punti di riposo, sul tener duro, ecc, che mi lego male...

2. Sono molto, molto rilassato. Sto in falesia con gli amici e ci stiamo divertendo come matti. Dico: vabbè faccio un ultimo giro su questa, per darmi ancora un'acciaiata. Ma qualcuno si distrae (magari io stesso), e hop...

Molti parlano del controllo reciproco (è un'ottima idea). Ammetto di non farlo. Di non averlo mai fatto. Non vado a vedere come il compagno ha messo la mia corda nel gri-gri. Non guardo i nodi degli altri (tranne il caso che siano principianti portati da me).
Forse dovrei cambiare abitudini. Parlarne coi miei abituali compagni di arrampicata. Ma non è facile cambiare, dopo tanto tempo...

Di solito controllo il mio nodo quando sono al primo spit, e anche al secondo. Ma potrei dimenticarmene.

Se uno comincia a pensare spesso alla morte, anche quando se ne sta seduto comodamente sotto una falesia, forse è meglio che se ne rimanga a casa.

A volte rifletto, la sera prima di andare ad arrampicare: e se domani mi succedesse qualcosa? e le mie due figlie?

Ecco. Spero di aver espresso bene qual è il punto che mi ossessiona:

l'improbabile disattenzione.
Chi troppo bara nulla stringe.
(F.A.)
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Re: incidenti in falesia...

Messaggioda passolento » dom giu 18, 2006 21:54 pm

smilzo ha scritto:A volte rifletto, la sera prima di andare ad arrampicare: e se domani mi succedesse qualcosa? e le mie due figlie?

ogni volta che esco per andare in montagna, passo a guardare i figli che ancora dormono.
Sinceramente i pensieri che mi vengono in mente in quei momenti mi fanno sentire particolarmente melodrammatico, però, forse, proprio questi pensieri mi fanno stare più attento nella giornata.
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Messaggioda passolento » dom giu 18, 2006 21:57 pm

però, riflettendoci, l'improbabile disattenzione è dietro l'angolo di ogni momento della nostra vita.


Chi ha conosciuto la ragazza di Roma morta giorni fà, me l'ha descritta come molto precisa ed attenta.
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Messaggioda Donatello » dom giu 18, 2006 22:12 pm

Purtroppo è il prezzo della ricerca della massima sicurezza... i materiali sono perfetto... arrampico rilassato... faccio le stronzate...
Fateci caso a quanti in falesia fanno passare la corda nel grigri, mentree si accendono una sigarette e nel mentre il primo sta gia rinviando il primo spit... tanti...
E' nella natura dell'uomo, se stai facendo un tiro da paura in dolomiti istintivamente controlli il nodo 5 volte, se sei su un prato al cospetto di una falesia di 20 metri lo fai senza guardare... peccato che per ammazzarsi ne bastano anche 10 o meno... :?
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Messaggioda cuorpiccino » lun giu 19, 2006 10:36 am

Smilzo ti ricordi di quello che non si legò al moneta e fece slegato ovviamente al primo tentativo, ma senza saperlo, un passo dove un forte arrampicatore rimase appeso mezz'ora? O quello che da una via a Grotti arrivò a terra perche l'assicurazione, con una corda da nove mm nuova passata nell'otto alla francese, si era distratto a chiacchierare con altre 10 persone, tutte distratte? O Lynn hill che, come quella ragazza, è caduta al muro di styx, dalla sosta fino a terra?

Distrazione, solo distrazione, in alcuni casi condita da un po' di insana stupidità. Un cocktail micidiale anche solo per attraversare la strada.

Le soluzioni? controllarsi il nodo a vicenda quando si parte per un tiro, seguendo magari precisi rituali, ovvero prima legati e poi chiacchiera, se ti scordi qualche rinvio fai sempre in tempo a calarti.
Non farti fare sicura da gente inesperta, se lo fai, metti un esperto a controllare e calati tenendo la corda che sale.
L'arrampicata sporiva è pericolosa se fai cazzate, così come sono pericolose le discese in montagna prese sottogamba.

P:S: Se smetti ti compro il materiale a metà prezzo :lol:
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Messaggioda fab » lun giu 19, 2006 11:15 am

He... bel discorso...
Io ci rifletto spesso, e penso che alla distrazione non c'è rimedio!
Puoi limitare gli eventi con dei super controllo, ma il momento del c******e capita a tutti!

Tempo fa mi capitò una cosa che mi gelò il sangue... avevo appena cominciato a legarmi utilizzando il bulino inseguito, al momento di fare il nodo caterina mi chiede la bottiglia dell'acqua...
bè quando arrivo in sosta per fare la manovra mi rendo conto di non aver ripassato il nodo! :(
Ora dico, non sarebbe stato un prolema visto che il bulino serra anche se non ripassato, ma se penso che se mi fosse capitato pochi giorni prima, non avrei ripassato l'otto... qualche brivido in più scorre per la schiena! :?

E' il momento del c******e, può capitere a tutti purtroppo!
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
...sigh...!
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Messaggioda MatteoD » lun giu 19, 2006 11:57 am

fab ha scritto:E' il momento del c******e, può capitere a tutti purtroppo!


Ciao Fab,

una cosa del genere, ma forse già lo saprai, è capitata anche a Davide della palestra circa di due mesi fa.
A Ripa si è fatto un 6C accorgendosi solo a tre quarti della via di non essere legato.
Brivido, silenzio in tutta la Falesia, e poi discesa disarrampicando.
Una volta a terra si è preso anche i complimenti (e un bonario cazziatone) da Antonella Strano.

Fabrizio, sempre della palestra, si è fatto un 7b per accorgersi solo alla fine che il suo assicuratore lo stava assicurando con il moschettone che passava in un solo buco del GriGri.

In tutti questi casi sarebbe bastato veramente poco per chiudere la giornata con un incidente. Ma ci sarebbe voluto ancora meno per evitare il problema: una sommaria occhiatina reciproca da parte di assicuratore e assicurato prima di partire.

Dovremmo capire tutti che questa attenzione elementare fa parte del bagaglio tecnico dell'arrampicatorte almeno quanto il saper fare correttamente un otto o un bulino. E' così difficile?
E se lo è, a cosa si deve questa difficoltà?

A me viene in mente quanto sia difficile introdurre dei controlli di qualità in azienda. Una volta imparata una procedura subentra una grandissima rigidità nel cambiarla, anche a costo di continuare a sbagliare.

Un amico arrampicatore che si occupa di qualità in ambito sanitario mi raccontava di quanti pazienti oculistici si sono ritrovati operati all'occhio sbagliato proprio per la mancanza di una procedura, anche solo grossolanamente formalizzata, che prevedesse un controllo sull'l'occhio da operare.

In fondo si tratta di situazioni diverse, ma nella sostanza similil.
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Messaggioda [ZANNA] » lun giu 19, 2006 14:18 pm

MatteoD ha scritto:
fab ha scritto:In tutti questi casi sarebbe bastato veramente poco per chiudere la giornata con un incidente. Ma ci sarebbe voluto ancora meno per evitare il problema: una sommaria occhiatina reciproca da parte di assicuratore e assicurato prima di partire.


<< Scusa, non sarebbe meglio se per far sicura ti avvicinassi un po' alla parete?>>
Quella guarda nella mia direzione come avesse sentito una voce provenire dal nulla e poi, con fare accomodante, borbotta: << si, si, ma tanto sono tranquilla, non cade>> e riprende a chiacchierare con l'amica.

Intanto il suo moroso (almeno 25kg più di lei) se ne stava a bestemmiare cercando di arrivare al terzo spit. Poco dopo ho saputo che era una delle loro prime uscite.

Per l'amor di Dio! niente di troppo grave, se fosse caduto prima di moschettare il terzo spit al massimo lui si rompeva una caviglia e lei si sarebbe fotografata sulla roccia. Magari cambiavano anche il nome alla via, dandole il suo.

In genere ricontrollo sempre nodi e dintorni. In genere.
Se posso butto un occhio anche alle situazioni degli altri, come è successo sabato scorso, nell'episodio che ho riportato.
Lo faccio perché penso che mi fa schifo sentire il rumore di uno che si spiaccica. Perché penso che possano chiudere la falesia. Perché in fondo sono buono. 8)

Ma spesso nel farlo ti prendono per paranoico o saputello, o per chi non si fa i fatti suoi. E questo perché siamo ben lontani dal pensare queste operazioni come "bagaglio tecnico".

Chiaro che se sono io a salire me ne sbatto e verifico anche che il colore dei calzini sia intonato con quello della corda. Bastano 5 secondi 5, e ti dirò: nel farlo non mi sento paranoico neanche un po'.

Ma se devo controllare situazioni di altri mi capita spesso di farlo cercando di non farmi notare.
ma prima che l'ora sia venuta...
guai a chi separa gli amanti.
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Messaggioda MarcoS » lun giu 19, 2006 15:00 pm

queste risposte confermano come il metodo più sicuro di evitare incidenti è il

C.U.L.O.

non c'è niente da fare.
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Messaggioda Z » lun giu 19, 2006 15:18 pm

Caro smilzo, ora ti demolisco definitivamente.... siediti che è meglio :twisted:
che ne dici di un paio di vertebre spaccate facendo boulder sul pannello?
io l'ho visto 8)
(lo controllate mai il materasso?)
:wink:
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Messaggioda smilzo » lun giu 19, 2006 15:41 pm

Z ha scritto:Caro smilzo, ora ti demolisco definitivamente.... siediti che è meglio :twisted:
che ne dici di un paio di vertebre spaccate facendo boulder sul pannello?
io l'ho visto 8)
(lo controllate mai il materasso?)
:wink:

Colpito e affondato!
L'unica volta che mi son rotto qualcosa arrampicando, è stato un polso, in una caduta in una palestra dove un materasso era sistemato male (l'ho sfiorato sul pizzo e mi sono schiantato in terra) :wink:
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Messaggioda MatteoD » mar giu 20, 2006 11:27 am

MarcoS ha scritto:queste risposte confermano come il metodo più sicuro di evitare incidenti è il

C.U.L.O.

non c'è niente da fare.


Concentrazione
Umiltà
Lungimiranza
Oculatezza

:?:
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Messaggioda MarcoS » mar giu 20, 2006 11:30 am

MatteoD ha scritto:
MarcoS ha scritto:queste risposte confermano come il metodo più sicuro di evitare incidenti è il

C.U.L.O.

non c'è niente da fare.


Concentrazione
Umiltà
Lungimiranza
Oculatezza

:?:


questa me la segno. fantastica! :lol:
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Messaggioda corel » mar giu 20, 2006 17:00 pm

ieri il tempo era bellissimo, il pomeriggio caldo, la sera tiepida da stare bene, troppo bene, le bellissime ore lunghe poi

cosa c'è di meglio che andare in parete dopo il lavoro?

partiamo. lasciamo la macchina sulla strada, prendiamo le nostre cose e ci addentriamo nel bosco

pochi istanti dopo la parete, illuminata dagli ormai deboli raggi del sole. che bella che è

togliamo gli attrezzi dallo zaino ed incominciamo a prepararci. mi metto l'imbrago e me lo allaccio. gli passo il gri gri che il mio compare mi chiede gentilmente. continuo con l'imbrago. otto, scarpette e rinvii. perfetto, si parte.

è la prima volta che sono su questa parete. e la prima volta che arrampico quest'anno. sono pippa, lo ammetto. ho iniziato appena l'anno scorso. vado al primo spit e ci metto il rinvio. mi attacco. perfetto. sono già più tranquillo

il secondo spit è poco distante, ma gli appigli proprio non si vogliono far vedere. ufff ufff, pant pant, gli avambracci incominciano già a protestare.

no, non ce la faccio. è meglio che sali per primo tu dico al compagno. va bene, scendi.

mollo la roccia e mi rilasso. per poco. cos'è sto strap strap che si sente? guardo l'imbrago e porca p*****a, non è chiuso a dovere. mi aggrappo alla corda e la tengo con tutte le mie forze. sono molto contento quando tocco terreno.

è così facile sbagliare.
...ri-citando un antico papa che disse "certo che questa favoletta del cristo ci ha fatto guadagnare una vagonata di soldi...."
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Messaggioda cuorpiccino » mar giu 20, 2006 18:31 pm

Allora, qualche anno fa circolava questa storia, che peraltro è vera, e forse molti di voi l'hanno sentita:
A Pietrasecca un ragazzo parte per un tiro, salta il primo rinvio, per scelta, ma il secondo non lo riesce a moschettonare; dimenticandosi istantaneamente di non aver moschettonato il primo dice al compagno di bloccarlo:"Blocca Baiò". Il compagno, LO BLOCCA, e lui fatalmente arriva a terra e ruzzola da una cengia facendosi male, ma salvando la pelle.

Pochi giorni fa a grotti, mentre un ragazzo saliva in mulinette senza rinvii passati, un altro arriva su in catena da un altra via e dice, di chi è questa corda, posso levarla? e la leva. E il primo tizio si ritrova slegato. Fortuna che è bravo, tranquillo e si tiene, e non è successo nulla.

Forse dovremmo tutti chiacchierare di meno. :roll:
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Messaggioda n!z4th » mar giu 20, 2006 20:57 pm

Pochi giorni fa a grotti, mentre un ragazzo saliva in mulinette senza rinvii passati, un altro arriva su in catena da un altra via e dice, di chi è questa corda, posso levarla? e la leva


come fa a togliere una corda passata in un anello scusa?o era in un moschettone? :roll:
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Messaggioda smilzo » mar giu 20, 2006 21:11 pm

n!z4th ha scritto:come fa a togliere una corda passata in un anello scusa?o era in un moschettone? :roll:


ovviamente in un moschettone...
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Messaggioda AlbertAgort » mar giu 20, 2006 21:12 pm

n!z4th ha scritto:
come fa a togliere una corda passata in un anello scusa?o era in un moschettone? :roll:


anche da me le catene hanno il moschettone, non l'anello.

comunque l'arrampicata è uno sport che può diventare oltremodo peicoloso quando non si sanno i molti fondamenti basilari
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Messaggioda AlbertAgort » mar giu 20, 2006 21:13 pm

cuorpiccino ha scritto:
Pochi giorni fa a grotti, mentre un ragazzo saliva in mulinette senza rinvii passati, :


buona norma sarebbe lasciare su l'ultimo rinvio
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Messaggioda cuorpiccino » mar giu 20, 2006 21:16 pm

AlbertAgort ha scritto:
cuorpiccino ha scritto:
Pochi giorni fa a grotti, mentre un ragazzo saliva in mulinette senza rinvii passati, :


buona norma sarebbe lasciare su l'ultimo rinvio

Al di la della buona norma, la via sarà alta 15 metri e sotto c'erano 5-6 persone, come c***o si fa a togliere la corda dalla sosta con qualc'uno appeso sotto?
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