E' un po per gli sciatori come diceva il poeta tedesco Heinrich v. Kleist: "Li', dove ci sono io, li' non e' la felicita'. E l' dove e' la felicita', non ci sono io". Quindi, si e' sempre in cerca di neve ed esperienze nuovi. E una bella esperienza il nostro trip e' stato davvero. Nonostante tempo poco favorevole e un viaggio lunghissimo, almeno per me.
Dunque, si fa raduno a Martigny (VS) dove arrivano kiki da Milano, dav da Geneve e io da Berlino (sic!). Poi si va dall' altra parte della Vallee du Trient, a Finhault, a prendere Samuel, la nostra guida. Da li' a notte fonda si parte via Chamonix, Annency ecc. per Toulon, alle 7 di mattina si sale sul traghetto, si sbarca alle 14:30 ad Ajaccio, dove si fanno le provviste. Tutto strettamente roba locale, si intende. Dav ed io sono sostenitore delle idee del turismo soft, per cui ... (guardare www.butiner.ch)

Poi si sale verso l' interno. L' idea originaria era di fermarsi piu' nella zona sud (Monte Renoso, Monte Incudine), perche' hanno piu' neve e specie l' Incudine dovrebbe avere una facciata sud fantastica da sciare. Allora il primo soggiorno e' programmato nel Refuge delle Capanelle.
Ma gia' prima di partire dav comiciava a fare il gufo: "Non sarebbe meglio cambiare meta'. Andiamo in qualche zona alpina. Ho visto le previsioni per la Corsica! Pioggia fin sopra i duemila ecc. ecc." Ed in effetti, durante il viaggio verso l' interno piovigginiva e di neve neanche tanta. Sembrava ... Ma poi, appena superata quota 1300/1400 la neve cominciava. Bagnata si', per il caldom, ma comunque neve. Il parcheggio a piedi del refugio poi, a 1600m ca. era circondato da mura di neve alte due metri.
Pascal, l' oste del refugio, sembra un corso saltato fuori da "Asterix en Corse". Ma alla fine si rivela molto alla mano. Il refugio stesso invece e' un mezzo casini, i servizi di sotto (per l' uso comune) sono sott' acqua. Per fortuna non le stanze letto. Il pernottamento Pascal ce lo da a gratis, da pagare solo il vitto. Ci sembra accettabile. Allora, non possiamo aspettare la domenica ma mettiamo, alle 5 di sera gli sci e saliamo con le pelli un dei tre piccoli scilift della stazioncina delle Capanella tanto per provare una prima volta le nevi corse.
Domenica mattina guardiamo fuori. Altro che pioggia! Nevica, neve umida e neanche tantissima, ma comunque non piove. Vista pero' zero. Si parte lostesso e guidati da Samuel in modo impeccabile arriviamo dopo due orette in cima (2350m, ca. 750m dsl). Vista sempre zero, il mare rimane un' idea teorica. In salita invece si vedevano delle fantastiche scultore di neve e ghiaccio che solo un vento fortissimo e' in grado di formare. Io, cose cosi', le avevo viste prima solo in Norvegia. La discesa e piacevole, il fondo benche' bagnato anche lui, tiene ancora e sopra si hanno 5 cm di neve sapone.
Ma, viste le prevvisioni che danno sempre caldo e precipitazioni, si decide di lasciare Capannelle e di rinunciare all' Incudine e di spostarsi verso la zona dei monti piu' alto e cioe' il Cinto. Questo anche perche' Pascal chiude la capanna che intanto con quel tempo non verro' nessuno quassu' a farsi qualche sciata sulle piste.
La gite d' etape di Calacuccia, ai piedi del Cinto e a ca. 800m sulla strada di Colle Vergio e' confortevolissima. Ci fermeremo li' per tutto il resto del nostro soggiorno in Corsica. E, sorpresa, sorpresa, chi s' incontra li'? Topa- e Topocane! Kiki li conosce di persona (e sapeva che erano in Corsica), ma noi altri no. Ed e' una piacevolissima conoscenza. Loro due la domenica non, appunto per il maltempo, non avevano fatto niente. E allora, nonostante il nostro gufo


Per festeggiare l' incontro si va in ristorante per una ottima cena corsa, spezzatino (quale corso non e' proprietario di qualche maiale!). Una piccola gaffe, alla fine il padrone se la fa perdonare. Fors' anche perche' noi insistiamo ad offrire come compensa Topacane per qualche assistenza

Il lunedi' noi decidiamo per una gita quasi classica: Da quota 1300 ca della strada del Colle Vergio si parte in direzione del rifugio Ciuttulu dei Mori, ai piedi del Capu Tafunatu e di Paglia Orba. Il tempo e piu' o meno come ieri, pero' non nevica ma pioviggina, in compensa si vede di piu' . Ma panorami neanche a sognarseli!
Topa- e Topocane avevano la stessa idea di gita e cosi', praticamente facciamo gruppo compatto. Arrivati al rifugio, incredibilmente un po di sole qualche squarcio sul vallone per quale siam saliti fin qui.Ma la visto sul golfo di Porto, che non dista piu' di 15 km ca.)rimane un sogno. Poi si continua a salire fino al punto dove incomincerebbe l' arrampicata su in cima al Paglia Orba (Epaule de Foggiale, 2302m; col su e giu' ravanando per il bosco saranno stati un poco piu' di 1000m dsl con un lunghissimo pianoro pero'). Discesa gradevolissima in neve molto primaverile per i primi 400m. Poi, per noi telemarker comincia l' allenamento di new school forward flip. Grazie alla sabbia del Sahara che frena come se fosse carta vetrata il che, a tallone libero, non e' proprio quello che e' piu' desiderato).
Il giorno prossimo, noi andiamo in cima al Capu a u Perdatu (o anche Verdatu, boh?), 2583m. E' la giornata di gloria della nostra piccola e fedele Kangoo 4x4 che riesce a fare una strada bruttissima e ci risparmia certamente un' ora di marcia a piede noiosissimo. Da 1350m si parte, il tempo, inizialmente non e' male, si vede qualcosa, anche il sole spunta ma il Cinto rimane nelle nuvole. E mentre per la salita la cima era senza nuvole quando arriviamo noi e di nuovo nella oramai tipica fumicaccia corsa.
Mentre in salita per pendii ripidi, che con neve un poco piu meglio si potevano immaginare fantastici, ci si faceva un buon' allenamento d' inversioni (vedevo che non ero a meno in questo ai miei compagni giovanotti

Cena all' insegna di figatiellu e polenta di castagne fatte da dav che ridava be presto le forze perse in giornata.
Poi, la sera decidiamo di abbandonare l' idea della facciate sud (che all' inizio avevamo preferito per la moltissima neve e perche quelle a nord forse non si erano ancora scaricate). Faremo sul versante opposto a Cinto e Capu a Perdatu un' antecima di Punta Artica, il Capu a Facciatu, 2113m. Partendo da ca 1150m (di piu' la Kangoo non voleva causa mancanza differenziale bloccante).
Bellissime ravanate in salite ed in discesa, attravesando numerosi ruscelli e fossa ed in alto bello sci su neve piu' consistente.
E, alla fine, la giornata piu' bella con tempo corso e cioe' sole e vento. Dopo una notte chiara e relativamente fredda si carica tutto sulla Kangoo (alle 21 c'e' la nave a Bastia) e si lascia molto presto Calacuccia per la Val Restonica che si prende da Corte (la piccola citta' universitaria al centro della Corsica). Gia' in avvicinamento si staccano le bellissime cime innevate dal terreno verde e marrone piu' in basso con gli alberi infioriti.
Alle 8:30 si comincia a salire in direzione Monte Rotondo (che pero' non faremo). Siamo gli unici, non c'e' un anima morta. Dopo una noiosa scarpinata sci sulle spalle su di una via forestale con molta ghiaia per ca. 45 minuti si possono mettere gli sci e si apre un' ampia e bellissima conca che subito fa venire voglia di sciare. Si sale, sempre accompagnati da un vento inclemente, ca. 1150 m dsl fino a 2277 (Punta Grottelle).
La discesa poi, nonostante il duro per i primi metri e la crosta per qualche altro metro e' bellissima. Firn, finalmente firn. In discesa si incontrano i tedeschi di prima e, da lontano, anche famiglia Topocane, tutti ancora in salita (che poi da bravi alpinisti che sono avrebbero fatto il Rotondo).Questa volta, siamo stati sportivi veramente. Quando siamo giu', alla macchina a cambiarci e sistemare la robba per il viaggio, vediamo alcune macchine ed intuiamo che anche altri avranno avuta la nostra idea. Ma a fare le prime tracce eravamo noi.
Viaggio verso Bastia, bagno dei piedi nel mare gia' abbastanza tiepido e rientro a Ginevra rispettivamente Martigny venerdi.
Che dire allora? Grazie a dav, kiki e samuel per compagnia, allegria e solidarita'. Grazie a Samuel per l' ottima guida, grazie alla fedele Kangoo. E' stato bellissimo anche se non erano condizioni da favole. Oppure, forse giusto per questo, perche' si godevano di piu' anche le piccole cose.
La Corsica versione invernale, anche quella che abbiam vissuto noi e cioe' colla fumicaccia, e' bellissima, piena di contrasti naturali e culturali, mare ed alta montagna seria, Europa nelle citta' e lungo le coste, Africa nelle bergeries di montagna. E il piu' bello e', forse, che e' cosi poco frequentata (d' inverno mica d' estate!). Intanto, Samuel pensa di tornare per fare la traversata a sci possibilmente con tempo piu' bello. E noi, forse, la - parziale - traversata dei Pirenei da occidente ad oriente? Kiki, dav, che ne dite?

Saluti,
Uli