Maurizio ha scritto:Zio Vare ha scritto:Maurizio ha scritto:"ma perchè devo dare 5 euro...."...poi magari ne paga 10 per un aperitivo, ma è contento di aver affossato l'editoria specializzata...insomma, capita così
Se l'aperitivo mi soddisfa pago anche 10 euro, se una rivista fa pena non ne sborso neanche la metà; questa vale per qualsiasi cosa, altrimenti mi comprerei le riviste da 1 euro che parlano del Grande Fratello e non comprerei mai un libro o una guida da 30. Non c'è nessuna soddisfazione ad affossare nessuno. Se l'aperitivo del bar fa schifo e mi chiede 10 euro non ci torno più.
complimenti a Buzz per aver aggiunto molto alla discussione inquadrandomi perfettamente

mentre invece a Zio Vare, che ribatte in modo più costruttivo alla mia provocazione, voglio dire che "il linciaggio" non aggiunge e risolve niente alla situazione, anzi la peggiora. Francamente non mi sembra che un forum come questo, per quanto a volte si dicano cose interessanti, possa sostituirsi al ruolo delle riviste per le ragioni che ho già ampiamente esposto.
Ragion per cui trovo stupido affossare gratuitamente un bene che è di tutti, perchè se improvvisamente sparissero tutte le riviste, gli stessi che ora le criticano piangerebbero di nostalgia. Almeno Fabio si dà da fare per costruire qualcosa, la maggioranza invece critica senza poi proporre nulla, che vada al di là del chiacchericcio, naturalmente. E una rivista si supponte voglia elevarsi un minimo al di sopra della chiacchera...questa è la cosa che fondamentalmente mi fa preferire la carta stampata a internet.
Se le riviste di montagna spariscono, perchè la gente preferisce spendere i soldi altrove non mi straccio le vesti, farò qualcos'altro. Sarà perso un'altro tassello di cultura alpinistica che oramai ha iniziato a sgretolarsi irrimediabilmente...e non da ieri. Anche a me l'80 per cento delle cose che ci son scritte non mi va giù, ma tutto sommato sempre meglio della televisione, dove la percentuale si avvicina al 95%. Nonostante ciò continuo a seguirle con interesse, magari sul prossimo numero c'è qualcosa di interessante, ci scriverà qualcuno che mi farà passare una piacevole mezz'ora. Solo per questo motivo, Zio Vare, vale la pena continuare a comprarle, più di un aperitivo.
invece la maggioranza si dà al linciaggio, senza poi sapere cosa c'è nell'ultimo numero, semplicemente perchè non le compra da tempo. Fa sempre schifo tutto, quando è fatto da altri e finchè il redattore non mi telefona e mi invita a partecipare...allora poi la rivista diventa bella ed interessante, e vale la pena di essere comprata.
questo era quello che volevo dire, caro Buzz, come vedi un discorso un po' più articolato (spero) da quello che tu hai semplicisticamente riportato.
ciao
Maurizio
caro maurizio
quello che avevo da dire l'ho detto nelle pagine precedenti
che poi, quello che ho scritto, abbia aggiunto o meno qualcosa alla discussione, non saprei.
era mia intenzione farlo, se non ci sono riuscito, pazienza.
io francamente spero di si e che tu abbia semplicemente letto sbrigativamente (molto sbrigativamente, suppongo).
invece il tuo discorso non l'ho capito (spero)
perchè non ho capito cosa intendessi, quando dici:
"
Almeno Fabio si dà da fare per costruire qualcosa, la maggioranza invece critica senza poi proporre nulla, che vada al di là del chiacchericcio, naturalmente"
se l'imperativo morale per tutti sia di mettersi a fare riviste...
oppure, più semplicemente:
"
vale la pena continuare a comprarle, più di un aperitivo.
invece la maggioranza si dà al linciaggio, senza poi sapere cosa c'è nell'ultimo numero, semplicemente perchè non le compra da tempo. "
comprarle e basta.
Ovvero che l'imperativo categorico sia versare il nostro obolo alla causa delle riviste di montagna, ché ci piacciano al 10% o al 20% perchè è sempre meglio di niente, in fondo.
Ché poi, quando spariranno ci stracceremo le vesti.
Singolare posizione questa. Per cui qualunque cosa è meglio di niente e vada sostenuta a prescindere.
Caro maurizio,
tu mi sa che vedi un pò le cose o in bianco o in nero.
Ma esistono posizioni intermedie.
Ad esempio:
Prima, per me, alcune riviste di montagna erano un appuntamento fisso.
Il giornalaio sotto casa sapeva che doveva prendermele e me le teneva da parte.
Ora non più.
E' tutto più casuale.
A volte le trovo, a volte no. A volte le sfoglio nella macchina di un amico; a volte guardo i titoli di copertina e non la prendo.
Se trovassi qualcosa che mi piace la prenderei, visto i soldi che spendo ogni anno per leggere e informarmi.
Se prima compravo 12 numeri l'anno oggi ne compro 3-4.
Che sono ampiamente sufficienti per darmi il diritto di criticare con cognizione di causa (non per partito preso, quindi). Per vedere che continuano a non piacermi e che, dopo un breve giro al cesso l'ho già finita. E niente che valga la pena di ricordare.
E ogni volta penso... tot euro buttati... affanculo.
E ogni volta sarò più dubbioso quando si tratterà di riprenderla.
E sufficienti anche per dire che un calo del 60-70% delle vendite, (riportato il dato al campione non statistico della mia modesta persona) basta ad affossare ogni rivista.
Il processo di disamoramento insomma, è un pò più dinamico di come tu sembri intenderlo. E il processo di critica un pò più motivato della semplice massima di bartaliana memoria l'è tutto sbagliato l'è tutto da rifare...
E mentre il discorso che fai tu, sul fatto che poco o male è meglio comunque che ci sia, lo accetto per quanto riguarda associazioni come il CAI, basate sul volontariato; non lo accetto per quanto riguarda le attività commerciali.
Li mi rimetto alla sola logica del mercato.
Se il prodotto mi attira lo compro; se non mi attira non lo compro.
Punto.
E non mi sento, per questo, traditore della patria.