I Francesi

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Messaggioda KAZAN1975 » mer mar 29, 2006 16:38 pm

il.bruno ha scritto:che molte aziende in italia abbiano perso ogni dimensione ideale e puntino al solo profitto, lo si vede anche da come in tanti "imprenditori" si buttino sul mercato finanziario alla ricerca di guadagni (guarda a caso applauditi dai giornali finanziari esteri, guidati dai gruppi che non vedono l'ora di comprarsi quelle aziende o che scompaiano dal mercato).
quando invece si fa un'azienda perchè si vuol produrre bene quello che si sa produrre, per una passione di costruire per sè e per la propria famiglia, per un gusto nel lavorare, e magari anche per il bene delle persone che hai assunto, è un'altra cosa.
ciò non toglie che un discorso simile valga anche per l'altra parte, che spesso si pone con richieste volte solo a mungere il più possibile anche quando impraticabile.

bravo....qui ti quoto in toto :)
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Messaggioda bummi » mer mar 29, 2006 16:53 pm

il.bruno ha scritto:
forse prima non sono stato chiaro
non volevo dire che se non ci sono scioperi allora va tutto bene.
ad esempio in cina ed unione sovietica di scioperi non ce ne sono stati per decenni, ma non andava tutto bene
volevo dire che se c'è unità della nazione, secondo la definizione che ne ho dato prima, la gente invece di impegnarsi ad enfatizzare le contrapposizioni fra diversi interessi cerca di impegnarsi per farli collimare e costruire il bene comune, per cui gli scioperi diventano fuori luogo.
Ok?


Si ma se le contrapposizioni esistono i lavoratori come fanno a far sentire la loro voce? Lo sciopero serve proprio a questo.
bummi
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Messaggioda bummi » mar apr 04, 2006 16:47 pm

C'è poco da dire. Questi fatti si commentano da sè.
bummi

Da repubblica.it
Parigi, 13:15

FRANCIA: QUINTO GIORNO DI PROTESTA CONTRO I CPE

Nonostante le concessioni promesse dal presidente Jacques Chirac, la Francia si mobilita di nuovo oggi contro i Contratti di primo impiego (Cpe). Studenti e sindacati hanno organizzato circa 200 cortei in tutto il Paese, mentre molti settori del pubblico impiego e dei trasporti sono in agitazione. E' il quinto giorno di protesta contro un provvedimento fortemente voluto dal premier Dominique de Villepin, ma che ha diviso lo stesso governo. Tanto che le trattative per la riforma dei Cpe ora sono nelle mani del ministro dell'Interno, Nicolas Sarkozy, nella sua veste di leader dell'Unione per un movimento popolare. A Parigi, i pendolari hanno subito qualche disagio, ma non c'e' stato il temuto blocco dei mezzi pubblici. La metropolitana funziona quasi normalmente e viaggia il 70 per cento dei treni superveloci. Sono state cancellate decine di voli interni e all'aeroporto di Orly vi sono ritardi. Al porto di Calais sono rimasti fermi i traghetti per l'Inghilterra. L'obbiettivo degli organizzatori della protesta e' ripetere il successo di una settimana fa, quando scesero in piazza tre milioni di persone. Si spera pero' che questa volta siano evitati gli incidenti; nelle grandi citta' e' stata comunque mobilitata la polizia in assetto antisommossa. Secondo molti commentatori, dal successo delle dimostrazioni dipendera' l'esito dei negoziati avviati con il governo per la riforma dei Cpe. Chirac ha promesso che dimezzera' da due anni a uno solo il periodo di prova durante il quale i giovani sotto i 26 anni potranno essere licenziati e non piu' cosi' liberamente come il testo attualmente prevede: probabilmente i datori di lavoro dovranno fornire una spiegazione scritta della loro decisione.
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