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da davide rugge » lun giu 05, 2006 12:50 pm
da quilodicoequilonego » lun giu 05, 2006 13:18 pm
da davide rugge » lun giu 05, 2006 13:22 pm
quilodicoequilonego ha scritto:Caso Seat. Piccola e istruttiva storia di una privatizzazione di piena era prodiana (1997) che a fine corsa (2001) ha fruttato 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire) finiti sui conti di non si sa chi. Ma certamente transitati per i paradisi fiscali.
A molti sarà sfuggito il libro "L?affare Telecom"(Sperling& Kupfer Editori) edito nel luglio 2002 (ora ristampato e aggiornato) e di cui proponiamo qui di seguito qualche passaggio tratto dal capitolo centrale (pp. 177-217) relativo al caso Seat. Gli autori, Giovanni Pons, giornalista di Repubblica e Giuseppe Oddo, del Sole-24 Ore, delineano un quadro particolareggiato del ?grande capolavoro? della seconda Repubblica. Davvero un bell?esempio di investigative reporting.
Peccato che in questi tempi di discussione su affari risalenti a vent?anni fa, anche La Repubblica eviti accuratamente di utilizzare i suoi ottimi professionisti per rinfrescare la memoria dei lettori su cose accadute? praticamente oggi. L?affare Seat-Telecom. Quadro d?insieme di un?operazione da ?tecnici? con un ?alto senso dello Stato?.«La straordinarietà di tali operazioni (quelle intorno a Telecom, dal ?96 in avanti, ndr), il cui vantaggio economico è tutto da dimostrare, è consistita nel fatto che esse sono servite a ricoprire d?oro alcuni azionisti? Il caso più clamoroso, anche se non il solo, purtroppo, è rappresentato dal viaggio di andata e ritorno della Seat: dalla Stet al ministero del Tesoro (autunno ?96, ndr), dal Tesoro ad azionisti privati (luglio ?97, ndr) dai privati a Telecom (?la Stet di una volta?, nda; operazione lunghina, annunciata a febbraio, conclusasi a giugno 2000; a febbraio il premier è D?Alema, ministro del Tesoro Amato; a giugno il premier è Amato, il Tesoro è assorbito in altri dicasteri, i ministri economici sono Visco e Del Turco). A fine corsa qualcuno ha incassato 6,71 miliardi di euro pagati da mamma Telecom, che a causa di questa operazione ha accusato nel 2001 un vistoso calo di profitti».2. Dettaglio di una operazione da ?tecnici?.«Nel luglio 1997, il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr) aggiudica il 61, 27% della Seat alla Otto-Ottobi, incassando 853,7 milioni di euro lordi, sulla base di una valutazione complessiva dell?azienda di 1,65 miliardi di euro, ma nello stesso tempo la Telecom restituisce 170 milioni di euro alla cordata acquirente, rilevando il 20% della stessa Otto? Tutto si può dire tranne che il Tesoro abbia concluso un affare. I fatti dimostrano che gli acquirenti hanno pagato meno di due volte il fatturato di una gallina dalle uova d?oro con un business garantito per i dieci anni a venire? la conferma verrà nel 2000 quando, per acquistare dagli azionisti della Otto il controllo della Seat, la Telecom non esiterà a valutarla 20miliardi di euro». 3. Quadro di insieme e in dettaglio.«?l?ardito marchingegno finanziario che ruota intorno alla Otto, rende completamente opaco l?assetto proprietario della Seat. Questa assoluta mancanza di trasparenza impedirà in seguito di conoscere nel dettaglio i nomi dei beneficiari di 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) versati da Telecom Italia ai Magnifici Otto in cambio del controllo della Seat. Il Tesoro (Ciampi, ndr) è al corrente dell?alveare societario che forma l?azionariato della Otto nel momento in cui le consegna il 61,27% della Seat? (interrogativo intrigante, no? ndr). Ed è al corrente che un azionista col 10% del capitale che risponde al nome di Investitori Associati II è a sua volta un sotto-sistema di finanziarie in gran parte domiciliate in paradisi offshore non riconducibili a persone fisiche e totalmente esenti da imposte in Italia?» (interrogativo intrigante, no? ndr).4. E non è finita?«Tra il boss della Seat e i soci della Otto, vi è totale sintonia di interessi. Pelliccioli comincia col non distribuire il dividendo del bilancio 1997, che spetterebbe per la quasi totalità al Tesoro (Ciampi, Prodi premier) rimasto azionista della Seat fino al 25 novembre. Evidentemente deve esserci un accordo tra acquirenti (i Magnifici Otto, ndr) e venditore (il Tesoro, premier Prodi, ndr) in base al quale quest?ultimo rinuncia a incassare la quasi totalità dei 78,5 milioni di euro di utile netto dell?esercizio 1997. Ma questi profitti non riscossi non sono gli unici che lo Stato lascia in dote ai nuovi azionisti. La società (Seat) viene infatti consegnata alla Otto (Magnifici, ndr) con 258 milioni di euro di liquidità che il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr), volendo, potrebbe prelevare con un dividendo straordinario, così come farà con l?Enel poco prima della privatizzazione. Dagli 1,65 miliardi di euro di valutazione della Seat all?atto della vendita bisognerebbe quindi sottrarre, a rigor di logica, i quasi 337 milioni di euro di disponibilità finanziarie che i nuovi azionisti vi trovano in cassaforte.
Il dettaglio non è di poco conto perché l?acquisizione della Seat si configura come un?operazione con cui gli acquirenti finanziano l?acquisto dell?azienda con la liquidità che essa ha ?in pancia?, con l?obiettivo di rivenderla e ricavarci una maxi-plusvalenza quando le quotazioni saranno salite alle stelle?».Quel fantastico 1999 1. Servitori dello Stato. Come si crea valore.«All?inizio del febbraio 1999 il Cda (Seat, ndr) decide di distribuire un dividendo straordinario di 905 milioni di euro dando fondo alle riserve di bilancio. Questo dividendo va ad aggiungersi a quello ordinario, che per l?esercizio 1998 ammonta a 148 milioni di euro, praticamente al 100% dell?utile. Quindi oltre 1 miliardo di euro di dividendo complessivo, di cui 645 milioni affluiscono nelle casse della Otto? la società acquirente della Seat preleva dunque da quest?ultima, a un anno e mezzo soltanto dalla privatizzazione, una quota di capitale addirittura superiore al debito contratto per acquistarla. A farne le spese è? la Seat, che passa da un saldo positivo di 387 milioni di euro a uno negativo, cioè a un debito netto di 671 milioni. Questo sì che è creare valore!».2. Servitori dello Stato. Come si entra nel guinness dei primati.«All?inizio del 1999? gli investitori della Otto? possiedono il 61,27% delle azioni ma per mantenere il controllo è sufficiente il 50% più un?azione. Incaricano la Lehman di collocare presso investitori istituzionali l?11% del capitale? e l?operazione si consuma in un attimo generando un incasso di oltre 465 milioni di euro. Prima 645 milioni di euro di dividendo e ora altri 465 milioni dalla vendita di un pacchetto di azioni. Si comincia a rientrare ampiamente dall?investimento effettuato meno di due anni prima».3. Altissimi servitori dello Stato.«Sarà una coincidenza, ma la vendita di quell?11% della Seat spinge i suoi azionisti, nel febbraio 1999, a trasferire anche la proprietà della Otto in Lussemburgo, dove la maggioranza dei soci ha già eletto domicilio. Dalla sera alla mattina, il 61,27% della Seat viene trasferito nel Granducato a due società di nuova costituzione, la Huit e la Huit II, fotocopia (siamo nel febbraio ?99, il ministro del Tesoro è Ciampi, premier D?Alema, ndr) di quelle utilizzate 18 mesi prima per l?acquisto dal Tesoro (?97, ministro del Tesoro Ciampi, premier Prodi, ndr). è l?apoteosi dell?elusione fiscale. Ma il ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembra disinteressarsene. Ignorando il trasferimento della proprietà della Seat in Lussemburgo, lo stato italiano si nega di fatto la possibilità di incassare le imposte sulle plusvalenze che saranno realizzate al momento della vendita a Telecom».4. Quadro riepilogativo di come si acquista dallo Stato (la Seat) che ha un terzo di fatturato aziendale già garantito (da Telecom) fino al 2007, con fideiussioni (del socio nell?affare) Comit (finanziamento del debito studiato da Cossutta), e si diventa miliardari in due anni, senza nemmeno pagare le tasse.
«Riepilogo: in poco più di due anni la cordata che s?è aggiudicata la Seat, pagandola 853, 7 milioni di euro, ha cavato dalla società 935 milioni di euro di dividendi che le hanno permesso di rimborsare i 622 milioni di euro di debiti contratti per l?acquisto, gli interessi passivi, le consulenze alle banche d?affari, gli avvocati e di riscuotere il capitale investito. Se ai dividendi aggiungiamo i 465 milioni di euro ottenuti dalla vendita dell?11% di capitale, pari a una rivalutazione del 255% in due anni, otteniamo un primo bilancio dell?incredibile operazione. Pelliccioli, Drago, Cossutta, Tazartes, Erede: ecco i novi finanzieri della seconda repubblica?».«Dal 1999? la proprietà delle azioni Seat si è spostata in Lussemburgo, dove il fisco italiano non arriva, e tutto è pronto per il colpo finale: la vendita alla Telecom, passaggio propedeutico alla fusione Seat-Tin.it. Tra poco vedremo i soci della Huit convolare a nozze con Roberto Colaninno? Ma in che mani sono finiti quei 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) pagati dalla Telecom per comperare il controllo della Seat (che era stata acquistata a 853,7 milioni nel 1997, dallo Stato, ndr)? Che strade hanno battuto prima di arrivare a destinazione? (l?affare Telekom-Serbia ne sa qualcosa? ndr)? Per ora si possono dare risposte parziali. Si può per esempio affermare, senza tema di smentita, che quei 6, 71 miliardi di euro, usciti da una società con sede sociale a Torino (la Telecom) per l?acquisto di un?altra società domiciliata nella stessa Torino, a qualche isolato di distanza (la Seat), sono transitati per uno Stato nel quale non si pagano imposte, che garantisce il più assoluto anonimato in fatto di investimenti (il Lussemburgo)».
questo scrivono i tuoi amici del silvio fan club, che c***o vanno a spifferare quello che combina la sinistra poi.... ma che guardino il loro berlusca
da dags1972 » lun giu 05, 2006 13:42 pm
yinyang ha scritto:ossessionato?
da davide rugge » lun giu 05, 2006 13:48 pm
dags1972 ha scritto:yinyang ha scritto:ossessionato?
minchia...
da Luca A. » lun giu 05, 2006 15:10 pm
davide rugge ha scritto:dags1972 ha scritto:yinyang ha scritto:ossessionato?
minchia...
eccoli: i soliti comunisti malevoli e disfattisti
da davide rugge » lun giu 05, 2006 16:43 pm
sciallù ha scritto:ma sei davvero uno di loro![]()
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da quilodicoequilonego » lun giu 05, 2006 17:55 pm
davide rugge ha scritto:quilodicoequilonego ha scritto:Caso Seat. Piccola e istruttiva storia di una privatizzazione di piena era prodiana (1997) che a fine corsa (2001) ha fruttato 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire) finiti sui conti di non si sa chi. Ma certamente transitati per i paradisi fiscali.
A molti sarà sfuggito il libro "L?affare Telecom"(Sperling& Kupfer Editori) edito nel luglio 2002 (ora ristampato e aggiornato) e di cui proponiamo qui di seguito qualche passaggio tratto dal capitolo centrale (pp. 177-217) relativo al caso Seat. Gli autori, Giovanni Pons, giornalista di Repubblica e Giuseppe Oddo, del Sole-24 Ore, delineano un quadro particolareggiato del ?grande capolavoro? della seconda Repubblica. Davvero un bell?esempio di investigative reporting.
Peccato che in questi tempi di discussione su affari risalenti a vent?anni fa, anche La Repubblica eviti accuratamente di utilizzare i suoi ottimi professionisti per rinfrescare la memoria dei lettori su cose accadute? praticamente oggi. L?affare Seat-Telecom. Quadro d?insieme di un?operazione da ?tecnici? con un ?alto senso dello Stato?.«La straordinarietà di tali operazioni (quelle intorno a Telecom, dal ?96 in avanti, ndr), il cui vantaggio economico è tutto da dimostrare, è consistita nel fatto che esse sono servite a ricoprire d?oro alcuni azionisti? Il caso più clamoroso, anche se non il solo, purtroppo, è rappresentato dal viaggio di andata e ritorno della Seat: dalla Stet al ministero del Tesoro (autunno ?96, ndr), dal Tesoro ad azionisti privati (luglio ?97, ndr) dai privati a Telecom (?la Stet di una volta?, nda; operazione lunghina, annunciata a febbraio, conclusasi a giugno 2000; a febbraio il premier è D?Alema, ministro del Tesoro Amato; a giugno il premier è Amato, il Tesoro è assorbito in altri dicasteri, i ministri economici sono Visco e Del Turco). A fine corsa qualcuno ha incassato 6,71 miliardi di euro pagati da mamma Telecom, che a causa di questa operazione ha accusato nel 2001 un vistoso calo di profitti».2. Dettaglio di una operazione da ?tecnici?.«Nel luglio 1997, il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr) aggiudica il 61, 27% della Seat alla Otto-Ottobi, incassando 853,7 milioni di euro lordi, sulla base di una valutazione complessiva dell?azienda di 1,65 miliardi di euro, ma nello stesso tempo la Telecom restituisce 170 milioni di euro alla cordata acquirente, rilevando il 20% della stessa Otto? Tutto si può dire tranne che il Tesoro abbia concluso un affare. I fatti dimostrano che gli acquirenti hanno pagato meno di due volte il fatturato di una gallina dalle uova d?oro con un business garantito per i dieci anni a venire? la conferma verrà nel 2000 quando, per acquistare dagli azionisti della Otto il controllo della Seat, la Telecom non esiterà a valutarla 20miliardi di euro». 3. Quadro di insieme e in dettaglio.«?l?ardito marchingegno finanziario che ruota intorno alla Otto, rende completamente opaco l?assetto proprietario della Seat. Questa assoluta mancanza di trasparenza impedirà in seguito di conoscere nel dettaglio i nomi dei beneficiari di 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) versati da Telecom Italia ai Magnifici Otto in cambio del controllo della Seat. Il Tesoro (Ciampi, ndr) è al corrente dell?alveare societario che forma l?azionariato della Otto nel momento in cui le consegna il 61,27% della Seat? (interrogativo intrigante, no? ndr). Ed è al corrente che un azionista col 10% del capitale che risponde al nome di Investitori Associati II è a sua volta un sotto-sistema di finanziarie in gran parte domiciliate in paradisi offshore non riconducibili a persone fisiche e totalmente esenti da imposte in Italia?» (interrogativo intrigante, no? ndr).4. E non è finita?«Tra il boss della Seat e i soci della Otto, vi è totale sintonia di interessi. Pelliccioli comincia col non distribuire il dividendo del bilancio 1997, che spetterebbe per la quasi totalità al Tesoro (Ciampi, Prodi premier) rimasto azionista della Seat fino al 25 novembre. Evidentemente deve esserci un accordo tra acquirenti (i Magnifici Otto, ndr) e venditore (il Tesoro, premier Prodi, ndr) in base al quale quest?ultimo rinuncia a incassare la quasi totalità dei 78,5 milioni di euro di utile netto dell?esercizio 1997. Ma questi profitti non riscossi non sono gli unici che lo Stato lascia in dote ai nuovi azionisti. La società (Seat) viene infatti consegnata alla Otto (Magnifici, ndr) con 258 milioni di euro di liquidità che il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr), volendo, potrebbe prelevare con un dividendo straordinario, così come farà con l?Enel poco prima della privatizzazione. Dagli 1,65 miliardi di euro di valutazione della Seat all?atto della vendita bisognerebbe quindi sottrarre, a rigor di logica, i quasi 337 milioni di euro di disponibilità finanziarie che i nuovi azionisti vi trovano in cassaforte.
Il dettaglio non è di poco conto perché l?acquisizione della Seat si configura come un?operazione con cui gli acquirenti finanziano l?acquisto dell?azienda con la liquidità che essa ha ?in pancia?, con l?obiettivo di rivenderla e ricavarci una maxi-plusvalenza quando le quotazioni saranno salite alle stelle?».Quel fantastico 1999 1. Servitori dello Stato. Come si crea valore.«All?inizio del febbraio 1999 il Cda (Seat, ndr) decide di distribuire un dividendo straordinario di 905 milioni di euro dando fondo alle riserve di bilancio. Questo dividendo va ad aggiungersi a quello ordinario, che per l?esercizio 1998 ammonta a 148 milioni di euro, praticamente al 100% dell?utile. Quindi oltre 1 miliardo di euro di dividendo complessivo, di cui 645 milioni affluiscono nelle casse della Otto? la società acquirente della Seat preleva dunque da quest?ultima, a un anno e mezzo soltanto dalla privatizzazione, una quota di capitale addirittura superiore al debito contratto per acquistarla. A farne le spese è? la Seat, che passa da un saldo positivo di 387 milioni di euro a uno negativo, cioè a un debito netto di 671 milioni. Questo sì che è creare valore!».2. Servitori dello Stato. Come si entra nel guinness dei primati.«All?inizio del 1999? gli investitori della Otto? possiedono il 61,27% delle azioni ma per mantenere il controllo è sufficiente il 50% più un?azione. Incaricano la Lehman di collocare presso investitori istituzionali l?11% del capitale? e l?operazione si consuma in un attimo generando un incasso di oltre 465 milioni di euro. Prima 645 milioni di euro di dividendo e ora altri 465 milioni dalla vendita di un pacchetto di azioni. Si comincia a rientrare ampiamente dall?investimento effettuato meno di due anni prima».3. Altissimi servitori dello Stato.«Sarà una coincidenza, ma la vendita di quell?11% della Seat spinge i suoi azionisti, nel febbraio 1999, a trasferire anche la proprietà della Otto in Lussemburgo, dove la maggioranza dei soci ha già eletto domicilio. Dalla sera alla mattina, il 61,27% della Seat viene trasferito nel Granducato a due società di nuova costituzione, la Huit e la Huit II, fotocopia (siamo nel febbraio ?99, il ministro del Tesoro è Ciampi, premier D?Alema, ndr) di quelle utilizzate 18 mesi prima per l?acquisto dal Tesoro (?97, ministro del Tesoro Ciampi, premier Prodi, ndr). è l?apoteosi dell?elusione fiscale. Ma il ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembra disinteressarsene. Ignorando il trasferimento della proprietà della Seat in Lussemburgo, lo stato italiano si nega di fatto la possibilità di incassare le imposte sulle plusvalenze che saranno realizzate al momento della vendita a Telecom».4. Quadro riepilogativo di come si acquista dallo Stato (la Seat) che ha un terzo di fatturato aziendale già garantito (da Telecom) fino al 2007, con fideiussioni (del socio nell?affare) Comit (finanziamento del debito studiato da Cossutta), e si diventa miliardari in due anni, senza nemmeno pagare le tasse.
«Riepilogo: in poco più di due anni la cordata che s?è aggiudicata la Seat, pagandola 853, 7 milioni di euro, ha cavato dalla società 935 milioni di euro di dividendi che le hanno permesso di rimborsare i 622 milioni di euro di debiti contratti per l?acquisto, gli interessi passivi, le consulenze alle banche d?affari, gli avvocati e di riscuotere il capitale investito. Se ai dividendi aggiungiamo i 465 milioni di euro ottenuti dalla vendita dell?11% di capitale, pari a una rivalutazione del 255% in due anni, otteniamo un primo bilancio dell?incredibile operazione. Pelliccioli, Drago, Cossutta, Tazartes, Erede: ecco i novi finanzieri della seconda repubblica?».«Dal 1999? la proprietà delle azioni Seat si è spostata in Lussemburgo, dove il fisco italiano non arriva, e tutto è pronto per il colpo finale: la vendita alla Telecom, passaggio propedeutico alla fusione Seat-Tin.it. Tra poco vedremo i soci della Huit convolare a nozze con Roberto Colaninno? Ma in che mani sono finiti quei 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) pagati dalla Telecom per comperare il controllo della Seat (che era stata acquistata a 853,7 milioni nel 1997, dallo Stato, ndr)? Che strade hanno battuto prima di arrivare a destinazione? (l?affare Telekom-Serbia ne sa qualcosa? ndr)? Per ora si possono dare risposte parziali. Si può per esempio affermare, senza tema di smentita, che quei 6, 71 miliardi di euro, usciti da una società con sede sociale a Torino (la Telecom) per l?acquisto di un?altra società domiciliata nella stessa Torino, a qualche isolato di distanza (la Seat), sono transitati per uno Stato nel quale non si pagano imposte, che garantisce il più assoluto anonimato in fatto di investimenti (il Lussemburgo)».
questo scrivono i tuoi amici del silvio fan club, che c***o vanno a spifferare quello che combina la sinistra poi.... ma che guardino il loro berlusca
mi faresti un riassunto?
da davide rugge » lun giu 05, 2006 18:17 pm
quilodicoequilonego ha scritto:davide rugge ha scritto:quilodicoequilonego ha scritto:Caso Seat. Piccola e istruttiva storia di una privatizzazione di piena era prodiana (1997) che a fine corsa (2001) ha fruttato 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire) finiti sui conti di non si sa chi. Ma certamente transitati per i paradisi fiscali.
A molti sarà sfuggito il libro "L?affare Telecom"(Sperling& Kupfer Editori) edito nel luglio 2002 (ora ristampato e aggiornato) e di cui proponiamo qui di seguito qualche passaggio tratto dal capitolo centrale (pp. 177-217) relativo al caso Seat. Gli autori, Giovanni Pons, giornalista di Repubblica e Giuseppe Oddo, del Sole-24 Ore, delineano un quadro particolareggiato del ?grande capolavoro? della seconda Repubblica. Davvero un bell?esempio di investigative reporting.
Peccato che in questi tempi di discussione su affari risalenti a vent?anni fa, anche La Repubblica eviti accuratamente di utilizzare i suoi ottimi professionisti per rinfrescare la memoria dei lettori su cose accadute? praticamente oggi. L?affare Seat-Telecom. Quadro d?insieme di un?operazione da ?tecnici? con un ?alto senso dello Stato?.«La straordinarietà di tali operazioni (quelle intorno a Telecom, dal ?96 in avanti, ndr), il cui vantaggio economico è tutto da dimostrare, è consistita nel fatto che esse sono servite a ricoprire d?oro alcuni azionisti? Il caso più clamoroso, anche se non il solo, purtroppo, è rappresentato dal viaggio di andata e ritorno della Seat: dalla Stet al ministero del Tesoro (autunno ?96, ndr), dal Tesoro ad azionisti privati (luglio ?97, ndr) dai privati a Telecom (?la Stet di una volta?, nda; operazione lunghina, annunciata a febbraio, conclusasi a giugno 2000; a febbraio il premier è D?Alema, ministro del Tesoro Amato; a giugno il premier è Amato, il Tesoro è assorbito in altri dicasteri, i ministri economici sono Visco e Del Turco). A fine corsa qualcuno ha incassato 6,71 miliardi di euro pagati da mamma Telecom, che a causa di questa operazione ha accusato nel 2001 un vistoso calo di profitti».2. Dettaglio di una operazione da ?tecnici?.«Nel luglio 1997, il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr) aggiudica il 61, 27% della Seat alla Otto-Ottobi, incassando 853,7 milioni di euro lordi, sulla base di una valutazione complessiva dell?azienda di 1,65 miliardi di euro, ma nello stesso tempo la Telecom restituisce 170 milioni di euro alla cordata acquirente, rilevando il 20% della stessa Otto? Tutto si può dire tranne che il Tesoro abbia concluso un affare. I fatti dimostrano che gli acquirenti hanno pagato meno di due volte il fatturato di una gallina dalle uova d?oro con un business garantito per i dieci anni a venire? la conferma verrà nel 2000 quando, per acquistare dagli azionisti della Otto il controllo della Seat, la Telecom non esiterà a valutarla 20miliardi di euro». 3. Quadro di insieme e in dettaglio.«?l?ardito marchingegno finanziario che ruota intorno alla Otto, rende completamente opaco l?assetto proprietario della Seat. Questa assoluta mancanza di trasparenza impedirà in seguito di conoscere nel dettaglio i nomi dei beneficiari di 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) versati da Telecom Italia ai Magnifici Otto in cambio del controllo della Seat. Il Tesoro (Ciampi, ndr) è al corrente dell?alveare societario che forma l?azionariato della Otto nel momento in cui le consegna il 61,27% della Seat? (interrogativo intrigante, no? ndr). Ed è al corrente che un azionista col 10% del capitale che risponde al nome di Investitori Associati II è a sua volta un sotto-sistema di finanziarie in gran parte domiciliate in paradisi offshore non riconducibili a persone fisiche e totalmente esenti da imposte in Italia?» (interrogativo intrigante, no? ndr).4. E non è finita?«Tra il boss della Seat e i soci della Otto, vi è totale sintonia di interessi. Pelliccioli comincia col non distribuire il dividendo del bilancio 1997, che spetterebbe per la quasi totalità al Tesoro (Ciampi, Prodi premier) rimasto azionista della Seat fino al 25 novembre. Evidentemente deve esserci un accordo tra acquirenti (i Magnifici Otto, ndr) e venditore (il Tesoro, premier Prodi, ndr) in base al quale quest?ultimo rinuncia a incassare la quasi totalità dei 78,5 milioni di euro di utile netto dell?esercizio 1997. Ma questi profitti non riscossi non sono gli unici che lo Stato lascia in dote ai nuovi azionisti. La società (Seat) viene infatti consegnata alla Otto (Magnifici, ndr) con 258 milioni di euro di liquidità che il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr), volendo, potrebbe prelevare con un dividendo straordinario, così come farà con l?Enel poco prima della privatizzazione. Dagli 1,65 miliardi di euro di valutazione della Seat all?atto della vendita bisognerebbe quindi sottrarre, a rigor di logica, i quasi 337 milioni di euro di disponibilità finanziarie che i nuovi azionisti vi trovano in cassaforte.
Il dettaglio non è di poco conto perché l?acquisizione della Seat si configura come un?operazione con cui gli acquirenti finanziano l?acquisto dell?azienda con la liquidità che essa ha ?in pancia?, con l?obiettivo di rivenderla e ricavarci una maxi-plusvalenza quando le quotazioni saranno salite alle stelle?».Quel fantastico 1999 1. Servitori dello Stato. Come si crea valore.«All?inizio del febbraio 1999 il Cda (Seat, ndr) decide di distribuire un dividendo straordinario di 905 milioni di euro dando fondo alle riserve di bilancio. Questo dividendo va ad aggiungersi a quello ordinario, che per l?esercizio 1998 ammonta a 148 milioni di euro, praticamente al 100% dell?utile. Quindi oltre 1 miliardo di euro di dividendo complessivo, di cui 645 milioni affluiscono nelle casse della Otto? la società acquirente della Seat preleva dunque da quest?ultima, a un anno e mezzo soltanto dalla privatizzazione, una quota di capitale addirittura superiore al debito contratto per acquistarla. A farne le spese è? la Seat, che passa da un saldo positivo di 387 milioni di euro a uno negativo, cioè a un debito netto di 671 milioni. Questo sì che è creare valore!».2. Servitori dello Stato. Come si entra nel guinness dei primati.«All?inizio del 1999? gli investitori della Otto? possiedono il 61,27% delle azioni ma per mantenere il controllo è sufficiente il 50% più un?azione. Incaricano la Lehman di collocare presso investitori istituzionali l?11% del capitale? e l?operazione si consuma in un attimo generando un incasso di oltre 465 milioni di euro. Prima 645 milioni di euro di dividendo e ora altri 465 milioni dalla vendita di un pacchetto di azioni. Si comincia a rientrare ampiamente dall?investimento effettuato meno di due anni prima».3. Altissimi servitori dello Stato.«Sarà una coincidenza, ma la vendita di quell?11% della Seat spinge i suoi azionisti, nel febbraio 1999, a trasferire anche la proprietà della Otto in Lussemburgo, dove la maggioranza dei soci ha già eletto domicilio. Dalla sera alla mattina, il 61,27% della Seat viene trasferito nel Granducato a due società di nuova costituzione, la Huit e la Huit II, fotocopia (siamo nel febbraio ?99, il ministro del Tesoro è Ciampi, premier D?Alema, ndr) di quelle utilizzate 18 mesi prima per l?acquisto dal Tesoro (?97, ministro del Tesoro Ciampi, premier Prodi, ndr). è l?apoteosi dell?elusione fiscale. Ma il ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembra disinteressarsene. Ignorando il trasferimento della proprietà della Seat in Lussemburgo, lo stato italiano si nega di fatto la possibilità di incassare le imposte sulle plusvalenze che saranno realizzate al momento della vendita a Telecom».4. Quadro riepilogativo di come si acquista dallo Stato (la Seat) che ha un terzo di fatturato aziendale già garantito (da Telecom) fino al 2007, con fideiussioni (del socio nell?affare) Comit (finanziamento del debito studiato da Cossutta), e si diventa miliardari in due anni, senza nemmeno pagare le tasse.
«Riepilogo: in poco più di due anni la cordata che s?è aggiudicata la Seat, pagandola 853, 7 milioni di euro, ha cavato dalla società 935 milioni di euro di dividendi che le hanno permesso di rimborsare i 622 milioni di euro di debiti contratti per l?acquisto, gli interessi passivi, le consulenze alle banche d?affari, gli avvocati e di riscuotere il capitale investito. Se ai dividendi aggiungiamo i 465 milioni di euro ottenuti dalla vendita dell?11% di capitale, pari a una rivalutazione del 255% in due anni, otteniamo un primo bilancio dell?incredibile operazione. Pelliccioli, Drago, Cossutta, Tazartes, Erede: ecco i novi finanzieri della seconda repubblica?».«Dal 1999? la proprietà delle azioni Seat si è spostata in Lussemburgo, dove il fisco italiano non arriva, e tutto è pronto per il colpo finale: la vendita alla Telecom, passaggio propedeutico alla fusione Seat-Tin.it. Tra poco vedremo i soci della Huit convolare a nozze con Roberto Colaninno? Ma in che mani sono finiti quei 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) pagati dalla Telecom per comperare il controllo della Seat (che era stata acquistata a 853,7 milioni nel 1997, dallo Stato, ndr)? Che strade hanno battuto prima di arrivare a destinazione? (l?affare Telekom-Serbia ne sa qualcosa? ndr)? Per ora si possono dare risposte parziali. Si può per esempio affermare, senza tema di smentita, che quei 6, 71 miliardi di euro, usciti da una società con sede sociale a Torino (la Telecom) per l?acquisto di un?altra società domiciliata nella stessa Torino, a qualche isolato di distanza (la Seat), sono transitati per uno Stato nel quale non si pagano imposte, che garantisce il più assoluto anonimato in fatto di investimenti (il Lussemburgo)».
questo scrivono i tuoi amici del silvio fan club, che c***o vanno a spifferare quello che combina la sinistra poi.... ma che guardino il loro berlusca
mi faresti un riassunto?
no
da Siloga66 » lun giu 05, 2006 18:29 pm
quilodicoequilonego ha scritto:Caso Seat. Piccola e istruttiva storia di una privatizzazione di piena era prodiana (1997) che a fine corsa (2001) ha fruttato 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire) finiti sui conti di non si sa chi. Ma certamente transitati per i paradisi fiscali.
A molti sarà sfuggito il libro "L?affare Telecom"(Sperling& Kupfer Editori) edito nel luglio 2002 (ora ristampato e aggiornato) e di cui proponiamo qui di seguito qualche passaggio tratto dal capitolo centrale (pp. 177-217) relativo al caso Seat. Gli autori, Giovanni Pons, giornalista di Repubblica e Giuseppe Oddo, del Sole-24 Ore, delineano un quadro particolareggiato del ?grande capolavoro? della seconda Repubblica. Davvero un bell?esempio di investigative reporting.
Peccato che in questi tempi di discussione su affari risalenti a vent?anni fa, anche La Repubblica eviti accuratamente di utilizzare i suoi ottimi professionisti per rinfrescare la memoria dei lettori su cose accadute? praticamente oggi. L?affare Seat-Telecom. Quadro d?insieme di un?operazione da ?tecnici? con un ?alto senso dello Stato?.«La straordinarietà di tali operazioni (quelle intorno a Telecom, dal ?96 in avanti, ndr), il cui vantaggio economico è tutto da dimostrare, è consistita nel fatto che esse sono servite a ricoprire d?oro alcuni azionisti? Il caso più clamoroso, anche se non il solo, purtroppo, è rappresentato dal viaggio di andata e ritorno della Seat: dalla Stet al ministero del Tesoro (autunno ?96, ndr), dal Tesoro ad azionisti privati (luglio ?97, ndr) dai privati a Telecom (?la Stet di una volta?, nda; operazione lunghina, annunciata a febbraio, conclusasi a giugno 2000; a febbraio il premier è D?Alema, ministro del Tesoro Amato; a giugno il premier è Amato, il Tesoro è assorbito in altri dicasteri, i ministri economici sono Visco e Del Turco). A fine corsa qualcuno ha incassato 6,71 miliardi di euro pagati da mamma Telecom, che a causa di questa operazione ha accusato nel 2001 un vistoso calo di profitti».2. Dettaglio di una operazione da ?tecnici?.«Nel luglio 1997, il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr) aggiudica il 61, 27% della Seat alla Otto-Ottobi, incassando 853,7 milioni di euro lordi, sulla base di una valutazione complessiva dell?azienda di 1,65 miliardi di euro, ma nello stesso tempo la Telecom restituisce 170 milioni di euro alla cordata acquirente, rilevando il 20% della stessa Otto? Tutto si può dire tranne che il Tesoro abbia concluso un affare. I fatti dimostrano che gli acquirenti hanno pagato meno di due volte il fatturato di una gallina dalle uova d?oro con un business garantito per i dieci anni a venire? la conferma verrà nel 2000 quando, per acquistare dagli azionisti della Otto il controllo della Seat, la Telecom non esiterà a valutarla 20miliardi di euro». 3. Quadro di insieme e in dettaglio.«?l?ardito marchingegno finanziario che ruota intorno alla Otto, rende completamente opaco l?assetto proprietario della Seat. Questa assoluta mancanza di trasparenza impedirà in seguito di conoscere nel dettaglio i nomi dei beneficiari di 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) versati da Telecom Italia ai Magnifici Otto in cambio del controllo della Seat. Il Tesoro (Ciampi, ndr) è al corrente dell?alveare societario che forma l?azionariato della Otto nel momento in cui le consegna il 61,27% della Seat? (interrogativo intrigante, no? ndr). Ed è al corrente che un azionista col 10% del capitale che risponde al nome di Investitori Associati II è a sua volta un sotto-sistema di finanziarie in gran parte domiciliate in paradisi offshore non riconducibili a persone fisiche e totalmente esenti da imposte in Italia?» (interrogativo intrigante, no? ndr).4. E non è finita?«Tra il boss della Seat e i soci della Otto, vi è totale sintonia di interessi. Pelliccioli comincia col non distribuire il dividendo del bilancio 1997, che spetterebbe per la quasi totalità al Tesoro (Ciampi, Prodi premier) rimasto azionista della Seat fino al 25 novembre. Evidentemente deve esserci un accordo tra acquirenti (i Magnifici Otto, ndr) e venditore (il Tesoro, premier Prodi, ndr) in base al quale quest?ultimo rinuncia a incassare la quasi totalità dei 78,5 milioni di euro di utile netto dell?esercizio 1997. Ma questi profitti non riscossi non sono gli unici che lo Stato lascia in dote ai nuovi azionisti. La società (Seat) viene infatti consegnata alla Otto (Magnifici, ndr) con 258 milioni di euro di liquidità che il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr), volendo, potrebbe prelevare con un dividendo straordinario, così come farà con l?Enel poco prima della privatizzazione. Dagli 1,65 miliardi di euro di valutazione della Seat all?atto della vendita bisognerebbe quindi sottrarre, a rigor di logica, i quasi 337 milioni di euro di disponibilità finanziarie che i nuovi azionisti vi trovano in cassaforte.
Il dettaglio non è di poco conto perché l?acquisizione della Seat si configura come un?operazione con cui gli acquirenti finanziano l?acquisto dell?azienda con la liquidità che essa ha ?in pancia?, con l?obiettivo di rivenderla e ricavarci una maxi-plusvalenza quando le quotazioni saranno salite alle stelle?».Quel fantastico 1999 1. Servitori dello Stato. Come si crea valore.«All?inizio del febbraio 1999 il Cda (Seat, ndr) decide di distribuire un dividendo straordinario di 905 milioni di euro dando fondo alle riserve di bilancio. Questo dividendo va ad aggiungersi a quello ordinario, che per l?esercizio 1998 ammonta a 148 milioni di euro, praticamente al 100% dell?utile. Quindi oltre 1 miliardo di euro di dividendo complessivo, di cui 645 milioni affluiscono nelle casse della Otto? la società acquirente della Seat preleva dunque da quest?ultima, a un anno e mezzo soltanto dalla privatizzazione, una quota di capitale addirittura superiore al debito contratto per acquistarla. A farne le spese è? la Seat, che passa da un saldo positivo di 387 milioni di euro a uno negativo, cioè a un debito netto di 671 milioni. Questo sì che è creare valore!».2. Servitori dello Stato. Come si entra nel guinness dei primati.«All?inizio del 1999? gli investitori della Otto? possiedono il 61,27% delle azioni ma per mantenere il controllo è sufficiente il 50% più un?azione. Incaricano la Lehman di collocare presso investitori istituzionali l?11% del capitale? e l?operazione si consuma in un attimo generando un incasso di oltre 465 milioni di euro. Prima 645 milioni di euro di dividendo e ora altri 465 milioni dalla vendita di un pacchetto di azioni. Si comincia a rientrare ampiamente dall?investimento effettuato meno di due anni prima».3. Altissimi servitori dello Stato.«Sarà una coincidenza, ma la vendita di quell?11% della Seat spinge i suoi azionisti, nel febbraio 1999, a trasferire anche la proprietà della Otto in Lussemburgo, dove la maggioranza dei soci ha già eletto domicilio. Dalla sera alla mattina, il 61,27% della Seat viene trasferito nel Granducato a due società di nuova costituzione, la Huit e la Huit II, fotocopia (siamo nel febbraio ?99, il ministro del Tesoro è Ciampi, premier D?Alema, ndr) di quelle utilizzate 18 mesi prima per l?acquisto dal Tesoro (?97, ministro del Tesoro Ciampi, premier Prodi, ndr). è l?apoteosi dell?elusione fiscale. Ma il ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembra disinteressarsene. Ignorando il trasferimento della proprietà della Seat in Lussemburgo, lo stato italiano si nega di fatto la possibilità di incassare le imposte sulle plusvalenze che saranno realizzate al momento della vendita a Telecom».4. Quadro riepilogativo di come si acquista dallo Stato (la Seat) che ha un terzo di fatturato aziendale già garantito (da Telecom) fino al 2007, con fideiussioni (del socio nell?affare) Comit (finanziamento del debito studiato da Cossutta), e si diventa miliardari in due anni, senza nemmeno pagare le tasse.
«Riepilogo: in poco più di due anni la cordata che s?è aggiudicata la Seat, pagandola 853, 7 milioni di euro, ha cavato dalla società 935 milioni di euro di dividendi che le hanno permesso di rimborsare i 622 milioni di euro di debiti contratti per l?acquisto, gli interessi passivi, le consulenze alle banche d?affari, gli avvocati e di riscuotere il capitale investito. Se ai dividendi aggiungiamo i 465 milioni di euro ottenuti dalla vendita dell?11% di capitale, pari a una rivalutazione del 255% in due anni, otteniamo un primo bilancio dell?incredibile operazione. Pelliccioli, Drago, Cossutta, Tazartes, Erede: ecco i novi finanzieri della seconda repubblica?».«Dal 1999? la proprietà delle azioni Seat si è spostata in Lussemburgo, dove il fisco italiano non arriva, e tutto è pronto per il colpo finale: la vendita alla Telecom, passaggio propedeutico alla fusione Seat-Tin.it. Tra poco vedremo i soci della Huit convolare a nozze con Roberto Colaninno? Ma in che mani sono finiti quei 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) pagati dalla Telecom per comperare il controllo della Seat (che era stata acquistata a 853,7 milioni nel 1997, dallo Stato, ndr)? Che strade hanno battuto prima di arrivare a destinazione? (l?affare Telekom-Serbia ne sa qualcosa? ndr)? Per ora si possono dare risposte parziali. Si può per esempio affermare, senza tema di smentita, che quei 6, 71 miliardi di euro, usciti da una società con sede sociale a Torino (la Telecom) per l?acquisto di un?altra società domiciliata nella stessa Torino, a qualche isolato di distanza (la Seat), sono transitati per uno Stato nel quale non si pagano imposte, che garantisce il più assoluto anonimato in fatto di investimenti (il Lussemburgo)».
questo scrivono i tuoi amici del silvio fan club, che c***o vanno a spifferare quello che combina la sinistra poi.... ma che guardino il loro berlusca
da quilodicoequilonego » lun giu 05, 2006 18:42 pm
da Siloga66 » lun giu 05, 2006 19:05 pm
da davide rugge » lun giu 05, 2006 19:12 pm
da Siloga66 » lun giu 05, 2006 19:14 pm
da grip » lun giu 05, 2006 19:19 pm
Siloga66 ha scritto:quilodicoequilonego ha scritto:Caso Seat. Piccola e istruttiva storia di una privatizzazione di piena era prodiana (1997) che a fine corsa (2001) ha fruttato 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire) finiti sui conti di non si sa chi. Ma certamente transitati per i paradisi fiscali.
A molti sarà sfuggito il libro "L?affare Telecom"(Sperling& Kupfer Editori) edito nel luglio 2002 (ora ristampato e aggiornato) e di cui proponiamo qui di seguito qualche passaggio tratto dal capitolo centrale (pp. 177-217) relativo al caso Seat. Gli autori, Giovanni Pons, giornalista di Repubblica e Giuseppe Oddo, del Sole-24 Ore, delineano un quadro particolareggiato del ?grande capolavoro? della seconda Repubblica. Davvero un bell?esempio di investigative reporting.
Peccato che in questi tempi di discussione su affari risalenti a vent?anni fa, anche La Repubblica eviti accuratamente di utilizzare i suoi ottimi professionisti per rinfrescare la memoria dei lettori su cose accadute? praticamente oggi. L?affare Seat-Telecom. Quadro d?insieme di un?operazione da ?tecnici? con un ?alto senso dello Stato?.«La straordinarietà di tali operazioni (quelle intorno a Telecom, dal ?96 in avanti, ndr), il cui vantaggio economico è tutto da dimostrare, è consistita nel fatto che esse sono servite a ricoprire d?oro alcuni azionisti? Il caso più clamoroso, anche se non il solo, purtroppo, è rappresentato dal viaggio di andata e ritorno della Seat: dalla Stet al ministero del Tesoro (autunno ?96, ndr), dal Tesoro ad azionisti privati (luglio ?97, ndr) dai privati a Telecom (?la Stet di una volta?, nda; operazione lunghina, annunciata a febbraio, conclusasi a giugno 2000; a febbraio il premier è D?Alema, ministro del Tesoro Amato; a giugno il premier è Amato, il Tesoro è assorbito in altri dicasteri, i ministri economici sono Visco e Del Turco). A fine corsa qualcuno ha incassato 6,71 miliardi di euro pagati da mamma Telecom, che a causa di questa operazione ha accusato nel 2001 un vistoso calo di profitti».2. Dettaglio di una operazione da ?tecnici?.«Nel luglio 1997, il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr) aggiudica il 61, 27% della Seat alla Otto-Ottobi, incassando 853,7 milioni di euro lordi, sulla base di una valutazione complessiva dell?azienda di 1,65 miliardi di euro, ma nello stesso tempo la Telecom restituisce 170 milioni di euro alla cordata acquirente, rilevando il 20% della stessa Otto? Tutto si può dire tranne che il Tesoro abbia concluso un affare. I fatti dimostrano che gli acquirenti hanno pagato meno di due volte il fatturato di una gallina dalle uova d?oro con un business garantito per i dieci anni a venire? la conferma verrà nel 2000 quando, per acquistare dagli azionisti della Otto il controllo della Seat, la Telecom non esiterà a valutarla 20miliardi di euro». 3. Quadro di insieme e in dettaglio.«?l?ardito marchingegno finanziario che ruota intorno alla Otto, rende completamente opaco l?assetto proprietario della Seat. Questa assoluta mancanza di trasparenza impedirà in seguito di conoscere nel dettaglio i nomi dei beneficiari di 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) versati da Telecom Italia ai Magnifici Otto in cambio del controllo della Seat. Il Tesoro (Ciampi, ndr) è al corrente dell?alveare societario che forma l?azionariato della Otto nel momento in cui le consegna il 61,27% della Seat? (interrogativo intrigante, no? ndr). Ed è al corrente che un azionista col 10% del capitale che risponde al nome di Investitori Associati II è a sua volta un sotto-sistema di finanziarie in gran parte domiciliate in paradisi offshore non riconducibili a persone fisiche e totalmente esenti da imposte in Italia?» (interrogativo intrigante, no? ndr).4. E non è finita?«Tra il boss della Seat e i soci della Otto, vi è totale sintonia di interessi. Pelliccioli comincia col non distribuire il dividendo del bilancio 1997, che spetterebbe per la quasi totalità al Tesoro (Ciampi, Prodi premier) rimasto azionista della Seat fino al 25 novembre. Evidentemente deve esserci un accordo tra acquirenti (i Magnifici Otto, ndr) e venditore (il Tesoro, premier Prodi, ndr) in base al quale quest?ultimo rinuncia a incassare la quasi totalità dei 78,5 milioni di euro di utile netto dell?esercizio 1997. Ma questi profitti non riscossi non sono gli unici che lo Stato lascia in dote ai nuovi azionisti. La società (Seat) viene infatti consegnata alla Otto (Magnifici, ndr) con 258 milioni di euro di liquidità che il Tesoro (Ciampi, premier Prodi, ndr), volendo, potrebbe prelevare con un dividendo straordinario, così come farà con l?Enel poco prima della privatizzazione. Dagli 1,65 miliardi di euro di valutazione della Seat all?atto della vendita bisognerebbe quindi sottrarre, a rigor di logica, i quasi 337 milioni di euro di disponibilità finanziarie che i nuovi azionisti vi trovano in cassaforte.
Il dettaglio non è di poco conto perché l?acquisizione della Seat si configura come un?operazione con cui gli acquirenti finanziano l?acquisto dell?azienda con la liquidità che essa ha ?in pancia?, con l?obiettivo di rivenderla e ricavarci una maxi-plusvalenza quando le quotazioni saranno salite alle stelle?».Quel fantastico 1999 1. Servitori dello Stato. Come si crea valore.«All?inizio del febbraio 1999 il Cda (Seat, ndr) decide di distribuire un dividendo straordinario di 905 milioni di euro dando fondo alle riserve di bilancio. Questo dividendo va ad aggiungersi a quello ordinario, che per l?esercizio 1998 ammonta a 148 milioni di euro, praticamente al 100% dell?utile. Quindi oltre 1 miliardo di euro di dividendo complessivo, di cui 645 milioni affluiscono nelle casse della Otto? la società acquirente della Seat preleva dunque da quest?ultima, a un anno e mezzo soltanto dalla privatizzazione, una quota di capitale addirittura superiore al debito contratto per acquistarla. A farne le spese è? la Seat, che passa da un saldo positivo di 387 milioni di euro a uno negativo, cioè a un debito netto di 671 milioni. Questo sì che è creare valore!».2. Servitori dello Stato. Come si entra nel guinness dei primati.«All?inizio del 1999? gli investitori della Otto? possiedono il 61,27% delle azioni ma per mantenere il controllo è sufficiente il 50% più un?azione. Incaricano la Lehman di collocare presso investitori istituzionali l?11% del capitale? e l?operazione si consuma in un attimo generando un incasso di oltre 465 milioni di euro. Prima 645 milioni di euro di dividendo e ora altri 465 milioni dalla vendita di un pacchetto di azioni. Si comincia a rientrare ampiamente dall?investimento effettuato meno di due anni prima».3. Altissimi servitori dello Stato.«Sarà una coincidenza, ma la vendita di quell?11% della Seat spinge i suoi azionisti, nel febbraio 1999, a trasferire anche la proprietà della Otto in Lussemburgo, dove la maggioranza dei soci ha già eletto domicilio. Dalla sera alla mattina, il 61,27% della Seat viene trasferito nel Granducato a due società di nuova costituzione, la Huit e la Huit II, fotocopia (siamo nel febbraio ?99, il ministro del Tesoro è Ciampi, premier D?Alema, ndr) di quelle utilizzate 18 mesi prima per l?acquisto dal Tesoro (?97, ministro del Tesoro Ciampi, premier Prodi, ndr). è l?apoteosi dell?elusione fiscale. Ma il ministro delle Finanze Vincenzo Visco sembra disinteressarsene. Ignorando il trasferimento della proprietà della Seat in Lussemburgo, lo stato italiano si nega di fatto la possibilità di incassare le imposte sulle plusvalenze che saranno realizzate al momento della vendita a Telecom».4. Quadro riepilogativo di come si acquista dallo Stato (la Seat) che ha un terzo di fatturato aziendale già garantito (da Telecom) fino al 2007, con fideiussioni (del socio nell?affare) Comit (finanziamento del debito studiato da Cossutta), e si diventa miliardari in due anni, senza nemmeno pagare le tasse.
«Riepilogo: in poco più di due anni la cordata che s?è aggiudicata la Seat, pagandola 853, 7 milioni di euro, ha cavato dalla società 935 milioni di euro di dividendi che le hanno permesso di rimborsare i 622 milioni di euro di debiti contratti per l?acquisto, gli interessi passivi, le consulenze alle banche d?affari, gli avvocati e di riscuotere il capitale investito. Se ai dividendi aggiungiamo i 465 milioni di euro ottenuti dalla vendita dell?11% di capitale, pari a una rivalutazione del 255% in due anni, otteniamo un primo bilancio dell?incredibile operazione. Pelliccioli, Drago, Cossutta, Tazartes, Erede: ecco i novi finanzieri della seconda repubblica?».«Dal 1999? la proprietà delle azioni Seat si è spostata in Lussemburgo, dove il fisco italiano non arriva, e tutto è pronto per il colpo finale: la vendita alla Telecom, passaggio propedeutico alla fusione Seat-Tin.it. Tra poco vedremo i soci della Huit convolare a nozze con Roberto Colaninno? Ma in che mani sono finiti quei 6,71 miliardi di euro (13mila miliardi di lire, mica noccioline, no? ndr) pagati dalla Telecom per comperare il controllo della Seat (che era stata acquistata a 853,7 milioni nel 1997, dallo Stato, ndr)? Che strade hanno battuto prima di arrivare a destinazione? (l?affare Telekom-Serbia ne sa qualcosa? ndr)? Per ora si possono dare risposte parziali. Si può per esempio affermare, senza tema di smentita, che quei 6, 71 miliardi di euro, usciti da una società con sede sociale a Torino (la Telecom) per l?acquisto di un?altra società domiciliata nella stessa Torino, a qualche isolato di distanza (la Seat), sono transitati per uno Stato nel quale non si pagano imposte, che garantisce il più assoluto anonimato in fatto di investimenti (il Lussemburgo)».
questo scrivono i tuoi amici del silvio fan club, che c***o vanno a spifferare quello che combina la sinistra poi.... ma che guardino il loro berlusca
Molto, moooolto interessante. Unico neo: io di sicuro non leggo nà m....a di giornale come "la Repubblica". Molto meglio Libero, il Giornale e la Padania.
da quilodicoequilonego » lun giu 05, 2006 19:20 pm
da stellapolare11 » lun giu 05, 2006 19:22 pm
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