riccardo_mn ha scritto:Sensori piccoli: sono problematici in quanto a diffrazione. Se il "buco" del diaframma attraverso il quale passa la luce è troppo piccolo si verificano aberrazioni dovute alla diffrazione che penalizzano la risoluzione. E' il motivo per il quale sulle compatte digitali , che hanno un sensore piccolo, non si può chiudere il diaframma a più di f8, se non f5.6.
Ti ringrazio molto per l'approfondita risposta. Ora ho una panoramica più chiara sulla questione sensore/pixel.
Mi hai anche tolto un dubbio a cui da un po' di tempo cercavo di dare una risposta senza trovarla: la limitata chiusura del diaframma delle compatte digitali! Io continuavo a pensare a problemi di ordine meccanico ed invece la questione è la diffrazione già problematica ad f/8. A tal proposito mi chiedo quanto sia realmente utile tutto il "trasloco" di funzioni che c'è stato dalle reflex alle compatte digitali, funzioni prima quasi del tutto assenti dalle compatte a pellicola: priorità di tempi, priorità di diaframmi etc. Considerato che difficilmente si trovano obiettivi con una rilevante apertura relativa, soprattutto quando lo zoom va verso i 70-100 mm equivalenti e vista anche la limitata minima apertura che senso ha pacioccare con la priorità di diaframma quando c'è un range di diaframmi che va da f/4 o f/5,6 a f/8? La differenza rispetto ai valori di un obiettivo reflex è enorme. Ci sono differenze apprezzabili variando quei 3 valori di diaframmi oppure tanto vale utilizzare il program? L'influenza sulla profondità di campo di quel range di diaframmi è avvertibile? E sulla nitidezza?